Quasi come una telenovella, la crisi dentro alla Pdl si consuma a puntate giornaliere. Fini rilascia dichiarazioni e compie determinate mosse, lo stesso fa Berlusconi. Sembrano lontani i tempi in cui quest'ultimo dichiarava apertamente il suo amore per l'ex missino al ballottaggio per essere eletto sindaco di Roma. Sono lontani anche i tempi in cui i due andavano d'amore e d'accordo sui programmi. Perchè non sbagliamoci, ci sono stati! Oggi che sta succedendo? Quali sono state le ragioni della separazione? (non del divorzio che sacrificherebbe l'ex An sull'altare mediatico del Cavaliere).
Pian pianino si delineano, e sembra che Fini non diverga tanto sui contenuti, quanto sugli assetti di potere del governo. Insomma su molte questioni è lontano quanto Berlusconi da posizioni che potrebbero essere concilianti con quelle del centro sinistra e quindi utili per fare riforme condivise. E allora ecco che il maggiore peso della "questione nordista", rinvigoritasi dopo le elezioni regionali, è il vero motivo d'allerta per il Presidente della Camera e i suoi seguaci. Il pericolo di perdere pezzi di elettorato al Sud ha allarmato i dissidenti della Pdl.
Di fatti il dibattito di questi giorni non offre spunti interessanti di alta politica, proposte per innovare il paese, per rilanciarlo in senso democratico. Piuttosto continua la rissa iniziata la scorsa settimana alla direzione del partito, del Popolo, tra Berluscones e Finiani. Uno spettacolo squallido in cui tutti interrompevano tutti senza il minimo rispetto per l'opinione dell'altro.
Ma giustamente gli stessi dichiarano di essere un Popolo ed in quanto tale sposano comportamenti da mercato e non da partito!
Ebbene la vicenda alla fine potrebbe avere diversi epiloghi e su questi giornalisti e politologi improvvisati si divertono a montare e smontare schieramenti e allenze.
La questioni invece potrebbe essere decisiva se solo Fini riuscisse a trovare la strada giusta. Quella che nei contenuti rappresenti una novità, una destra europea: democratica e moderna, e che nello stesso tempo nei metodi condivida le riforme necessarie per il paese con la maggior parte delle forze politiche. Una destra che contribuisca a rendere normale anche l'Italia cacciando il populismo e i toni eccessivi della seconda Repubblica.
Pian pianino si delineano, e sembra che Fini non diverga tanto sui contenuti, quanto sugli assetti di potere del governo. Insomma su molte questioni è lontano quanto Berlusconi da posizioni che potrebbero essere concilianti con quelle del centro sinistra e quindi utili per fare riforme condivise. E allora ecco che il maggiore peso della "questione nordista", rinvigoritasi dopo le elezioni regionali, è il vero motivo d'allerta per il Presidente della Camera e i suoi seguaci. Il pericolo di perdere pezzi di elettorato al Sud ha allarmato i dissidenti della Pdl.
Di fatti il dibattito di questi giorni non offre spunti interessanti di alta politica, proposte per innovare il paese, per rilanciarlo in senso democratico. Piuttosto continua la rissa iniziata la scorsa settimana alla direzione del partito, del Popolo, tra Berluscones e Finiani. Uno spettacolo squallido in cui tutti interrompevano tutti senza il minimo rispetto per l'opinione dell'altro.
Ma giustamente gli stessi dichiarano di essere un Popolo ed in quanto tale sposano comportamenti da mercato e non da partito!
Ebbene la vicenda alla fine potrebbe avere diversi epiloghi e su questi giornalisti e politologi improvvisati si divertono a montare e smontare schieramenti e allenze.
La questioni invece potrebbe essere decisiva se solo Fini riuscisse a trovare la strada giusta. Quella che nei contenuti rappresenti una novità, una destra europea: democratica e moderna, e che nello stesso tempo nei metodi condivida le riforme necessarie per il paese con la maggior parte delle forze politiche. Una destra che contribuisca a rendere normale anche l'Italia cacciando il populismo e i toni eccessivi della seconda Repubblica.
Giacomo
Fini è un politico scaltro. Ma più che altro è un furbetto. Ha camminato a braccetto con Berlusconi per 15 anni in cui ha permesso al suo Leader di fare tutte quelle azioni politiche che oggi gli rivolge come critica: Leggi ad personam e condizionamento spudorato dell'informazione. Oggi lo attaccano, vede la Lega superarlo in popolarità e consensi e si sente sfuggire la prossima leadership post-Berlusconiana.
RispondiEliminaTutto questo fra il gongolamento generale di chi è antiberlusconiano da sempre, di coloro che votano Pd e Idv e godono nel sentire Fini attaccare il Supremo pensando sotto sotto "Finalmente, senti bravo questo!". Senti bravo chi??? Uno che è stato a braccetto con Silvio per 15 anni e condiviso tutte le sue politiche? Il bello è che, nell'antagonismo a Berlusconi, sembra più bravo Fini di Bersani e Di Pietro.
Personalmente Collegi uninominali e difesa della Costituzione sono le due battaglie che condivido col furbetto ex AN. Per il resto, lo ripeto, mi sembra tanto un furbetto, ed i suoi ex colonnelli dei veri tirapiedi del Capo.
Ma gli elettori Pdl da che parte stanno?
l'argomento della questione interna al PDL è interessante e credo che potrebbe essere di stimolo per la disussione tra le diverse parti politiche. Purtroppo devo rilevare che, a differenza delle caratteristiche tipiche degli articoli del blog, questo post usa un tono un po' troppo "giudicatorio" che non lascia spazio alla dialettica bensì le tarpa le ali. Peccato ...
RispondiEliminaPurtroppo anche io devo constatare che le conclusioni che traggono gli amici del blog sono già fatte: Berlusconi è un ducetto populista, Fini è un tirapiedi che ora si è accorto che sta per perdere potere e i milioni di italiani che hanno votato PDL sono dei bischeri!
RispondiEliminaMi dispiace ma non è così!
Io non ho la verità, ma da iscritto vi posso dire alcune cose.
1. Il PDL è un partito/movimento giovane formalmente, ha appena un anno di età, ma nel suo popolo/elettorato di riferimento è vecchio di 50 anni! Egli fa riferimento a tutti gli italiani moderati che votavano DC e PSI, che non hanno mai dato credito alla sinistra comunista, poi diessina, etc.
2. Il PDL è un partito non strutturato dalla base ed infatti gli scossoni che ci sono stati sono causati dagli ex AN che non si sono voluti fondere nel PDL ma, assieme a Fini, hanno voluto marcare le distanze, fino ad arrivare alla figuraccia della mancata presentazione delle liste a Roma, etc
3. Fini è un "fine" politico ma che in ambito di scelte strategiche per la sua destra non ha mai avuto successo. Basti pensare a quanto si alleò a Segni e formò l'elefantino (chi se ne ricorda?) Ma poichè il bacino elettorale di Fini interessava per ovvi motivi a Berlusconi, l'ex monarca assoluto di AN non ci ha pensato un attimo a salire nel carro del futuro vincitore, ovviamente con un programma politico-elettorale.
4. L'ultima osservazione che faccio è forse la più importante: nessuno ha detto che quella della direzione del PDL è stata, seppure sofferta, uno dei pochi momenti di vera democrazia e di dibattito politico trasparente che milioni di cittadini hanno potuto vedere e ascoltare. Senza filtri! E attenzione, è stato il primo momento in cui Berlusconi ha dovuto confrontarsi in diretta con un oppositore. E' chiaro che questo ha dato noia ai depositari della democrazia del PD e ai suoi referenti nei giornali di riferimento (La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera). Non a caso il ns Giacomo del blog dice "Uno spettacolo squallido in cui tutti interrompevano tutti senza il minimo rispetto per l'opinione dell'altro."
Leonardo Lucacci
A mio parere, il fatto che l'autore dell'articolo esprima chiaramente la sua posizione non rappresenta un peccato giornalistico. Credo che questo blog abbia più volte dimostrato di essere slegato da ogni vincolo o vicinanza partitica (non mi sembra sia la voce di nessuno, se non quella di un gruppo di ragazzi che stanno provando a tirar sù un' AGORA' POLITICA davvero interessante) e se a volte qualche post esprime opinioni di parte (quello di questa settimana non è certo il primo!) credo sia un approccio ugualmente valido alla discussione che, Leonardo Lucacci ha colto pienamente rispondendo con le sue opinioni.
RispondiEliminaPersonalmente concordo in pieno con Leonardo nel suo quarto ed ultimo punto. La discussione all'interno del PDL io l'ho vista molto positivamente. C'era qualcosa di molto democratico in quelle scenate che a me sono piaciute. Erano all'interno di un partito. Dove è giusto e bello che ci sia dibattito, anche acceso. Vedremo che fine (politica) faranno i ribelli. Ma se dentro al partito rimarrano voci alternative al capo sono linfa democratica. Che a Sinistra devono ancora imparare a fare, visto che vorrebbero imbavagliare l'unico bono che c'hanno: VENDOLA. Poeralloro!
Io ho visto ed ascoltato, in diretta su Sky, tutti gli interventi della Direzione del PDL e almeno che qualcosa non mi sia sfuggito o non sia stato trasmesso ho visto ed ascoltato solo due differenti cose:
RispondiElimina• gli interventi di elegia del Capo, cioè tutti (escluso Fini);
• l’intervento di netto dissenso interno di Fini.
non mi sembra si possano riscontrare altre forme di discussione aperta.
L’unico momento di criticità è dialettica aspra è stato l’intervento di Fini e la replica di Berlusconi. E’stato durante questi interventi che si sono registrate le interruzioni e la “mancanza di rispetto”.
Il fatto che sostenitori ed iscritti della destra portino ad esempio ed esaltino questo momento come riferimento della democrazia e del dibattito interno al partito la dice lunga di come sia in effetti strutturato il movimento che fa riferimento al PDL e di come in verità ci sia la voglia di dimostrare all’esterno che in fondo ognuno può dire liberamente “quello che vuole” nel partito.
La mia umile visione della cosa è che sono molto preoccupato se una persona come il Presidente della Camera, esprime un disegno politico che parla di valori di una destra moderna, riformista attenta alle Istituzioni all’unità Italiana ed alle necessità sociali in contrapposizione di un movimento popolare esclusivamente basato sulla leadership della Capo del Governo, attento solo al mantenimento del potere fine a se stesso che tiene in considerazione molto di più (anzi esclusivamente) l’alleato Lega con i suoi fini autonomisti e scissionisti, che non i cofondatori.
Sono preoccupato proprio perché nell’attualità la Sinistra ed i vari movimenti di opposizione, non mostrano le capacità di aggregazione su temi che invece rappresentano i valori veri del pensiero alternativo alla destra, come il lavoro, la scuola, l’economia, la cultura, la sanità, l’uguaglianza (anche e soprattutto di fronte alla Legge), le immense virtù della nostra Costituzione, l’unità del Paese, per dirne solo alcuni.
Un saluto a tutti
Nedo