martedì 20 novembre 2012

Primarie, politica e Costituzione.


Tutto ebbe inizio il 12 aprile 2001, quando era ancora in vigore il “Mattarellum” e sul Corriere della Sera apparve un editoriale firmato da Giovanni Sartori: L’ultimo sopruso (anche in G. Sartori, Mala tempora, Laterza, Bari 2004, p. 200). L’esuberante politologo fiorentino accusò le forze politiche in campo, «Casa delle libertà, Ulivo, Margherita e compagni», di indicare sulla scheda elettorale il nome del premier designato: Silvio Berlusconi da una parte, Francesco Rutelli dall’altra. Con questo «ultimo sopruso» – scrisse Sartori – i partiti affidavano ad una prassi elettorale l’approdo verso una forma di governo diversa, spogliando, perciò, il Parlamento del diritto di scegliere e investire il Presidente del consiglio (Art. 94), e sottraendo al Capo dello Stato una delle sue principali prerogative, quella di nominare il Capo del governo (Art. 92).
A distanza di oltre dieci anni, la convocazione di elezioni primarie per individuare il candidato premier non fa altro che dare una farraginosa base democratica a questo sopruso. Ma non è correggere, bensì perseverare. La partecipazione democratica è il sale della democrazia, pertanto iniziative di questo genere hanno il grande merito di avvicinare cittadini, il più delle volte delusi e stanchi, alla politica e portarli ad interessarsi, in generale, alla cosa pubblica; però, aggiungendo indistintamente presunti ingranaggi democratici a dei meccanismi poco lubrificati, si corre il rischio di inceppare tutto. Fuor di metafora, in Italia, in occasione delle elezioni politiche, il votante non sceglie chi lo governerà, ma chi lo rappresenterà; elezioni primarie, quindi, si dovrebbero svolgere per individuare i possibili candidati a rappresentare, ovvero deputati e senatori. Questo Paese ha un grosso problema: una classe dirigente impreparata, faziosa e irrispettosa delle istituzioni; continuare su questa strada significa percorrere a vele spiegate i mari profondi dell’antipolitica. «Antipolitica» perché si aggirano le regole con una semplicità impressionante; «profondi», perché si vanno a colpire le leve più importanti dell’organizzazione di uno Stato: la Carta fondamentale e l’equilibrio tra i poteri. Si potrà obiettare: ma esiste una costituzione formale e una materiale. È vero. Ma non può avvenire certo per consuetudine una simile trasformazione. Così si riscrivono le regole del gioco e senza utilizzare le procedure previste si rischia, in astratto di fare diseducazione civica, e in concreto di fare scegliere agli italiani i vari “nani, scilipoti  o ballerine”, e ad altri i professori di turno.
Le primarie sono uno strumento nobilissimo: addirittura possono arricchire di «metodo democratico» la vita interna dei partiti politici (Cfr. Art. 49), ma, stando così le cose, non hanno senso per indicare il candidato premier di governo. C’è il rischio – e con l’attuale sistema elettorale che proietta i suoi effetti correttivi verso il pareggio addirittura la probabilità – di allontanare ancor più i cittadini dalle istituzioni per aver preteso di avvicinarli alle persone.
La competizione a cui stiamo assistendo mi fa pensare a una squadra di calcio che, al termine di un allenamento, si riunisce per decidere a chi affidare la fascia di capitano. Così, tra scarpini e magliette colorate, gli atleti si trovano davanti il centravanti giovane e brillante che sa catturare anche le simpatie della tifoseria avversaria, il centrocampista fine e lezioso che incanta con i suoi dribbling, oppure il vecchio stopper, ormai la bandiera della squadra. Poi, alla fine, quando ormai il vincitore si sente investito del ruolo, arriva il mister e dà la fascia al suo preferito, il giocatore più tecnico, generando rammarico e scontento nello spogliatoio.
Io mi preoccuperei più della squadra che del leader. Il prossimo sarà un campionato difficile.
Tommaso Cioncolini

10 commenti:

  1. Qualche giorno fa, lontano dal Valdarno, un ex amministratore del Pd mi diceva, con il lessico politicamente smaliziato di chi ha passato notti a dibattere nelle Case del Popolo, che le primarie sono una capillare campagna di ‘posizionamento’. Credo che questa considerazione e il suo disincanto chiosino al meglio le analisi del post (a proposito del quale un doppio complimento mi è d’ obbligo: a Tommaso per lo scritto e la metafora finale, a Francesco – non ho dubbi che sia stato lui – per l’ immagine di Pasqual capitano).
    Silvio Cazzante

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  2. Un grazie a Tommaso Cioncolini che ci indulge a un tema interessante, un grazie alla VdM che propone riflessioni importanti per una piccola\grande comunità e, ne approfitto, per un saluto affettuoso a Silvio Cazzante che leggo sempre volentieri.
    Ma allora Tommaso che si dovrebbe fare? I partiti sono in crisi, non c’è più rappresentanza delle persone e delle istanze, bene la partecipazione, ma le primarie non vanno bene. Allora che cosa va bene? Va bene la volontà leaderistica? Il movimentismo? La democrazia networkista?
    Mi spiacerebbe che anche tu Tommaso ti schierasti fra coloro che hanno la vera soluzione in mano, che riescono con facilità ad affermare che gli altri sbagliano (anche se sono una moltitudine) e che invece ha l’espediente o l’esempio migliore.
    Nella chiosa finale, Tommaso Cioncolini recita una preoccupazione legittima e rispettabile nell’immensa libertà del pensiero umano.
    La cosa che però inquieta, a mio avviso, è il giudizio generale sulle primarie come strumento di scelta.
    Più in particolare è il giudizio in senso lato. Molti in questi giorni esternano, per questa competizione politica, giudizi. Tutti ne hanno facoltà e libertà.
    Tutti hanno una formula e un parere migliore di altri, molti si sentono migliori di altri e in grado di mostrare quale sia la direzione di verità.
    A me aiuta invece, e lo dico con enorme umiltà, a percepire l’insopportabile presunzione dei migliori, il lato debole della loro forza, quel narcisismo della perfezione morale che disprezza chi è rimasto attardato e si è fermato qualche gradino più giù….
    Io mi sento e sto tranquillamente tra quelli che sono qualche gradino più giù.
    Quelli che apprezzano lo sforzo democratico del confronto, che sono stati a sentire i contendenti, che sente le primarie come “metodo di libertà e della libertà”, che riavvicina alla politica. Sono tra quelle migliaia (perché sono migliaia…) a cui piace questo strumento di confronto ed a cui piace dire (se succederà): “io ho contribuito a far eleggere la persona che è a capo del governo della mia Italia”.
    Le primarie possono avere delle imperfezioni? Potrebbero essere un errore? Platone diceva “La possibilità dell’errore è intrinseca alla ricerca della verità e non si può negare senza che venga negata la verità stessa”.
    In attesa che si creino, e tutti si divenga degni di, strumenti partecipativi elettivi migliori io dico: viva le primarie (…magari con regolamenti ancora più liberi e aperti…)
    Ciao
    Nedo

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  3. Tommaso tratta in poche righe quello che credo sia il centro della questione: l'esistenza di una costituzione formale e di una costituzione materiale.
    Due brevi riflessioni. Pensiamo cosa sarebbe stata oggi l'Italia se Giorgio Napolitano non avesse usato in maniera estensiva la sua moral suasion. Probabilmente si sarebbe andati a votare, con un PDL più forte, una parte progressista meno organizzata e meno chiarita sulle prospettive, un ruolo marginale anzi marginalissimo in Europa, un dibattito sulla semplificazione e i costi della politica fermo alle chiacchere.
    Oggi siamo ad una situazione veramente diversa.
    Io ho sempre ammirato i paesi anglosassoni per la common law e perchè da loro non c'è diritto pubblico ma solo diritto privato. Credo che questo sia uno dei nostri grandi fardelli, difficilissimo da svuotare. Siamo il paese dei codicilli, non delle norme comportamentali chiare. Dove tra Tar e Consiglio di Stato è sempre una casino. Dove tra Accusa, Gip e Gup non è stato risolto il nodo vero, quello della separazione delle carriere. Insomma siamo un paese di azzecca carbugli. Perchè così si trova sempre una scorciatoia, un modo per arrivare al nostro egoistico risultato.
    Cosa centra con le primarie? Mi sembra siano state una grande occasione per provare a definire una politica di progresso, di trasparenza, di responsabilità. Al di là di chi vincerà, e mi auguro che vinca chi di più si è caratterizzato per proposte di cambiamento, lo stesso Bersani dovrà tener conto delle tendenze forti che le primarie hanno fatto emergere.
    Il mondo non è più come prima. E allora sono state sante e benedette.

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  4. Non mi sembra ci sia da "inquietarsi" a leggere la posizione di Tommaso che non mi pare proprio che con il suo articolo punti il dito verso le primarie in sé (scrive infatti che "Le primarie sono uno strumento nobilissimo: addirittura possono arricchire di «metodo democratico» la vita interna dei partiti politici").
    Tra l'altro lo stesso statuto del PD non prevedeva primarie per individuare il candidato premier ed il paragone con le primarie USA non regge mai fino in fondo, in quanto di là dall'oceano vigono tutt'altre regole del gioco.
    Tommaso, mi sembra di capire, preferirebbe primarie per decidere i candidati parlamentari, quelli che noi cittadini-elettori siamo effettivamente chiamati ad eleggere, questo secondo la Costituzione e non secondo Tommaso!
    Detto questo dico la mia posizione. Forse un po’ contorta quindi mi tocca essere un po’ lungo… scusatemi. Credo che da parte di un grande partito o di una coalizione un’apertura nei confronti dei propri elettori per la scelta delle linee programmatiche, che si traduce inevitabilmente nella scelta della persona da candidare a premier, sia più che positiva. Poi anche io, come Tommaso, vorrei fosse data la possibilità di scegliere,oltre al premier, anche i parlamentari (Tramite la legge elettorale, ovvio. E magari anche tramite le primarie.) Intanto comunque, scegliere il premier è già qualcosa.

    Per quanto riguarda domenica prossima comunque mi sarebbe piaciuto votare, ma non voterò.
    E lo dico – vi giuro – senza alcuna vena polemica. Semplicemente prendo atto che non sono tra gli invitati ad esprimersi ed aspetterò le elezioni “vere” seppur consapevole che con ogni probabilità è domenica che si deciderà il prossimo presidente del consiglio.
    Ve lo dico chiaramente, io sono ancora indeciso su chi voterò alle prossime elezioni. Dirò di più, credo che essere indecisi in questo moneto sia più che normale:
    Non sappiamo con quale legge elettorale si voterà,
    Non sappiamo quali coalizioni e quali partiti si presenteranno,
    Non conosciamo il nome di neanche uno dei parlamentari candidati,
    Non conosciamo con chiarezza nessuno dei programmi ufficiali che verranno presentati.
    Praticamente non sappiamo nulla!
    Oggi posso al massimo sapere chi NON voterò assolutamente.
    Ed è per questo che mi troverei sinceramente in difficoltà ad iscrivermi all’albo degli elettori del centrosinistra, così come vuole la procedura di queste primarie.
    Tra l’altro a me le schedature non mi piacciono (non ho nemmeno la tessera del tifoso, figuriamoci. E sulla fede calcistica non ho dubbi, quella non la cambio di certo!)
    Questa domanda la giro, provocatoriamente, a chi invece ha già deciso che andrà a votare:
    Ma voi siete pronti ad andare poi a votare CENTROSINISTRA comunque vada a finire?
    Siete pronti a votare sia Renzi che Bersani? Pronti anche ad un eventuale (seppur improbabile) Governo Tabacci o Governo Vendola? Chi domenica voterà Vendola davvero andrebbe poi a sostenere Tabacci Premier? La vostra decisione di votare è indipendente dal conoscere le future alleanze? Votereste PD sia che vada da solo sia che si allarghi all’UDC ?
    Renzi, non a caso, preferiva primarie più aperte. E’ stato invece deciso che siano consultazioni interne.
    Non so dire se sia meglio o peggio. E’ così e basta, anche se qualcuno gioca un po’ sull’equivoco, prende la cosa “all’italiana, chiude un occhio e finge che non sia così.
    Ripeto, io non mi sento invitato alle consultazioni di domenica perché mi sento un elettore critico che decide chi votare solo quando ci sono gli elementi per farlo.
    Boh, non so, può essere che mi sbagli… prenderò il lato positivo: risparmio due euro.

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  5. Francesco, allora, solo al fine di alimentare una sana discussione formulo una piccola replica visto che hai fatto riferimento al mio intervento:
    primo) mi sono riferito a Tommaso con molto rispetto delle sue posizioni e ringraziandolo dei quanto proposto;
    secondo) il verbo inquietare è da considerare nell’accezione più semplice, blanda e familiare di “preoccupare” e non di angosciarsi o innervosirsi;
    terzo) le frasi contano e Tommaso ha scritto che le primarie perseverano il “sopruso” dell’indicazione da parte popolare di chi dovrebbe governare, per poi continuare: “…le primarie non hanno senso per indicare il premier candidato premier di governo…”;
    Quarto) non trovo nessun riferimento alle elezioni USA, il riferimento perfetto che fa Ettore Ciancico e sulla Common Low che è il complesso delle norme dell’ordinamento giuridico anglossassone in contrapposizione alle State Low e non il riferimento alle primarie americane;
    Quinto) ti prego e vi prego, la VdM ha il grande merito di sviluppare e sollecitare belle discussioni. Non intervenite a “protezione” degli addetti ai lavori quando ci sono visioni differenti o critiche di chi vuole dire intervenire. Non avete bisogni di creare un “cerchio magico” di chi ha la verità e guai a chi non si allinea. La discussione rispettosa è il succo della democrazia;
    Sesto) mi spiace che tu non venga a votare. Mi spiace che non ti rifletta in un quadro di valori che fanno riferimento alla libertà, al lavoro, all’abbattimento delle differenze, alla fine dei privilegi della politica.
    Chi viene a votare sottoscrive valori e non una schedatura. Le regole messe non vanno bene, io voterò Renzi anche per tentare di iniziare ad abbattare le logiche che hanno portato a queste regole assurde, tentando nel contempo di stare all’interno di questo quadro di valori, che devono essere rispettati (quelli si) qualunque sia il candidato che vincerà. Se vincerà Bersani, come Vendola, Tabacci o Puppato quella spinta deve e dovrà continuare, dall’interno con determinazione e sempre con rispetto delle persone. Anche io, come vedi sono un elettore critico e non ho avuto inviti nominali o speciali, io vado a votare e spero che tu possa comunque cambiare opinione.
    Un abbraccio
    Nedo

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  6. "Cerchio magico”, "verità in tasca" "guai a chi non si allinea".
    Con tutta sincerità non volevo fare un intervento così terribile Nedo. Ho capito, devo smettere di scrivere dopo mezzanotte altrimenti scrivo "fischi" e si capisce "fiaschi". Non sono un buon comunicatore dopo una certa ora.
    Tra l'altro io e Tommaso non la pensiamo neanche allo stesso modo... Quindi figuriamoci un po' come ho pisciato di fòri!
    chiudo quì con le scuse e le precisazioni perché non può essere altro che un errore di comunicazione e di cattiva scrittura da parte mia, sembra davvero la descrizione di un giornalino del ventennio. Beh, sono d'accordo con te Nedo. La VdM non può essere così antidemocratica da pretendere tutti allineati. Scuate ancora.

    Comunque sia devo ribattere perché ripeto, del mio intervento mi sa che non ci si capiva davvero nulla:
    Perché Nedo pensi che io ( o chiunque altro non venga a votare domani) non mi rifletta sui valori quali la libertà, il lavoro, l'abbattimento delle differenze e la fine dei privilegi della politica? Solo perché domani non voto?
    Dietro a quei valori (declinati in maniera così generica) ci si riconoscono il 99% degli italiani. Come fai a pensare che siano un'esclusiva di chi vota domani???
    So che tu non pensi questo, sei una persona intelligente e di buon senso, quindi ti prego di non scrivere "Mi spiace che non ti rifletta in un quadro di valori che fanno riferimento alla libertà, al lavoro all’abbattimento delle differenze, alla fine dei privilegi della politica." Perché non è vero!
    Tra l'altro ho qualche dubbio che possa proprio essere un partito politico a rappresentare il valore della "fine dei privilegi della politica". A me sembra che tutti i partiti non abbiano alcun tipo di credibilità sul tema...
    Perché tra i protagonisti del MAGNA MAGNA degli ultimi anni purtroppo c'è anche il PD, in compagnia di tutti gli altri partiti. Gli scandalosi e sproporzionati rimborsi elettorali se li sono presi tutti i partiti, senza eccezione.
    E non mi sembra che nessuno del PD abbia mai rinunciato ad uno dei suoi privilegi. Non a caso è uno dei cavalli di battaglia della corrente Renzi, a dimostrazione del fatto che fino ad oggi il PD non si è distinto in tal senso.
    Tabacci, tanto per dirne uno, prende la doppia indennità (da parlamentare e da assessore al comune di Milano) e quando l'altra sera Renzi a Ballarò gli ha chiesto: "Perché non rinunci alla doppia indennità?" Tabacci ha risposto: "Se mi rendono indietro tutti i soldi che ho pagato..."
    Questo è uno dei candidati alle primarie del PD. Lui dovrebbe essere uno che rappresenta il "valore" della fine dei privilegi della politica????
    La vedo in maniera un po' diversa da Tabacci sul tema.
    Insomma, quella della sottoscrizione a dei valori mi sembra davvero una grande bischerata!
    Un abbraccio a Nedo e saluto a tutti.

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  8. Francesco hai ragione. Io non sono aulico e quindi lo dirò, scusatemi, crudemente. Come diceva Montanelli bisogna votare (partecipare) anche con il naso tappato avendo nel mirino l'obiettivo principale. Chi è che può avviare più facilmente un processo di cambiamento altrimenti il nostro Paese andrà al diavolo? Voto lui, i particolari li vedremo dopo, le virgole le cambieremo, ma diamo una spinta al volano. Sporchiamoci le mani, anche se non sempre e non tutto piace, perchè se non lo facciamo noi il vuoto che lasciamo sarà comunque riempito da chi c'è già.
    In questi minuti leggo che Berlusconi sta per ufficializzare che rientrerà. Non lasciamogli armi in mano. Se vogliamo fermarlo, dobbiamo fare al Paese, al corpaccione del Paese, una proposta credibile. Ho criticato la Mariani perchè diceva che in un ballottaggio Renzi/Vendola avrebbe votato Vendola. È vero, la piattaforma è molto larga, c'è dentro di tutto, l'accettabile, il modificabile, l'inaccettabile. Ma principalmente la proposta politica non è la stessa se il leader sarà Renzi o Vendola. Io se fosse Vendola non vorrei partecipare al disastro, sceglierei di scendere prima dalla barca.
    Ma vale la pena di combattere. Per farlo Francesco domani bisogna esserci.

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  9. Caro Francesco, macché scuse, ci mancherebbe, se tu hai difficoltà a scrivere dopo mezzanotte figurati io alla mia età. Anche durante tutto il giorno e la mattina appena sveglio io faccio errori di sintassi, ripetizioni e discorsi arzigogolati. Però una cosa, e finisco qui, consentimi di dirti ulteriormente.
    Non mettere addosso agli altri cose che non dicono. Guarda che non ho scritto mai (rileggi bene), mai, ripeto, che tu non hai certi valori (e ci mancherebbe..) e chi va ha votare si. Lo hai detto tu questo. Attento Francesc0. Questo modo di fare sa di “antica” politica. L’intenzione era, e mi spiace di non essere stato chiaro (…vedi gli scherzi della comunicazione…) di dirti “mi spiace che non venga a votare perché questi sono i valori di base che muovono le primarie…perché era di quello che si parlava.
    Ora vedo e capisco una cosa in più, evidentemente non hai ascoltato (…ma non era obbligatorio, ne richiesto ovviamente…) ciò che Renzi ha detto, e non hai letto (….anche questo non era dovuto…) il programma. Io mi sono letto e ho ascoltato anche Bersani, e poi la Puppato (…figurati che sono andato a sentirla a Riva del Garda…) Tabacci e Vendola (..che ho ascoltato volentieri ad Arezzo e letto in seguito..).
    Sono pienamente d’accordo con ciò che ha scritto Ettore, qui in ultimo. Francesco è proprio perché il PD e i suoi “antichi” personaggi hanno sbagliato, accettando e perpetrando la legge sui rimborsi elettorali, perché non hanno mai fatto la legge sul conflitto di interessi, perché hanno permesso il cumulo dei vitalizi con le pensioni, perchè mille altre cose….per questo oggi ritengo sia importante tentare di cambiare.
    Questo non è un invito ( non ne è ho facoltà) però ci assomiglia…vedi un po’ tu…se poi ti va di spendere due Euro…molto volentieri quando ti vedo ti offro un buon caffè, così recuperi la metà….un abbraccio affettuoso
    Nedo

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  10. Caro Tommaso
    grazie per il tuo scritto e la tua analisi che finalmente fanno chiarezza. Una lucidità razionale e piena di passione. Non ho letto i commenti che seguono al tuo scritto ma ho letto te, i commenti li leggerò con più tempo e se è il caso interverrò su quello. Pochi, purtroppo conoscono come stanno esattamente le cose e quello che dici puntualmente, pochi si ricordano che l'Italia è una repubblica parlamentare e non presidenziale e si votano per costituzione i Parlamentari, l'organo legislativo e non i governanti l'organo esecutivo. Pochi sanno, anche quelli che si lamentano che l'attuale governo non è stato votato dal popolo, che dal 45 ad oggi nessun governo è mai stato eletto dal popolo e mai avrebbe potuto esserlo. Pochi sanno che votando per le primarie Renzi o Bersani non scelgono un candidato premier, ma una persona che i rispettivi partiti indicano come Capolista Parlamentare, sottoposto poi alla maggioranza degli eletti e alla verifica di questa maggioranza del capo dello stato, e alla indicazione del Presidente stesso della formazione del governo sottoposto poi alla fiducia del parlamento e per via indiretta dei cittadini. Pochi sanno che se nessuno dei candidati avesse la maggioranza parlamentare il presidente della repubblica potrebbe indicare, faccio due nomi a caso, Saviano o Schettino alla guida del governo, oppure indire nuove elezioni se nemmeno Saviano e Schettino godessero della fiducia e della maggioranza del parlamento.È per la stessa ragione che Monti, senatore a vita, non può essere candidato in elezioni in cui lui è già in parlamento come senatore a vita. Bellissima la tua metefora sul calcio, a presto
    Mario Rigli

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