martedì 4 settembre 2012

Italiani e greci: una faccia, una razza.


Estratto di un articolo di Luigi Pingitore pubblicato su L’ Indice dei libri del mese dello scorso mese di maggio.

[…] Da almeno tre anni la Grecia vive la tensione di un collasso economico che è innanzitutto perdita di contatto con i sogni di benessere europeisti. In un momento così spaventoso quello che si sta attivando nella penisola ellenica non è solo il risveglio di una coscienza sociopolitica, ma soprattutto di un immaginario filmico e artistico. […] La Grecia ha scoperto che l'orrore è a due passi da casa e non si stanca di raccontarlo. Quest'estate ho assistito all'assalto di un gruppo di ragazzi armati di telecamere e microfoni che si fiondava sulla massa di turisti che sbarcavano a Patrasso. Continuavano a ripetere un'unica parola – la crisi – mentre piazzavano microfoni sotto la bocca, allungavano pannelli per riflettere la luce, e registravano le espressioni dei turisti a metà tra lo stupito e l'irritato. Ponevano domande estremamente semplici e dirette: Erano al corrente della situazione economica della Grecia e del debito che la nazione ha contratto con l'Europa? Che cosa ne pensavano della posizione sempre più dominante della Germania verso le altre nazioni continentali?
Dopo qualche giorno abbiamo scoperto che si trattava di un collettivo di filmaker locali, nato sull'onda dei mille fermenti che stanno attraversando la Grecia e impegnato a realizzare un documentario sulla crisi. […]
            È così che la Grecia di oggi si presenta nella sua duplice veste. C'è il solito panorama infuocato che annienta ogni velleità pragmatica del mondo, ma c'è anche la furia che si incontra una domenica di fine 2011 per le strade di Atene, dove può capitare di imbattersi in un corteo di decine di migliaia di giovani. Guardarli significa entrare nel laboratorio delle nuove tensioni sociali che rischiano di dilagare, stritolando ogni angolo del mondo in cui la gioventù si sente minacciata dalle logiche implacabili del delirio neoliberista. La risposta culturale a questa violenza sociale è di grande energia. Impossibile non collegare l'immagine del collettivo di filmaker che realizza un lavoro a caldo sulla crisi e si tuffa, come nella migliore tradizione del documentario d'inchiesta, nel corpo vivo della realtà, con le altre immagini, quelle che ci arrivano dalla tv e da internet: scontri di piazza quotidiani, scioperi che tra il 2010 e il 2011 hanno paralizzato a più riprese la nazione e provocato già decine di morti. Impossibile non pensare che in molti casi si tratta delle stesse persone, che si tratta degli stessi giovani che impugnano alternativamente striscione e telecamera. Perché alla giovinezza che vede messo in discussione il proprio presente non restano molte armi: la libertà di protesta, sicuramente. E la libertà di creazione. Come se esistesse un rapporto diretto tra lo stato di crisi quotidiana e l’energia necessaria alla creazione. E quando, nella seconda metà degli anni novanta, l'Iran soffocato dalla teocrazia islamica cominciò a sfornare uno dopo l'altro registi del calibro di Kiarostami, Makhmalbaf o Panhai, sembrò evidente questo rapporto di profonda connessione. E l'Italia? L'Italia che affonda perché non produce nessuna reazione? C'era un ritornello che cadenzava il film di Salvatores Mediterraneo: italiani e greci: una faccia, una razza. Quel motto oggi pare trasformarsi in una tragica coincidenza se osserviamo lo scacchiere internazionale della politica su cui vengono registrati valori di borsa e indici economici. Eppure i due paesi, i due poli simmetrici della civiltà mediterranea, le due sponde opposte dello stesso mare, sembrano produrre reazioni culturali opposte. L'Italia sembra destinata sempre più a sprofondare nella propria spirale autoconsolatoria. Giornali, televisioni e altri media di informazione si contendono gli stessi protagonisti e le stesse facce della società politica, in una sorta di autodafé ininterrotto in cui la realtà sfuma costantemente nella sua distorsione, e in cui l'idea della colpa o della sua espiazione finiscono per perdere qualunque significato.

Luigi Pingitore

8 commenti:

  1. Nel frattempo 36 ragazzi, dipendenti-precari di un call center di Terranuova, la "Florence Business and Work", sono stati mandati a casa.
    Italiani e greci: una faccia, una razza.(http://valdarnopost.it/news/si-apre-il-tavolo-di-crisi-per-i-36-lavoratori-del-call-center-di-terranuova-incontro-in-regione-il-7-settembre).

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  2. Dice li prendano in comune a Terranova a fare l'assessori.

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  3. La crisi non finirà anche se Monti prova a sostenere il contrario e ci dovremo assestare ad un livello di vita più basso di quello che vivevamo fino a 10 anni fa perché i paesi emergenti corrono in avanti e vogliono anche loro partecipare al banchetto. La terra imploderà se non ci si da una calmata nei consumi. Europa, Cina e America devono mangiare meno, l'Africa un po' di più!!! E bisognerà abituarsi ad un riequilibrio mondiale della distribuzione delle risorse, perché non è giusto che il 10% della popolazione consumi il 70% delle risorse che la terra riesce a produrre, secondo perché alla Cine e all'India questo disequilibrio non va più bene e vogliono consumare anche loro. O ci si autolimita o scoppierà una terza guerra mondiale.

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  4. Ma a Terranova un c'è il movimento di grillo? Anche solo solo per buttarli tutti fuori.

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  5. Il MoVimento 5 Stelle a Terranuova esiste, ma non ho capito cosa intendevi nell'ultimo intervento...
    Marco Bonaccini

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    1. Credo che chi non si firma e sta dietro una definizione scontata come anonimo non dovrebbe nemmeno essere pubblicato. Che senso ha mandare lettere e commenti senza firma? Negli occhi bisogna guardare e farsi guardare negli occhi. Come si fa a rispondere ad un fantasma? Si può parlare di tutto ma bisogna comnoscere l'interlocutore. Ti ringrazio Marco Bonaccini per la tua firma in un momento anche critico per il tuo movimento, ma tu non ti sei tirato indietro firmandoti!

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  6. Bonaccini, e che contate di fare per ripulire Terranova? Come mai i grillini a livello nazionale sono sempre sui giornali e a Terranova con tutte le cose che succedono e una classe politica vecchia e compromessa voi non vi si sente?

    Poi oh, se uno anonimo non offende nessuno ma ravviva il dibattito perchè non dovrebbe essere pubblicato? Poi uno che si firma Mario è come se si firmasse cip e ciop, sai cosa cambia.

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  7. A parte che non lo ritengo un momento critico per il MoVimento, rispondendo a Mario.

    Ti posso assicurare che di comunicati stampa ne abbiamo fatti, anche se gli ultimi sono caduti nel vuoto, purtroppo. A Luglio abbiamo lanciato l'iniziativa del Programma dei Cittadini, un modo per coinvolgere la comunità di Terranuova a partecipare alla vita del paese in modo attivo.

    La vera questione da porre è cosa tutti noi possiamo fare il nostro comune, lei compreso. Che può fare per il proprio comune?

    Tutti i giovedì al bar Millennium alle 21:15 facciamo un incontro, venite a trovarci.

    Concludo che il prossimo comunicato stampa dovrebbe essere pronto oggi, spero riesca ad avere visibilità, eventualmente www.terranuova5stelle.it
    Marco Bonaccini

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