martedì 11 maggio 2010

C'é luce in fondo al tunnel?


Alcuni accadimenti degli ultimi mesi ci hanno riportato alla mente un costume che ormai pensavamo, o forse ci eravamo illusi, di esserci lasciati alle spalle: il ricorso alla corruzione di politici e funzionari da parte di imprenditori e affaristi.

Ormai le cronache dei quotidiani nazionali sono piene di notizie che richiamano alla mente il periodo (buio) di tangentopoli. Come non rimanere increduli di fronte alla notizia del politico pugliese che dopo aver incassato centinaia di migliaia di euro di tangenti e ricevuto regali di ogni genere, da capi di abbigliamento firmati a “escort” di lusso, chiama il “tangentaro” per farsi riportare un giubbotto di marca perché gli è stato rubato? Oppure di fronte alle immagini diffuse in internet che ci mostrano un politico lombardo (consigliere comunale) che si fa consegnare una tangente dentro ad un pacchetto di sigarette? o di intercettazioni di professionisti che concordano come gonfiare i prezzi degli appalti per ricavare fondi per tangenti e illeciti guadagni? o infine di imprenditori che 10 minuti dopo il terremoto in Abruzzo se la ridono pensando ai guadagni derivanti loro dalla ricostruzione? E questi sono solo i casi più eclatanti.

Ci risiamo, siamo di fronte ad una Nuova Tangentopoli? Da più parti se lo stanno chiedendo, opinion leader, giornalisti e comuni cittadini, mentre, nel gioco delle parti, i nostri politici si impegnano a smentire. Di sicuro c’è che l’esperienza di Tangentopoli non ha insegnato molto e di sicuro non sono state prese iniziative efficaci per combattere la corruzione nel nostro paese.

Ogni epoca ha il suo stile, chi era legato alle vicende di tangentopoli aveva instaurato un sistema di finanziamento politico/partitico parallelo a quello pubblico che serviva in parte per autofinanziarsi in parte, non di frequente ma con punte di eccellenza (famosi i tesori ritrovati a casa di qualche politico) per arricchire i protagonisti del malaffare. Dal finanziamento illecito al partito siamo passati al finanziamento illecito al privato.

Tutto questo genera da una parte una sfiducia dei cittadini verso le istituzioni che sfocia in punte di astensionismo mai riscontrate nel nostro paese come quelle delle ultime elezioni regionali, dall’altro alimenta il senso di impotenza e la voglia di gettare la spugna.

Che fare? Non sono tra gli iscritti al partito “ di chi vuol buttare il bambino e l’acqua sporca”, non condivido chi fa dell’astensionismo uno strumento di protesta, non sono tra coloro che vede nei partiti tutto il male possibile (fino a questo anno sono stato iscritto ad un partito).

E’ compito dei partiti e delle istituzioni ricreare fiducia nei cittadini e quindi le giuste condizioni per il vivere civile. Intanto si potrebbe partire da due o tre cose semplici, che forse proprio perché lo sono sembrano troppo banali da affrontare, ad esempio:

- Restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni. Sarebbe interessante chiedere ai rappresentanti locali nelle istituzioni nazionali e regionali (che sono quelle dove sono state abolite le preferenze) cosa pensano al riguardo e chiedergli un impegno comune in tal senso;

- Fare quelle riforme istituzionali che sono condivise oltre che da ampie maggioranze parlamentari anche dalla gran parte dei cittadini (diminuzione del numero di parlamentari, riforma dello stato in senso federalista/solidarista etc..);

- Rivedere il sistema di finanziamento pubblico ai partiti che dopo essere stato fatto uscire dalla porta con un referendum è stato fatto rientrare dalla finestra (con gli interessi) mascherato da rimborso elettorale ai partiti;

Fare delle leggi severe per i reati di corruzione. Perché da mesi si parla di un Disegno di Legge Anticorruzione senza che questa discussione abbia ancora portato ad una conclusione? Su molte materie ormai si procede a suon di decreti legge, non sarebbe forse il caso di approvare con quello strumento anche questo pacchetto di norme? non vi sono forse a questo punto la necessità e l’urgenza propri del Decreto?
Paolo Bizzarri

7 commenti:

  1. Paolo è stato fin troppo elegante... ma è inutile girare intorno ad un tema cruciale: i nostri parlamentari (e i consiglieri regionali) non solo ELETTI (come vorrebbero gli articoli 56 e 58 della Costituzione) ma sono NOMINATI dai partiti. Il fatto che un candidato si presenti alle elezioni con la CERTEZZA ASSOLUTA di essere "eletto" perché il suo partito lo ha voluto tra i primi della lista non è degno di una democrazia.
    Così il parlamento si riempe di affaristi, incompetenti, raccomandati, mogli, amici, amici degli amici e delinquenti...
    Questo non è disprezzo per la politica. E' amore per la democrazia. Che significa scegliere. Fate voi, ma io continuerò ad astenermi da questa farsa e VOTO SOLO AI REFERENDUM.

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  2. Temi importanti su cui con piacere dico la mia.
    La possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni. Tra le diverse soluzioni possibili (e che forse devono essere diverse tra livello nazionale, regionale e locale) quello che non è accettabile è la fuga in avanti demagogica come è successo in Toscana, tutti consenzienti. Oltre all'errore la beffa, i costi di finte e inutili primarie. Serve un movimento che porti in agenda del nuovo consiglio l'esigenza di cambiamento.
    Sulle riforme istituzionali sono abbastanza scettico che si trovi, oggi, la quadra. Contano molto le divergenze tra i partiti ma anche quelle nei partiti. Nessuno è in grado di sedersi ad un tavolo e negoziare sapendo di esprimere l'orientamento del suo partito.
    Sul finanziamento pubblico, l'esigenza che io avverto è di stringere la cinghia (mentre invece viene comunemente e unanimemente allargata). Lo strumento per farlo sono i regolamenti. E poi mi domando: ma Camera e Senato non hanno il Patto di Stabilità o i vincoli di riduzione di tutti gli altri Ministeri? Peccato...
    Sui reati di corruzione bisogna essere più precisi. Le leggi ci sono e forse addirittura danno eccessiva discrezionalità applicativa. Occorre: che la pena sia successiva alla condanna e non preventiva o mediatica. Oltre che una questione di civiltà giuridica è puro uno stimolo ai magistrati ad essere più sicuri e precisi nelle accuse. Occorre proprio per questo, perchè la pena sia reale, che i processi non siano biblici, che comporta anche di evitare inchieste che inglobano altri 2-3-4 filoni di indagine e di accuse....poi è ovvio che finisca tutto nel porto delle nebbie.
    Principalmente occorre, a mio parere, una definizione di costi standard. Se come sembra sia accaduto per la ricostruzione di una sede di un importante ente pubblico danneggiata dal terremoto, il costo sia di 13.000 euro a mq. è chiaro che aveva ragione il navigato Andreotti quando diceva "A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca".

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  3. Certo Francesco la lista potrebbe essere ancora più lunga, ma il voto va espresso, magari scheda bianca o nulla, ma a votare si va.
    Condivido quanto detto da Ettore, ma il fatto che qualcuno abbia deciso di porre all'ordine del giorno di governo e parlamento un pacchetto di norme anticorruzione proponendo pene più severe e divieto (assoluto?) di ricandidarsi per chi ha subito condanne per corruzione e mafia mi fa pensare che forse delle lacune ci sono.
    Paolo Bizzarri

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  4. Perdonami Paolo, te lo chiedo senza intenti polemici e anzi rallegrandomi di fare quattro passi insieme in questa piazza virtuale: alla luce delle ottime cose che hai scritto, non credi che nei mesi successivi al dicembre 2008 avresti potuto esercitare con più incisività e meno acquiescenza il tuo ruolo di consigliere comunale? Un caro saluto.
    Silvio Cazzante

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  5. Caro Silvio, conoscendoti, avendo letto con attenzione la tua "osservazione" in uno degli ultimi consigli comunali della passata “consigliatura” e leggendo con piacere quanto da te scritto nelle scorse settimane devo dire che questa domanda da te me la aspettavo, mi fa piacere e mi da modo anche di dire alcune cose che forse ho avuto per troppo tempo, passami il termine, sul “gozzo”. Accetto quindi volentieri l’invito a fare quattro passi con te in questa piazza virtuale. Devo dire che su quanto successo alla politica terranuovese nei mesi a cavallo tra dicembre 2008 e marzo 2009 ho riflettuto molto (e c’ho capito poco), col senno di poi ti devo dire che avrei agito in maniera differente (anche se non ritengo di aver agito con acquiescenza), forse sarebbe stato giusto rassegnare le dimissioni dal gruppo consiliare di cui facevo parte. In quel momento preferii che la linea che avevo sempre tenuto rimanesse all’interno del PD (anche se ne parlavo con chi mi chiedeva un parere in strada o in piazza, non virtuale) senza però esternala pubblicamente o, più correttamente, nelle sedi Istituzionali, è questo l’errore che a posteriori mi duole di più. Io credevo fermamente che chi si assumeva la responsabilità politica (politica, solo e soltanto politica) di certi comportamenti dovesse trarre una conseguenza con una forte valenza politica. Siccome il Sindaco, che io sostenevo, quella responsabilità politica se l’era assunta, egli avrebbe dovuto trarne la “logica” (secondo me) conseguenza e quindi non si sarebbe dovuto ricandidare. Questo, che era il mio pensiero, lo dissi a lui personalmente, alla commissione che il PD aveva creato per sondare gli umori degli iscritti e ad una riunione del PD dove furono rese noti i risultati di quei colloqui.
    Non condividendo la scelta del partito non mi sono ricandidato, non ho avuto un ruolo attivo alle passate elezioni amministrative con nessuna delle liste e non ricopro nessun ruolo né nel partito né nell'amministrazione o in altre sue branchie. Altri amici hanno fatto scelte differenti, li rispetto, li stimo, io non me la sentivo, ho preferito tornare ad impegnare il mio tempo libero nel mondo dell’associazionismo ed in particolare in quello sportivo, oltre che in famiglia naturalmente.
    Sai quanto a me piaccia la politica e lo spirito di servizio che ritengo aver messo in dieci anni passati in consiglio comunale, non so se l’ho fatto bene o male e non sta a me dirlo, posso dire che l’ho fatto in dei momenti con maggiore entusiasmo in altri meno. L’ho ritenuta una esperienza gratificante per il contatto con la gente e di grande accrescimento personale. Ritengo di aver pagato a caro prezzo colpe non mie, la cosa che più mi fa pensare, e che mi fa essere d’accordo con te, è che mi sembra di essermi assunto la responsabilità politica che ritenevo si dovesse assumere altri.
    A presto. Un saluto, Paolo Bizzarri

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  6. «Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre... Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…».
    Caro Paolo, tu sai che io detesto la retorica. Ma leggere le tue parole e andare a ricercare questo passo di Sciascia è stato tutt’uno. Chapeau. E un abbraccio.
    Silvio

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  7. http://www.youtube.com/watch?v=dyjc5N6sepU

    tutto il resto è noia e non ti ho detto gioia.......

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