martedì 23 ottobre 2012

SOPPRESSIONE E RAZIONALIZZAZIONE DELLE PROVINCE. IN TOSCANA

“Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio” dicevano gli accaniti livornesi agli acerrimi nemici pisani “che i' Dio t'accontenti” rispondevano quest'ultimi. Quale migliore battutta per sintetizzare le storiche rivalità presenti nella nostra Toscana e il carattere dei suoi abitanti.


Da quello che è emerso ieri dal Consiglio Regionale della Toscana, che ha votato le proposte del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) regionale, sembra proprio che quello che era da ritenersi fantascienza possa diventare realtà. Dove non era riuscito nessuno alla fine ci riuscirà il governo Monti col decreto Spending Review (95/2012). Un decreto estivo, solo per il periodo in cui è uscito, che tra le tante misure che mette in cantiere, all'art. 17 contiene quelle relative alla soppressione e razionalizzazione delle province e loro funzioni.

Proprio ieri infatti, dopo un rinvio di qualche settimana, il Consiglio Regionale (non) si è espresso su due proproste di riordino del sistema provinciale toscano che prevedevano la riduzione a 4, nella prima ipotesi, o a 5, nella seconda, delle province toscane. Ha fatto propria la doppia proposta del Comitato. In entrambi i casi la provincia di Arezzo ne uscirebbe autonoma, qualcuno s'azzarda a dire “salva”, ma salva da cosa e poi salva per cosa? Ricordando che comunque l'ultima parola spetterà al Consiglio dei Ministri al quale quindi arriveranno le due proposte, siamo sicuri che la non decisione sia rafforzativa delle ragioni della provincia aretina e della nostra regione? È stato opportuno non presentare una scelta univoca da parte della Toscana al Consiglio dei Ministri dicendogli di fatto “noi la pensiamo così ma anche così, fate voi”? Secondo me no. Dopo settimane di dibattito, anche acceso, non solo nella nostra provincia ma anche in molte altre della Toscana sarebbe stato più proficuo uscire con una posizione forte e unitaria. Inoltre proprio mentre il Consiglio Regionale discuteva sull'argomento, a pagina 3 del Corriere della Sera del 23 ottobre, usciva un'anìticipazione giornalistica del decreto del CdM che confermava la scelta delle 4 province per la Toscana.

Non sono tra coloro ai quali appassiona la discussione dell'autonomia o dell'accorpamento, faccio mia la battuta di un'amico che a proposito dell'accorpamento tra Arezzo, Siena e Grosseto commentava “per lo meno diventiamo d'un botto provincia di mare”. Tuttavia penso che se una legge fissa dei paletti questi debbano essere rispettati, come dovrebbe essere rispettato, anche a rigor di logica, il fatto che in sede di accorpamento l'ex capoluogo di provincia che ha più abitanti dovrebbe assumere il ruolo di capoluogo di provincia del nuovo soggetto. Se ne è fatta una battaglia tra campanili, si è tirata per la giacca la storia dei territori, ma alla fine non siamo stati in grado di esprimerci, lo farà il governo per noi.

Un tema che invece mi sta particolarmente a cuore sarà quello dei servizi che i cittadini riceveranno dalle nuove province italiane. Il decreto 95/2012 al comma 10 dell'art. 17 parla (facendo sintesi) di tre competenze tra quelle di cui i nuovi soggetti si dovranno occupare: ambiente, mobilità (strade) e scuola (edilizia scolastica).

Attualmente le province stanno gestendo anche la formazione professionale e le politiche del lavoro, i servizi sociali, le attività culturali, il turismo e la promozione del territorio, la pianificazione territoriale, lo sviluppo economico. Tra non molto ci troveremo di fronte ad un frazionamento e ad una ridistribuzione sul territorio di queste funzioni ed è forte il timore che in questa ridistribuzione si perderà molto in qualità e quantità dei servizi erogati (dalle province) e ricevuti (dai cittadini).

Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008 i maggiori schieramenti in campo, PD e PDL su tutti, proclamavano quale misura da adottare per il contenimento della spesa pubblica l'abolizione completa delle province, ma una volta eletti i nostri hanno fatto marcia indietro o meglio non ne hanno fatte in avanti. La colpa del dietro front è stata data alla Lega Nord che vista a posteriori ha preso una posizione che non era per niente sconveniente a tutti i partiti in campo. Forse quindi sconteremo una soluzione pasticciata e rattoppata ancora per la mancanza di coraggio di coloro che hanno assunto ruoli di governo negli ultimi 20 anni.



Paolo Bizzarri

1 commento:

  1. Ma abolirle tutte sarebbe troppo difficile? I partiti hanno fatto quadrato perchè hanno visto che gli toccava mandare a casa troppa gente, in toscana della sinistra, ma in altre regioni della destra...e come si trovano quando c'è da afre inciuci alla meno.....

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