Al momento, come ha spiegato il Dirigente della Provincia, il procedimento di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) per l’ampliamento dell’impianto di Podere Rota richiesto dal gestore, è stato interrotto a causa di alcuni rilievi di ARPAT e ASL. Tali rilievi, che si inseriscono tra i pareri necessari alla Conferenza dei Servizi, organo deputato al VIA, hanno evidenziato l’inquinamento di alcuni pozzi a valle della discarica e questo necessiterà di ulteriori approfondimenti per stabilire eventuali relazioni con l’attività di discarica.
Con i loro interventi i cittadini hanno evidenziato una situazione che ha già passato il limite ed è andata peggiorando fino a quest’ultimo caso, che si somma al problema dei cattivi odori che ormai da molti mesi arrivano dalla discarica o dall’impianto di selezione e compostaggio.
Chi era presente a Terranuova giovedì sera si è veramente reso conto che ormai la questione di Podere Rota viene percepita come un problema che varca sia i confini comunali che l’interesse di quelle famiglie a diretto contatto con l’impianto. Non sono infatti mancati interventi di amministratori di comuni confinanti con il territorio di discarica, non è mancato l’intervento di cittadini che abitano in altri comuni e nemmeno quello di un ex amministratore terranuovese che ha chiesto scusa ai cittadini per essere stato partecipe della decisione di aprire Podere Rota e che poi ha accusato gli attuali amministratori e quelli che li hanno preceduti per la situazione. Infine, è apparsa sulla scena politica terranuovese la formazione di estrema destra Forza Nuova con il suo ex candidato a Presidente della Regione che oltre a chiedere la chiusura della discarica ha chiesto le dimissioni del Sindaco Amerighi.
Su una cosa molti interlocutori della serata si sono trovati d’accordo: e cioè che Terranuova e il Valdarno si sono assunti per anni l’onere della gestione del Sistema Rifiuti di gran parte della Toscana a causa delle mancate decisioni di altre amministrazioni sugli impianti da realizzarsi nei propri comuni. Da un lato quindi questo onere ha garantito che in Toscana e in provincia di Arezzo non si verificassero i casi Campania e (ma meno pubblicizzata) Sicilia, ma ha anche esasperato la situazione per coloro che si sono visti passare davanti a casa mezzi con rifiuti di molte aree della nostra Regione. Possibile infatti che il comune di Firenze non sia autonomo in tema di rifiuti? O che il Comune di Arezzo ancora si “arrovelli” sulla scelta di raddoppiare l’inceneritore di San Zeno per il quale si prevedono tempi lunghissimi, come diceva qualche giorno fa il competente assessore comunale?
Si sono differenziate le conclusioni che vanno dalla chiusura senza se e senza ma proposta dai cittadini e da alcune forze politiche e chi invece è a favore dell’ampliamento a patto che vengano ridotti i disagi ai cittadini e sussistano le condizioni igienico sanitarie per tale attività.
A Terranuova non si tratta di effetto NIMBY (quell’atteggiamento di chi ritiene giusta un’opera pubblica molto impattante, ma non vuole che venga costruita vicino a casa sua), come sostengono alcuni, ma di una discussione sul fatto che sia giusto o meno che un territorio CONTINUI a sobbarcarsi l’onere della gestione provinciale dei rifiuti per un tempo superiore a quello previsto alla nascita di Podere Rota. Finora la situazione rifiuti nella nostra Provincia è sempre stata gestita in maniera adeguata, ma per il futuro? Podere Rota, come è stato spiegato da tutti, ha una capacità residua che al ritmo attuale sarà di circa un anno e mezzo. E dopo?