martedì 22 novembre 2011

RIMONTIAMO...NON C'E' PIU' TEMPO

Qualcuno ha paragonato gli eventi politici di questi giorni alla caduta del Muro di berlino. Credo che sia così, una discontinuità che cambia e cambierà regole del gioco e giocatori.  La scelta della crisi, la sua gestione e il suo esito, vanno ascritti ad una lucidità e volontà del Presidente Napolitano, che, in sintonia con il paese, ha valutato che le forze politiche non erano e sarebbero state in grado di affrontare le esigenze che la crisi, interna e internazionale, pone. Grazie Presidente!
Il paese ha una composizione complessa, è fatto di tante cose, ma è indubbio che se si vuole guardare alle attuali e future classi dirigenti la rete è un buon punto di vista. Non credo che la rete sia “il” luogo della politica ma ne è sicuramente un indicatore tendenziale interessante.
#adessobasta #fatesubito #rimontiamo sono stati temi di una discussione vera e approfondita.
Adesso non ci sono più alibi, ogni forza politica e ognuno di noi è davanti alla responsabilità delle sue scelte e dei sui comportamenti. Ognuno di noi singolarmente può e deve dare il suo contributo.
In queste ore qualcuno ha scritto “aprite le finestre, fate entrare aria nuova”. Questa è responsabilità di chi è oggi in una posizione di riferimento nei partiti politici. Di come verrà gestita questa responsabilità dovrà rispondere domani. Vale a Roma, vale a Terranuova. La nuova classe dirigente si evidenzia e si seleziona in questa occasione, in queste scelte, nella capacità che esprime di sapersi adeguare al bene comune. Ognuno con un po’ di bellissima passione civile e politica e anche con un po’ di giusta ambizione personale deve ricordarlo. Tanto più che dopo un periodo amministrativo difficile e teso, il prossimo dovrà essere costruito da zero. La prossima amministrazione per forza nascerà da un confronto tra nuove persone. C’è una grande occasione per la politica, chi ha ruolo politico sappia sfruttarla correttamente!
Rimontiamo, ricostruiamo il nostro paese, significa qui in Valdarno cominciamo a discutere e ad individuare il positivo e il negativo, le opportunità e i limiti partendo dalle cose, aprendo le nostre finestre e le nostre menti.
Tutti quelli che sono appassionati dalla politica ma si sono messi ai bordi, aspettando che ‘a nuttata passi, tutti quelli che guardano in silenzio, tutti quelli che hanno responsabilità come i capigruppo consiliari di Terranuova, be’ mi farebbe molto piacere un loro contributo. Ma siccome questo blog viene seguito non solo a Terranuova, sarebbe bello avere dei contributi “altri”.
A chi pensa che questa cittadina sia governata male, chiedo di guardare avanti, di prepararci mettendo insieme un metodo condiviso di confronto, perché il domani sarà diverso da ieri. Senza confusioni o papocchi, ma parlando e parlandosi, poi i cittadini sceglieranno.
Per quanto riguarda le tre forze di maggioranza maggioranza, gli appassionati, gli iscritti, i consiglieri, so bene che guardano a questo luogo con un po’ di fastidio e difficoltà, un po’ come alla poltrona del dentista, ma li invito di cuore a chiudere gli occhi e provare a buttarsi. Rimontiamo, ce la si può fare.

C’è un tema da cui vorrei partire. Le scorse settimane sono state per i fatti metereologici molto complicate, anzi tragiche. Hanno un legame con le scelte politiche, con gli eventi che la crisi dei mercati ha innescato?

Credo di sì. Si tratta della spesa e delle sue dinamiche.
È certamente oramai diffusa, con differenze di comportamenti però, una cultura di difesa del territorio. Riguarda la gente comune e riguarda le amministrazioni, di ogni tipo. Ma purtroppo i comportamenti sono spesso differenti da quelli che dovrebbero. Se si costruisce in un’area golenale, o ancora peggio vicino all’alveo di un torrente cementificato, c’è la folle responsabilità di chi lo ha fatto ma anche il non giustificabile comportamento di chi lo ha permesso o tollerato. È per me incomprensibile, intollerabile, inaccettabile che persone progressiste governino per decenni un territorio e che lascino queste situazioni incancrenirsi. Non c’è scusa che tiene, non c’è patto di stabilità che giustifichi. Dovrebbero avere una morale diversa, non ce l’hanno.

Quanto può essere miope in questa situazione non affrontare dalla testa il problema?
Credo allora che andrebbe costruita una nuova agenda, delle nuove priorità. Adesso, subito. Lo spread e le piogge, lo abbiamo visto, non perdonano.

Oggi le entrate delle amministrazioni dipendono prevalentemente dagli oneri di urbanizzazione.
Nella risposta alla crisi, in parte indotta dalle non scelte del Governo di fronte alla crisi internazionale e in parte proprio dalle sue scelte parziali, le amministrazioni locali mi sembra finora non abbiano affrontato una revisione della spesa corrente e delle sue procedure o una analisi delle spese fisse (sedi, personale, …). Vedremo nelle prossime settimane se questo sarà reso ancora possibile dal nuovo Governo, anche se le prime scelte mi fanno essere, finalmente, ottimista.
Intanto si stanno definendo, correttamente, raggruppamenti di comuni (quelli micro) o di servizi (forma associata o unioni dei comuni) per avere delle ottimizzazioni di spesa attraverso delle economie di scala.
Lasciamo perdere per favore la polemica piccina di chi è succube e di chi vuole comandare. Chi correttamente fa sentire la sua critica deve perfavore ragionare con le esigenze di oggi, non con i ruoli e le esperienze di 6 o 8 anni fa. Ci possono essere personalismi, positivi e negativi, ma questi cambiano la realtà delle cose? No. Cambiano le esigenze dei cittadini. No. Cambiano l’urgenza di nuove politiche finanziarie. No.
Ma allora guardiamo dentro gli obiettivi proposti dalle amministrazioni, e anzi spingiamo per obiettivi più concreti, di maggior impatto. Perché sia superato un approccio un po’ burocratico, del passettino alla volta attenti al bilancino degli interessi. Figlio questo della situazione com’era quando i sindaci hanno cominciato a discutere. Oggi la situazione dei comuni è diversa, come è diversa quella dei territori e dei cittadini. Non c’è più tempo, è cambiata l’agenda.
I cittadini del Valdarno abitano da una parte e lavorano dall’altra, hanno punti di divertimento (bar, cinema, ristoranti) sparsi sul territorio, (se domandate alla Salus) hanno addirittura punti benessere normalmente non nel loro centro. Loro davvero, prima delle burocrazie politico-amministrative, sono e vivono da Valdarnesi. Gestioni associate possono appunto gestire servizi ma quello che oggi, e forse ieri, serve è progettualità associata. Ma l’unione dei comuni, che a questo punto diventa un giusto strumento, per fugare ogni dubbio di tracchegiamento burocratico, per essere sostanziale si deve allora porre due obiettivi essenziali: trasporto pubblico e urbanistica. Senza di questi stiamo scherzando, inseguiremo gli eventi, faremo star male i cittadini. Un’area con oltre 50.000 abitanti, diversi poli industriali, flussi interni molto rilevanti non può reggere solo sul trasporto privato, senza linee di trasporto urbane. Quanto occorre aspettare perché si possa concretamente avere delle risposte?
Se il territorio e unico, unica la viabilità, unico l’accesso autostradale, unico il continuo urbano, unico il bacino occupazionale e quello abitativo fino a quando si possono reggere regolamenti e norme urbanistiche non coordinate e omogenee? Non sono forse il punto di resistenza di interessi localistici e personalistici? Il tentativo di mantenimento di piccoli poteri?
L’efficienza amministrativa diventa allora uno strumento per controllare e rivedere le spese, alla luce della nuova situazione. Le amministrazioni che hanno o stanno aumentando accise o tasse senza affrontare contemporaneamente la revisione delle spese, stanno facendo un errore sostanziale e politico inimmaginabile. Certamente mi auguro che se ne rendano conto e si fermino.
Ma che centrano Genova o Aulla o il Po? Se per rincorrere l’esigenza di entrate si continua a edificare e cementificare, purtroppo ne avremo ancora tanti di eventi catastrofici di quel tipo. Occorre che si studi una dieta, si costruisca un elenco di priorità finanziabili, fermando totalmente lo sfruttamento edilizio del territorio. Non ce lo possiamo più permettere. E’ un modello di sviluppo bacato che porta solo danni. Ristrutturiamo, demoliamo e ricostruiamo ma non occupiamo nuovo suolo.
Smettiamo di avere comportamenti contraddittori che coprono soltanto l’inadeguatezza di chi li propone, come da una parte investire per promuovere il territorio dall’altra aumentare la pubblicità stradale! Miope e insensato procedere!
Facciamo piuttosto strade e svincoli meno impattanti, più leggeri, non c’è bisogno di tutto questo cemento e asfalto. Si può costruire e sviluppare in modo molto più leggero e rispettoso dell’impatto ambientale.
Siamo intossicati di spesa, spendere è diventata una vite senza fine che gira ma tutti rimaniamo fermi. La nostra non può essere solo una democrazia della spesa, ritorniamo ad una democrazia che guardi ai contenuti, al merito, ai valori.
Riconosciamo che per alcune scelte eccessive o miopi del passato, accentuate dal cambio di fase economica, oggi siamo obbligati a riscrivere l’agenda, a modificare tendenze già consolidate, a rivedere comportamenti e scelte di ieri.
Farlo non è debolezza, è lucidità politica. Rimontiamo, non c’è più tempo.

Ettore Ciancico

16 commenti:

  1. Chiedo ad Ettore, l' aria nuova di cui parli va contro alle scelte che tu stesso e il tuo partito avete fatto due anni fa ricandidando un Sindaco coinvolto politicamente un questioni nebulose (ex macelli casamonti). Fu scelto di tenere chiuse le finestre. Dall altra parte fu ricandidato uno che aveva fatto il sindaco per 13 anni. Il nuovo era solo Trabucco.
    Che ebbe successo elettirale anche per questo. Ma poi è uscuto perché i lacci impostigli dal suo partito erano stretti per una persona intelligente. I partiti classici sono di fatto allergici al nuovo. Tutelano i dinosauri. Tanto che con l andar del tempo si vedono costretti a moltiplicare le poltrone pur di non pensionare questi dinosauri. Non può andare avanti così. È una politica che si guarda l'ombelico e non vede più avanti di un palmo di naso.
    Poi sulle poliche del territorio quanto incidono le lobby? Proprietari terrieri con la tessera, riccastri, banche e aziende amiche e finanziatrici dei partiti?
    Chi ha fatto l assessore potrebbe informarci..

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  2. Importante e ricca di spunti è la riflessione propostaci da Ettore. Il paragone con la caduta del Muro di Berlino è sicuramente pari alla suggestione che evoca ma ne differisce nei parametri economici della crisi che ne pervadeva le due opposte sponde. Dalla parte occidentale il "Wirtschaftswunder" (miracolo economico) , aiutato inizialmente dal denaro americano e in seguito dalle qualità imprenditoriali tedesche, dalla parte orientale l’immensa fatica della ripresa dovute alle richieste economiche pesantissime fatte dall’URSS per riparare i danni di guerra, la rigidità nella pianificazione economica ed industriale derivante dal regime politico che agiva sugli standard di vita e sulle scelte individuali di libertà.
    L’Europa, e quindi l’Italia, si trova oggi di fronte ad una crisi che non presenta una “sponda” migliore, dove “fuggire” per trovare un soluzione. Paradossalmente l’unico riferimento (che diviene addirittura benchmark finanziario negli spread tra Buoni del tesoro) è proprio l’economia tedesca, la quale anch’essa è esposta inaspettatamente ai venti negativi della crisi (oggi l’asta dei bund è andata inevasa per il ben 35% e il loro debito pubblico è destinato ad allargarsi fuori i parametri d Maastricht).
    Le vie da trovare sono nuove, fatte da percorsi economici e da scelte che la letteratura economica classica non ha ancora ben esplorato Tutto per consentire il ritorno a cicli di benessere che toccheranno, speriamo, alle future generazioni. Elemento centrale di questo cambiamento dovrà essere la partecipazione della gente, senza la quale, adottare scelte e ratificare sacrifici più grossi diverrebbe a questo punto molto difficile.
    La gente è la moltitudine, la gente risiede nella parte bassa della piramide delle scelte politiche ed allora Roma non può essere uguale a Terranuova o San Giovanni, Pergine o Milazzo. I Comuni sono l’entità istituzionale più vicina al cittadino, lo dice la Costituzione. Il gradino istituzionale più basso. Rappresenta la misura d’eccellenza per recepire i bisogni dei cittadini, della gente appunto. La gente nel Comune riesce meglio e in maniera più immediata a intravedere, nella complessità dell’apparato burocratico amministrativo, i propri riferimenti e i propri rappresentanti.
    Io ho speranza che chi si è avvicinato all’impegno amministrativo lo abbia fatto credendo essenzialmente nel bene comune. Lo abbia anche fatto con aspirazione personale (e questo non è negativo) a crescere nell’esperienza e quindi imparare. Ognuno ispirato dalla buona fede per quale per alcuni le scelte possono esser buone e per altri no, ma senza dubbio nell’ottica di un interesse comune a tutta la gente. Di “aria nuova” nel nostra piccola comunità politica ne è entrata. Credo insomma (per citarne alcuni) che i Migliorini, i Chienni, i Di Ponte come i Picchi, i Trabucco e pure i Quaoschi (anche se Massimo può vantare un’ “anzianità” politica ed amministrativa più consolidata che ne fanno già arguto lettore ed interprete), non possano essere minimamente accostati ai “politici di professione” che da decenni stanno ai vertici della piramide delle scelte e che più di altri sono rei dello stato attuale del paese.
    Mi piace intravedere in questo momento fosco, i bagliori di una classe dirigente nuova, capace di prendere dal vecchio quelle che sono le cose migliori e rendersi conto invece di quelli che possono essere gli sbagli per non ripeterli. Mi piace pensare che la gente vada rispettata e soprattutto vada sentita. Conseguenza automatica di ciò sarà la collaborazione tra le varie realtà del nostro territorio con la scelta degli strumenti più adatti. A me l’Unione di Comuni non piace ( ma avremo modo di parlarne spero) e senza avere il senso di colpa di accuse di localismo, mi piacerebbe per esempio che a dire che sia meno o più uno strumento giusto fosse chi è titolare di quei bisogni che stanno alla base dei servizi erogati da Comuni…la gente del nostro territorio.
    Un saluto
    Nedo

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  3. Cambio argomento

    Perché l'amministrazione comunale di Terranuova non installa i Fontanelli pubblici per l'acqua? 

    Farebbe qualcosa per la cittadinanza. Ma forse si guarda troppo in alto. . . . 
    Lorenzo Puopolo

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  4. La settimana passata un blog ha pubblicato un appassionante analisi della crisi italiana vista da un’ italo-argentina (che ha vissuto in entrambi i paesi). Da questa analisi si deduce che l’Argentina ha risolto la sua crisi in modo diverso rispetto a noi. Mentre i loro caudilli sono stati cacciati direttamente dal popolo sceso in piazza, il nostro caudillo è stato cacciato “d’ufficio” da dei burocrati europei . Nonostante che Berlusconi non fosse più amato nemmeno da chi lo ha votato per 20 anni di seguito, “noi”, il popolo, non abbiamo avuto la forza di mandarlo a casa con le nostre forze. Si potrebbe obbiettare: “l’importante è che si sia tolto dai piedi, in un modo o nell’altro…”. Invece no. In questo caso i mezzi sono addirittura più importanti del fine. Aver avuto la forza di cacciarlo avrebbe permesso al nostro paese di rialzare la testa, sarebbe stata un’iniezione di auto-stima preziosa . Un’azione congiunta , pacifica, del popolo-opposizioni-sindacati-associazioni contro Berlusconi, avrebbe avuto delle ricadute diverse sulle nostre ormai anchilosate coscienze. Senza una autostima “collettiva” non si riparte. Senza un’autostima collettiva non si possono tracciare dei confini precisi su quello che possiamo o non possiamo pretendere dalla politica. Da questa crisi invece dobbiamo imparare una semplice cosa: ci vogliono nuove forme di fare politica. A tutti i livelli…… a Terranuova soprattutto!!!
    Concordo con Lorenzo Puopolo sia per quanto i fontanelli pubblici sia per per il livello (non solo visivo) dell'attuale amministrazione....
    Marco Balestri

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  5. Per quanto riguarda i due precedenti interventi (esulando dai temi proposti dall’articolo principale): dispiace che Lorenzo Puopolo (un addetto ai lavori Consigliere Provinciale) e Marci Balestri (Consigliere Comunale della maggioranza di governo della precedente amministrazione) prima di avviare una polemichina sterile non si informino sui 50.000 Euro che sono iscritti a Bilancio e già comunicati in Consiglio Comunale, per due fontanelli pubblici – l’ho sentito io con i miei orecchi da semplice cittadino(aggiungo che uno sarà installato a Terranuova e uno in Fraz. Santa Maria).
    Se poi Marco spiega meglio cosa sia il “livello visivo” dell’amministrazione: forse ritiene che era più bello lui quando era consigliere?! Inoltre, nel rispetto delle dovute enormi differenze delle crisi economiche argentine passate fra l’altro, ricordiamolo, dall’emissione di tre diverse e nuove monete dal 1983 a oggi, il Peso, l’Austral e il Nuovo Peso, mi domando se Marco Balestri abbia mai partecipato alle manifestazioni (pacifiche e civili) dove abbiamo battuto pentole e tegami proprio come nelle “cacerolazoas” argentine e sotto uno striscione che ricordava queste proteste popolari? Eravamo centinaia di migliaia di persone…forse gli è sfuggito.

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  6. Come potete leggere io proponendo una riflessione politica non ho fatto polemiche, sia perchè sono poco capace sia perchè volevo che fosse chiaro quale è per me il livello di analisi, confronto necessario, quale le questioni sul tavolo.
    Si può essere distratti o disinteressati, si può far finta di niente e parlare d'altro. Si può certamente pensare che i problemi siano altri, dimostrandolo però.
    Legittimo.
    Problemino: i problemi e le esigenze rimangono.
    Chi si vuole candidare come classe dirigente, chi è classe dirigente e quindi a maggior ragione deve giustificare il proprio ruolo, a quei problemi ed esigenze deve dare risposte, ai cittadini e nei fatti.
    Il resto sono chiacchere in piazza la domenica.

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  7. Probabilmente bisognerebbe considerare in modo positivo tutti gli interventi/suggerimenti tesi a migliorare la qualità dei servizi alla cittadinanza; Anche se apparentemente piccolissimi.
    Ognuno, cittadino o addetto ai lavori, cerca di portare il proprio contributo non per fare polemiche ma per aggiungere voci al dibattimento civico di cui ogni amministrazione necessita, incrementando così il livello di democrazia. Se alla fine la qualità della vita dei cittadini del mio amato paese ne risulterà migliorata, saremo tutti più soddisfatti.

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  8. Mi dispiace di non poter partecipare alla discussione, ma è un periodo di lavoro intenso. Un lavoro che per di più ha buone probabilità di essere pagato a breve, il che di questi tempi equivale a un terno al lotto.
    Un saluto a tutti.
    Silvio Cazzante

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  9. "Penso che la politica non sia impotente, è indifferente, perchè ha perduto come obiettivo la promozione del bene comune e soprattutto l'attenzione alle persone". Paolo Romeo, cardinale e arcivescoevo di Palermo.

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  10. Lorenzo ( e finisco qui perché non c'é assolutamente niente di personale) ti prego di non prendertela...la mia replica era solo una nota di perplessitá per un intervento fuori da pertinenti commenti che senza dubbio una persona intelligente come te saprebbe fare al tema proposto (senza dubbio meglio di me) peraltro toccando un aspetto per il quale i suggerimenti sono stati evidentemente ben recepiti dall'amministrazione. Un abbraccio Nedo

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  11. Mi dispiace molto Nedo che non hai capito nulla o quasi del mio commento. E' chiaro che la situazione Argentina e quella Italiana sono molto diverse tra loro. Il punto, caro Nedo, non è l'Argentina, il Brasile o il Perù. Potevo fare un altro esempio. Ho fatto quello dell'Argentina ma potevo fare quello di un qualsiasi altro paese del Mondo che si è liberato (in modo pacifico) del proprio, ingombrante, Governo da solo, senza un'intervento esterno (politico o militare). Volevo porre l'accento sul fatto che l'Italia non ha ancora risolto i propri problemi. Anzi. Sul fatto che "cambiano molte cose" se a mandare a casa Berlusconi si fosse stati noi, il popolo, e non alcuni governanti europei.
    Evidentemente le “cacerolazoas” contro Berlusconi non sono bastate. Ci voleva, lo ripeto, un'azione congiunta, pacifica, delle opposizioni, del sindacati, degli studenti, della gente comune per poter mandare a casa Berlusconi. Cosa che non c'è stata.
    Infine, il tuo redargurmi sullo quello che posso o non posso dire è una cosa penosa. Che non ti fa onore.
    Marco Balestri

    Marco Balestri.

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  12. Pupolo ce lo spieghi come mai i fontanelli pubblici non li hai proposti nei cinque anni in cui hai fatto il presidente del consiglio comunale?

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  13. Marco, singolare e bizzarro il tuo senso democratico laddove puoi attaccare chi ti pare ma ti adombri se qualcuno ti chiede conto di ciò che dici…mi dispace se ti sei risentito e il mio tentivo di chiarimento non voleva essere di offesa alcuna. Continuo però a sottolinearti che non capisco (questo quindi ti da ragione) cosa intendi circa cosa doveva fare il popolo oltre che manifestare come abbiamo fatto con i sindacati, con gli studenti, con la gente comune. Intanto tu hai fatto qualcosa per protestare?? Dovevamo avere una appoggio militare come in Brasile negli anni ottanta? O far fuggire il capo del Governo in elicottero “dalla casa Rosada” come in Argentina? I sentimenti italiano sono stati ottimamente recepiti da un grande Presidente della Repubblica e riportati istituzionalmente all’allora capo del Governo il quale non ha inteso per niente questi richiami aggrappandosi ad una maggioranza parlamentare quantitativa ancorché non più rappresentativa del sentito popolare. Di fatto l’incapacità di adottare provvedimenti economici ne ha sancito il limite politico. Ora c’è un Governo che dovrà adottare misure coerenti che saranno molto sgradevoli e probabilmente neanche del tutto eque e giuste…vediamo come gli italiani reagiranno.
    Nedo

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  14. Concordo con Ettore quando individus due ambiti cruciali di un amministrazione locale. Il territorio e i trasporti. Oggi va di moda associarli alle parole "sviluppo" e "sostenibile". Sostenibile non per le nostr povere casse ma per l ambiente!
    Per adesso queste parole sono state tendenzialmente disattese per interessi privati e lobbistici (condoni) ma non solo. I comuni hanno lucrato sull usurpazione del territorio. Anche in toscana.... Sul trasporto in valdarno siamo all età della pietra!

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  15. Per quanto riguarda il trasporto locale non vi sarà sfuggito il taglio da parte dello stato di 165 milioni di euro a livello regionale sul bilancio 2011 rispetto ai 220 stanziati (e già tagliati in è precedenza del 2010). La regione Toscana (vedi dichiarazione del pres. Rossi e dell’ass.re Ceccobao) ha fatto fronte provvisoriamente con fondi proprio ma è in fase ormai di deliberazione la gara per un “gestore unico” del trasporto locale per tutta la Regione. Il tutto è allo studio della conferenza formata dalla regione, dai 10 presidenti di provincia, dai sindaci della città toscane maggiori e da una rappresentanza di sindaci dei comuni medio-piccoli toscani.

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  16. Quindi il taglio porta ad una razionalizzazione...il che vuol dire che prima c'era uno spreco. Tra l'esempio che fai viene bene per le provincie, per capire come al di là dei costi diretti l'eliminazione dovrebbe portare risparmi sul fronte delle spese.
    Ma io quando parlavo di trasporto parlavo di quello urbano. Solo una entità vasta può affrontare il problema, che però già oggi è ineludibile. Come i lavoratori arrivano sui posti di lavoro nelle diverse aree industriali? in automobile, con uno spreco sempre maggiore di tempo dovuto alle note strozzature. All'inizio del secolo c'erano i tram che collegavano i nostri comuni portando i lavoratori alla ferriera e alle miniere, è triste ma evidente che la destra liberale e il socialismo riformatore hanno governato meglio della Democrazia Cristiana e della Sinistra.

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