Francesca Mariani e Giulio Tozzi,
come tanti altri, hanno già deciso: il 25 novembre andranno a votare alle
primarie del centrosinistra e daranno la preferenza per il loro candidato
premier. Un voto andrà a Pierluigi Bersani, l'altro a Matteo Renzi. Nel
frattempo prestano parte del loro tempo alla promozione della campagna
elettorale dei rispettivi candidati e ne hanno prestato un po' anche alla Voce
del Martedì, infatti infatti la loro gentilissima disponibilità ci permette questa settimana di aprire un dibattito sulle primarie e sul PD attraverso un'intervista doppia realizzata per via telematica nei giorni scorsi.
INTERVISTA A FRANCESCA MARIANI
1) Perche
Votare Bersani? Cosa non ti piace di Renzi?
Voterò Bersani perché è una persona competente,
credibile e coraggiosa. Il coraggio di cui parlo è quello della forza delle
proprie idee , di colui che non teme il confronto, ma che anzi, dal confronto
trae arricchimento. Della credibilità di Bersani parlano il passato e il
trascorso politico fatto di coerente evoluzione nell’impegno al servizio del
partito e del Paese. La sua competenza è frutto di un costante lavoro sia come Presidente
della Regione Emilia Romagna, dove si è adoperato per migliorare il servizio
sanitario ed il sistema delle imprese,e sia come ministro della nostra Repubblica
, dove ha avviato riforme importanti, difficili e non scontate: dalle
liberalizzazioni, alla portabilità dei mutui, passando dall’ aver tolto le
tasse dalla ricarica dei telefoni cellulari.
Il prossimo Presidente del Consiglio dovrà avere, per
il bene dell’Italia, le caratteristiche che Bersani ben rappresenta. Dovrà
essere in grado di dare credibilità all’azione di governo nel Paese, e nello
stesso tempo avere la forza e il coraggio di proporsi agli altri partner europei
per migliorare e far evolvere le istituzioni comunitarie.
Votare Bersani esprime un voto dato all’impegno, alla
responsabilità alla competenza e all’esperienza.
Tutte queste caratteristiche non sono facili da
ritrovare in Renzi, ma soprattutto di lui non mi piacciono il modo di porsi e
di fare politica.
Non mi piacciono gli appelli fatti tramite la
televisione e la stampa che arrivano direttamente al pubblico senza passare
dalle giuste mediazioni istituzionali all’interno del partito, scavalcando il
confronto ed il dialogo anche con chi non la pensa esattamente come lui.
Aggiungo che ad oggi la sua esperienza amministrativa
è limitata ai problemi locali, dove per altro non ha brillato in termini di
capacità di soddisfare le esigenze dei cittadini, ed è un’esperienza che
oltretutto non ha ancora concluso.
Bersani promuove la responsabilità, la presa di
coscienza delle difficoltà per muovere un’azione collettiva libera e
responsabile: vuole muovere un pensiero e riformare un Paese.
Renzi agisce su
emozioni e pulsioni che diventano di massa quando trovano un contesto di
condivisione, ma che non hanno possibilità di tramutarsi in una vera azione di
rinnovamento perchè fanno riferimento ai luoghi comuni che spesso non hanno né
un reale fondamento né si basano su un pensiero articolato.
Non bastano due camper e migliaia di km per colmare la
distanza che lo separa da Bersani e dai reali bisogni del Paese.
2) Quali
sono le tre priorità, le tre parole chiave, che secondo te devono essere al
centro del progetto politico del PD alle prossime elezioni?
Solidarietà, onestà ,lavoro.
Solidarietà perché bisogna mettere al primo posto
dell’azione di governo la riconquista di una società più equa. Solidarietà ad
equità vanno di pari passo e sono i presupposti per le necessarie riforme di
cui il Paese ha urgente bisogno per crescere e rilanciarsi. Una società nella
quale le diseguaglianze sociali e di trattamento sono sempre più marcate non
può essere una società giusta, nella quale il merito possa emergere premiando i
migliori, i più capaci. La solidarietà sociale è un fondamento istituzionale
che deve proteggere i più deboli e rafforzare la collettività che vogliamo
libera, moderna e competitiva a livello europeo.
Onestà: la politica deve recuperare stile e sobrietà.
Una giustificazione degli sprechi e del malcostume non c’è mai stata, ma c’è
stata rassegnazione e accettazione di comportamenti deviati diffusi. Abbiamo
vissuto anni in cui la “furbizia” in politica era diventata una qualità e la
rettitudine un qualcosa comunque sempre da dimostrare e che poteva essere messa
in dubbio perché… se lo fanno tutti…
Questi anni devono essere finiti non solo perché non
ce lo possiamo più permettere in termini economici, ma perché è finito il tempo
delle favole, delle non verità, della negazione dell’evidenza (si è negata
anche la crisi economica).
Ci vuole onestà intellettuale: parlare chiaro con idee
chiare e non proporre ricette belle, immaginifiche, irrealizzabili.
Lavoro: è necessario creare nuovo lavoro e ridare
dignità al lavoratore affinché si possa parlare di Italia e di Europa. La
realtà si trasforma e la società cresce solo se ci sono cittadini liberi e che
lavorano. Nuovo lavoro; alleggerendo il prelievo fiscale sul lavoratore e l’impresa,
investendo in crescita e innovazione per vedere più giovani e donne
protagonisti di una società rinnovata. La politica che mette al centro il
lavoro e che parte dalle attuali condizioni e quindi dal lavoro disperso,
precarizzato, dalla mancanza di lavoro, dalla immaterializzazione di molte
figure del lavoro, dallo sfruttamento del lavoro …. vuole ripartire dalla
riconquista di quelle componenti popolari che hanno fatto moderno, avanzato e
civile il nostro Paese.
3) Al di là
della rottamazione è innegabile che il paese sente la necessità di voltare
pagina. Come si può pretendere che il nuovo sia scritto dagli stessi autori del
vecchio? Quando Renzi dice che loro una chance l’hanno già avuta e non l’hanno sfruttata
ha torto davvero?
Quando si parla di cambiamento, della necessità di
cambiar pagina, ci stiamo tutti; oltre che un bisogno, una volontà, è
soprattutto una necessità. Ma il problema è come. Bisogna stare attenti perché
in politica gli azzeramenti sono pericolosi. Capisco che la parola
“rottamazione”, nel suo significato evocativo alla materia, renda facilmente
l’idea della novità, ma qui non siamo sul piano delle “cose” ma delle idee e
delle persone che né si azzerano, né si riciclano, ma devono evolvere. Si
sottende il rischio di intendere la rottamazione come azzeramento di una storia
che racconta delle conquiste della sinistra e delle componenti popolari negli
scorsi decenni: sarebbe portare a termine il lavoro sporco fatto da
Berlusconi….
Non sto dicendo che Renzi usi la parola in questo
senso o che la usi per questo scopo, ma ogni parola è evocativa e sottende dei
significati anche impliciti. Vorrei che Renzi ne fosse consapevole e che si
assumesse la responsabilità dei rischi.
Parlare di nuovo quindi, dal mio punto di vista, ha il
senso di una riscoperta di valori che facciano voltar pagina rispetto al
malcostume diffuso in politica che ha significato privilegio ingiusticato,
spreco inutile di risorse pubbliche, malaffare, degrado morale e istituzionale.
Ma tutto ciò non può essere imputato all’attuale classe dirigente della
sinistra nel suo complesso (capisco che il pensiero vada a Penati, ma il
cerchio non si apre e non si chiude con un punto, e neanche con due). Quindi?
Ci sono stati errori politici, hanno sbagliato tutti coloro che hanno visto e
non hanno parlato rendendosi così collusi con un sistema malato (mi riferisco
ad esempio anche a quei consiglieri del PD del Lazio che sedevano accanto a
Fiorito), ma non si può, per riconoscere gli errori, fare punto e zero. Sarebbe
l’errore più grande. Sarebbe la sconfitta della politica. Sarebbe la via aperta
e spianata all’antipolitica. Gli errori vanno riconosciuti perché la
consapevolezza porti a correggerli, nel dialogo e nelle decisioni collettive ,
vanno trovati i modi corretti e istituzionali di rinnovamento, ma va fatta
salva l’esperienza e il positivo apporto che il passato e le persone che vi
sono state protagoniste rappresentano.
4) Meglio
Renzi o Vendola ?
Vendola, senza dubbio.
5) Come
vedi il movimento 5 stelle?
I partiti che una volta erano di massa e che avevano
nel popolo senso e consenso sembrano, o si vorrebbe che così fosse, crollati di
fronte alla crisi politica attuale. Certo, c’è stata all’interno di questi
grandi partiti (poi trasformati, dissolti e ricomposti negli ultimi 20-30 anni)
una involuzione di tipo elitistico che spesso è slittata verso
l’autoreferenzialità del ceto politico. Il M5S ha intercettato questa tendenza,
l’ha amplificata e l’ha scagliata come sabbia negli occhi degli italiani che,
istintivamente, tendono a richiuderli. Dire basta ai privilegi, alle disparità
di trattamento, ai politici che legiferano per sé e non per il bene della
collettività … è una denuncia urlata al popolo in nome dell’antipolitica.
L’Italia va male? Colpa dei partiti. Quindi basta i partiti e avanti i
movimenti; basta democrazia rappresentativa che non è stata in grado di
rappresentare adeguatamente i bisogni e le istanze dei cittadini e via alla
democrazia diretta permessa dalla rete e dai nuovi mezzi di comunicazione.
Questo sostiene il M5S. E’ una denuncia che inizia come politica e finisce
–come soluzione unica e possibile- nella rinuncia alla politica e quindi
nell’antipolitica. Percorso possibile? Illusorio. Percorso giusto?
Pericolosissimo. Senz’altro populista. Che sia il populismo a generare
l’antipolitica o viceversa è difficile a dirsi, certo è che il populismo porta
all’autodistruzione della politica e dei sistemi politici. Se i grandi populismi
del passato (penso a quello russo, sudamericano…) inneggiavano un ritorno al
passato, oggi si rispolverano categorie degli anni ’80 quali innovazione,
modernizzazione, per inneggiare ad un futuro possibile solo strappando dal
passato. Il populismo dei nostri giorni vuole innovare, non conservare; anche
se, secondo me, servono più alla conservazione che all’innovazione. Viene
screditato il passato, gli ultimi decenni del ‘900 in particolare, perché
contiene una storia grande e (dal loro punto di vista) irripetibile: quella dei
grandi partiti, delle forme organizzate della politica, dello Stato, delle
necessarie mediazioni istituzionali…. Non si può fare politica senza i partiti.
Questa è la più grande difesa contro i populismi. La democrazia funziona se funzionano
i partiti come filtro di aggregazione popolare, di organizzazione, di
disciplina delle idee e delle istanze, come messa a dimora dei germogli della
rappresentatività. Certo che i partiti devono funzionare bene, devono essere
aperti (il PD ce la sta mettendo tutta, mi sembra!) devono sapersi innovare e
rinnovare ma devono essere forti e partecipati. Se la critica alla politica si
riduce a critica dei partiti e quindi se ne mette in dubbio la legittimità, si
mina al cuore l’ossatura democratica di un Paese che vuole dirsi moderno (una
discussione di questo genere negli Stati Uniti sarebbe quanto meno ridicola).
La democrazia diretta non esiste – non esisteva neanche nell’antica Atene-
Grillo lo sa ma dice di poterla attivare attraverso i mezzi di comunicazione
che mettono in contatto tutti con tutti contemporaneamente. L’assurdità di
questa visione si palesa quando, sottoponendosi al voto dei cittadini, ci deve
necessariamente essere qualcuno che rappresenti qualcun altro nelle istituzioni
e i problemi abbiamo già cominciato a vederli a livello comunale. Lavoriamo
quindi per dare forza ai partiti, per ottenere una più giusta legge elettorale
affinché la rappresentatività sia il più possibile fedele alla società; ma non
neghiamola. Il M5S sfrutta i mezzi di comunicazione per negare la comunicazione
stessa: non crea pensiero, ma lo nega, anzi, non lo vuole. Parla alla gente
come individui subalterni, non alle persone che, attraverso il pensiero,
elaborano progetti da condividere e che insieme fanno popolo.
6) Renzi e
Bersani non hanno ancora affrontato nella loro campagna quei temi che vengono
definiti “ eticamente sensibili2 e che in passato sono stati causa di forti
divisioni all’interno del PD. Pensi che sia una scelta opportuna?
Non mi pare che fino ad oggi ci sia stata la
possibilità di confrontarsi sui temi del programma, quanto piuttosto la volontà
di eluderli spostando l’attenzione sulle regole, la partecipazione, i
rottamandi … immagino quindi che i temi più “critici” in termini di voce
concorde, per non dire “scomodi”, vengano tenuti debitamente ai margini. Non lo
ritengo certo un bene anzi, il confronto, soprattutto all’interno di un grande
partito democratico, è la ricchezza. Certo è che il punto di vista da tenere
perché la discussione porti ad un esito positivo, deve essere necessariamente
laico e svincolato da imposizioni cattolico-ecclesiastiche: credo che sia più
Renzi che non certo Bersani ad avere ritrosie in proposito. All’interno del
programma del PD che i comitati Bersani hanno fatto proprio, sono comunque
contenuti argomenti che ribadiscono il limite della politica su argomenti come
la vita e la morte e che , riconoscendo la persona come priorità assoluta,
sollecitano l’urgente necessità di una legislazione in proposito. Circa i temi eticamente
sensibili è l’Europa che fa da riferimento e, nell’ottica della tutela della
dignità e dei diritti umani,si inserisce l’urgenza di una legge sull’omofobia,
sul diritto al riconoscimento giuridico della coppia omosessuale, sull’impegno
a contrastare la violenza sulle donne… Grande attenzione è posta al diritto dei
figli di immigrati ad essere cittadini italiani se nati e-o cresciuti in
Italia: non si può più parlare di egualianza in astratto. Si manifesta
soprattutto la forte volontà di allontanarsi dal dualismo etico fomentato in
questi anni dalla destra e di rendere a tutti gli effetti il nostro un Paese
libero e moderno.
7) Secondo
te che ruolo deve avere D’Alema da aprile in poi?
D’Alema può e deve ricoprire il ruolo che sceglierà in
accordo con il partito. Deve esserci la volontà di mettere a frutto la grande
cultura e l’esperienza di chi nel corso degli anni ha ricoperto ruoli di grande
responsabilità e prestigio nel partito e nelle istituzioni. Sulle profonde
motivazioni che ci devono spingere a valorizzare le esperienze, mi sono già
dilungata in precedenza. Il mio personale auspicio è che una delle nostre
migliori “intelligenze” venga al meglio valorizzata per un arricchimento della
sinistra in generale e delle istituzioni in particolare.
8) D’alema
( sempre lui) ha detto che se vincesse Renzi il partito rischierebbe di
spaccarsi. Secondo te invece cosa succederebbe?
La figura che unisce il popolo della sinistra è senza dubbio
Bersani ed è per questo che penso che la sua vittoria metterebbe tutti al
riparo dai rischi. Renzi si è proposto come un’alternativa critica all’interno
del PD (che aveva già democraticamente scelto, attraverso le primarie, il suo
candidato alla presidenza del consiglio) proponendosi come l’alternativa al già
deciso, come la “novità”. La sua è stata una discesa in campo a gamba tesa, che
ha iniziato accusando il suo partito di mancanza di democrazia se non fosse
stata accolta la sua richiesta di fare nuove primarie, prima ancora di
discuterne. Anzi; all’interno degli organismi di partito e nel collettivo non
ha mai discusso perché non c’è mai andato, non si è mai confrontato. Renzi si è
posto come alternativa, ma a cosa ancora sfugge dalla comprensione. E’ chiaro
che in questa ambiguità possono legittimamente sorgere dubbi circa la sua
affidabilità e fedeltà al partito; è legittimo che, chi come me si ritiene
persona convintamente democratica e di sinistra e che per questo ne rispetta le
regole, si trovi in difficoltà ad accordare la fiducia a chi non si è capito
bene dove voglia andare a parare. I venti anni trascorsi credo abbiamo
insegnato a tutti che la fiducia accordata all’uomo solo al comando è mal
riposta: quindi sta a Renzi mettere in chiaro ciò che ancora è nebuloso. Credo
che il rischio di una spaccatura nel PD- se Renzi vincesse le primarie-, non
sia una responsabilità degli elettori e degli iscritti, quanto di Renzi stesso:
deve essere capace di convincere circa le sue intenzioni anche chi non lo vota
alle primarie, deve ricercare il dialogo all’interno del partito e dare fiducia
al collettivo. In caso questo non succedesse, i rischi di spaccatura sono
evidenti ; spero non intenzionali e anche su questo Renzi deve fare chiarezza.
9) Le
primarie del Pd fino ad oggi sono state sempre un successo di partecipazione .Le
regole che sono state date a queste ultime primarie però non sono piaciute a
tutti. Tu che regole avresti messo?
Regolare l’accesso a queste primarie era necessario
non solo per evitare certi errori del passato (vedi Napoli) ma soprattutto per
garanzia nei confronti degli elettori del centrosinistra che in questa
occasione devono scegliere il loro candidato alla presidenza del consiglio. Non
sarebbe stato moralmente giusto, oltre che politicamente scorretto, permettere
a tutti, indipendentemente dall’appartenenza politica, di scegliere il futuro
della sinistra. Io, come elettrice del centrosinistra, non avrei mai voluto che
un elettore del centrodestra scegliesse il mio candidato. Ognuno scelga in casa
propria! Questo non è un limite alla democrazia ma è la tutela della democrazia
che si esprime con le regole e ne esige il rispetto. Negli Stati Uniti, che
spesso vengono tirati in ballo a comodo, questa è un’ovvietà. D’altra parte, in
queste famigerate e tanto discusse –anche a sproposito- regole per le primarie,si
tratta di sottoscrivere un’adesione al centrosinistra. E’ un’assunzione di
responsabilità, come dire: io voto la scelta di uno o di altro candidato di
queste primarie perché alle elezioni politiche voterò il centrosinistra. Non è
una limitazione all’accesso, ma una doverosa regolamentazione e un’assunzione
di responsabilità. E per sottolineare che di responsabilità si tratta e non di
una mera procedura formale, il luogo dell’iscrizione è stato distinto da quello
della votazione , con grande carico di lavoro per i volontari che si sono messi
a disposizione, la possibilità d’iscrizione si protrae per venti giorni. Non
credo si possa certo parlare di limitazione dell’accesso! Chi lo dice, farebbe
meglio ad essere onesto e parlare chiaro anziché impressionare i cittadini con
false preoccupazioni.
10)
Come andranno a finire queste primarie? Prova a fare
una previsione.
Vincerà Bersani e mi auguro e spero con un largo
margine di vantaggio se dovessimo andare al ballottaggio. La situazione
economica italiana e la sua credibilità internazionale- fattore indispensabile
per i mercati- è così precaria da non permettere errori o prove di scena. Gli
italiani lo hanno capito bene e lo stanno provando sulla loro pelle. Bersani è
una certezza in termini di affidabilità e capacità che, così come nessuno può
smentire, sarebbe sciocco non sfruttare. Non si sceglie di proposito
l’avventura quando si può intraprendere un percorso difficile sì, ma sicuro e
affidabile. Soprattutto quando non stiamo troppo bene in salute.
INTERVISTA A GIULIO TOZZI
1) Perché votare Renzi? Cosa non ti
piace di Bersani?
Votare Renzi perché ci troviamo ad
un bivio; adesso è il momento giusto per cambiare e cercare di migliorare il
nostro paese. Renzi è colui che potrà guidarci in un governo duraturo e in una
trasformazione positiva che possa farci credere maggiormente nel futuro.
Bersani
è una brava persona, ma non mi piace perché appartiene alla vecchia classe
dirigente, che intende far politica come la si faceva in passato; una politica
che ha chiaramente fallito, come testimonia la situazione attuale. E credo che
tutti siano stanchi di tutto ciò.
2)
Quali sono le tre priorità, le tre parole chiave, che secondo te devono essere
al centro del progetto politico del PD alle prossime elezioni?
Europa;
Futuro; Merito.
3)
Bersani è stato eletto segretario del PD il 25 ottobre del 2009 da quasi tre
milioni di persone attraverso le primarie e da statuto doveva essere il
candidato premier espresso dal partito. Perché allora rimettere in discussione
la sua candidatura?
Le
primarie non sono una concessione, ma sono un elemento costitutivo del Partito
Democratico, se non ricordo male.
E
comunque sia adesso non si corre per essere eletti come segretario del maggior
partito di opposizione; adesso si corre per essere il candidato a Premier del
centro-sinistra, che verosimilmente sarà poi il prossimo Presidente del
Consiglio. Mi sembra un pò diversa come situazione.
4)
Meglio Bersani o Vendola?
Bersani.
5)
Come vedi il movimento 5 stelle?
Come
un fenomeno forte e non momentaneo, nato con lo scontento verso la politica
tradizionale e acuito dai recenti scandali venuti alla luce.
I
risultati ottenuti alle recenti elezioni in Sicilia, ne sono un ulteriore
testimonianza.
6) Renzi
e Bersani non hanno ancora affrontato nella loro campagna quei temi che
vengono definiti 'eticamente sensibili' e che in passato sono stati causa
di forti divisioni all' interno del Pd. Pensi sia una scelta opportuna?
Si,
perché credo che non si debba ricorrere ai soliti espedienti riguardo alle
stesse problematiche del passato. Si dovrebbe tentare di parlare dei problemi
che attuali e delle possibili modalità di migliorare la situazione in futuro.
7) Non
c'è il rischio che rottamare diventi sinonimo di rinnegare? Non c'è il rischio
che Renzi nel tagliare i "rami secchi" faccia perdere al PD anche le
sue "radici" ideologiche?
"Rottamare"
non significa tagliare le radici ideologiche del passato. Renzi ha molto spesso
parlato di cosa significhi per lui essere di sinistra e spesso ha spiegato cosa
significhi rottamare...
Quali
sono le passate ideologie? Quelle dei D'Alema a lungo seduto in Parlamento? Un
D'Alema che ha fatto il bello e il cattivo tempo sia con i vari Occhetto, Prodi
e altri leader che si sono succeduti in questi ultimi 20 anni. E' l'ora di
cambiare.
Veltroni
ad esempio è l'unico ad aver fato un passo indietro, coerente con quello che
disse diversi anni fa. Gli altri invece?? L'Italia versa oggi in una condizione
difficilissima e questo grazie alla gran parte dei politici che siedono da una
vita in Parlamento.
E'
giunta l'ora di voltare pagina, ADESSO!
8) Se l'obiettivo del Pd è cercare
il consenso del ventaglio più ampio possibile di elettori, compresi i
delusi dalle attuali forme della politica, il candidato con il curriculum
più convincente pare Laura Puppato. Perché non lei allora?
Ma avete visto le folle incredibili che vanno
ad ascoltare Renzi? Imprenditori, lavoratori, giovani e anziani.
Sicuramente
Laura Puppato ha un ottimo curriculum, ma qui parliamo della capacità di una
persona di trascinare un paese, di dare nuove speranze, di parlare a tutti.
Sinceramente penso che Renzi incarni bene tutto ciò.
9) Le primarie del PD fino ad oggi
sono state sempre un successo di partecipazione. Le regole che sono state date
a queste ultime primarie però non sono piaciute a tutti. Tu che regole avresti
messo?
Non
mi sono piaciute perché si è avuta la sensazione che siano stati messi più
paletti del dovuto, per rendere più difficoltosa e laboriosa la pratica del
voto.
Io
avrei lasciato le regole passate, visto che nelle precedenti primarie erano
sempre andate bene.
10) Come andranno a finire queste
primarie? Prova a fare una previsione
Penso che la differenza tra Renzi e
Bersani sarà minima, ma credo e spero che Matteo Renzi vincerà.
Francesca Mariani, parlando di Renzi, nella risposta alla prima domanda dice: "Non mi piacciono gli appelli fatti tramite la televisione e la stampa che arrivano direttamente al pubblico senza passare dalle giuste mediazioni istituzionali all’interno del partito"
RispondiEliminaCredo che a far forte Renzi sia anche questo. I partiti hanno chiuso le porte ai cittadini, si sono fino ad oggi spartiti privilegi, lavori, concorsi. Hanno creato distanze abissali tra chi lavora (i cittadini-elettori) e chi si fa mantenere (partiti ed eletti).
I partiti così organizzati, compreso il PD, sono la vera antipolitica.
Finanziamenti pubblici, raccomandazioni... passano tutti dalle "mediazioni istituzionali interne al partito".
Giulio alla domanda 7: "Quali sono le passate ideologie? Quelle dei D'Alema a lungo seduto in Parlamento? Un D'Alema che ha fatto il bello e il cattivo tempo sia con i vari Occhetto, Prodi e altri leader che si sono succeduti in questi ultimi 20 anni. E' l'ora di cambiare." Beh, le radici della sinistra una volta esistevano. Da qualche anno si sono parzialmente liquefatte, Renzi, se vincerà, concluderà l'opera. Trasformando idee ed ideali in puro personalismo. Un uomo solo al comando... che racconta barzellette e irride l'avversario. Mi ricorda qualcuno...
E la classe dirigente ( vabbè, si fa per capissi)di Terranova con chi sta? Per chi sono Amerighi, Magini, Chienni, Di Ponte e compagnia bella (si fa sempre per capissi)?
RispondiEliminaMariani ha ragione quando dice che fino ad oggi c'è stato confronto su nessun tema del programma, un dialogo schiacciato dalla volontà di spostare l'attenzione sulle regole, la partecipazione, i rottamandi...
RispondiEliminaMa sui temi eticamente sensibili non credo sia vero quello che lei sostiene, vale a dire che sia Renzi ad andare più in difficoltà.
Pensate al progeto di alleanze: Bersani vuole fare come Prodi, l'ha detto anche ieri rivolgendosi a Vendola. Vuole mettere insieme Casini e la sinistra vendoliana.
Come è andata a finire con Prodi ve lo ricordate?
Il presuntuoso di Firenze sa benissimo invece che la sua battaglia più dura è la prima, quella delle primarie. Se vince quelle non ha bisogno di alleanze. Lui vuole essere l'erede al trono, non il premier. Figuriamoci se si allea!
Ha in testa un PD stile Veltroni.
Poi però il vuoto di alleati è anche vuoto di idee...
Intrigante la doppia intervista. Tra l'altro finalmente si vede uno degli amministratori (anche se ex) parlare pubblicamente di politica, esprimere giudizi. Era ora.
RispondiEliminaVorrei partire da quella che mi sembra sia la domanda anzi la risposta più significativa di tutta l'intervista. Alla domanda comune di scegliere tra Vendola e Renzi la Mariani sceglie Vendola mentre tra Vendola e Bersani il rappresentante del Comitato Renzi sceglie Bersani. Mi ha molto colpito. Bersani e Renzi fanno parte dello stesso partito, che, nelle migliori tradizioni del riformismo europeo, tengono insieme sensibilità diverse. Eppure la Mariani sceglie Vendola, che è di un altro partito!. Purtroppo non ne spiega il motivo, ma se io leggo le dichiarazioni di merito di Vendola devo dire che sono davvero fuori il solco pur ampio della proposta del Pd, come d'altronde quelle di Di Pietro. Eppure la Mariani sceglie Vendola salvo poi sottolineare con forza il ruolo per lei positivo del partito-guida. Mah. Tra l'altro mi sembra che proprio questa concezione sia quella che ha portato ad allontanare la gente dai partiti. Sappiamo tutti che i costi della politica, i finanziamenti esagerati ai partiti, la crescita abnorme della spesa "politica" siano state votate da tutti i partiti, compresi il Pd, dappertutto. E adesso non si può dire "io non c'entro", si può solo cambiare, per provare a recuperare credibilità.
Un altro punto importante dell'intervista è quello sulla rottamazione/rinnovamento. Per età e impostazione culturale dovrei stare con D'Alema, di cui apprezzo l'intelligenza ma per niente il tatticismo sfrenato. Ma la questione non è questa. Nel mondo occidentale, il nostro, i leader politici che vincono dopo due/tre cicli politici vengono comunque cambiati dal proprio partito. Si ritirano in una dimensione politica più o meno attiva ma comunque defilata. Se perdono vengono proprio immediatamente mandati a casa e scompaiono.
L'attuale classe dirigente del Pd di battaglie ne ha perse tante ma è ancora lì. Basta.
Rinnovamento e trasparenza, riformismo e mercato sono nell'Italia così obbligatoriamente europea linee guida essenziali e mi sembra più credibile un progetto nuovo con leadership nuove.
Mi dispiace che non sia stato sottolineato nell'intervista un punto per me fondamentale.
Le primarie per la scelta del candidato premier del centro sinistra hanno aperto una grande e vera discussione politica, pubblica, trasparente. Questo sta portando tantissime persone, giovani e non solo, alla partecipazione. Tanta gente come da tempo non si era vista. Questa è una grande vittoria per tutti, per la democrazia. Si è messo in moto un processo che non riguarda solo Bersani, Renzi, Vendola, Puppato, Tabacci. Da ora in poi riguarda tutti i livelli della politica in tutta Italia. Guardiamo come Crocetta sta gestendo l'entusiasmante opportunità siciliana. Il mondo sta cambiando, e Terranuova non è fuori dal mondo. È bene che tutti lo tengano presente, ne vedremo delle belle.
ma non ho capito Ciancico con chi sta Renzi o Bersani?
RispondiEliminaCondivido ciò che Ettore scrive ed è buffo che l’anonimo voglia sapere a tutti costi per chi è quello e per chi è l’altro ma lui resta nell’ombra come un triste esibizionista che mostra una merce che non interessa a nessuno.
RispondiEliminaMeglio molto meglio questo rinnovato spirito democratico e partecipativo, meglio l’impegno di Francesca e Giulio, bello un confronto aperto e quanto più trasparente.
Da un punto di vista personale devo dire che dall’intervista risalta prima di tutto,netta e differente, l’impostazione valoriale. Legata alla “strutturazione” partitica e ricca di dialettica “politichese” l’impianto proposto da Francesca, dal quale si rileva, peraltro con riconosciuta chiarezza espressiva, una posizione, dal mio punto di vista, schematica e conforme alla configurazione più classica del partito. Non mediata, corrente, istintiva e piacevolmente semplice e chiara la modalità di risposta di Giulio.
Dei contenuti si potrebbe parlare molto, mi limito anch’io a ciò che mi ha colpito veramente di più e, come per Ettore , è la scelta di Francesca, in un ipotetico scontro fra Vendola e Renzi, che cade su Vendola. La cosa mi lascia, come appartenente al PD nella sua interezza, alquanto perplesso e anche amareggiato.
Per l’anonimo a cui piace sapere gli schieramenti dico: io sono andato a sentire Renzi al Mandel Forum, Bersani ad Arezzo, mentre Laura Puppato (peraltro molto brava a mio avviso) l’ho sentita il 23 Ottobre a Riva del Garda, mi manca Tabacci e poi sono al completo. Nonostante il grande rispetto e riconoscimento per il nostro Segretario (e la mia connotazione anagrafica molto vicina a quella di Bersani) io sono per il rinnovamento proposto da Matteo Renzi.
Un saluto
Nedo
Con chi vince. Come Amerighi, Magini, Chienni, Di Ponte e compagnia bella (si fa sempre per capissi)
RispondiEliminaBronzi, te non fai parte della classe dirigente...
RispondiEliminaSono d'accordo con Nedo. Anch'io sono per il cambiamento. Infatti, nella prossima amministrazione Terranuovese non vorrei vedere, come assessore o come sindaco, ne la Katia Faleppi, nè Sergio Chienni, nè il Di Ponte. Rappresentano il vecchio e poi sono stati collaboratori dell'Amerighi...... Basta e avanza per rottamarli.
RispondiEliminaLeonardo Rossi.
Tutti per il cambiamento ed intanto hanno appoggiato tutte le scelte del Sindaco Amerighi che tuttto è meno che per il cambiamento....fantastici..
RispondiEliminaquando si parla al di fuori dell'orticello siamo sempre per cambiare, quando si parla del nostro orto tutti in riga...
ha ragione grillo tutti a casa...
Un ringraziamento sentito a Francesca e Giulio per i loro contributi, quanto mai preziosi visto che la maggior parte degli amministratori e dei politici terranuovesi ha dato prova di avere in uggia sia la parola scritta, che il dialogo, che le risposte alle domande dei cittadini.
RispondiEliminaAggiungo che sarebbe bello se tra qualche settimana potessimo avere un confronto analogo fra esponenti del centrodestra. Ma ne dubito, vista l’ aria che tira in quei paraggi.
Trovo molto interessante il dibattito che si sta sviluppando, saluto Nedo ed Ettore, e mi auguro che ci sia occasione di conoscere Simone e ComeLaGrecia (ottimo pseudonimo). Ho però qualche ritrosia a entrare nella discussione, perché le due interviste, a prescindere dai contenuti – sui quali non nascondo di essere sovente in fortissimo disaccordo –, hanno un peso troppo diverso: mentre Francesca propone considerazioni articolate e una visione politica strutturata, Giulio forse non è stato adeguatamente coadiuvato dai suoi compagni di avventura.
Mi limito allora a un chiarimento, e solo perché questo mi offre l’ opportunità di entrare nel merito delle modalità di svolgimento delle primarie. Mi pare di capire che, secondo Francesca, negli Stati Uniti la partecipazione sia riservata unicamente agli appartenenti al partito. In realtà ci sono Stati in cui le votazioni sono chiuse e Stati in cui sono aperte. La mia idea è che se le primarie hanno luogo per scegliere il segretario di una compagine politica, vi debbano partecipare solo gli iscritti e i simpatizzanti. Se invece la consultazione ha lo scopo di indicare il candidato a primo ministro, cioè colui che aspira a governare l’ intero Paese, allora credo che tutti abbiano il diritto di prendervi parte. Perfino chi alle politiche non voterà né centrodestra né centrosinistra dovrebbe potersi presentare alle primarie di entrambi gli schieramenti, indicando nell’ uno e nell’ altro colui che ritiene meno lontano dal proprio sentire. Non nascondo perciò di essere rimasto deluso nel vedere sul sito ‘Italia.BeneComune’ quanti adempimenti occorrano per registrarsi alla votazione del prossimo 25 novembre. E neanche nascondo di avere pensato che la vecchia nomenclatura sembra proprio essere riuscita a bucare una ruota del camper di Renzi. Torna alla ribalta l’ annosa e irrisolta questione della coesistenza sotto lo stesso simbolo di ex comunisti ed ex democristiani. Una coesistenza ideologicamente problematica, a detta di molti impossibile. Se guardiamo alle affinità genetiche, non c’ è da stupirsi troppo che un bersaniano preferisca Vendola a Renzi.
Silvio Cazzante
Anonimo hai ragione...ma così avevi qualcosa da scrivere no...?! (si fa sempre per capissi)...poi mi dici perchè metti Magini, con tutto il rispetto per Alessio, è un ex no? Leonardo Rossi, per quanto riguarda Katia in effetti qualche anno ce l'ha anche se è in ottima forma (lasciamelo dire a me :-)), non sono d'accordo per Mauro di Ponte , Chienni, Barbuti, Migliorini ed altri, 25, 30, 35 anni mi sembrano pochi per chiamare "vecchio" chi vive nella società civile da dipendente, studente o imprenditore e non ha fatto il "politico" o amministratore di mestiere...però ognuno è libero di pensarla e dirla come vuole...
RispondiEliminaCiao
Nedo
La differenza tra me e te, caro Nedo, è che io non guardo l'età anagrafica, ma quella mentale. Se guardi come i vari Di Ponte, Chienni,ecc. si sono nascosti sotto l'ombrello di Amerighi fino ad oggi e ADESSO, salendo sul carro Renzi, vogliono rappresentare i nuovo, allora ti arrabbi!!!
RispondiEliminaLeonardo Rossi.
La differenza tra me e te, caro Nedo, è che io non guardo l'età anagrafica, ma quella mentale. Se guardi come i vari Di Ponte, Chienni,ecc. si sono nascosti sotto l'ombrello di Amerighi fino ad oggi e ADESSO, salendo sul carro Renzi, vogliono rappresentare i nuovo, allora ti arrabbi!!!
RispondiEliminaLeonardo Rossi.
Luca Trabucco
RispondiEliminaIntervengo se me lo consentite da persona estranea ai fatti, poichè non parteciperò sicuramente alle primarie e non sono inserito all'interno del centrosinistra, però una riflessione vorrei porla perchè comunque le scelte politiche che avvengano da una parte o dall'altra devono essere tenute in considerazione. Quindi dalla mia prospettiva che è legata a i valori di centrodestra, ritengo di comunque di poter dare un punto di vista obiettivo.
Per prima cosa la metodologia usata per le primarie io sinceramente l'ho trovata imbarazzante, come dice giustamente Silvio, "appesantire" il processo democratico di scelta del premier , che se vince è di tutti, lo trovo disdicevole e non mi si può raccontare che si deve essere obbligati ad impegnarsi a votare il PD chiunque vinca, perchè Renzi ha un programma diverso da quello di Bersani, oltretutto Bersani ha parlato di alleanze che sicuramente sono diverse da quelle di Renzi. Ma tralasciando questi particolari, a parere mio, il centrosinistra se vuole vincere deve pescare nell'elettorato di centrodestra o perlomeno sperare che questo se ne stia a casa perchè comunque in Italia che si volgia o no l'elettorato di centrodestra è quasi sempre stato maggioranza...il che mi suscita ancor più curiosità perchè mentre l'elettorato di centorsinistra è sempre stato sempre ben "inquadrato", l'elettorato di centrodestra ha sempre avuto più volubilità ed in questa situazione, parlando con la gente, trovo persone di centrodestra che a Renzi ci farebbero un pensierino più che volentieri, certamente non con Bersani e Vendola. Motivo ancora di maggior contenzioso, e Silvio lo ha sottolineato esplicitamente, l'area moderato-cristiana in caso di vittoria di Bersani alle primarie come farebbe a condividere un percorso con Vendola? molto probabilmente ci sarà una spaccatura....
questa spaccatura, a mio modesto parere consetirà alla area moderata - centrista di ricompattarsi dietro una legge elettorale proporzionale che permetta di ricandidare molto probabilmente un premier come Monti o di area montiana. A questo punto mi chiedo ma il Pd, visto le proiezioni e le modalità delle primarie, le vuole davvero vincere le elezioni? o fa più comodo invece fare un passo indietro e lasciare questi cinque anni che verrano di lacrime e sangue in mano a chi si prende la responsabilità di scelte anche impopolari? questo dubbio mi sorge spontaneo...venendo al centrodestra di cui mi ritengo di far parte, colgo la sollecitazione di Silvio a partecipare ed aprire una discussione, sempre che oggi esista non dico un partito ma "qualcosa" che incarni i valori del centrodestra, mi permetto solo di dire a Silvio che le mie idee le ho sempre difese ed anche pagate in parte, ma alla stato dei fatti noto che quelle cose che ho detto due anni fa purtroppo si sono avverate..una piccola soddisfazione, un pò di ego esiste sempre nelle persone, è comunque sentire la gente che oggi ti dà ragione...se il PDL dal 38% è sceso al 12% un motivo penso ci sia...ultima battuta sul discorso delle primarie come metodo, io non le ho mai contrastate ma ho sempre avuto dei dubbi che spaccasero più che ricompattare, però va riconosciuta la partecipazione e l'interesse che esprimono, mi fà un pò ridere oggi sentire il centrodestra che il PDL fa le primarie quando venivano considerate come un "male assoluto" da evitare senza condiserare che votavano per acclamazione...ed allo stesso tempo a differenza di oggi si negavano le preferenze perchè erano meglio i listini bloccati...
RispondiEliminaComunque caro Silvio, Nedo ,Ettore, vi lascio con uno spirito di amicizia, che comunque esiste al di là delle appartenenze, alle vostre "avventure" politiche e vi auguro di fare buona strada, io rimango a "lottare" in cui credo, ricostruire un vero centrodestra fatto di valori e sostanza che oggi purtroppo abbiamo "smarrito"..e di riportare le persone a dare fiducia alle idee e a chi le rappresenta. Come ho detto non parteciperò e non voterò nè Bersani nè Renzi, ma neanche parteciperò alle eventuali primarie del PDL perchè da due anni a questa parte non mi rappresenta...e ci sarebbe tanto anche nel centrodestra da rottamare...
Luca Trabucco
L'intervento di Leonardo Rossi mi stimola ad approfondire un punto.
RispondiEliminaMa fatemelo dire, però davvero, fermatevi! Dobbiamo avere chiaro che se non facciamo lo sforzo di uscire dalla personalizzazione, dalle amicizie o inimicizie di piazza, dalle amicizie scolastiche e giovanili, dagli amichetti di sport o di frazione non andremo da nessuna parte. Io penso che chi punta l'attenzione sulla buca da riparare o sul lampione da aggiungere, spacciando queste importanti ma scontate scelte amministrative per Politica lo fa per non far discutere dei rapporti con i soci privati nei cda delle controllate o delle scelte dirigenziali che formalmente non passano nè da giunta nè tantomeno dal consiglio. Per non far giudicare le scelte sui Presidenti nominati da pochi, sulle politiche per i soliti noti e non per il territorio, per la comunità.
E chi sia pure in buona fede la butta in rissa, in insulto personale, in caciara, sta solo facendo tutto perchè nulla cambi. E, Nedo, l'età non è una sorta di condono generale, di licenza che assolve dal giudizio di merito.
Diciamolo: la forbice tra il dire e il fare è inaccettabile, è troppo larga. Adesso, basta.
Terranuova e i terranuovesi meritano di più.
Facciamo allora lo sforzo di giudicare gli atti non le persone con la convinzione che serve per evitare trappole e gattopardismi.
Io penso che ci siano atti e scelte vecchi e sbagliati e di conseguenza chi li ha fatti e gestiti è inadeguato al futuro. È il giudizio che diamo sugli atti a portare a quello sulle persone.
Partiamo dai fatti, dalle scelte, dalle proposte. A me non importa nulla ma proprio nulla di discutere oggi su tizio o caio, o di costruire un percorso per sempronio. Voglio cominciare a discutere di cosa significa rinnovamento e delle priorità, quelle vere, del territorio.
Se così faremo si libereranno risorse umane notevolissime e ci saranno anche i cittadini.
E allora ne vedremo delle belle.
Ettore,
RispondiEliminaio sono d'accordo con te circa l'età, ma non mi mettere in bocca (pardon in penna) cose che non ho detto. Questoun modo di fare che non mi piace e che non ti onora. Io tentavo solo una replica all'aggettivo usato da Leonardo Rossi punto e basta.Se poi a Leonardo Rossi, per esempio, che non mi sembra di conoscere ma con cui interloquisco volentieri,piace rammentare i nomi e le persone é liberissimo di farlo se a te non piace e non te ne importa ce ne faremo una ragione, io penso che contino i cittadini mentre io come te, caro Ettore contiamo solo rispettivamente per uno ciascuno. Con buona pace di entrambi
Nedo, sei un po' irascibile. Ti ho citato solo circa la questione dell'età. E mi fa molto piacere che tu sia daccordo con me.
RispondiEliminaIo a differenza di Luca sarei stato interessato a partecipare alle primarie del Centrosinistra (e non del PD), perchè ritrovo in Matteo Renzi alcuni punti importanti da sostenere, in questo vuoto di politica.
RispondiEliminaVedo inoltre un'altra cosa importante: Renzi ha riconfermato che se vince le primarie si presenterà alle elezioni come premier chiedendo il voto degli italiani sul suo programma, quindi senza andare incontro a forti compromessi. Bersani persegue invece lo schema, già fallito, dell'Ulivo. Siccome il Paese ha bisogno di governabilità credo che Matteo Renzi la possa garantire.
Il fatto poi che Casini, D'Alema, e tutti gli altri "vecchi" si siano schierati contro Renzi, dicendo addirituttura, nel paese con i dirigenti più vecchi del mondo!, che non ha l'età troppo giusta per governare.
Credo che sia infine l'ora del "coraggio politico" per prendere importanti scelte, pena la caduta infinita della fiducia dei cittadini e Matteo Renzi per come lo vedo e conosco può "provare" a farcela.
Il resto, compreso il cdx è il nulla! Grillo rappresenta una valida alternativa per dare una forte sterzata, ma al momento mi pare troppo ancorato ad uno schema da cui sono appena fuggito: quello del PDL con un unico padre padrone.
Lo scenario economico e sociale che ci attende non sarà per niente bello e perseguire, ora otborto collo, nella politica di solo rigore del Gov. Monti ci porterà inesorabilmente nella disfatta, che più economica sarà sociale e culturale (mancanza di lavoro per i giovani=mancanza di creazione di nuove famiglie e di figli=progressivo invecchiamento della cittadinanza).
Io credo che di fronte all'emergenza politica di questi tempi non esista cdx o cds, ma esista una "proposta" a cui aderire. E in questo momento credo che non sia un caso che i due principali attori delle primarie sono un toscano ed un emiliano, regioni dove tramite la tradizione politica di csx il sistema sociale partitico ha retto. Per vari motivi ma ha retto. Mentre il cdx, la Lega, si sono di fatto annientati. Le primarie del PDL sono un "ridicolo" tentativo di imitare il csx, ma in questo caso ha ragione il Berlusca a dire che sarebbe stato meglio procedere con il call center: si fa prima e si spende meno!
Mi è stato detto che in funzione della mia carica di consigliere comunale, all'opposizione, non posso partecipare alle primarie, quelle vere!
Pertanto in bocca al lupo e se vince i' Renzi è meglio!
Leonardo Lucacci
Ciao Ettore, desideravo chiederti scusa se la mia replica è stata troopo "sentita", non era mia intenzione. Un saluto sincero.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'analisi di Leonardo Lucacci, mi trova alquanto d'accordo e mi spiace che le "regole" ferree non consentano a Leonardo di esprimere un voto in più per Matteo Renzi.
Ciò mi conforta che in un confronto civile anche delle persone che la pensano diversamente e delle volte hannno avuto anche "aspri" contradditori, possano invece, su contenuti concreti della nostra società, trovare delle condivisioni.
Un saluto cordiale
Nedo
Caro Luca,
RispondiEliminail mio scetticismo sulla possibilità di vedere presto una doppia intervista a esponenti del centrodestra era legato alla situazione nei piani alti, non alla realtà locale. Anche ora che le primarie sono decise, vai a sapere quante volte l’ uomo di Arcore spariglierà i giochi, con un passo avanti, un bunga bunga, un passo indietro e via dicendo.
Alla tua domanda se il Pd voglia vincere o meno le elezioni non so rispondere. I precedenti mi fanno propendere per il no. Sono venti anni che il Pci-Pds-Ds-Pd non ne azzecca una: dalla gioiosa macchina da guerra di Occhetto, che ha aperto il vaso di Pandora, alle trame di D’Alema, che mentre Prodi cadeva si accoppiava contro natura (politica) con Mastella sotto gli auspici di Cossiga, alla decisione di Veltroni di correre da soli, che ha affossato di nuovo Prodi (pacatamente, serenamente) e ha riconsegnato la nave Italia a un signore che sulle navi al massimo aveva fatto il pianista e il cantante.
Tanto ha perseverato negli errori il Pd da non lasciarsi più neanche una uscita di sicurezza: scegliere fra Bersani e Renzi è come scegliere fra la corda e la ghigliottina. Dovesse vincere Bersani, rimarrebbe in auge il vecchio apparato, che ha fatto in tempo a essere comunista e sarebbe sicuro perdente alle prossime elezioni contro un centrodestra tecnico-montezemoliano. Dovesse prevalere Renzi, il Pd avrebbe in tasca anche la vittoria alle politiche, ma al prezzo più caro: essere diventato altro da se stesso. Peggio, il contrario di se stesso.
Un saluto.
Silvio
Caro Ettore,
RispondiEliminatu dici che nell’ amministrazione di Terranuova ci sono “atti e scelte vecchi e sbagliati e di conseguenza chi li ha fatti e gestiti è inadeguato al futuro”. Concordo e aggiungo qualche riflessione (in sintesi, altrimenti mi ritrovo mandato, a ragione, a quel paese).
1) Non sono sicuro che i terranuovesi abbiano piena consapevolezza di quanti errori siano stati commessi e quante risorse sprecate.
2) Dovrebbe essere compito delle opposizioni sollevare la cortina di fumo dietro cui la maggioranza nasconde molto del proprio operato.
3) Secondo me questo avviene in modo insufficiente. Ed è un problema non da poco, considerato che, con l’ ordinamento attuale, è proprio una opposizione attenta e diligente a costituire il più efficace controllo di legittimità degli atti.
4) Ma guardiamo pure oltre e assumiamo che si riesca a redigere un programma in grado di assicurare buona amministrazione, trasparenza e attenzione alle istanze dei cittadini. Di più, ammettiamo che alle prossime amministrative vengano elette persone di valore in ogni lista. Potremmo allora delegare serenamente ai nuovi consiglieri comunali?
5) No, perché questi dovranno fare i conti con due fattori di condizionamento: i rapporti politici di area vasta, che determinano carriere e successi, e le relazioni con quei soggetti non politici che però sono in grado di procurare trasversalmente grandi quantità di voti e influenzare così sia maggioranza che opposizione.
6) In questi casi sarà fondamentale la partecipazione della comunità, quella che Salvatore Settis, in un libro appena pubblicato, ha definito ‘azione popolare’. Cittadini che chiedono, controllano, obiettano. Organizzati in associazioni e comitati, ma anche da soli. Nei luoghi fisici come in quelli virtuali.
7) Palazzo e agorà sono dunque complementari. Ma se l’ uno vorrà salvarsi dal morbo che ne sta pregiudicando la credibilità, dovrà aprirsi sempre più all’ altra. Talvolta penso, caro Ettore, che la conclusione della tua esperienza di assessore sia stato il momento politicamente più fecondo degli ultimi anni, perché ci ha guadagnato quello che, come cittadino, stai scrivendo sul blog (e che da amministratore non ti avevo sentito dire).
Una buona domenica a te e a tutti i lettori.
Silvio
In realtà chi va a votare firma un documento che lo impegna a dichiararsi elettore di centro-sinistra alle prossime elezioni. Se Lucacci è in grado, onorevolmente, di fare questa dichiarazione e prendere pubblicamente questo impegno, beh, un voto in più a noi, un voto in meno a loro.
RispondiEliminaLeonardo, te la senti?
In questo momento c'è bisogno di serietà, rigore, affidabilità. Siamo quasi falliti come stato, non ce lo scordiamo. Veniamo da un ventennio di Berlusconismo, non ce lo scordiamo. Credo che Bersani interpreti meglio di chiunque altro queste necessità. Capisco la voglia di "tirarsi su" alla svelta dalla siatuazione in cui finiti. Ma il cambiamento di cui abbiamo bisogno è quello di avere un leader politico che prometta "solo" quello che può mantenere. Un politico che dia nuovamente una credibilità internazionale all'Italia, dopo che le puttanelle e le barzellette di Berlusconi l'hanno completamente distrutta.
RispondiEliminaMarco Balestri.
In questo momento c'è bisogno di serietà, rigore, affidabilità. Siamo quasi falliti come stato, non ce lo scordiamo. Veniamo da un ventennio di Berlusconismo, non ce lo scordiamo. Credo che Bersani interpreti meglio di chiunque altro queste necessità. Capisco la voglia di "tirarsi su" alla svelta dalla siatuazione in cui finiti. Ma il cambiamento di cui abbiamo bisogno è quello di avere un leader politico che prometta "solo" quello che può mantenere. Un politico che dia nuovamente una credibilità internazionale all'Italia, dopo che le puttanelle e le barzellette di Berlusconi l'hanno completamente distrutta.
RispondiEliminaMarco Balestri.