Attraverso un articolo di Carlotta Clerici pubblicato ieri su Il Corriere della Sera proponiamo questa settimana una discussione che intende guardare con interesse (e, speriamo, spirito di emulazione) alle esperienze virtuosi nel settore di gestione dei rifiuti.
Termovalorizzatori
addio: Rimini guida l'onda verde
Il biodigestore
anaerobico di nuova generazione che non genera cattivi odori è entrato nei
giorni scorsi a pieno regime
«Se l‘Emilia Romagna
fosse uno Stato, adesso sarebbe al quinto posto in Europa per la raccolta dei
rifiuti.
La differenziata
supera il 50%, e di questo il 93,4% riesce a essere riciclato». Sono risultati
che si vedono solo nell'olimpo di Paesi virtuosi come Austria, Belgio,
Danimarca e Germania, quelli che, commenta con un certo orgoglio Enrico
Piraccini, responsabile degli impianti di compostaggio e digestione Herambiente,
durante la presentazione del nuovo biodigestore anaerobico di Rimini. Un
impianto entrato in questi giorni a pieno regime, dopo una fase di collaudo
durata sei mesi e che potrebbe nel giro di poco tempo alzare ancora la
posizione dell'Emilia Romagna dentro la classifica europea. Grazie alla tecnologia
d'avanguardia, scovata dal gruppo Hera a Monaco di Baviera, che permette di
valorizzare al meglio il patrimonio di rifiuti organici. Trasformati non solo
in fertilizzante naturale, ma anche convertiti in energia elettrica
rinnovabile.
L'IMPIANTO - Il
biodigestore anaerobico è ospitato nell'impianto di compostaggio di Ca'
Baldacci.
Completamente
rinnovato con un investimento sulla struttura da 10 milioni di euro per mettere
al centro la nuova tecnologia. «I nuovi processi», spiega il presidente del
Gruppo, Filippo Brandolini, «consentono di valorizzare al massimo la frazione
organica della raccolta differenziata, permettendoci, senza bruciare nulla, di
ottenere ogni anno 8 mila Mwh di energia rinnovabile. E di migliorare la
qualità del compost rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale».
BASTA ODORE -
Processi classici di compostaggio che ora, grazie alla digestione anaerobica,
sembrano archiviati. E con loro anche il problema non da poco dell'odore. «Con
i nuovi procedimenti», spiega Piraccini, «abbiamo eliminato completamente le
esalazioni puzzolenti. Un punto importante visto gli scontri sul tema con i
vari comitati di residenti della zona». Battibecchi che, tra denunce e
opposizioni, sono diventati un argomento frequente della cronaca locale. E che
potrebbero trovare una tregua ora che il compostaggio viene fatto in maniera
diversa.
FERMENTAZIONE A
SECCO - Primo, tra i cambiamenti del nuovo modo di fare compostaggio, l'assenza
dell'ossigeno. Con un procedimento chiamato fermentazione a secco (batch dry
fermentation) che avviene all’interno di celle di cemento armato. Con un
processo di trasformazione simile alla
masticazione e alla
digestione degli esseri viventi.
DIGESTIONE
ANAEROBICA - «I rifiuti», prosegue Piraccini,«vengono prima tritati e poi
lasciati fermentare al buio per 30 giorni a 37 gradi. Si tratta, infatti, di un
ambiente ideale per la formazione dei batteri». Batteri che assomigliano a
quelli presenti nello stomaco delle mucche, in grado di attivare un processo di
digestione anaerobica che produce biogas (60% metano).
ENERGIA FERTILE -
«Il biogas», conclude Piraccini, «viene trasformato in energia elettrica grazie
a motori per la cogenerazione. Un altro risparmio visto che in questo modo
alimentiamo anche le celle». Oltre a produrre energia elettrica potenzialmente
per il fabbisogno di circa 9 mila persone.
EMILIA OPERATIVA -
Ampio, oltre al nuovo biodigestore, il piano di Herambiente per valorizzare i rifiuti
della Regione. Con linee di intervento mirate su infrastrutture e
impiantistica. E 40 milioni investiti per potenziare la raccolta differenziata
e sugli altri biodigestori del gruppo a Cesena e a Voltana Lugo. «In ogni
provincia», conclude Bardolini, «installeremo impianti di selezione del secco a
lettura ottica nelle piattaforme che selezionano i rifiuti. Un sistema
intelligente già attivo a Rimini, Ravenna,Modena, Ferrara. E presto anche a
Bologna».
Carlotta Clerici
a gente come sassolino e i suoi boys un'articolo del genere va tradotto..., sono culturalmente e mentalmente lontani anni luce, sono preistoria... e i risultati sono sotto gli occhi di tutti! by Jeko
RispondiEliminaA questa maggioranza terranuovese è mancata la capacità di programmare politiche ambientali perché si sono attorcigliati su se stessi tra lotte intestine tipiche da PD. Non manca la cultura ambientale perché i tecnici ci sono. E' mancata cultura politica. Ci sono state più dimissioni che decisioni. Politicamente hanno fatto pena, c'è poco da dire.
EliminaTanto il puzzo di Podere Rota va quasi sempre verso Sangiovanni... e gli sta bene, visto che non gli riesce fare la differenziata!
RispondiEliminaIl puzzo era un disagio anche in Emilia Romagna allora?
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