martedì 24 gennaio 2012

IL DECRETO LIBERALIZZAZIONI

Tra mille proteste e tirate di giacca il governo Monti ha varato un proprio piano di liberalizzazioni.

Sembra un provvedimento completo, che ne ha per tutti: dalle farmacie agli ordini professionali, dall’energia alle autostrade e poi banche, assicurazioni e pubblici esercizi.

Tutti noi speriamo che come successo in alcuni servizi in cui negli anni si è (quasi) interrotta la fase di monopolio, così anche in altri settori questo provvedimento possa sviluppare forti spinte concorrenziali.

Speriamo inoltre che il coraggio politico non dimostrato dai molti governi politici che si sono succeduti negli ultimi anni possa essere dimostrato da un governo tecnico, che pur essendo tale ha bisogno del sostegno del parlamento ma dovrà conservare il “carattere” dettato dalla sua natura.

Con il pacchetto liberalizzazioni si pensa di ottenere un risparmio per famiglia che Federconsumatori arriva a stimare in 946 €, cosa che sarebbe gradita e risulterebbe più che una boccata di ossigeno per i sacrifici richiesti con le manovre economiche susseguitesi negli ultimi mesi. Lo stesso premier Monti al momento di presentare il pacchetto si è affrettato a garantire che l’obiettivo del governo è proprio quello di generare risparmi dallo stimolo della concorrenza in settori finora toccati solo marginalmente, risparmi che servirebbero a compensare i maggiori aggravi. 

Speriamo…ma permane qualche dubbio. Non convince ad esempio che dopo una iniziale bozza si sia tornati indietro su cose che sono veramente care agli italiani.

Ad esempio: bene il Price Cap sulle autostrade, ma perché destinarlo alle sole nuove concessioni autostradali? Intanto i possessori delle vecchie concessioni potranno procedere con il proprio piano di aumenti tariffari? Ricordiamo il rincaro di inizio 2011 dopo che quindici giorni prima l’Italia si era bloccata per giorni a causa di una nevicata, forte, ma annunciata.

Bene incentivare i self service di carburante e permettere ai gestori/proprietari l’acquisto di benzina sul libero mercato, ma perché la retromarcia sul provvedimento iniziale che prevedeva l’obbligo per i petrolieri di vendere un terzo dei ventitremila impianti di proprietà?

Un altro esempio concreto: il governo Monti “si è accorto”  della crisi che attanaglia le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione, crisi che è in larga parte dovuta ai ritardi nei pagamenti, che da studi effettuati fanno sì che le aziende stesse si prefigurino come banche nei confronti della PA. Ma c’era bisogno di tirar fuori l’idea del pagamento alternativo con i bond? oppure c’era da insistere sulla mora per i ritardi dei pagamenti?

Avremmo voluto che il governo mostrasse più coraggio nei confronti delle banche, chiedendo loro maggiore chiarezza nei rapporti con il cliente e nei costi dei propri servizi. Sarebbe stato un atto che avrebbe permesso al governo Monti di scrollarsi definitivamente di dosso l’etichetta di ‘governo dei banchieri’ attribuitagli da chi tende a screditarlo.

Una delle sfide che questo provvedimento lancia e che siamo curiosi di vedere se potrà veramente centrare l’obiettivo è quella della ricaduta occupazionale (basti vedere quanto previsto per farmacie, professioni etc…): si apriranno ai giovani nicchie di mercato del lavoro finora loro precluse per mancanza della “dote necessaria”? Leggendo vari commenti ci si rende conto che non esiste una ricetta unica ed europea. Molto dipende dalle abitudini dei cittadini, gli stessi provvedimenti presi in Francia o in Svezia hanno causato ricadute occupazionali diverse.

Oltre a queste vi sono altre misure che ci fanno essere a favore del decreto liberalizzazioni, ma ci sarebbe piaciuto che il governo avesse mostrato più coraggio, e che in futuro riuscisse ad evitare i pantani parlamentari. Il 36% dei deputati e senatori appartiene a categorie  che verranno direttamente toccate dal provvedimento (avvocati, medici, notai, farmacisti, etc…). Riuscirà il dibattito parlamentare a tutelare veramente l’interesse generale, evitando gli interessi particolari.? Vi sono parlamentari che in queste ore mostrano tutto il coraggio del mondo,  come se fino all’altro ieri fossero stati impegnati a fare altro.

Intanto si prospettano giorni grigi. Sono pronti a scendere in piazza i tassisti, poi gli avvocati, i farmacisti e poi per motivi diversi gli autotrasportatori ed i ferrovieri. Non crediamo che in questo caso non valga il detto “molti nemici molto onore”, la concertazione rimane pur sempre uno strumento privilegiato, ma vorremmo che il governo Monti non facesse marcia indietro di fronte a chi, seppur in maniera legittima, protesta per tutelare i propri interessi.

Paolo Bizzarri

3 commenti:

  1. un'altra manovra per prendere in giro la gente!

    RispondiElimina
  2. Non credo che liberalizzare gli orario dei nogozi porterà più occupazione...anzi credo che farà chiudere diversi negozi che non reggeranno il passo della grande distribuzione.

    RispondiElimina
  3. Io credo nelle liberalizzazioni come strumento per aumentare concorrenza e creare nuova occupazione, ma se fossero fatte seriamente metà classe dirigente sparirebbe (a partire dalle municipalizzate dei vari comuni).

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.