martedì 8 giugno 2010

IL CONCETTO DI LIBERTA' E LA POSSIBILITA' DI PERDERLA



Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri un articolo inviatoci da Nedo relativo all’art. 50bis del DDL n.733 (Pacchetto Sicurezza).

Di questa modifica, che in realtà non è recentissima ma risale al febbraio dell’anno scorso, si fece un gran parlare e fu ribattezzata “norma anti blogger”. In realtà questa contestata norma pare caduta nel dimenticatoio ma il testo rimane vigente e per completezza espositiva ve lo riportiamo integralmente.

«Art. 50-bis.

(Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecitecompiuta a mezzo internet)

1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.

3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.

4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.

5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".».

IL CONCETTO DI LIBERTÀ E LA POSSIBILITÀ DI PERDERLA


“Guai a voi che fate leggi ingiuste per opprimere il mio popolo. Così negate la giustizia ai poveri e li private dei loro diritti; sottraete alle vedove e agli orfani i loro beni.”

Isaia 10,1-2

“La non collaborazione è un tentativo di risvegliare le masse a un senso della loro dignità e potere. Questo può avvenire soltanto attraverso la disobbedienza civile che deve essere scoperta e nonviolenta. Una vera disobbedienza civile è uno stato di ribellione pacifica, l rifiuto di ogni singola legge ingiusta greata dallo stato. E’ certamente più dannosa di una ribellione armata

Ghandi

“L’obbedienza non è più una virtù”

Don Milani

Quando si vanno a toccare temi insopprimibili come la libertà di pensiero, io ritengo che sia un dovere delle persone non attendere passivamente le determinazioni dettate dalle agende dei nostri parlamentari; né quelle in fase di approvazione dalle maggioranze né le risposte delle opposizioni.

Occorre trovare i modi e i mezzi di rappresentare l’angoscia che, come soggetti sociali nati liberi ci attanaglia nel vedere che, chi la detiene, usa l’arma del potere per introdurre, prima gradualmente ma adesso in maniera dirompente, delle gravissimi limitazioni alla libertà individuale.

Questa riflessione non nasce da una strumentale appartenenza politica ma da un bisogno che sento come individuo.

Faccio un appello a tutti affinché si faccia un pensiero comune sull’introduzione normativa di aberrazioni come, in particolare, quella relativa alla proposta (approvata) dell’”Onorevole” D’Alia con l’art. 50 bis del DDL 773. Con tale normativa si vanno a toccare anche “piazze virtuali” come questo blog “La Voce del Martedì”, in quanto sarà impossibile per tutti noi scrivere in dissenso (o in critica?) di leggi emanate e per i responsabili del blog sarà inibito pubblicare ciò. Anche se il linguaggio adottato fosse un civile e rispettoso scambio di opinioni si rischiano il carcere e pesantissime sanzioni. Il Ministro dell’Interno potrà provvedere ad oscurare il sito.

Non facciamo che solo movimenti, come quello di Beppe Grillo, interpretino l’afflizione e il tormento di chi si sente di essere arrivato al limite del dirupo che segna lo spartiacque fra la libertà e l’inizio di un’oppressione subdola nascosta dietro una visione individualistica e privata della comunicazione, della libertà di stampa e di espressione.

Nedo Bronzi

Lo spirito del blog rimane quello di proporre settimanalmente riflessioni e discussioni aperte al confronto e il contributo di tutti rappresenta l’anima di queste pagine.

È chiaramente compito della redazione decidere quali temi di discussione proporre e fino ad oggi abbiamo cercato di equilibrare gli articoli alternando “locale” e “globale”, cercando di tenere una linea editoriale quanto più corretta, rispettosa ed indipendente.

E’ già capitato di ricevere articoli e di prendere la decisione di non pubblicarli per motivi di inappropriatezza o perché ritenuti polemico-propagandistici.

Questa settimana invece crediamo che il tema proposto da Nedo sia meritevole di attenzione e crediamo che la sua pubblicazione possa aprire un confronto costruttivo.

Grazie quindi a Nedo e a tutti quelli che daranno il loro contributo.

2 commenti:

  1. Bene ha fatto la redazione a precisare che l’ emendamento D’Alia è questione vecchia di più di un anno e attualmente in sonno. Una questione che però proprio in questi giorni è stata riciclata in rete come se fosse nuova, inducendo all’ errore perfino un giornalista puntiglioso come Travaglio, che nel Passaparola di lunedì scorso, 7 giugno, si è scusato per il procurato allarme, scrivendo: “dopo il voto in senato, infatti, l’ emendamento liberticida è stato accantonato alla camera. Scampato pericolo, dunque, almeno per ora. Ma conviene restare vigili”.
    E per restare vigili propongo ai lettori un cammino a ritroso sul blog di Beppe Grillo, da sempre molto attento alle questioni della libertà della rete e della libertà in rete. Ecco le date dei post più importanti da consultare: 14.05.2010, 27.01.2010, 14.01.2010, 05.11.2009, 11.08.2009, 09.08.2009, 13.06.2009, 12.02.2009, 06.02.2009, 21.11.2008, 13.11.2008, 12.11.2008, 19.10.2007. In particolare nel post del 14 maggio scorso è riportato un ‘breve e incompleto elenco delle leggi bipartisan contro la Rete’. Vi si legge: “Il primo problema del Parlamento italiano è la Rete. Da anni vengono sfornati leggi, decreti, progetti, emendamenti per bloccarla. L'accanimento con cui Pdl e Pdmenoelle si occupano di Internet è impressionante. Nell'agenda dei problemi del Paese è prioritaria. L'ultimo attacco alla libertà di informazione e alla Rete è l'obbligo di rettifica nei siti entro 48 ore. I blog vengono equiparati ai giornali con multe di 12.000 euro per infrazione. Tutti i blog sono a rischio chiusura.
    Altre volte il blog ha lanciato campagne contro la legge Levi/Prodi o contro la legge D'Alia con successo. Questa volta mi rifiuto. Approvino le leggi che vogliono. Ne pagheranno le conseguenze. Anzi, suggerisco al duo Berlusconi/Bersani di osare di più. Legiferare in modo risolutivo, tombale e chiudere Internet. Io non voglio mettermi a discutere ogni mese con degli idioti internettiani, farei la figura anch'io dell'idiota. Quindi, chiudete, filtrate, oscurate, hackerate”. Mi fermo qui con la citazione perché, nel dubbio, non voglio creare problemi alla redazione. Ma invito i lettori a leggere loro stessi la conclusione sul sito di Beppe Grillo. Buona navigazione a tutti.
    Silvio Cazzante

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  2. Le conclusioni di Grillo che Silvio Cazzante ci invita a leggere sono condivisibili, come sempre. Siamo un paese ridicolo. Anzi, penoso.

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