martedì 20 settembre 2011

Il futuro urbanistico di Terranuova.

Domani sera nella sala del Consiglio Comunale avrà luogo la presentazione pubblica dell’ avvio del procedimento di variante al Piano Strutturale (PS) e al Regolamento Urbanistico (RU). Interviste e comunicati hanno già spiegato con dovizia di particolari quali saranno le linee di governo del territorio nei prossimi anni. Più difficile invece è capire dalle parole degli amministratori come abbia funzionato il Regolamento Urbanistico ancora vigente, che è stato approvato nel gennaio 2007 e che, avendo validità quinquennale, giungerà a scadenza fra pochi mesi. Un aiuto viene dalla relazione che il Servizio pianificazione territoriale del Comune ha redatto per l’ avvio del nuovo procedimento. Una relazione ricca di dati e chiara nella esposizione, che ‘traduce’ con efficacia molti dei non semplici concetti della normativa urbanistica. Ne riporto le considerazioni che mi sembrano più significative per una discussione, riferite a dieci macrotemi.



Primo tema: il dimensionamento. Il RU ha individuato 184 comparti edilizi. Dopo quasi cinque anni, solo 35 hanno visto attivare le procedure d’ intervento. Gli altri sono rimasti allo stato di previsioni.


Secondo tema: il consumo di nuovo suolo. Il PS, la cui validità è per definizione illimitata ma è stata convenzionalmente assunta in 15 anni, prevede nelle aree di espansione residenziale 85.550 m2 di superficie utile coperta (SUC). La gran parte di questa superficie (75.550 m2, pari all’ 88%) è stata inserita nell’ attuale RU, uno strumento che copre solo un terzo del periodo di efficacia del PS. Si è così riproposta pure a Terranuova una contraddizione che aveva accompagnato molti dei PS e RU approvati precedentemente in Toscana e che aveva fatto dire all’ assessore regionale all’ urbanistica in un convegno tenutosi il 22 novembre 2004: “Un punto di ulteriore criticità è il prevalente utilizzo del carico massimo ammissibile nel primo Regolamento urbanistico. Non è sbagliato in assoluto, è forse inopportuno, perché le sue previsioni pubbliche decadono dopo cinque anni dall’ approvazione”.


Terzo tema: i comparti destinati a piani di recupero lungo viale Europa. Si legge che “non hanno trovato un riscontro favorevole da parte della proprietà, tanto è che non è stato presentato neanche un piano di recupero”. Le difficoltà maggiori sono dovute alla “presenza di un numero elevato di proprietari, con diverse volontà e capacità finanziarie disponibili”, e a una normativa particolarmente restrittiva, “con la conseguenza che i proprietari di queste aree non sono nemmeno in grado di attuare interventi di trasformazione, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente determinando un esito nettamente contrario alle disposizioni di piano”.


Quarto tema: gli interventi nelle zone agricole. Dall’ esame dei permessi a costruire e delle DIA (dichiarazioni di inizio attività) è risultato che “la SUC destinata a residenza è stata realizzata in larga parte nelle aree agricole”, ma “solo una piccola parte in funzione dell’ uso agricolo”. Infatti la presenza in queste aree di una “notevole quantità di beni immobili che hanno perso l’ originaria destinazione d’ uso ha fatto sì che la normativa di piano ha attivato un processo di incentivazione alla demolizione e ricostruzione [...] che modifica le caratteristiche paesaggistiche e incrementa il carico urbanistico diffuso con problemi consequenziali alla gestione del territorio (fornitura di servizi, depurazione delle acque reflue e più in generale adeguamento delle infrastrutture esistenti)”. Si è inoltre constatato che “la tipologia degli interventi è pesantemente condizionata più dalla rendita fondiaria e dagli interessi speculativi che [d]alla qualità progettuale dell’ intervento. Il che fa sì che con la demolizione gli edifici rurali (con precise caratteristiche tipologiche storicizzate) si trasformino in nuovi edifici, del tutto avulsi dal contesto paesaggistico esistente”.


Quinto tema: gli interventi nel centro storico. A differenza di quanto avvenuto nelle zone agricole, “solo il 3% degli interventi [diretti] è localizzato nelle zone omogenee ‘A’ significando che il recupero e gli interventi nel centro storico sono stati scarsi e privi di rilievo quantitativo”. Ciò è dovuto “anche alla mancanza di una specifica normativa degli edifici localizzati nel centro storico del capoluogo e nei centri storici collinari”.


Sesto tema: l’ area Valvigna, che doveva essere uno dei motori del RU ma che ha incontrato difficoltà “legate alla parcellizzazione delle proprietà ed a una varietà di interessi non facilmente riconducibili a interessi unitari”. Facendo ritenere al Servizio pianificazione territoriale del Comune che per uscire dalla situazione di stallo “l’ amministrazione debba individuare l’ area ‘Valvigna’ area strategica di interesse comunale e approntare un piano dettagliato di intervento (progettazione preliminare delle opere di urbanizzazione), compreso la progettazione di opere finanziate direttamente dall’ Amministrazione comunale al fine di attivare un processo virtuoso di riqualificazione dell’ intero distretto produttivo che consenta di reperire risorse finanziarie pubbliche e attrarre investimenti del capitale privato”.


Settimo tema: la difficoltà nella localizzazione delle aree destinate ad uso commerciale. Per ovviare a questa carenza del RU “la revisione del piano dovrà affrontare la problematica e se necessario esplicitare meglio quali e quante delle aree destinate ad uso produttivo potranno essere utilizzate a fini commerciali e quali ad uso industriale/artigianale, anche al fine di verificare la necessaria dotazione di standard urbanistici notevolmente differenziati tra le due destinazioni d’ uso”.


Ottavo tema: la gestione ordinaria del RU. Dall’ aprile 2007 sono state approvate 25 varianti e altre 9 sono in fase istruttoria. Si tratta di una “criticità del piano che deve essere affrontata in sede di revisione. L’ eccessivo numero di varianti, oltre a determinare un incremento dell’ attività della pubblica amministrazione e un onere finanziario, di fatto, tende a svilire e ridurre il ruolo affidato al piano, quale strumento principe e strategico di Governo del Territorio, a mero strumento di gestione della ordinaria attività edilizia e/o trasformazione degli assetti urbanistici”.


Nono tema: l’ area produttiva ‘Poggilupi – Casello A1’. Nonostante che nei comparti di quest’ area sia consentito un notevole incremento di SUC, con altezza massima degli edifici pari a 18 m e superficie coperta del 50%, non vi è stato un riscontro positivo da parte delle proprietà immobiliari a causa dell’ “incognita legata all’ effettivo tracciato della SR 69”: infatti il progetto definitivo della viabilità “prevedeva di passare all’ interno della fascia di rispetto autostradale fino all’ innesto con il Casello A1”, ma in sede di progettazione esecutiva il nuovo tratto è stato stralciato per mancanza di finanziamenti, così che l’ intero carico di traffico pare destinato a ricadere sulla viabilità già esistente fra il Ponte Mocarini e il casello.


Decimo tema: la viabilità e la mobilità nei pressi del casello autostradale. Nelle aree del casello e del Ponte Mocarini “i flussi di traffico veicolari sono arrivati ad una dimensione tale da superare, in particolari ore del giorno le soglie di criticità sostenibili.


In questi tratti stradali, il traffico veicolare, è determinato in larga parte dallo sviluppo del comune di Montevarchi dovuto alla concentrazione di attività commerciali di valenza sovra comunale, le quali, costituendo polo attrattore, inducono un flusso di traffico veicolare da e per il casello A1 e i centri urbani limitrofi.


La previsione della variante alla SR69, in corso di realizzazione da parte della Provincia di Arezzo, che sposta la viabilità regionale dai territori di S. Giovanni e Montevarchi a quello del comune di Terranuova, con la previsione del ponte a sud di attraversamento dell’ Arno, la mancata realizzazione delle opere necessarie per adeguare la sede viaria nel comune di Terranuova Bracciolini alle caratteristiche di una strada regionale (il progetto appaltato prevede solo l’ adeguamento in sede di parte della viabilità), la mancata realizzazione delle opere infrastrutturali di ricucitura con la viabilità regionale in prossimità delle aree produttive di ‘Valvigna’, ‘Poggilupi’ e del Casello Valdarno rischiano, in un prossimo futuro, di determinare non solo un aggravamento dei flussi veicolari, ma in particolari momenti del giorno il collasso degli stessi”.


Non finiscono qui gli argomenti di forte rilievo proposti dalla relazione del Servizio pianificazione territoriale. Una relazione che perciò sarebbe opportuno venisse letta da quanti più terranuovesi possibile, magari confrontandone gli esiti con gli obiettivi che cinque anni fa l’ Amministrazione si era data e che qui ricordo per comodità di tutti. Scriveva il Sindaco su ‘Comune informa’ del dicembre 2006: “si potranno avviare piani attuativi e piani di recupero urbano e ristrutturazioni delle proprie abitazioni familiari, riqualificando e rinnovando l’ enorme patrimonio edilizio esistente nel nostro territorio”. Per poi aggiungere sul sito internet l’ 8 febbraio 2007: “Il Regolamento Urbanistico è lo strumento che darà un nuovo volto a Terranuova e al suo territorio, una giusta mediazione tra sviluppo e conservazione del patrimonio, fra sostenibilità ambientale e scelte innovative: zone di espansione edilizia nel capoluogo e nelle frazioni, potenziamento e riqualificazione delle aree produttive del fondovalle e nei pressi dei centri storici, salvaguardia della nostra agricoltura, del nostro patrimonio architettonico e ambientale, risanamento e conservazione dei Centri storici, nuove opere pubbliche (la Variante SR69 che porterà a un nuovo viadotto e alla sistemazione della frana di ‘Poggilupi’, il nuovo casello autostradale), nuove aree PEEP, scelta della perequazione, incentivi per il risparmio energetico”.


Silvio Cazzante

11 commenti:

  1. autocertificazione dell'ennesimo fallimento di amerighi

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  2. Non mi sembra una bocciatura, ma una pesante rivisitazione di quello che l'amministrazione ha fatto in tema di urbanistica, probabilmente una visione sbagliata aggiunta alle crescenti difficoltà economiche di aziende e privati.
    GS

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  3. Sicuramente i motivi economici contestuali hanno aggravato il percorso di riuscita del Regolamento urbanistico, ma rimane di fatto che questo strumento era di difficle attuazione e le scelte protate dentro ancora meno. mi permetto di implementare l'ottima analisi di Silvio con alcuni dati: il regolamento ha subito fino ad oggi 25 varianti ed altre 9 sono in istruttoria, sintomo evidente della debolezza e scarsa fattibilità dello strumento stesso. Tutti i comparti individuati nella totalità di tipologia erano 49 ed in 5 anni ne sono stati adottati/approvati 10, 3 sono in corso di istruttoria 33 non sono pervenuti ben il 68% del totale. Faccio presente che sui comparti i cittadini pagano l'ICI (con delle belle cartelle esattoriali). Nello specifico comparti con superfice a perequazione su 15 indivudati, 1 approvato; comparti di trasformazione C (espansione) individuati 15, approvati 7 dei quali 3 per Città Giardino che da soli impegnano 43.600 di suc su un totale di 50500 prevista, cioè l'87% (agli altri 4 comparti rimane il 13%); comaparti E mq 16.825 con 63.000 mc per la maggior parte residenziale; aree peep approvate e convenzionate 3105 di suc (devono partire); valvigna su 14 comparti individuati solo 2 approvati, comparti dc zone recupero produttivo su 19 solo 2 approvati.
    i daiti sono preoccupanti e la situazione economica odierna aggrava ancor di più le difficoltà. Ci sono degli obiettivi cruciali per Terranuova che vanno raggiunti in un modo o nell'altro: 1) realizzazione della sr 69 con relativa controstrada, ponte a sud, aumento di sezione stradale, svincolo ponte Mocarini, bretella di collegamento con il casello: la Regione e la Provincia finanziano l'opera, e Terranuova avendo la discarica sul groppone ha un forte potere contrattuale, o altrimenti dobbiamo svincolare i comparti di Valvigna da tale progetto perchè Terranuova non può permettrsi di stare altri 5 anni ferma ad aspettare, 2) area casello (triangolo d'oro poi verde etc)è un'area all'interno del comune di Terranuova e deve avere uno sviluppo imprenditoriale perchè essendo lungo l'autostrada è una vetrina a livello nazionale, purtroppo se l'amministrazione attuale continua a fare protocolli d'intesa con i Comuni limitrofi Montevarchi in primis non ci sarà nessun tipo di investimento in merito perchè non hanno interesse che Terranuova si sviluppi creando ricchezza a discapito loro (però il Sindaco Valentini non ha chiesto il permesso a Terranuova per collocare l'Ipercoop ed il resto ai nostri confini); 3) eliminazione delle Fac 1e 2 che sono prototipi di gestione burocratica a discapito delle imprese che sono avvolte da carta su carta non potendo muovere neanche un sasso; 4) il centro storico, non c'è poi tanto da dire ma basta guardare.
    Occorre secondo me soprattutto avere una concezione di sistema urbanistico, pensare ancora a compartimentazione residenziale da una parte, produttivo dall'altro etc è sbagliato, per portare i cittadini a vivere a Terranuova (residenziale) bisogna creare prima i posti di lavoro (produttivo) altrimenti rimane tutto fermo. il sistema urbansitico è collegato fra di sè, ed i vari comparti non nascono se non correlati fra di sè e su certe dinamiche.
    Scusate la lunghezza dell'intervento
    Luca Trabucco

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  4. Scusate ma mi sfugge qualcosa, da proprietario di una piccola porzione di un comparto, una piccola parte. il comparto non è mai partito perchè i proprietari più grandi erano difficili da mettere d'accordo. Se il comune decide di togliere dal nuovo piano quel comparto l'Ici pagata per 5 anni su quel terreno chi me la rende?????

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  5. in verità difficilmente oggi un Comune, toglie un comparto individuato precedentemente dal R.U. successivo, certo è che se ciò accadesse l'ici non verrebbe restituita. Il pericolo maggiore, penso al tuo caso, che si corra il rischio di rimanere altri 5 anni senza veder partire niente. Ora non conosco il tuo caso, ma potrebbe essere verificabile se il comparto è troppo grosso prevedere se è fattibile una subcompartimentazione. Ti invito a presentare le tue osservazioni al Comune visto che è stato avviato il procedimento e tutti i cittadini possono proporre alternative, e vedere se è possibile percorrere un'altra strada al fine di far avviare il comparto stesso.
    spero di esserti stato utile
    Luca Trabucco

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  6. Caro Silvio (Cazzante), intanto un saluto sincero. Questa volta, più di altre volte, devo dire che mi hai veramente “fisicamente” sollecitato con il tuo articolo. Ho preso quindi come impegno civico il tuo invito, mi sono armato di diligenza e pensa un po’ …sono andato in comune è ho preso i documenti che avevi suggerito. Li ho letti e studiati e sono sincero riconosco che la tua professionalità e la tua esperienza è troppo più vicina a queste problematiche e certamente per te è più immediato e facile comprendere appieno gli aspetti attinenti all’urbanistica del nostro territorio. Consentimi tuttavia alcune brevi considerazioni sia di carattere generale sia di carattere specifico, sperando che tu le prenda con la consueta rispettosa e cordiale dialettica che caratterizza i nostri “incontri” epistolari.
    La cosa che ho notato nella documentazione con piacevole apprezzamento è che non si è voluto assolutamente nascondere gli aspetti più problematici, anzi sono stati descritti pienamente se non addirittura calcati quando invece nei passi successivi se ne danno ampie spiegazioni se non (perfino) farne intravedere le soluzioni. Non puoi nascondere che “politicamente” si poteva almeno far risaltare solo le cose utilisticamente più positive. Questo, se mi consenti è un indubbio merito dell’impostazione che Sergio Chienni, ha voluto dare all’intero approccio delle problematiche cosciente dell’importanza sociale e civile degli strumenti.
    Nella tua esposizione hai riportato, con tanto di corretto virgolettamento, proprio le criticità che con trasparenza erano già state descritte dalla stessa struttura amministrativa. Occorrerebbe quindi per correttezza che venissero esposti anche quei correttivi già posti in essere in questa legislatura e che senza dubbio proprio tu, molto meglio di me, potresti descrivere apprezzare o contestare.
    Molti dei problemi esposti hanno già trovato soluzione, anche per l’occupazione. Proprio in Valvigna per esempio ricordiamo che insisterà un insediamento importante dell’Azienda Bartolini, con uno dei principali snodi di smistamento del Valdarno e più di duecento posti di lavoro. Non mi sembra poco in questo drammatico momento. La gran parte dei problemi evidenziati appaiono affrontabili con i nuovi strumenti individuati da Chienni e la collaborazione stretta (con opportune le segnalazioni) dei cittadini.
    Mi sembra che forse il vero nodo intricato rimane il triangolo (verde o come si chiama) in quanto li intervengono volontà non facenti capo unicamente alla nostra amministrazione. In questo caso occorrerà forte volontà politica e osserveremo di che “pasta” sono i nostri amministratori.
    La situazione antecedente vedeva una condizione complessa nella quale ritardi attuativi hanno contribuito a generare problematiche, questa può essere una mancanza politica di cui occorre prendere responsabilità e coscienza, la strada intrapresa però mi sembra riservare componenti ampiamente positive.
    Grazie di averci interessato un abbraccio
    Nedo

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  7. E intanto venerdì sera maxi rissa in piazza tra immigrati albanesi e indiani. Bravi, bella vetrina per il paese.

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  8. PRIMA PARTE
    Caro Nedo,
    credo che ormai pure noi due, come Massimo Quaoschi ed Ettore Ciancico, possiamo darci appuntamento dopo il lavoro al Piansa e proseguire davanti a un caffè i nostri dialoghi. Sono convinto che le consonanze sarebbero molte più dei dissensi, anche se poi entrambi avremmo il desiderio di approfondire proprio questi ultimi.
    Ti dico subito che le mie idee sulle questioni urbanistiche debbono molto a Campos Venuti, De Lucia, Salzano e, in generale, ai dibattiti sul sito eddyburg.it. Tutta roba colorata con una doppia mano di rosso, che non mi dà affatto noia, nonostante io non sia né comunista né postcomunista. Questo per dirti che il mio dissenso da quanto hai scritto non è di natura ideologica ma deriva da un diverso giudizio su documenti e comportamenti.
    Partiamo dagli elaborati tecnici di avvio del procedimento. Si tratta di un lavoro egregio, che sviluppa con il giusto dettaglio le analisi previste dalla legge, indicando, come d’ obbligo, anche le criticità e le misure per risolverle. Non credo però che i contenuti possano essere attribuiti, nemmeno in parte come mi pare tu intenda, a una impostazione data dall’ assessore all’ urbanistica. Tant’ è che la delibera del Consiglio Comunale specifica chiaramente come la documentazione sia stata redatta dal Servizio Pianificazione Territoriale. Diamo allora a Cesare quel che è di Cesare. E ricordiamo pure ai nostri amministratori che ogni tanto una parola di apprezzamento pubblico per il lavoro del personale comunale sarebbe opportuna (in questo tua moglie, Nedo, è una eccezione lodevole).
    Un’ altra considerazione. Il post intendeva unicamente estrapolare dagli atti approvati una sorta di scheda informativa di come l’ attuale RU abbia funzionato, da confrontare con gli obiettivi che l’ amministrazione comunale si era data. I provvedimenti correttivi che l’ Ufficio Urbanistica ha indicato e che tu mi inviti a citare non erano in realtà oggetto del mio scrivere. Semplicemente perché desideravo che i lettori potessero focalizzare l’ attenzione e formarsi un giudizio documentato su ‘cosa ad oggi è stato’ e su ‘come è stato’. Il ‘cosa e come faremo’ lasciamolo pure alle prossime puntate, tanto più che di solito è il mantra con cui gli amministratori cercano di distogliere la nostra attenzione dai loro atti pregressi. Piena disponibilità comunque da parte mia ad affrontare l’ argomento della rimessa in carreggiata dell’ attuale Regolamento Urbanistico. A condizione però che si vada a fondo, esaminando ogni singolo provvedimento, valutando quanto è costato in termini di risorse umane, di ore di lavoro del personale comunale e inserendo nella contabilità l’ operato della dirigente che sovraintese alla redazione, adozione e approvazione dello strumento.

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  9. SECONDA PARTE
    Ancora: se avessi voluto scrivere un post di critica politica agli amministratori, invece che di informazione ai cittadini, mi sarebbe bastato toccare tre argomenti.
    Primo: avrei potuto riportare qualche citazione dal paragrafo I3 della relazione di avvio del procedimento, evidenziando quanto forte sia il contrasto fra la cosiddetta Città Giardino e l’ obiettivo della tutela del patrimonio collinare proposto dal Piano di Indirizzo Territoriale della Regione. Non l’ ho fatto, anzi non ho neanche accennato al nuovo insediamento. Ciò non toglie che le responsabilità politiche di chi l’ ha approvato rimangano tutte intere e consentimi, perciò, di ritenere che gli strumenti individuati per il nuovo RU arrivino tardi e siano privi di credibilità: parlare di sviluppo sostenibile e di partecipazione dopo aver portato a termine l’ operazione ‘Città Giardino’ è una contraddizione in termini. Per andare oltre quello che io penso: una persona acuta come Marco Balestri, che saluto cordialmente, ha scritto due settimane fa a proposito delle iniziative che si tengono al campino: “Non voglio pensare a quando verrà realizzata la Città Giardino! Allora sì che ci saranno altre migliaia di persone che d’ estate si riverseranno al campino!”, concludendo “che a livello politico si dovrebbe pensare ad un nuovo disegno di Terranuova che verrà!”.
    Secondo: avrei potuto formulare qualche domanda sul tracciato monco della nuova SR69. ‘Ponte Mocarini strangolato dagli ingorghi’ titolava qualche giorno fa La Nazione. Ma dico, è mai possibile che l’ amministrazione di Cavriglia, per mettere a dimora nell’ area di Santa Barbara 2.850.000 metri cubi di terre di scavo dell’ Alta Velocità fiorentina, sia riuscita a ottenere dalle Ferrovie un contributo di 14,5 milioni di euro da destinare alla costruzione della nuova viabilità di accesso al polo tecnologico-industriale di Bomba, mentre l’ amministrazione di Terranuova, dopo avere accolto sul proprio territorio il nuovo tracciato della SR69, non riesce a ottenere la costruzione né del tratto Ponte Mocarini – Casello A1, né della controstrada di Valvigna?

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  10. TERZA PARTE:
    Terzo: ancora più facile sarebbe stato approfondire le criticità del traffico legate allo sviluppo del comune di Montevarchi, il cui Regolamento Urbanistico oltretutto ha localizzato un nuovo ponte in corrispondenza del triangolo autostradale. Avrei potuto ricordare che Terranuova non ha presentato neanche un’ osservazione in merito, e sarebbe stato legittimo chiedere pure se la responsabilità debba essere attribuita a qualche dormiglione dell’ Ufficio Urbanistica, che non si è accorto di niente, o sia invece di natura politica, frutto di una decisione autolesionistica dell’ amministrazione.
    Mi limito a domandare a te, Nedo: tu e gli altri membri del direttivo del Pd siete veramente convinti che tutte queste scelte e non scelte portino a un bene per Terranuova?
    Ricambio il tuo abbraccio, considero preziosa la confidenza di penna nata fra noi e mi auguro di conoscerci presto di persona. Se non alla cena del blog, che ancora veleggia nella nebbia (redazione, battete un colpo!), certamente a un tavolo del Piansa.
    Silvio

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  11. Silvio, ricambio i cortesi e garbati saluti. L’incontro su un blog con le caratteristiche della VDM non dovrebbe risolversi in un colloquio a due, ma mi fa grande piacere se non altro un aspetto che io sento quando scambio opinioni e modi di vedere con persone come te. E’, cioè, una piccola dimostrazione di come si possa dialogare e dibattere questioni, anche e soprattutto ( vivaddio ), partendo da punti di vista diversi senza “aggredire” l’interlocutore o peggio infamare o offendere ingiustificatamente come spesso accade in queste righe. Anzi, tu, mi inviti alla riflessione su interpretazioni e visioni che, lo dico con grande umiltà, possono benissimo essere riviste perché, in buona fede, rivelatesi poi non corrette (chi è perfetto e senza errori scagli la prima pietra).
    Detto questo ti sottolineo che la mia replica non intendeva “sospettare” che tu avessi deliberatamente trascritto le problematiche già espresse nei documenti per evidenziare gli aspetti, per così’ dire, negativi. Il fatto è che spesso (purtroppo) ci si limita alla sola descrizione che uno fa senza avviare quella pratica alla quale tu ci hai invitato, cioè formarsi un giudizio “documentato”; in questo senso la visione delle cose corre il rischio di troncarsi a fattori non completamente descritti. Detto questo è corretto, giusto e opportuno lodare la struttura del personale comunale che ha curato la stesura documentale. Gran merito é loro e senza le loro competenze non si formano neanche le capacità degli amministratori. Riconfermo però, consentimi, l’impegno di Chienni su una modalità di approccio e di interpretazione delle proprie funzioni ricco di impegno e di voglia di dar soluzione ai problemi.
    Sulla Città Giardino, abbiamo (semplicemente) una concezione e delle percezioni diverse, forse filosofie diverse che traggono origine, probabilmente, da culture diverse (economica/finanziaria la mia, di grande dignità umanistica la tua). Io ho grande rispetto della “sostenibilità” ambientale e ritengo che il nostro territorio non avrà nocumento da un insediamento come questo, anche se a scapito di alcuni vigneti.
    Sono invece pienamente d’accordo con te circa l’esempio del comune di Cavriglia e sul peso che occorre avere, come comune, circa eventuali interventi nella zona nevralgica della SR69. Come sono d’accordo (vedi quanti punti in comune) sull’assenza delle osservazioni circa il nuovo ponte. Sappi che tale situazione a creato non pochi dissapori miei con il nostro Sindaco che si sono, diciamo, momentaneamente assopiti per il solo fatto che nell’eventualità di una scelta scellerata da parte di Montevarchi (pur in assenza di osservazioni) potremmo avere(per quel che mi riguarda) paradossalmente un ponte che finisce a metà del corso dell’Arno tra noi e il territorio dei cugini Montevarchini. Infine io penso che tutte le scelte siano operate per il bene di Terranuova, se così non fosse ( e ne vissi a conoscenza) le mie scelte sarebbe coerenti a questa rivelazione.
    Spero anch’io di conoscerti quanto prima, speriamo davanti a qualche prelibato piatto nostrano (se serve sappiate che sono un buon cuoco).
    Un caro saluto
    Nedo

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