martedì 6 aprile 2010

Terranuova: una lettura dei risultati elettorali.

I numeri sono numeri. Questo è certo. Ma per analizzare correttamente i risultati di una tornata elettorale non basta leggere i numeri i maniera asettica; è necessaria un’analisi completa del voto, prendendo in considerazione i flussi elettorali nel breve e nel lungo periodo, e soprattutto è importante saper incastonare i risultati all’interno del periodo storico-politico in cui sono stati espressi.

Come fare a leggere il risultato elettorale di un comune medio-piccolo come quello di Terranuova e capire come sono cresciute o calate le preferenze per i partiti presenti nella competizione?

I voti espressi alle elezioni Regionali sono essenzialmente voti puri, dove la propensione al cosiddetto “voto utile” è ridotta al minimo ma che risentono, più che delle questioni legate al livello regionale, del clima politico nazionale e locale. Stesso ragionamento che, più o meno, si è soliti fare per le elezioni europee. Ed è per questo ritengo sostanzialmente corretto, anche se non sufficiente, prendere come riferimento nella lettura comparata del voto per le Regionali 2010 il voto espresso alle Europee 2009.

Non credo sia sufficiente prima di tutto perché le Europee del 2009, a Terranuova, sono state fortemente condizionate dalla accesa competizione locale per il voto delle amministrative e perché la lettura di un flusso elettorale non può non prendere in considerazione un arco temporale che comprenda l’intera legislatura per cui si vota. Come vedremo, infatti, il voto del 28 e 29 marzo ha sostanzialmente riportato le due aree di centro-sinistra e centro-destra ai livelli di cinque anni fa (in realtà qualche voto in più al centro destra e qualcuno in meno al centrosinistra) che erano stati “sfalzati” dalle elezioni del 2009 (dove si votava contemporaneamente per europee, provinciali ed amministrative).

Analizziamo tre elezioni quindi: Regionali 2005, Europee 2009, Regionali 2010.

Le prime che si sviluppano in un periodo storico in cui non esistevano ne PDL ne PD ma dove si presentavano due forze del Centro destra (Forza Italia e Alleanza Nazionale) e una forza unitaria del centro sinistra (L’Ulivo). Eravamo agli sgoccioli del governo Berlusconi, con l’Ulivo in grande ascesa e dove pochi mesi dopo sarebbe stato eletto leader Prodi con le partecipatissime primarie, prima di vincere le elezioni nel 2006.

Mentre le Europee del 2009 erano contemporanee alle amministrative e il risultato delle urne Terranuovese è stato fortemente condizionato dal clima per la conquista della poltrona di sindaco.

Proviamo a dare una lettura dei flussi elettorali analizzando i risultati dei vari partiti:

PD

Nel 2005, come detto, il PD non esisteva ancora. Il suo corrispettivo, l’Ulivo (composto da DS e Margherita che per l’occasione decisero di correre uniti) ottenne, nel comune di Terranuova, il 51,5%. Mentre nel 2009, alle Europee, il PD conquistò solo il 36,2% dei voti. La dimostrazione che questa defezione era condizionata dalla competizione per le elezioni del sindaco e non da un distaccamento del popolo di centro sinistra nei confronti del maggior partito di quest’area l’abbiamo avuta con queste regionali dove il PD è risalito fino al 41,8% dei voti. Certo, è senz’altro vero che passare dal 36,2% del 2009 al 41,8% del 2010 è un risultato molto positivo, non tanto per dimostrare che si è guadagnato ma perché si è capito che quei voti non erano persi definitivamente ma solo “temporaneamente”, ma qualcuno osserverà che comunque il 41,8% di quest’anno non è il 51,5% di 5 anni prima. Dove sono quei voti? Il dato più rilevante che in parte spiega la differenza tra Ulivo 2005 e PD 2010 sta nell’ascesa dell’IDV che a Terranuova passa dallo 0,9% del 2005 al 9,4% del 2010.

PDL

L’andamento nelle tre elezioni del Popolo delle Libertà ci conferma ancora una volta quanto erano evidentemente condizionate dalle vicende locali i risultati delle europee dell’anno scorso.

Forza Italia + AN nel 2005 avevano ottenuto a Terranuova il 26,8% (18,1 + 8,7) passando ad un sorprendente 34,2% alle europee del 2009 sotto il simbolo del PDL, per poi tornare con le Regionali del 2010 al 26,8%, esattamente lo stesso risultato di 5 anni prima.

Il fatto che PDL alle europee 2009 abbia ottenuto a Terranuova il risultato più alto rispetto a tutti gli altri comuni la dice lunga sull’influenza che può aver avuto la contemporaneità con le elezioni amministrative.

La brutta notizia per il PDL, casomai, è che quei voti che aveva conquistato nel 2009 e che probabilmente sperava di mantenere almeno in parte, li ha ripersi tutti alle Regionali di un anno dopo. E questo nonostante schierasse come capolista un Terranuovese.

Anche nel caso del Centro destra comunque è da registrare la forte ascesa della Lega che passa dall’ 1,7% del 2005 al 3,6% del 2009 e arriva addirittura al 6,3% nel 2010. Se nel 2005 erano stati 101 i terranuovesi a votare Lega oggi sono 348. Un dato importante che necessità un approfondimento al quale ci dedicheremo nelle prossime settimane.

In realtà il dato politologicamente più interessante è ancora quello legato al forte astensionismo. Anche a Terranuova si è passati da un’affluenza alle Regionali del 2005 del 75,2% ad un misero 65,3% in linea con il dato di tutta la Toscana. 5.493 voti validi su 9.717 aventi diritto al voto: ben 4.224 voti non espressi (incluso bianche e nulle). Considerando fisiologico un 10-15% di astensionisti cronici rimangono lo stesso almeno 2.500 (duemilacinquecento) Terranuovesi che hanno preferito non votare. Sicuramente un numero su cui riflettere.

Attraverso questi dati si possono fare alcune riflessioni su come escono i partiti del nostro paese da queste elezioni:

1) Il PD terranuovese ha saputo cancellare la brutta performance dell’anno scorso e riconquistare una parte dei suoi elettori. Insomma, quei voti persi l’anno scorso non erano persi definitivamente, era stata una scelta di campo condizionata dal livello locale che, di rimbalzo, aveva spostato voti anche sulla scheda delle europee. Nonostante questo resta comunque il fatto che una parte importante di chi cinque anni fa votava ULIVO si è probabilmente spostata verso l’Italia dei Valori. Come Centrosinistra il risultato è leggermente inferiore ma forse non si è riusciti ad eguagliare il risultato di 5 anni fa a causa del diverso momento politico a livello nazionale.

2) Il PDL terranuovese si è riattestato sui livelli delle regionali di cinque anni fa, senza riuscire a dare seguito al risultato clamoroso dell’anno scorso. La fidelizzazione di chi gli ha dato fiducia nel 2009 non c’è stata. Tradurre i buoni risultati ottenuti alle amministrative, dove si vota le persone, in voti alle regionali, dove si vota il partito, non è affatto automatico, nemmeno quando è presente un candidato locale come capolista. Il centro-destra guadagna comunque qualcosa ma grazie ai voti ottenuti dalla Lega.

3) La Lega e l’IDV stanno prendendo sempre più campo a livello locale e rappresenteranno nel prossimo futuro forze sempre più importanti anche a Terranuova, soprattutto se riusciranno a radicalizzarsi sul territorio.

4) L’UDC ottiene un buon risultato: il 7,7% sfruttando in questo caso a proprio vantaggio la presenza di un terranuovese in lista e migliorando il voto degli anni precedenti: 4,2% nel 2005 e 5,2% nel 2009.


Non so chi possa permettersi di esultare di più dopo queste elezioni,.Forse La Lega (che però a Terranuova non c'è, chi esulta per loro?) e l'Italia dei Valori (ma quanto si è giovata del fatto che non era presente la lista di Beppe Grillo?). Quello che è certo è che nessun partito è riuscito ad attirare quei 2500 terranuovesi che hanno preferito non votare. E questa è una sconfitta di tutta la politica. O no?



Francesco


4 commenti:

  1. un accenno ai partiti minori potevate anche farlo...PRC è al 4%, SEL il 2,6...
    inoltre i 32 voti a FN: sono pochi ma sono anche dei fascisti, c'è da riflettere (e il loro candidato presidente è di Terranuova)...

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  2. Quindi da questa analisi si evince che il candidato sindaco del PDL era aggregante , mentre quello del PD era disaggregante . Ed anche che il centrodestra sommando PDL e Lega ha la quasi solita percentuale delle ultime europee . E questa è anche l'analisi fatta dai politologi del PD locale e riportata sui manifesti in via Roma , ma loro non se ne sono accorti .....
    "Anonimo"

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  3. Io penso che sul 6.7% preso dalla Lega il 3, 3 e mezzo sia da attribuire al PDL. Questi voti sono voti di protesta per come sono andate le cose a Roma e Milano...Quindi se al 26,8 aggiungiamo un 3% di voti pidiellini che sicuramente torneranno lì, e i voti dati SOLO a Monica Faenzi, che secondo me sono solo attribuibili al PDL (dato che la candidata era molto identificata con il partito) il PDL a Terranuova rimane sul 30, 31%, non allontanandosi tanto dalle europee in un elezione che storicamente lo vede in svantaggio.
    Io fossi nel PD mi continuerei a preoccupare...questi a Terranuova hanno fatto una cosa molto inusuale: hanno fatto un partito di centrodestra, o comunque alternativo alla sinistra. Era dai tempi della DC che non si vedeva...
    "Anonimo2"

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  4. Le analisi di Francesco e Tommaso, lucide come di consueto, mi portano a due considerazioni/domande, che giro agli autori.

    1)Visto il grande numero di astensioni, è presumibile che in futuro vi possa essere una mobilità del voto maggiore di quella altrimenti fisiologica. La situazione attuale mi ricorda, mutatis mutandis, gli anni a cavallo fra il 1989 e il 1992, quando il malcontento verso i partiti tradizionali aprì gli spazi alle prime affermazioni della Lega. C’ è secondo voi la possibilità che, da qui al 2013, nuovi soggetti politici riescano a rispondere a quel bisogno di rappresentanza che oggi rimane inespresso? O i voti che due settimane fa sono mancati all’ appello debbono essere considerati solo in libera uscita?

    2)In ogni caso mi colpisce constatare che a Terranuova, un Comune non certo incline a ribaltoni, le 2.500 persone che secondo Francesco hanno deliberatamente rifiutato di votare costituiscono già, dal punto di vista strettamente numerico, il maggiore partito.

    Silvio

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