lunedì 3 maggio 2010

Gianfranco Fini e l'idea di una destra diversa



Mi dispiace che su un tema politicamente significativo come lo strappo di Fini il dibattito fra i lettori del blog sia rimasto un po’ al palo. Eppure l’ articolo di Giacomo e le considerazioni di Francesco erano ricchi di motivi di riflessione e, direi, originali rispetto al tenore medio dei commenti sulla stampa. Certo non erano neutrali, ma è noto che a un cronista (si parva licet..., né Giacomo né Francesco né io lo siamo) viene chiesta l’ obiettività, non la neutralità.


Accetto nondimeno i rilievi di Anonimo e di Leonardo, secondo i quali un eccesso di ‘tono’ avrebbe pregiudicato la discussione. E provo a riprendere il filo, richiamando alcuni punti del Fini-pensiero che mi sembrano essere, oggettivamente, lo specchio di una destra alquanto diversa (e distante) dai tratti fin qui proposti dal Popolo della Libertà.


Primo. Lo strumento più importante ed efficace per combattere la mafia è l’ educazione. Un’ educazione fatta di parole ma, soprattutto, di esempi, a cominciare dai comportamenti degli uomini politici.


Secondo. La magistratura è un baluardo per affermare la legalità.


Terzo. Le modifiche della Costituzione non devono riguardare i suoi valori fondamentali ed è comunque opportuno che siano ampiamente condivise tra le forze politiche.


Quarto. Alcune riforme istituzionali potrebbero vedere già nel breve periodo una convergenza fra destra e sinistra: si tratta del superamento del bicameralismo perfetto, della riduzione del numero dei parlamentari, di una nuova modifica del Titolo V della Costituzione volta a definire con più chiarezza le competenze di Stato e Regioni.


Quinto. Il sistema elettorale che garantisce meglio il diritto di scelta degli elettori rimanendo più degli altri protetto da degenerazioni clientelari è quello dei collegi uninominali.


Sesto. Per favorire l’ integrazione è opportuno che ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese venga riconosciuta immediatamente la cittadinanza italiana.


Settimo. La politica deve rimanere indipendente dai condizionamenti del Magistero ecclesiastico.


Mi fermo qui, credo ci siano abbastanza spunti per uno scambio di opinioni fra chi ha a cuore la res publica.


Io non so le posizioni di Fini siano espedienti tattici o il frutto di sincere convinzioni maturate nel tempo. Vedo però nel mio archivio che il 25 settembre 1994 – ben prima della svolta di Fiuggi – Montanelli scriveva in un fondo sulla Voce di essere profondamente convinto delle intenzioni di Fini di “disinquinare il suo partito dalle scorie di un passato senza possibilità di resurrezione”. Anche a prezzo della opposizione, non facile da sostenere, della vedova di Almirante, che di Fini era stato mentore e padrino politico. Precisava poi Montanelli: “Ho conosciuto troppo bene Almirante per dubitare che approverebbe non solo ciò che il suo ex pupillo Fini sta facendo, ma anche il modo cautamente almirantiano in cui lo fa”. Così il Movimento Sociale Italiano è stato traghettato, con successo, in Alleanza Nazionale. E oggi Fini si propone, forse non con cautela ma certamente con intelligenza almirantiana, come riferimento moderato e dialogante all’ interno del PdL. Forte di una peculiarità: nessuno degli uomini politici italiani ha alle spalle un cammino lungo quanto il suo.



Silvio Cazzante


6 commenti:

  1. Provo a rompere il ghiaccio. Non è facile.
    Al di là del piacere o non piacere, la rottura di Fini nella "bambagia" della discussione politica del PDL è stata per me comunque salutare.
    Gli argomenti proposti stimolano l'intelligenza politica e civica.
    A parere mio per combattere la MAFIA servono due cose basilari: la coscienza civica e il controllo del territorio. Quest'ultimo aspetto mi pare che lo Stato, quindi non solo il Governo ma anche le forze dell'ordine e la magistratura, lo stiano affrontando bene.
    La MAGISTRATURA è invece secondo me da riformare, perchè costituisce senza dubbio la seconda casta italiana, dopo la politica. Va riformata perchè un magistrato deve sì essere indipendente dal potere politico, ma non può essere libero di fare quello che gli pare senza rendere conto a nessuno. Mi pare che in un certo senso anche Palamara, presidente dell'ANM, l'abbia sostenuto parlando del CSM. Inoltre credo che un organismo politico (parlamentare o governativo) determini i reati che devono essere perseguiti con maggiore frequenza rispetto ad altri.
    Le RIFORME. E' un capitolo che per me assume un'importanza basilare per i prossimi anni. Ma non credo che riformare il sistema elettorale ci cambierà la vita! Secondo me occorre riformare soprattutto la pubblica amministrazione, avvicinandola di più ai cittadini, sburocratizzandola a favore dello sviluppo economico e imprenditoriale, razionalizzandola per davvero per ridurne i costi sovraumani. E come? Riformando per davvero la scuola, l'università, la sanità, gli enti pubblici. Per es. il sistema di valutazione dei dirigenti adottato nei comuni è ridicolo, è scevro di un'analisi di obiettivi certi e premia tutti. In ogni caso basta vedere che fine ha fatto l'Univ. di Siena che per assegnare più cattedre possibili ha creato sedi in posti assurdi come Follonica, Colle Vsa, San Giovanni Vno, oltre che ad Arezzo e Grosseto.
    Un'altra riforma indispensabile è quella fiscale: con l'obiettivo di ridurre il prelievo fiscale, ma allo stesso tempo di rendere "pericolosa" l'evasione. Se non paghi le tasse commetti un reato e vai diritto in galera.
    Fra le riforme da fare assolutamente inserisco anche quella federale. Sì perché credo che aiuterà a dare maggiore efficienza alla pubblica amministrazione, portando il costo del servizio più vicino al cittadino.
    L'IMMIGRAZIONE. Credo anche io che una famiglia che vive e lavora in Italia da più di 5 anni abbia diritto ad acquisire alcuni diritti basilari e che i loro figli nati o cresciuti in Italia possano diventare cittadini italiani. Come però è anche vero che gli immigrati che hanno perso il lavoro e non riescono a ritrovarlo in alcuni mesi devono ritornare nel loro paese, così come accadeva ai nostri emigranti in Svizzera o in Germania.
    Mi rendo conto che ai "politici" e agli "editorialisti" dei giornali piaccia molto discutere di sistema elettorale, di riforme costituzionali, di Fini Vs Berlusconi, etc, ma per me queste sono le riforme vere e necessarie che i cittadini si aspettano per non andare a far compagnia alla black list europea: Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda.
    Leonardo Lucacci

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  2. Io credo invece che Fini abbia sbagliato completamente i tempi.
    Volente o nolente Silvio prima o poi o andrà in pensione (se lo merita) o si ritirerà per altri colli...fatto sta che, ahimè, non è eterno. Ed era questo che Fini doveva aspettare.
    Il paradosso e l'anomalia di Berlusconi (per me che amo la politica, e sostengo lui) è che è lui stesso una anomalia, tanto che forse in questo momento senza di lui avremmo si un mondo politico più "classico" e con meno stravaganze, gaffe e barzellette, ma il problema è che se non ci fosse stato lui non avremmo 1. il bipolarismo, 2. un partito unitario di centrodestra (Pinuccio Tatarella sarebbe stato impossibilitato due anni fa a farlo) e non avremmo vinto le elezioni con la facilità con cui le abbiamo vinte da quando il PDL si è costituito.

    È per questo che dico che Fini sbaglia i tempi, quella che dimostra infatti è una "brescia", una voglia di leadership, che sicuramente gli fa onore perchè crea un dibattito democratico all'interno del partito, ma lo rende altrettanto antipatico agli occhi dell'elettore di centrodestra che lo vede come un traditore, e lo isola negli ambienti di potere del PDL.
    Fini non ha capito (e me ne stupisco) che fintanto che ci sarà Berlusconi, anche quando avrà la flebo e la "giannetta", se egli avrà voglia di continuare a fare politica, non ce ne sarà per nessuno...va ammesso, Silvio è un trascinatore come pochi ce ne sono stati nella storia dell'Italia.
    Forse è sbagliato rassegnarsi, ma questa schizofrenia, questo non saper aspettare, questa paura di essere "superato" sicuramente non giova a Fini, come non gli ha giovato fare il signor no tutti i giorni dal 2008 a questa parte...

    Rispetto alle riforme, Leo hai ragione. Però devo dire che se questa politica non sa riorganizzare le istituzioni preposte a decidere, a dare regole, come può pretendere di riformare ciò che intende regolare?

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  3. Io invece mi schiero con Fini , perchè , pur riconscendo ampi meriti al Silvio tra i quali i principali sono quelli di aver riempito un vuoto lasciato dai dissesti di tangentopoli , riuscendo nell'impresa di unire AN e LEGA e quindi creando una alternativa credibile al centro sinistra , sento comunque che il centrodestra italiano necessita di una impostazione diversa . Troppe volte ci siamo sentiti a disagio di fronte a posizioni difficilmente difendibili create dal Berlusca , troppe volte si sente la mancanza di possibilità di dialettica , non può esistere , a parer mio , un partito dove si vedono le correnti e quindi le diverse posizioni , non come una fonte di ricchezza , ma come tumore da curare !
    Dove si impone la valletta di turno o la igienista personale come candidati e tutti accettano applaudendo . Vedo , nel tentativo di Gianfranco Fini , una possibilità di ultreriore evoluzione e crescita di un partito nuovo , che deve ancora completare il suo sviluppo e creare nuovi equilibri in modo da poter vincere al di là della presenza o meno di Silvio .
    Bye
    Alessandro

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  4. Condivido l'analisi proposta da Silvio perchè coglie nel segno quelli che sono i punti nevralgici della questione, non si ferma all'apparenza ma centra la sostanza del problema, eppure al di là del fascino indiscutibile che possa avere un uomo per bene come Fini, non mi pare che durante le sue Segreterie il MSI prima e AN dopo brillassero per democrazia e partecipazione. i collonelli erano tali perchè uomini fidati fino all'increscioso episodio del Caffè al Pantheon. Nella mia esterna e breve esperienza da stagista in Alleanza Nazionale ho potuto constatare la cifra di una gestione parimenti padronale come quella tenuta da Berlusconi, candidature comprese perchè se il Silvio candida le vallette, Fini per premio carriera, ha nominato senatore il suo autista Checchino. Allora il punto di caduta, a mio avviso, dovrebbe essere questo: quando non si è più i padroni ha senso abolire il patronato, oppure è meglio aspettar che tornino tempi migliori?
    ascensori Paravia...

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  5. Tommaso , ci fai anche un esempio di segreterie di qualsiasi partito da prendere come esempio , ed inoltre se ci dai anche delle soluzioni forse i tempi migliori arrivano prima che stare solo ad aspettare ad attendere . Voglio dire che è troppo sempilicistico portare degli esempi passati senza fare una analisi del contesto storico e delle relazioni politiche di prima e di adesso . Io sono comunque dell'idea che un confronto , sano , onesto , anche forte non possa che far bene .
    Bye
    Alessandro

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  6. Concordo con te! "..un confronto , sano , onesto , anche forte non possa che far bene".... Ma sano e onesto per davvero!!
    Tommaso

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