martedì 18 maggio 2010

I say betabar


Un giorno qualunque della settimana appena trascorsa.
Mr X: il “campino” è per vecchi e bambini.
M: a dire il vero c'è scritto parco pubblico attrezzato. Pubblico. Di e per.. tutti.
Mr X: si, ma adesso ci sono troppe persone, troppa confusione.
M: ok, c'è un bel traffico la sera intorno al “campino”, ma almeno esiste un bel luogo di aggregazione per le famiglie e i giovani, oltre all'oratorio.
Mr X: si, ma prova tu a dormire con quel “casino”! Cioè, io ce la faccio, altri no..
M: Il betabar ha regolari permessi, rispetta gli orari stabiliti e gestisce con cura ogni aspetto organizzativo. Tra le altre cose, organizzerà al massimo 12, 15 serate l'anno. Il problema più grande si pone nel momento in cui i ragazzi (che nelle notti più affollate magari sono duecento o trecento) dal betabar raggiungono le macchine e i motorini parcheggiati nella zona “cancello di-dietro” del parco pubblico.
Mr X: mi hanno detto poi che intendono far continuare questa storia per tutto l'inverno..
M: in che senso, scusa? Chi te l'ha detto?
Mr X: … …
M: so che alcuni ragazzi avevano chiesto di poter aprire il betabar anche nel periodo invernale, ovviamente per fare questo saranno necessari degli interventi visto che al momento l'ambiente esiste solo ed esclusivamente come spazio all'aperto. Non credo che a dicembre tutti siano ben disposti a congelare a pochi metri dal fiume. Se un tale progetto si avvierà avrà bisogno di altre strutture, ovviamente al coperto e non vedo come questa eventualità possa disturbarti in qualsiasi modo.
Mr X: a me hanno detto così.
M: io capisco un po' di frustrazione per il fatto di dover sopportare a volte situazioni poco piacevoli, ma l'unico modo per risolvere il problema è affrontarlo, vagliare tutte le soluzioni possibili e arrivare a un compromesso condiviso (se non da tutti, dalla maggioranza dei soggetti coinvolti). Certo, se si inizia a fare della questione solo una faccenda politica, se si promettono cose per assicurarsi consensi.. Dovresti iniziare a pensare che a volte chi ascolta le tue lamentele magari non è così coinvolto dal tuo sfogo, ma semplicemente attratto da una manciata di voti in più.

Possiamo parlare di tutto quello che volete, della musica ad alto volume, dei motorini e delle auto, delle chiacchere a notte fonda, delle bottiglie rotte.. o magari del divertimento, della voglia di stare insieme, di sentirsi importanti, di fare qualcosa di vero, reale. Possiamo sottolineare gli aspetti negativi di un'iniziativa giovanile o partire dai bei risultati ottenuti per cercare di migliorare passo dopo passo. Possiamo affacciarci dalla finestra e inveire contro le cooperative, contro i sindaci, contro i comunisti o.. Scendere le scale, uscire dal portone e guardare in faccia Jack e accorgerci che è un ragazzo come noi, che lavora per la moglie e la figlia, parlare con Sam e rendersi conto che ogni giorno da il meglio di sé per lasciare un'impronta indelebile nella vita delle persone che le stanno accanto, guardare in faccia Tod e vedere che dietro quel piccolo sbruffoncello c'è un ragazzo semplicemente impaurito, che a volte ha paura di affrontare un domani sempre più incerto, dove non sa se potrà mai permettersi una casa, sposare una donna, crescere con serenità un bambino. Finché l'atteggiamento degli adulti nei confronti dei giovani non cambierà, il mondo nel quale viviamo è destinato a un crepuscolo triste e malinconico.

E.B.

15 commenti:

  1. ... perché non riflettere anche sull'atteggiamento dei giovani nei confronti degli adulti?

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  2. ... si ma a casa tua!
    Il problema è che quello non è più un Parco Pubblico Attrezzato, ma un Parco Privato Attrezzato!
    Chi ha il ristorante ha ampliato ed occupato altro suolo pubblico (regolarmente).
    Il bar dei ragazzi si è ampliato giustamente per dare maggior spazio ai numerosi avventori.
    Intanto le famiglie che una volta portavano i bambini a giocare nel parco, chiuso e protetto dal traffico e dai motorini, si vedono costretti a far giocare i loro bambini in altalene e scivoli rotti e vetusti, oltre che fuori norma.
    ... ma sì tanto la colpa è di chi vede il mondo con i suoi occhi!
    Leonardo Lucacci
    (consigliere PDL)

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  3. addirittura patetico... cari amici del blog, per fortuna ci sono persone che ci danno continuamente lezioni di stile. buona giornata a tutti.

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  4. Il PPA è nato male e gestito peggio . Progettualmente inefficace già alla nascita , ora non è ne un centro sportivo all'altezza neppure degli amatori , sia di calcio che di basket , ne uno spazio giochi presentabile . Io penso che sia giunto il momento di riqualificare questo spazio , ridisegnandolo anche come continuazione del parco fluviale , togliendo il campo da calcio ( previsto in sintetico presso lo stadio) , destinandolo ad area verde , ed investendo sulla riorganizzazione delle altre strutture esistenti ( tennis e basket ) . Il ristorante ed il bar a me non dispiacciono , anzi trovo importante destinare aree ai giovani nel nostro paese e , riqualificando il tutto non potrebbero che trarne giovamento , ma , fondamentale è che siano gestiti con gare chiare e trasparenti , pagando dei prezzi di mercato in modo da non avere concorrenza sleale con gli esercizi privati.
    Ma Terranuova è un paese per vecchi ?

    Bye

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  5. È si, bei tempi quando stavamo a nottate intere davanti all’entrata del campino, proprio bei tempi…

    Fino a che la pizzeria era aperta stavamo al muretto ed in sala giochi.

    Poi dopo?

    Un’ora quando andava bene a chiacchierare davanti al cancello chiuso dell’ingresso principale del Parco e poi, come tutte le sere, o da Franco a prendere una pizza, o al bowling o al Tasso…

    I tempi però, invecchiando, sono anche migliorati grazie ad un casottino di legno che per magia ha preso anima (e animo) qualche anno fa.

    Da allora ragazzi, ogni volta diversi, si sono alternati per gestire un piccolo posto che dà spazio a tutti, veramente tutti.

    Chiacchierato spesso, chiacchierato troppo.

    Magari chi chiacchera non sa delle riunioni con il vicinato, non sa delle attività che vengono fatte, non sa come funzionano Cooperative o altre cose.

    Magari non sa dei ragazzi delle medie che vanno a studiare lì la mattina, ad esempio.

    E non sa perché nasce l’idea di proseguire una storia anche d’Inverno.

    Ma proseguire questa storia anche d’Inverno non è né una promessa elettorale né raccogliere un po’ di consenso.

    È cogliere un’opportunità: cogliere l’opportunità di un percorso di ragazzi che ciclicamente si ripete, cogliere l’opportunità di creare uno spazio ulteriore per i ragazzi, cogliere l’opportunità di ragionare finalmente sul campino.

    Perché è lì che dobbiamo andare, con concorsi di idee, con progetti, con qualunque cosa si voglia, basta che finalmente iniziamo a parlare di cosa vogliamo fare al campino, di dove vogliamo andare, cercando di non tralasciare neanche le piccole cose.

    Giusto per dare un senso alle cose.

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  6. I ragazzi dovrebbero essere capiti è vero, ma devo portare rispetto per le persone che abitano li. Caro meme, uno che vive li alle 2 la notte non scende le scale per vedere TOD o SAM ma vuole dormire perchè la mattina bisogna andare a lavorare. Allora si crescerà TUTTI vecchi e giovani, se uno avrà rispetto dell'altro.

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  7. Che l'articolo sia stato scritto da chi ha una visione ottusa del problema è indiscutibile.
    Che addirittura adesso si voglia estrapolare la discussione dalla politica mi sembra addirittura patetico.
    Mi sembra che l'appartenenza politica di chi lucra all'interno del ppa non sia rispondente alla pluralità ma sia molto "singolare"

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  8. dopo patetico, ottuso.. mi sono preso più "infamate" qui questa settimana che nel derby galli-montevarchi quando giocavo a basket nei cadetti nazionali. allora cari lettori, mi sembra evidente che qualcuno qui punta l'indice verso il cielo e dice di vedere un dito, non la luna... 2 provocazioni sollevate dalla mia riflessione: 1 spesso la presunta solidarietà delle parti politiche nei confronti di categorie di persone è quantomeno sospetta, dove sta il limite tra dimensione umana e speculazione politica? perché è sempre facile stare dalla parte del comitato di riofi, del comitato vicinato betabar, del comitato "mi hanno arrotato il gatto" e "ho un vicino che tiene la radio accesa di notte". 2 i giovani vanno guidati, condotti, aiutati a fare la scelta giusta, a prendere la giusta direzione, non abbandonati a sé stessi e etichettati come sfigati, drogati, "casinisti" o magari comunisti (a 18 anni) perché frequentano il bar di una cooperativa sociale. non ho volutamente parlato del ristorante pizzeria il campino, nè della Beta. Ne avremo modo in futuro, perché sembra che la discussione vi coinvolga. Ho scritto di confine tra sentimento umano e impegno politico, del difficile rapporto tra giovani e mondo. Partendo da una, tanto reale quantomai casuale, "intervista". Chi scrive è soggetto a critiche, chi legge ha libertà d'opinione, chi commenta libertà d'espressione. Si discute, si litiga, si "combatte" per le proprie idee, basandosi sui propri valori. Poi, c' è chi usa il fioretto, chi la sega elettrica..

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  9. Cari lettori, voi sapete sempre chi scrive cosa. A volte ci dite bravi, a volte meno-bravi, esprimete le vostre opinioni favorevoli e il vostro dissenso, ora con eleganza, ora con forza, tutto bene. Ma è fastidioso per chi scrive non poter dare un volto a chi commenta le sue riflessioni. Insistiamo affinché firmiate i vostri interventi.

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  10. sinceramente mi dispiace vedere attaccato chi comunque cerca di proporre un argomento, secondo me anche interessante, in un blog che riceve consensi da tutte le parti proprio perchè si parla e si discute a tutti i livelli su tematiche a noi care.. ancor di più merita rispetto quando si toccano temi collegati al nostro Comune, a dimostrazione che c'è volgia di partecipare e di espriemere una propria opinione. Quindi non è per difendere Meme, perchè sà difendersi pienamente da solo, penso non sia giusto affrontare con questo tono chi comunque propone, alla sua maniera, un argomento sul quale confrontarsi.
    Scusandomi della prolissa premessa,entro nel dettaglio della questione, personalmente ritengo che il "progetto" beta bar sia importante per vari motivi, in primis perchè andiamo a responsabilizzare un gruppo di giovani che ha voglia di mettersi in gioco in un'attività lavorativa perchè comunque è un lavoro, e ricreativa perchè un punto importante di ritrovo; siamo sempre a lamentarciche i nostri giovani non si assumono responsabilità e una volta che c'è la volontà di creare qualcosa di positivo mettendoci la faccia e le "chiappe" scusate il termine, sbattiamo le porte in faccia. Seconda cosa penso a quei genitori che invece di vedersi partire il proprio figlio/a per Arezzo o firenze in cerca di chissà che cosa, possono essere un pò più tranquilli sapendo dove sono eil luogo che frequentano. Terzo guardiamo nelle realtà paesane vicine, e vediamo dove esiste la possibilità di dare vita ad un punto di ritrovo gestito da giovani, con un continuum generazionale.
    Certamente ci sono da tenere conto gli aspetti non di secondo piano dell'intero vicinato, perchè comunque bisogna garantire a tutti il godimento in tranquillità delle propria abitazione ed è qui che devono scattare quelle forme di "controllo" e di rispetto da parte di chi usufruisce del beta bar e da parte di chi logestisce. comunque delle regole ci devono essere e devono essere rispettate e fatte rispettare, perchè qunado succede un episodio spiacevole non è la singola persona che ci rimette ma l'intera credibilittà di un progetto. quindi ancor di più serve mostrare senso di responsabilità e corenza nelle scelte che si fanno. D'altronde è giusto anche fare un cammino che coinvolga tutti gli abitanti, mostrando le iniziative che il beta bar vuol portare avanti ed ascoltare e recepire, studiando eventuali soluzioni, le eventuali perplessità e osservazioni che emergono dal vicinato. Con questo vero senso di coinvolgimento degli abitanti e di rispetto il progetto tranquillamente può fondarsi su basi solide. D'altra parte fino adesso questo punto di incontro non è mai stato promosso veramente, ma è l'elemento cardine del quieto vivere.
    Essendo stati chiamti in causa anche gli aspetti politici, io penso che tutta l'Istituzione Comune. quindi parlo di maggioranza e minoranza, dovrebbe essere partecipe a tale progetto, proprio perchè oltre gli aspetti progettuali, ci sono aspetti organizzativi che uncomune si deve fare carico, come la viabilità intorno, la fruizione del luogo, la convivenza con altre realtà all'interno del parco come le famiglie con i bambini, gli anziani, la risposta concreta a chi avanza problematiche relative alla gestione, e quindi farsi carico anche di essere punto di incontro.
    per quanto riguarda il discorso meramente politico, personalmente se oltre all'aspetto gioviale del ritrovo, al beta bar si parla anche di politica, di qualsiasi politica e di qualsiasi appartenenza, io ne vedo solo aspetti positivi, perchè vuol dire che c'è interesse che c' è forse anche volontà di impegnarsi a portare un proprio contributo al fine di non aver di fronte sempre le solite facce nel dibattito politico quotidiano...
    LUCA TRABUCCO
    p.s scusate la lunghezza del mio intervento

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  11. Non c'e' niente di piu' patetico degli adulti che paroleggiano, facendo finta di essere costruttivi.
    Grazie Luca per il tuo commento. Poi, contravvenendo alla buona regola in base alla quale dovrei parlare solo per me, mi spingo ad affermare che Luca ha scritto con serietà e non con ipocrisia, di un argomento caro alla Comunità, mal gestito dai nostri Amministratori e che riempe la bocca di molti.

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  12. Quando entra in gioco qualcosa di "nuovo" o di "innovativo" o comunque che non c'era prima, che sia un progetto costruttivo e giovane come il Beta o che sia una discarica, una cava o qualsiasi altra cosa che cambia gli equilibri esiste quella che si chiama la "sindrome di Nimby" acronimo di Not in my back yard (non nel mio giardino) e qualche piccola comunità locale, è matematico, dirà sempre NO.

    Il Beta è un occasione, al di là delle cooperative (tutti sanno in che partito milito e la mia posizione sulle cooperative, ma ora non c'entra), è un'occasione per far star bene un po' di ragazzi e farne lavorare altrettanti: diceva bene Luca, finalmente qualcosa che ti attrae nel tuo paese (cosa difficilissima) senza farti sentire il bisogno di "andare via", di raggiungere Firenze o Arezzo per "fare qualcosa" (qualcosa che non troverai nemmeno là, ma non c'entra nemmeno questo adesso).
    Un'occasione quindi, che è nata da un gruppo di ragazzi, per dare un servizio ad altri ragazzi...è una cosa eccezionale!
    Ma non possiamo perdere quest'occasione a causa di Nimby, chi amministra questa cittadina dovrebbe capirlo: dovrebbe rendersi conto che se manca un parcheggio serio per il Campino (e quindi per il Beta) ci sarà sempre la sosta selvaggia nella strada del "cancello di dietro" e ci saranno sempre cittadini che si lamenteranno dei forti rumori e di "non poter uscir di casa con la macchina"; dovrebbe rendersi conto, come diceva ancora giustamente Luca, che il PPA va reso adeguato per la fruizione contemporanea dei giovani, degli adulti, dei bambini e degli anziani.
    Un conto è amministrare, un conto è, come diceva anche Monica Turini, riempirsi la bocca alle spalle del sudore di qualcun altro.
    Il Beta è fatto dai giovani per i giovani, i sani amministratori dovrebbero valorizzare il lavoro fatto, e garantirlo attraverso un resede, una viabilità di servizio e un'azione di concertazione con i cittadini lì residenti adeguata a quello che per molti è un gran bel bar.

    P.s. Meme, io i miei complimenti te li faccio: è sempre un piacere leggerti, e essere partecipe delle tue opinioni, anche se a volte sono diverse dalle mie!

    Giacomo Picchi

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  13. Mi unisco agli apprezzamenti espressi da Enrico Gori, Luca Trabucco e Giacomo Picchi e aggiungo la mia opinione.
    Temo che il parco pubblico così com’è, vale a dire con il campo da calcio, sia uno spazio troppo piccolo per accogliere senza problemi tutti i fruitori. Le passeggiate con mio figlio ai giardini e le chiacchierate con altri frequentatori mi hanno fatto capire che ci sono tre categorie che hanno bisogno di poter rimanere separate nelle attività del tempo libero: genitori e nonni con bambini, giovani, persone con cani. Non si tratta, sia chiaro, di creare recinti o cordoni sanitari, ma solo di assicurare a tutti spazi adeguati.
    La natura del problema è allora politico-urbanistica: come organizzare e pianificare il verde pubblico e i luoghi della vita di relazione. Un tema in merito al quale debbo constatare – e ciò mi rattrista – una sempre maggiore inadeguatezza degli amministratori locali.
    Nell’ area metropolitana di Firenze si attende dal 1998 il parco della piana, il cui progetto pare veramente rimarchevole. Nel 2008 il sindaco Domenici, con la sensibilità che gli deriva da una laurea in filosofia morale, sentenzia: “quel parco mi fa cagare da sempre”.
    A Calenzano nel 2003 apre l’ ipermercato Carrefour, a un tiro di schioppo dai Gigli e dall’ Ipercoop di Sesto, che evidentemente vengono ritenuti insufficienti. Prima dell’ inaugurazione il sindaco, giulivo, ricorda che del ‘pacchetto’ fa parte un parco di cinque ettari, messo a disposizione della popolazione. Nel 2009 la stessa amministrazione di Calenzano riconosce che il nuovo spazio verde “è scarsamente frequentato e poco attrattivo” e indìce l’ iniziativa “il parco è mio ... e lo progetto anch’ io!?”, chiedendo ai cittadini un contributo di idee per riqualificare il parco dal “punto di vista funzionale ed estetico”.
    A Terranuova la situazione è, se possibile, ancora peggiore: il presente è precario, il futuro è negato. Il presente è dato dalle criticità del PPA, che gli amministratori non ritengono – o quanto meno sembrano non ritenere – degne di attenzione. Il futuro è rappresentato da quella che, facendo offesa al significato delle parole, è stata chiamata ‘Città Giardino’: una sorta di Beverly Hills dove, come autorevoli architetti e urbanisti hanno spiegato, non esiste un vero verde pubblico ma solo un verde di risulta, non fruibile. Dove, aggiungo io, non esiste un luogo accentrato in cui ciascuno possa trovare il proprio modo di vivere il tempo libero. Dove l’ idea stessa di aprire un Betabar o qualcosa di analogo corrisponde a un periodo ipotetico dell’ impossibilità.
    Un saluto a tutti.
    Silvio Cazzante

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  14. Nedo Bronzi ha detto…
    Strana cosa è l’animo umano. Quando una persona ha la voglia e il coraggio di affrontare un argomento importante, di interesse comune, quando insomma uno mostra la volontà di fare una riflessione con gli altri e di iniziare a parlare, invece di essere ringraziato viene aggredito. Quindi prima di tutto grazie Emmanuele per quanto hai proposto e sul quale solleciti un confronto di idee. Per fortuna leggo e vedo che ci sono persone con le quali si può intavolare con serenità un discorso anche se le visioni possono divergere; ringrazio anche loro. In particolare rilevo quanto detto da Enrico Gori e mi ritrovo specificatamente nel pensiero di Luca Trabucco.
    Mi è piaciuto segnatamente l’approccio politico ma apartitico cosa che invece si rileva strumentalmente negli interventi successivi.
    Per sapere di cosa si parla occorre sforzarsi, come cittadini, come appartenenti alla comunità, di conoscere le varie componenti dell’iniziativa, le opportunità e i problemi.

    Il Beta Bar è prima di tutto un progetto che vede finalmente un gruppo di ragazzi impegnati a interpretare quel ruolo di responsabilità che li può portare ad intraprendere la strada giusta per divenire domani adulti migliori.
    Nasce dall’incontro di idee, aspirazioni, sogni di un gruppo di ragazzi e persone che in tutto questo ci hanno creduto.
    Come una persona che nasce piccola piccola, che ha bisogno di assistenza, che inizia a parlare ed a camminare stentatamente e chiede l’aiuto degli altri per imparare ed apprendere la vita, così questi ragazzi stanno agendo.
    Il sogno, l’aspirazione ora si è concretizzata, la responsabilità che hanno assunto li ha portati ad incontrare le necessità degli altri. Le necessità di chi frequenta il bar, ma anche i bisogni delle persone che stanno intorno al Parco Pubblico. Questi ragazzi cercano il rispetto e offrono il rispetto per gli altri. Per poter esercitare questo riguardo hanno incontrato e vogliono assolutamente l’aiuto delle persone che abitano intorno al parco. Vogliono sapere cosa disturba, cosa da noia e come correggersi. Vogliono che chi frequenta il bar interpreti la loro “filosofia”,così l’hanno definita.
    Desiderano che i ragazzi, la gente del bar si diverta coscientemente; l’uso dell’alcol, che è un problema della società e non del Beta Bar, è trattato con attenzione. Sono stati anche introdotti cocktail analcolici, vecchie bibite (la cedrata Tassoni, il Chinotto). Al Beta si gioca al calcetto e Ping Pong e non ai Video giochi o peggio ai videopoker. Al Beta si incontrano tutti i ragazzi di Terranuova, quelli “dell’Oratorio” e quelli no.
    Questi giovani hanno incontrato le forze dell’Ordine, i Carabinieri, il Vigili, il responsabile del SERT, lo psicologo dell’ASL per conoscere e farsi conoscere. Hanno progetti di inserimento di persone con handicap, incontri pubblici con i vigili per conoscere i pericoli della guida in stato non pienamente cosciente. Mettono a disposizione la propria struttura perché i bambini del CIAF ed i loro assistenti,i pomeriggi, attualmente, e prossimamente le mattine d’estate possano venire lì a fare la propria attività (compiti e giochi).
    Concludo, se mi è permesso (non potevo esimermi), con un piccolo inciso politico che non vuole essere una difesa d’ufficio dell’amministrazione, ma vorrei ricordare a tutti (con buona pace per i più agguerriti) che il Betabar è un progetto voluto e sostenuto da alcuni attuali amministratori (così tanto denigrati in alcuni interventi). Esso è nato dall’incontro di idee, aspirazioni, sogni di un gruppo di ragazzi e persone che in tutto questo hanno creduto. Mi sembra ingeneroso o strumentale dire che le “cose a Terranuova sono peggio” e “che questo è un argomento mal gestito dagli amministratori”. Sono d’accordo sul fatto che il PPA necessiti di una profonda revisione, è un luogo che serve a Terranuova e che il Valdarno ci invidia, con il contributo di tutti sono sicuro che le soluzioni potranno venire.
    Un saluto cordiale
    Nedo Bronzi

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