martedì 25 settembre 2012

Un tetto alle spese della politica regionale


VISTO IL TERREMOTO POLITICO CHE PARTENDO DALLA REGIONE LAZIO STA ATTRAVERSANDO LA PENISOLA PASSANDO DI REGIONE IN REGIONE PROPONIAMO QUESTA SETTIMANA UN INTERESSANTISSIMO ARTICOLO DI ANDREA GARNERO RIPRESO DAL SITO www.lavoce.info CHE AVANZA INTERESSANTI PROPOSTE DI RIORDINO IN UN SISTEMA CHE AD OGGI APPARE INSOSTENIBILE.

UN TETTO ALLE SPESE DELLA POLITICA REGIONALE
di Andrea Garnero

Governare una Regione richiede grandi capacità e molto tempo, è quindi ragionevole attendersi una remunerazione relativamente generosa. Ma dai dati emerge una relazione negativa tra stipendi della politica locale, benessere economico e andamento del mercato del lavoro nel territorio. Tutte le Regioni hanno abolito i vitalizi, anche se a partire dalla prossima legislatura. Necessario imporre un tetto alle spese della politica regionale, e ammettere gli sforamenti solo se coperti da aumenti delle imposte nella Regione stessa.
Un anno fa, su questo sito (lavoce.info) avevamo analizzato la relazione tra le indennità dei politici regionali e le performance economiche del territorio governato. In particolare, avevamo sottolineato come gli emolumenti dei presidenti e dei consiglieri delle Regioni italiane non fossero legati ai risultati economici del territorio in termini di Pil pro capite, disoccupazione e occupazione. Al contrario, sembrava emergere una relazione negativa tra remunerazione dei politici locali, benessere e andamento del mercato del lavoro.
Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso?


UN COMPENSO CHE CAMBIA DA REGIONE A REGIONE
Per quanto riguarda le indennità dei consiglieri regionali (indennità netta con esclusione dei rimborsi a pié di lista e dei rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir + massimo rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir) il quadro è ancora molto variegato: si va dai 5.666 euro per i consiglieri emiliano-romagnoli ai 12.666 euro dei consiglieri lombardi.Dallo scorso settembre, dieci Regioni non hanno subito variazioni, mentre sette hanno ridotto i compensi. In particolare, Sardegna e Lazio hanno decurtato sia gli stipendi netti sia i rimborsi massimi di circa il 27 per cento. Al contrario ci sono stati aumenti leggeri nelle Marche, in Lombardia e in Abruzzo e un aumento di circa il 41 per cento in Piemonte dovuto all’aumento dei rimborsi forfettari massimi. (1)Le indennità variano notevolmente anche per i presidenti delle giunte regionali: si va dai 7.451 euro della Toscana ai 14.767 euro della Lombardia. Dal settembre scorso, dieci Regioni hanno lasciato le indennità e i rimborsi invariati, mentre otto regioni hanno ridotto gli emolumenti in particolare in Sardegna (-27 per cento) e in Piemonte (-17 per cento). Riduzioni più limitate sono state fatte anche in Valle d’Aosta, Lazio, Campania, Provincia Autonoma di Trento, Toscana e Marche. All’estremo opposto due Regioni del Nord: il presidente della provincia autonoma di Bolzano ha visto la propria busta paga aumentare del 26 per cento grazie a un incremento dello stipendio netto di oltre il 50 per cento contestuale a una riduzione dei rimborsi massimi. Il governatore della Regione Lombardia dallo scorso settembre ha avuto un aumento in busta paga del 25 per cento dovuto a un incremento dello stipendio netto, ma soprattutto a un considerevole aumento del rimborso spese massimo (che è legato in parte al costo della benzina, ma perché solo per il presidente?). (2)A distanza di un anno, quindi, l’analisi non cambia: tra le Regioni italiane non sussiste quella relazione positiva trabenessere economico dei cittadini (misurato attraverso il Pil pro capite) e lo stipendio dei parlamentari che è presente tra i diversi paesi europei. Al contrario, si trova una relazione negativa tra le indennità di presidenti e Pil pro capite 2009 (ultimi dati disponibili a livello regionale).
Nota: Indennità: indennità netta con esclusione dei rimborsi a pié di lista e dei rimborsi di cui alla lettera b  dell'art. 52 del Tuir + massimo rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir. Pil pro capite 2009, fonte Eurostat.

Se si confronta il livello delle indennità regionali al tasso di disoccupazione, la relazione è ancora più forte: le Regioni con il tasso di disoccupazione più alto sono anche quelle con l’indennità maggiore. Risultati simili si possono trovare guardando al tasso di occupazione.
Nota: Indennità: indennità netta con esclusione dei rimborsi a pié di lista e dei rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir + massimo rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir. Tasso di disoccupazione 2011, fonte Istat.

Governare una Regione richiede grandi capacità e molto tempo, è quindi ragionevole attendersi una remunerazione relativamente generosa. Tuttavia, comparando le Regioni italiane tra loro, si conferma anche quest’anno che le indennità dei presidenti e dei consiglieri non sono legate ai risultati economici del territorio (in termini di Pil pro capite, disoccupazione e occupazione). Al contrario, sembra emergere piuttosto una relazione negativa tra stipendi della politica locale, benessere economico e andamento del mercato del lavoro.

ABOLITI I VITALIZI

Inoltre, la crisi che riduce i redditi delle famiglie italiane, sembra non toccare le indennità della politica regionale. L’unico caso di taglio radicale ai costi della politica riguarda i vitalizi che sono stati aboliti in tutte le Regioni (ma a partire dalla prossima legislatura, salvo in Molise dove l’abolizione vale già per i consiglieri attuali). Per quanto riguarda le indennità, una minoranza di Regioni le ha ridotte marginalmente. Solo la Sardegna ha tagliato radicalmente gli emolumenti sia dei consiglieri sia del presidente. Al contrario, alcune Regioni, pur parzialmente virtuose in termini di Pil e mercato del lavoro, come Piemonte e Lombardia, hanno aumentato le indennità rispettivamente per i consiglieri e il presidente.
lavoce.info ha proposto
 un decreto del Governo per mettere un tetto alle spese della politica regionale, consentendo ai Consigli di sforare solo utilizzando la propria autonomia impositiva, e quindi chiedendo i soldi direttamente ai propri cittadini attraverso maggiori tasse o minori servizi. Così facendo, forse, la relazione tra indennità e benessere del territorio sarà positiva e non negativa. E l’incentivo a lavorare per il bene della comunità non sarà solo morale, ma anche monetario.


(1) 
Dati della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome a settembre 2011 e settembre 2012. Variazione indennità netta mensile con esclusione dei rimborsi a pié di lista e dei rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir + massimo rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir. I dati riportati potrebbero non corrispondere ai valori dei cedolini reali, in quanto sono elaborati spersonalizzando il dato e prendendo a riferimento, per quanto riguarda il rimborso spese, il valore il massimo consentito.
(2) Dati della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle province autonome a settembre 2011 e settembre 2012. Variazione indennità netta mensile con esclusione dei rimborsi a pié di lista e dei rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir + massimo rimborsi di cui alla lettera b dell'art. 52 del Tuir. 

16 commenti:

  1. Questi partiti sono morti!! Ad ogni livello e di ogni coloro hanno dimostrato menefreghismo dei bisogni della gente. Continuano a gozzovigliare in faccia a tante famiglie italiane i difficoltà e operano in totale assenza della benché minima trasparenza nel loro mandato. Quando per qualsiasi ragione sia alza il primo velo si scoperchia un caso di Pandora.
    L'Italia e gli italiani meritano di meglio, ma non nuovi partiti, nuove ideologie o una nuova classe politica, gli italiani meritano la possibilità di essere parte attiva ed integrante della gestione della cosa pubblica nella massima trasparenza. Marco Bonaccini

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  2. Vaneggi. Senza classe politica è anarchia. Senza ideologie ci siamo già. Di nuovi partiti non c'è bisogno, basta farli funzionare nel modo corretto.
    Vorrei alzare un velo su Casaleggio, Grillo e quelli che tu credi siano gli uomini giusti per l'Italia.
    Quanto ridicolo perbenismo...
    "gli italiani meritano la possibilità di essere parte attiva integrante della gestione della cosa pubblica nella massima trasparenza". Ti rendi conto che è un'illusione e che deve esistere la rappresentanza?
    Io vi farei provare per una settimana a far girare il mondo come dite voi. Sono pronto a scommettere un braccio (perchè di soldi ne ho pochi) che brucerebbero i palazzi il terzo giorno.

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  3. Rispetto la tua opinione, Giacomo, e raccolgo la sfida. Il MoVimento è già attivo in tantissimi comuni e sta agendo in modo che la "rappresentanza" adempia il mandato che gli è stato affidato. Tutto questo con un filo diretto con i cittadini fuori dalle istituzioni, ma che sono la vera guida di un comune. Sui palazzi bruciati sorvolo, perché la classe politica che sta amministrando negli ultimi 20 anni ne ha fatte di tutti i colori, senza pudore e senza morale. Nessuno però si è sognato di andare a dare fuoco si palazzi. Sul programma ti rispondo nell'altro articolo. Marco Bonaccini

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  4. Meglio sono gli avvocati personali del Berlusca che, una volta eletti in parlamento, promuovono le leggi ab personam. Meglio è anche la Minetti, le ragazzine che si fanno trombare del premier dentro palazzo Grazioli, er batman che magna le ostriche vive con i nostri soldi, gli scudi fiscali, ecc.. E' questa la tua rappresentanza? Ma dai!!!!! Fai il serio Giacomo!!!

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  5. Meglio sono gli avvocati personali del Berlusca che, una volta eletti in parlamento, promuovono le leggi ab personam. Meglio è anche la Minetti, le ragazzine che si fanno trombare del premier dentro palazzo Grazioli, er batman che magna le ostriche vive con i nostri soldi, gli scudi fiscali, ecc.. E' questa la tua rappresentanza? Ma dai!!!!! Fai il serio Giacomo!!!

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  6. Meglio non è niente. Questa sembra la politica di Marte. Ma preferisco stare dove sto piuttosto che andare dietro al Giannini del 2000...

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  7. Condivido il senso di disgusto di Marco. Io personalmente temo che in realtà i partiti non siano in grado di modificarsi, di cambiare una realtà orribile e inconcepibile. Manca loro la lucidità e la volontà, e non vedono nemmeno il baratro verso cui sono diretti. Certo la situazione si evolve molto rapidamente e si sono aperte dinamiche molto interessanti (Renzi, Il centro-montiano). Comunque "Che fare" è un bel problema.
    Non capisco però l'ultima parte del ragionamento di Marco.
    Mettiamo, come è possibile se continuano così, che il M5S prenda tanti, ma proprio tanti voti. Un po' come è successo a Pizzarotti a Parma. Dovrebbe nominare sindaco, assessori, proprio come a Parma. E questa non è una nuova classe dirigente? Non è una nuova classe politica? Interessa poco se si chiama Movimento o Partito o pizza e fichi. Guardiamo alla sostanza. Serviranno regole e metodologie, speriamo un po' più aperte di quelle attuali del M5S. Io non credo che Pizzarotti a Parma sia sempre in assemblea permanente in piazza. Penso faccia quello che hanno sempre fatto i partiti nei loro momenti migliori, ascolto, confronto, dibattito. La democrazia, la trasparenza e la partecipazione non sono una piattaforma software, quello è solo un mezzo.
    A mio avviso, e credo che su questo condividiamo, il problema non è il necessario ricambio di classe dirigente, ma come opera, che regole segue. Trasparenza e partecipazione, vere, e serietà amministrativa queste per me dovranno essere le linee guida.
    A questo proposito, ho cercato sul vostro sito il Programma dei Cittadini di Terranuova. Posso essermi sbagliato ma non l'ho trovato. Credo, perchè l'ho letto in un comunicato stampa, che sia stato mandato a tutti i consiglieri, cioè ai partiti, che sarebbero quelli morti. Io sono un cittadino e non lo ho potuto leggere. Perchè?

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  8. La democrazia è necessaria. I partiti no.

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  9. Ma te devi stare dove stai, Picchi. Cioè in un partito che verrà spazzato via dal voto popolare, insieme a tutti gli altri.

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  10. Chiedo scusa per il piccolo inconveniente che ci ha colpito, il programma dei cittadini non è sul nostro sito per un problema tecnico che spero di risolva a breve. È stato creato con la partecipazione di chi spontaneamente ai banchini o per mail ha illustrato le sue idee e i suoi progetti. Sul Sindaco ti dico che un Pizzarotti non fa mai niente di esclusiva volontà sua, ma applica gli input che gli arrivano dalla gente. Marco Bonaccini

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  11. E certo Picchi, perchè voi siete la buona politica. Basta vedere che avete fatto nel lazio. Senza contare i bunga bunga, gli editti bulgari, le leggi ad personam, le figure di merda nei congressi internazionali, i ragazzi massacrati a Genova, eccetera eccetera eccetera...

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  12. Caro anonimo, rispetterò la volontà dei cittadini. Mentre tu godrai delle disgrazie altrui nell'ombra del tuo anonimato.
    Ah, la prossima volta firmati. Tu sai il mio nome, io non so il tuo. Non mi sembra così corretto.
    E dall'alto del tuo scranno prova a pensare che tu sei (sicuramente) uno di quelli che sbandierano che ci vuole il nuovo, le persone oneste ecc. ecc. in politica.
    Io ho 25 anni, non ho un soldo, e mi laureo a dicembre. E speri che venga spazzato via. Sono contento, io non ho bisogno della politica, mi farò da parte quando la politica non avrà più bisogno di me (forse non lo ha già).
    Saluti!

    Ps. Marco, ma se non fa NIENTE (parole tue) di volontà sua...che ce l'hanno messo a fare (!?!?!?!) E se 100 cittadini vanno a dirgli di impiccarsi, cosa fa si appende? Quanto siete faciloni...la politica è altro!

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  13. Scusa Giacomo, ma cercando di scrivere post non lunghissimi, probabilmente risulto poco comprensibile. Un Sindaco è un portavoce, un rappresentante eletto dal popolo per adempiere un determinato mandato, con delle idee, delle linee guida e dei progetti. Il programma deteona chiaramente le scelte da fare nella gestione del comune, per questo dicevo che non fa niente di testa sua, perché ha un mandato chiaro da rispettare. Ovviamente ci saranno sempre decisioni che escono dal mandato elettorale, ma li entra in gioco un filo diretto tra il Sindaco e la popolazione. Questa fase può avvenire in tanti modi, riunioni pubbliche, consultazione online, referendum consultativi o qualunque modo utile per condividere le scelte più importanti. Saremo anche faciloni, ma siamo cittadini che preferisco gestire una comunità nel rispetto della volontà della stessa, piuttosto che politicanti autoreferenziali come quelli attuali. Sono d'accordo con te quando dici che la politica è ben altro, lo vediamo con i nostri oggi tutti i giorni purtroppo. Marco Bonaccini

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  14. Purtroppo non mi convinci. Amministrare è un mix di decisione pubblica e partecipazione. Non sempre quello che vogliono dei gruppi organizzati (parlo dei cosiddetti stakeholders, che possono avere un ruolo debole, forte, marginale, importante a seconda dei casi) è quello che vuole la collettività.
    Aver studiato la partecipazione e la democrazia partecipativa mi ha insegnato una cosa. Che la decisione finale spetta alle istituzioni, perchè è su quelle che si regge la democrazia. Quindi un buon sindaco non può, non deve, far scaturire le sue decisioni solo e soltanto da quello che recepisce nelle pubbliche consultazioni (siano fatte con qualsiasi mezzo), ma deve saper giudicare, decidere, mettere in atto politiche pubbliche autonomamente. Consultare i cittadini è un mezzo, non un fine. Farlo passare come un fine è ipocrita e mi porta a dire che siete faciloni, perchè le vostre parole sono facili strumenti di propaganda, ma in realtà se si scava un po' sotto la superficie si scopre che non avete ragione per niente.

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  15. I ladri son ladri.
    Gli onesti onesti.
    Se un 25enne senza soldi che si Laurea a dicembre sceglie un partito di nani, troie, corrotti, batman e forminchioni evidentemente ha fatto male i suoi calcoli all'inizio.
    Puoi essere il cioccolatino più buono del mondo, ma se ti presenti senza un bel pacchettino non ti compra nessuno...

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  16. Bel ragionamento. Io il pacchetto lo scarto, la cioccolata la mangio. Bona nini!

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