Alcuni degli ultimi interventi dei lettori mi spingono a riflettere sulla natura della comunicazione in Rete e sul peso che i rappresentanti dei cittadini (e più in generale, tutti noi) danno o dovrebbero dare al flusso informativo sul Web. Possiamo senz'altro dire che con le tre W la diffusione delle notizie ha smesso di essere un flusso verticale a piramide, da pochi (i giornalisti) a molti (le persone) e si è trasformato in un fluire continuo di dati da molti (gli utenti della rete) a molti (idem). Il ruolo del giornalista cambia assieme al giornalismo e al nostro modo di recepire le informazioni. Oggi possiamo esprimere le opinioni postando i nostri commenti e le nostre idee sulle pagine Web, raccontando fatti (siamo tutti reporter?) e confrontandoci con le opinioni degli altri. Ecco che un Social Network, un sito, un blog diventano spazi importanti dove far sentire la propria voce: nuovi luoghi di aggregazione che seppur virtuali mantengono in tutto e per tutto i connotati di una vera e propria “piazza cittadina” dove si parla, si ascolta, si elaborano e si esprimono pareri favorevoli, perplessità, dubbi. Se la televisione è stata il nuovo focolare domestico degli anni '80 e '90, la Rete è la nuova “tavola” dove molti si siedono per parlare di tutto con tutti. Sarebbe un comportamento miope sottovalutare la Rete e le sue incredibili potenzialità. Guai a non prendere in seria considerazione una realtà che è in grado di trascinare milioni di persone a compiere la stessa azione, a “condividere” qualcosa, seppur ognuno agendo dalla scrivania della propria abitazione, del proprio ufficio o dalla tastiera (fisica o virtuale) del proprio BlackBerry, iPhone, iPad. Non si può evitare di scendere nella piazza virtuale della Rete nell'era in cui il negozio di dischi più frequentato al mondo è iTunes, in cui molte famiglie non vanno al cinema ma acquistano un monitor 40 pollici e un'Internet TV, in cui i viaggi li organizzi da solo pagando online con carta di credito.. Se devi rendere pubblica un'informazione oggi scendi nelle vie del tuo paese gridando col megafono per ore o apri il tuo Social Network preferito e in pochi secondi scrivi sulla tua bacheca quello che vuoi dire? Certo, l'amministratore di un piccolo territorio (non tutti, come Obama, devono necessariamente raggiungere persone lontane migliaia di kilometri dal luogo dell'azione politica) non deve mai perdere il contatto umano coi cittadini, non può rinunciare alla strada, alla piazza, alla "bottega". I rappresentanti della gente devono tenere occhi aperti e orecchie tese per essere in grado di sentire tutte le voci, anche quelle più deboli. Ma non possono esimersi dal prendere seriamente in considerazione la realtà affermata, solida e potente del Web. Alcuni dati: per quanto sembri incredibile solo il 70% dell'Italia è connessa alla Rete e poco più del 55% degli Italiani può navigare il Web direttamente da casa. Abbiamo dunque un accesso nazionale alla Rete non di primissimo livello, dato in totale contrasto con quelli di seguito: quasi 20 milioni di italiani hanno un profilo Facebook, nove persone su dieci sanno cosa è un Social Network, ragazze e ragazzi tra i 18 e i 30 anni hanno praticamente tutti una pagina Social (93%) e udite udite.. il 38% degli over 65 frequenta abitualmente i Social Network più in voga degli ultimi anni. Se da una parte scopriamo un Paese che ancora deve fare tanta strada per garantire a tutti i cittadini un servizio tanto utile quanto indispensabile (il collegamento alla Rete), dall'altra abbiamo un popolo intergenerazionale che “naviga”, che ha voglia di conoscere e conoscersi, informare, informarsi e condividere. Se la televisione ha permesso alle grandi multinazionali di entrare nelle nostre case attraverso la pubblicità, la Rete permette a ognuno di noi di far parte della vita di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti con un solo clic. Chi non coglie la potenza di questo..
E.B.
N.B. I dati sul numero di utenti della Rete e dei Social Network non possono essere attendibili al 100% per la fisiologica difficoltà di monitorare correttamente un fenomeno in continua evoluzione e rapida crescita. I dati sopra riportati sono il frutto di una media aritmetica ricavata dall'analisi di indagini statistiche effettuate nel 2010 da tre differenti gruppi di ricerca: Nielsen(www.nielsen.com), Gandalf(www.gandalf.it) e Vincos(www.vincos.it).
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RispondiEliminaVi riporto, copiando e incollando, stralci dell’ultimo articolo di Oliviero Beah pubblicato sul suo blog…
Anche lui affronta, con lo stile che lo contraddistingue, parla del tema proposto oggi da La voce del Martedì
INDIETRO SAVOIA / Ma cosa ci sta succedendo, anzi cosa ci è successo?
Ho sempre pensato, dopo quasi quarant’anni di giornalismo più o meno decente, che la cosiddetta “posta dei lettori” fosse sui giornali una delle pagine più interessanti, se non a volte “la più interessante” in assoluto. Mi son sempre doluto che tv e radio come massa-media debordanti non prevedessero qualcosa del genere, sia pure con i linguaggi diversificati e appropriati dei diversi mezzi. Poi è arrivata la Rete, e ho pensato: stavolta in termini di partecipazione ci siamo, “nulla sarà come prima”.
Almeno in parte sbagliavo. E questa mia rubrica ce lo sta dicendo con chiarezza contundente, come se arrivassero dei cazzotti: non contro l’autore, questo sarebbe il meno e, come ho già scritto qui periodicamente, magari me lo meriterei. Il punto è che nessuno o quasi legge, e quindi discute del niente. O finge di non capire, o non capisce davvero. E la sequela dei commenti al post è “calcistica” ma nel senso peggiore, del tifoso, di un’appartenenza politica di infimo ordine.
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RispondiEliminaNon basta che dica o meglio scriva che l’intera classe dirigente di questo Paese ha combinato disastri tali da dover andare a casa, c’è sempre qualcuno che mi accusa senza approfondire nulla di essere “contro Berlusconi”. Ma certo che sono contro Berlusconi: ha compiuto un massacro prima culturale e solo dopo politico in quest’Italia degradata da prima di lui ma che dopo sarà addirittura peggio perché lui l’ha spinta per la discesa precipitandola.
Non basta neppure che inserisca a caratteri cubitali un’opposizione per lo più sedicente, che nel berlusconismo di andata e ritorno si trova da Dio ed è complice e correa, per evitare che qualcuno mi appiccichi qualche altra etichetta. Ancora e sempre Valery: “se non si può attaccare il ragionamento si attacca il ragionatore”. E meno male che il web può e dovrebbe dar la possibilità “democratica” di espressione. Ma che pensate sia la democrazia? Insultare le persone?
L’ultima rubrica qui sulla Libia e sui morti ammazzati, sul cinismo della politica non solo italiana, non solo berlusconiana, sul gas e la real politik era titolata “Niente di grave in Libia. Semplicemente un genocidio”. C’è stato chi è intervenuto per chiedermi “Ma come niente di grave?” o chi mi ha accusato di far dell’ironia sui morti. Ironia sui morti da parte di uno che si chiede dove fosse la politica in questi anni, se sapessero tutto o no di Gheddafi, Prodi con la sua bonomia di riporto e il Berlusconi del bunga bunga sotto le tende e dei denari sopra di esse? Ma che vi sta succedendo? Che cosa vi è già successo? Davvero è ormai impossibile ragionare sulle cose? Davvero non è chiaro che il punto non sono io che scrivo ma voi che leggete e che scrivete a vostra volta? Dove è finito, in quale buco nero questo Paese maledettamente tifoso? Ma chi l’ha detto che sia un carattere dominante e non recessivo dell’italianità? Ma è questa la nostra “italianità”? […]
Questioni molto interessanti. D'altronde già nei post era venuto fuori il tema.
RispondiEliminaDobbiamo lottare contro la nostra pigrizia mentale e politica. I social network sono qualcosa che davvero ha cambiato registro, al vivere, al relazionarsi, al lavoro, alla politica. Non si tratta solo di gap culturale o di digital divide anagrafico, ma si debbono aprire gli occhi e guardare la realtà con le lenti dell'oggi.
Certo non è obbligatorio ma un politico (parola positiva per me) deve saper cogliere la società come è, non come lui la vorrebbe.
La società certo non è omogenea ma è composta da segmenti diversi.
Però ci vuole coerenza. Non si può fare il peana dei giovani, persino in modo eccessivo, e poi, rifiutare i luoghi e modi di comunicazione di questi. Il Betabar va bene e il blog no? Io credo vadano bene tutti e due.Il marciapiede di via Roma o i portici del Comune vanno bene e scambi intelligenti e corretti come spesso (purtroppo non sempre) avvengono qui non vanno bene? E inoltre gli spifferi e i venticelli che si muovono nella società arrivano nei posti più impensabili, come questo. Ne vogliamo tener conto? Vogliamo intercettarli, non per annullarli ma per capirli?
Io lo ho detto anche altre volte non sono invece d'accordo con una interpretazione un po' ingessata di concepire la dialettica politica. Non mi sembra corretto compartamentizzare la dialettica politica in luoghi separati e da soggetti separati. Io non sono in consiglio comunale, non sono una forza politica ma voglio fare politica. Parlo al vento? nessuno mi DEVE delle risposte? Non credo. E non per me. Ma per loro. Credo che a chi fa politica serva ascoltare tutti e sempre, e dare risposte a tutti e sempre, nei limiti dell'umano possibile. Inoltre chi non parla, chi non risponde, chi occhieggia ma senza farsi vedere lascia intendere nel migliore dei casi di avere una concezione elitaria e snobbistica della politica nel peggiore di non avere proprio idee. In ogni caso di non avere umiltà e rispetto per gli altri.
Perchè Nedo Bronzi non è ancora intervenuto?
RispondiEliminaVOGLIAMO NEDO BRONZI !!!
Caro Anonimo è facile fare ironia senza firmarsi ... perchè non intervieni firmandoti ? è facile essere spavaldi tirando il sasso e poi togliendo la mano oppure non intervenendo sul tema , faresti meglio a fare come me ..... Stai zitto !!!
RispondiEliminaLa Redazione invita i lettori a una maggiore correttezza espressiva e a postare commenti inerenti al tema della settimana (o a qualcosa che gli somigli..). Battibeccare sul niente è difficile, ma c'è chi riesce anche in questo.
RispondiEliminaSu Internet si può inserire un appello in difesa della Scuola Pubblica e raccogliere 100.000 adesioni in pochi giorni.
RispondiEliminawww.unita.it/scuolapubblica/
Guardate che vi boicottano mica perché non sono abituati a navigare su Internet, ma perché con questo blog li avete fatti incazzare tutti! Bravi! Continuate così.........................................................................
RispondiEliminaVedo solo oggi l’argomento, quindi, caro “anonimo” eccomi qua…spero non ti dispiaccia.
RispondiEliminaL’argomento proposto è molto interessante soprattutto per i risvolti sociologici che stanno dietro al fenomeno dello sviluppo del web.
Difficile non essere d’accordo su quello che dice Ettore. Io, per quello che mi riguarda, ho solo posto l’accento sul pericolo che certi luoghi virtuali d’incontro, come questo, non finiscano per divenire ambiti di autoreferenzialità. Solo apparentemente liberi e illimitati, ma in realtà avviluppati su un concetto neo/culturale che possa vedere “illuminati” solo coloro che in quell’ambito partecipano, propongono argomenti e, in esso, ricevono risposte. Voglio ancora precisare, se ce ne fosse ancora bisogno, che ho grandissima riconoscenza per chi ha inventato, chi gestisce e si impegna per questo blog. Quindi uno, cento, mille Voce del Martedi. La “democrazia digitale” sta mostrando le sue grandi potenzialità proprio in questi giorni nei fatti Nord Africani. Mentre nel nostro piccolo sembra apparire ancora una carenza nella capacità culturali alla dialettica reciproca. Ovviamente ad iniziare da me.
Insomma quando come singolo soggetti culturali ci si affaccia alla “rete” occorrerebbe, per iniziare ad attuare una vera democrazia virtuale, mettere in gioco tale cultura, attuare un vero dialogo, in una logica di interscambio. Invece stiamo correndo il rischio (per fortuna non sempre) che la “rete” non dialoghi ma si curi solo di se stessa (ecco il pericolo della autoreferenzialità). Finiamo così per scambiarci solo “informazioni”( a volte anche insultandoci) e non attuare una vera e propria “comunicazione”.
Questo “giocattolo” corre il rischio di bloccarsi quando i soggetti che vi si mettono in relazione trovano perennemente confermate le loro opzioni di partenza, senza metterle mai in discussione.
Invece la “rete” mostra ampissime possibilità di divenire un ambito di discussione culturale, dove (per dirla come Ettore) si parla e si viene ascoltati, ma in maniera tale da amalgamarsi in un nuovo composto dove si possa imparare dalla diversità altrui. Questo, a mio avviso, non vuole assolutamente dire che i luoghi “classici e vecchi” di interscambio culturale (in questo concetto metto le idee, le opinioni, la politica, lo sport e chi più ne ha più ne metta) non convivano con questo modo di intendere la “piazza”, ma anzi ne divengono parte integrante verso una più compiuta libertà di pensiero.
Quindi, viva il blog ma viva anche il selciato di piazza della Repubblica. Già che ci siamo viva anche l’anonimo che con consuetudine mi attacca e naturalmente Viva l’Italia.
Ciao
Nedo
PROPOSTA sulla scorta dell’idea che ebbe Silvio Cazzante qualche post fa:
RispondiEliminaLa Voce del Martedi promuove un bell’incontro pubblico per esempio su un tema come questo (farlo sulla politica ho paura che ancora non siamo pronti e finisca per divenire una sterile sfila di polemiche), magari alla Sala Consiliare (io contribuisco volentieri alla spesa con 10 Euro);
Poi tutti insieme a mangiare da Bonaccini.
Un saluto
Nedo
La cena de La voce del martedì è un'iniziative che stiamo pensando seriamente di organizzare nell'arco di breve tempo. E agganciarla ad un dibattito, come proposto da Nedo, potrebbe essere un'idea molto interessante.
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