martedì 20 marzo 2012

Unione dei Comuni: intervista a Sauro Testi, sindaco di Bucine e presidente della Conferenza dei Sindaci

Sauro, provi a spiegarci in 10 righe cos’è l’Unione dei Comuni?

L’Unione dei Comuni è un ente di secondo livello a cui i comuni conferiscono delle competenze specifiche in convenzione (ad esempio i servizi sociali) e assegnano il personale per svolgere il servizio. Viene governato da una giunta formata da tutti i sindaci che compongono l’unione, uno dei quali viene eletto presidente, con il controllo del Consiglio dell’Unione formato da rappresentanti dei diversi consigli comunali.
Quasi tutti i comuni del Valdarno stanno sperimentando le gestioni associate di diverse funzioni in forma variabile: polizia municipale, personale, politiche sociali, tributi. L’ Unione però non significa solo l’ associazione dei servizi quanto piuttosto l’ individuazione di un nuovo e unico soggetto titolare della programmazione, della gestione e della verifica politico-amministrativa.

Quali sono i tempi che in Valdarno vi siete dati per arrivare alla piena realizzazione dell’Unione?

Sui tempi è difficile fare previsioni. Il processo è lungo e complicato e non tutti i comuni sono ad oggi allo stesso livello di condivisione del progetto e quindi del processo.
Ipotizzando un lavoro per gradi credo che potremmo pensare, con una buona dose di ottimismo, ad un’ Unione con tutti e 10 i comuni per almeno alcune funzioni essenziali nel giro di 2 anni ed un progressivo affidamento di tutte le funzioni almeno dopo 5 anni, lasciando aperta la possibilità, in questo periodo, anche a processi di fusione di comuni, di cui alcune amministrazioni, in piena e legittima autonomia, stanno già discutendo.

Secondo te quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’Unione dei Comuni?

Gli svantaggi sono di realizzare un intervento a metà, quindi non con tutti i comuni e non delegando le funzioni importanti per la programmazione politica della vallata.
Se il processo non è condiviso e discusso ci possono essere degli irrigidimenti nella struttura amministrativa e si può produrre un effetto boomerang.
I vantaggi, come già le gestioni associate ci dimostrano, sono di tipo organizzativo ed economico, ottimizzando le risorse, con risparmi nella gestione che ci possono permettere di mantenere i servizi attuali, cosa sempre più complicata con i continui tagli nei trasferimenti dello Stato. La scommessa del fare insieme è quella di poter mantenere la qualità e la quantità dei nostri servizi. Inoltre omogeneizzare regolamenti, procedure e servizi a livello zonale in senso migliorativo qualitativamente e equo rispetto agli stessi bisogni. Politicamente un soggetto come il Valdarno, con i suoi numeri e la sua storia, sarebbe un interlocutore con un peso specifico su tutti i tavoli della politica e delle istituzioni naturalmente molto più importante e rilevante di quello di qualsiasi comune in ordine sparso.

Il dibattito tutto italiano sui costi della politica è ormai vivo da qualche tempo. C’è da ritenere che l’Unione dei Comuni ottimizzerà le risorse oppure produrrà costi aggiuntivi (consigli, giunte, ulteriori assunzioni etc…)?

Tutti gli amministratori dell’Unione non percepiranno un solo euro in più delle indennità di carica che già hanno per gli incarichi nei propri comuni. Così come già succede per la Conferenza dei Sindaci, sono incarichi che stanno dentro alle mansioni da Sindaco e quindi non prevedono né indennità né rimborsi.
I costi del personale sono quelli già esistenti nei singoli comuni per quelle funzioni che vengono trasferite insieme al budget storico.
Io penso invece che, come abbiamo già sperimentato nelle gestioni associate, accorpare alcune aree amministrative possa portare a immediati risparmi che potremmo subito investire in settori in difficoltà a livello zonale, vedi tagli al Fondo Sociale.

La sensazione che si ha e la critica che viene mossa anche da alcuni settori delle opposizioni valdarnesi è che l’argomento sia stato oggetto di discussioni nei partiti e tra gli addetti ai lavori, ma che sia stato fatto ben poco per presentare la proposta alla gente. Condividi questa sensazione? Si poteva fare di più? Vi sono iniziative in tal senso?

Il dibattito a livello istituzionale è da tempo molto approfondito, vedi ultime normative regionali.
Adesso credo sia stato approcciato nel giusto modo anche nelle sedi dei partiti che stanno iniziando a prender posizione, ma è chiaro che dovrà essere allargato a tutta la cittadinanza.
Devo dire che alcuni settori dell’associazionismo e delle rappresentanze sociali stanno da tempo dibattendo sulla questione e hanno assunto posizioni di forte sostegno di tutte quelle scelte politiche volte a unificare i servizi, ottimizzare le risorse, definire regolamenti e procedure uniche e semplificate nei percorsi di cittadinanza. Le questioni sul tavolo che i singoli comuni si trovano quotidianamente ad affrontare (rifiuti, acqua, sanità e sociale, viabilità e infrastrutture, politiche del lavoro, promozione del territorio, urbanistica etc.) non possono più essere affrontate e gestite in ordine sparso. L’ Unione dei Comuni non è la fine delle municipalità e della rappresentanza popolare, ma il modo per garantirle in un futuro immediato.

23 commenti:

  1. 1° Parte
    Considerato l’argomento proposto non potrò essere brevissimo.
    Non sono capace con le parole a descrivere la stima che ho di Sauro Testi, più semplicemente posso dire che ciò che mi lega a lui è definibile, da parte mia, con i contorni delle emozioni proprie dell’amicizia. L’onestà e la capacità di Sauro fanno delle sue considerazioni sul tema proposto, momenti di profonda riflessione sui quali mi permetto di intervenire con modestia e rispetto del ruolo istituzionale.
    Premetto questo per evitare infingimenti o fraintendimenti sul mio contributo alla discussione.
    Un eventuale passaggio ad un’Unione di Comuni è anzi tutto un rilevante cambiamento istituzionale. La dizione iniziale adottata da Sauro,” ente di secondo livello”, non sembra rappresentare la portata dell’innovazione mentre la parte finale della prima risposta ne da il vero senso dello stravolgimento: “nuovo e unico soggetto titolare della programmazione, gestione e verifica politico amministrativa”.
    L’Unione è un nuovo Ente pubblico, dotato di personalità giuridica e autonomia, sovraordinato a tutti i singoli enti che lo compongono.
    Le nostre abitudini di “relazioni” sociali e politiche, maturate in decenni di storia, con le amministrazioni, vengono sovvertite dall’Unione. Gli equilibri di rappresentanza diretta, basati sulla presenza di opposizioni e maggioranza, vengono totalmente rivisti. Pur in presenza della conservazione di consigli comunali singoli e singole giunte, questi organi saranno svuotati, per i servizi conferiti nell’Unione, da ogni possibilità di delibera e voto, avendo riconosciuta dalla normativa solo un ruolo di indirizzo e semmai di mera ratifica di decisioni assunte dalla Giunta e dal Consiglio dell’Unione (quelle si esecutive).
    I sindaci di fatto avranno un ruolo e poteri preminenti, rappresentando la giunta e di fatto, percentualmente, gran parte del peso del voto. Un esempio puramente statistico, il Sindaco di Terranuova, nell’ambito delle votazioni consiliari ha attualmente un peso nel mio paese del 4,76% (come tutti gli altri consiglieri, 1 su 21), nell’Unione avrà il 20%. Questo per quanto riguarda la piccola truppa di rappresentanza del mio Comune nell’Unione, formata (nelle ipotesi che circolano) da 5 persone: Sindaco, 2 rappresentanti della maggioranza e 2 dell’opposizione.
    Molto ci sarebbe da dire, confrontandosi su una lunga la lista di perplessità che vanno ad evidenziare come possano esistere preoccupazioni sui vincoli e limitazioni che vanno ad interessare la “democrazia di prossimità” propria del principio di sussidiarietà secolarmente riconosciuti alla particella istituzionale più piccola e vicino ai cittadini, cioè il Comune.
    Il tutto fa apparire un quadro specificatamente particolare, un nuovo assetto del governo pubblico che si forma non già sulla base di spinte che sorgono dal basso della società civile, ma in base ad una “volontarietà” maturata all’interno dei Comuni (in particolare dei Sindaci) e non anche dei cittadini. Ed ecco la prima, a mio avviso grande questione: quando mesi fa la faccenda è iniziata a circolare, formando il brodo primordiale del nuovo ente, sarebbe stato un segno di consapevolezza democratica riservare particolare attenzione al rapporto con la popolazione nelle varie fase della nuova azione amministrativa, dalla determinazione dell’indirizzo, all’attuazione, al controllo, non ritenendo sufficiente la responsabilizzazione del Sindaco quale rappresentante dei cittadini nell’Unione. E’ certo noi cittadini i Sindaci li abbiamo eletti, come i singoli consiglieri, direttamente, ma non sarebbe auspicabile, e si evidenzierebbe una “disfunzione” nella legittimizzazione democratica più che nella sua legittimità, pensare ad un concetto che veda nella centralità, se non addirittura nell’esclusività, del momento elettorale di designazione del’eletto, una delega in bianco della rappresentatività alla quale è affidata le decisioni per il popolo, che della democrazia è in verità il soggetto.
    Segue...

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  2. 2° Parte
    I cittadini non sono in realtà, é bene lo avvertano i politici e gli amministratori, campanilisti, ciechi e conservatori, anzi stanno evidenziando ora un grande bisogno di cambiamento e di partecipazione. Cittadini che vogliono contribuire a scelte consapevoli sia delle opportunità ma anche dei rischi, pronti anche a scommettere su innovazioni della macchina amministrativa anche più grosse, ancorché le stesse non gli vengano prospettate come ineluttabili e intangibili perché parte di un processo avviato in contesti a loro preclusi.

    Nei contenuti: da un punto di vista di sostenibilità economica sulle Unione, tra esperienze concrete e teoria (e questo è un campo a me professionalmente più congeniale) si può dire che le Unioni servono quando offrono, a mio avviso, soluzioni a due aspetti determinanti: l’incapacità degli enti di sfruttare adeguatamente le economie di scala; la difficoltà a sviluppare economie di varietà.
    Sotto il profilo delle economie di scala le evidenziazioni statistiche indicano che le stesse non possono essere decisive per giustificare l’orientamento verso l’Unione e peraltro anche verso la fusione, meglio una cooperazione specifica. In sostanza la stessa classe di benefici si possono prefigurare con l’associazioni di servizi (peraltro già largamente attive). Anzi in generale si può osservare un anomalo andamento della curva rappresentativa di economie di scala, con particolare riferimento ai costi di transazione, con una coerenza che riguarda l’efficienza ma non anche, e solo eventualmente, l’efficacia. In pratica si riscontrano servizi adeguati ma a costi di produzione inutilmente costosi. Traducendo: può diventare difficile affermare che si fa un Unione per diminuire i costi.
    Non stupisce che dalle analisi fatte, ad esempio sulle Unioni Marchigiane ma anche sulle virtuose Romagnole, non emerga una chiara tendenza al conseguimento di significativi risparmi o al contenimento della spesa per le funzioni delegate all’Unione.
    Riassumendo di una cosa si può avere certezza: che non esiste una migliore forma di cooperazione in assoluto.
    Mi fermo qui, perché in sostanza, a mio modesto parere un aspetto sta emergendo: in caso di rilevanti, importanti, determinanti cambiamenti politico/amministrativi le cose ai cittadini andrebbero spiegate prima e sentirne i giudizi, rispettare la volontà generale senza tentativi di forzature. Il pericolo è che diventino opache le motivazioni e le spinte che stanno dietro a questa richiesta di modifica. Si rischia che noi cittadini si diventi spettatori di ultima fila di uno spettacolo di cui non percepiamo bene le voci ed anche gli attori non si vedono in faccia, si finisce per sbadigliare, non interessarci più e (pericolosamente) andare via….eppure il biglietto lo abbiamo pagato noi.
    Un saluto cordiale
    Nedo

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  3. L’Unione dei Comuni non sarebbe una cattiva (in sé). Ma la mia domanda è: per Terranuova, sarebbe un buon affare?
    Io sono molto preoccupato per Terranuova, in quanto il nostro piccolo paese da questa eventuale unione avrebbe tutto da perdere e niente (o poco) da guadagnare.
    Terranuova ha sempre contato poco “politicamente” al di fuori dalle mura domestiche (l’unica nota positiva è rappresentata dal Lorenzo Puopolo, giovane e capace consigliere provinciale). E’ una vecchia storia. Noi, non saremo mai Cavriglia, un comune piccolo come il nostro ma che ha sempre avuto peso politico nel Valdarno, in Provincia e in Regione. La nostra forza invece è stata (ed è) l’industria, non la politica.
    Non scordiamoci che siamo l’unico comune che continua a “creare” posti di lavoro, siamo ancora il paese della discarica (concetto ribadito veementemente da tutti i sindaci della vallata, che si sono recentemente opposti ad un apertura della Borra a Figline), infine, siamo il paese dove c’è il casello. Ci fa piacere che le industrie che hanno sede a Terranuova si siano ritagliate negli anni un ruolo importante nell’economia mondiale. Ma ad una “forza” economica delle nostre aziende non corrisponde un’altrettanta “forza” politica della nostra amministrazione.
    Cosa dobbiamo aspettarci quindi da un “matrimonio” con gli altri comuni della vallata se, all’altare, ci presenteremo deboli (politicamente) e attraenti (economicamente)? Fragili e attraenti (come Marilyn Monroe), un binomio foriero di possibili scenari poco allettanti per la nostra comunità.
    Infine, un appello a chi propugna l’Unione dei Comuni: smettiamola di diffondere l’idea che con “entità unica valdarnese” si possa risparmiare, si possano cioè ottimizzare i costi nell’amministrare la cosa pubblica. Per risparmiare, cari amministratori, si dovrebbero, ad esempio, ultimare le opere nei tempi stabiliti (senza doverci rimettere le mani), si dovrebbero assumere le persone nei comuni con maggior parsimonia, si dovrebbero fare più gare (non solo quando siete obbligati dalla legge) ecc …… devo continuare?

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  4. Tutto questo casino, ma poi chi è che prenderà le decisioni nel mio paese?
    Politiche sociali, lavori pubblici, ambiente, servizi... chi decide?
    Il mio sindaco, il sindaco dei sindaci o il sindaco di un altro paese? Non si rischia di allontanare il vertice decisionale dalla base elettorale? Questo Ente alla fine è votato solo di "rinterzo" resterà un ente distante... Un po' come l'Unione Europea, la si vota di rinterzo e la si subisce senza poterla controllare.
    A questo punto facciamo un comune unico. Ma almeno si vota chi comanda. Con l'Unione dei comuni si da solo la possibilità di garantire lo "scaricabarile". Il mio sindaco mi dirà: "Lo so che sono il sindaco ma non posso decidere io, questo lo decide l'Unione dei comuni, quell'altro la provincia, queell'altro ancora la regione... io non conto un caxxo" Mah... Chi ci capisce è bravo.

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  5. Ritengo che una decisione di tal portata che detrminerebbe un cambiamento profondo nelle dinamiche politiche della nostra città,non possa essere demandata solamente alla volontà di un Sindaco o di una amministrazione, come ha detto anche Nedo, ma debba avere la necessaria espressione in merito da parte della cittadinanza, anche in virtù di ridare voce ad una politica partecipativa dove la popolazione interviene direttamente nelle scelte future. Oltretutto tengo a sottolineare, che nel programma elettorale presentato dal centrosinistra alle scorse elezioni, non compariva da nessuna parte la prospettiva di andare verso l'Unione dei Comuni, motivo in più per richiedere un intervento diretto dei cittadini. A parer mio, vedo l'unione dei Comuni come un ente che costa, perchè ha dei costi, che depaupera il potere decisionale delle amministrazioni, soggiogando le scelte a dinamismi interni ed agli equilibri dei vari compartecipanti,sempre che riescano a trovarsi d'accordo. Ed ancor maggior timore e l'aggravarsi degli iter burocratici in essere che derivano dalla presenza di un ulteriore ente come succede in altre realtà, ove oltre al Comune bisogna interpellare l'unione dei comuni. Il rischio è anche che se le amministrazioni non dovessero giovare di buoni rapporti reciproci, vengano a determinarsi immobilismi e rallentamenti dovuti a veti incrociati a diktat o campanilismi vari.. Siccome il campanilismo esiste e prbabilmente esisterà a lungo termine, pare più opportuno se vogliamo andare nella direzione del risparmio, infoltire e provare le gestioni associate che comunque mantengono discrezionalità al Comune di prorogare, intensificare e migliorare le gestioni stesse. Essendoci anche questa possibilità delle gestioni associate, non vedo il motivo di voler forzare a tutti i costi su il sistema dell'Unione,dato che se si tratta di razionalizzare le spese questo sistema è più che congruo. Ed è qui che mi sorge il sospetto che questa operazione abbia altri fini, perchè le gestioni associate lasciano intatte le prerogative decisonali al Sindaco e quindi all'amministrazione, mentre l'Unione dei Comuni le intaccano pesantemente, oltremodo con l'unione dei Comuni c'è il rischio che si creino poteri decisionali unici che spostino gli equilibri di vallata. Mi faccio anche un'altra domanda, la nostra politica di vallata è veramente forte da poter essere lei forma di controllo con le proprie scelte sui poteri economici presenti?
    Infine parlando direttamente di Teranuova, concordo pienamente con l'anonimo che dice che Terranuova fa gola per il suo sviluppo economico e per le norme prospettive future che presenta nei settori produttivi e dei serivizi, ma anche perchè, ora come non mai, è debole politicamente e quindi l'assalto, purtroppo, è già partito.
    Luca Trabucco

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  6. Montevarchi apparecchia (ci metterà la sede), Terranuova porta il mangiare (ci metterà le risorse economiche) Sangiovanni invece si mette a sedere e mangia (prenderà le scelte politiche)
    GRAZIE SINDACO.

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  7. Il Pd di Terranuova, sul tema Unione dei comuni, sembra un po' distante dalle posizioni del suo sindaco.

    Ecco il link al comunicato del PD:
    http://www.pdterranuova.it/manifesti/83-posizione-unione-dei-comuni.html

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  8. Concordo con Luca Trabucco nel riterere "doveroso" l'ascolto della cittadinanza sulla questione unione dei comuni. Il sindaco va e viene e il nostro, sicuramente, tra due anni, andrà. Se vogliamo impegnare la cittadinanza per i prossimi anni su questo punto, prima dobbiamo quantomeno interpellarla.
    Leonardo Rossi.

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  9. Vedo che il PD, a differenza del PdL, ci tiene "molto" alla forma. Il PD si da molto da fare per dare l’impressione di serbare un briciolo di democrazia nelle sue decisioni. Il Pd di Terranuova, in base agli ultimi comunicati, afferma “che non è contrario all’Unione dei Comuni, ma vuole raggiungere un orientamento condiviso e partecipato, attraverso l’ascolto della popolazione“.
    Un po’ di coraggio, cari amici del PD!
    Non dite “non siamo contrari all’Unione dei Comuni...”, dite piuttosto “siamo a favore dell’Unione dei Comuni". Non nascondetevi dietro fantomatiche assemblee cittadine, perché la decisione di fare l’Unione è già stata presa (e non da Terranuova). L’argomento "dell’ascolto della cittadinanza", detto da voi, non è credibile. Basti vedere come è andato a finire il bilancio partecipativo!
    Facciamo piuttosto un referendum e sentiamo veramente quello che pensano i cittadini sulla questione!
    Leonardo Rossi

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  10. Sig.Leonardo Rossi,
    io a le assemblee del PD ci sono stato, li ci siamo incontrati e scontrati sul tema. Chi ne vedeva i termini positivi con chi, come me, rilevava posizioni sfavorevoli e aveva un parere critico rappresentandolo, anche con forza.
    Rispetto alla discussione democratica interna al PD di Terranuova, mi spiace ma lei dice una cosa falsa, propria di chi le cose non le vive, non le conosce e intende, con la calunnia , avvalorarsi quale portatore di verità non sue.
    L’esempio del bilancio partecipativo poi è particolarmente significativo, basta menzionarlo per insinuare una cosa chiaramente non vera. Le opere scelte dai cittadini, ricordiamo nel 2011 (non 10 anni fa)sono in fase di avanzata progettazione nei termini e nei contenuti esatti e coerenti a quanto emerso dalle votazioni fatte.
    Nedo Bronzi

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  11. Non volevo intervenire, visto che è già intervenuto il mio capogruppo Luca Trabucco. Il tema è importante. Noi assieme anche alla Lista Pasquini abbiamo già detto anzitempo cosa pensiamo sull'argomento: NO! Non ci interessa, la cosa non s'ha da fare!! I terranuovesi che se ne ricordano ci hanno visto nel gazebo, in una giornata molto piovosa, a sostenere le nostre idee e molti cittadini, nonostante l'acqua, si sono fermati a parlare dandoci ragione.
    Ed ecco allora che il PD terranuovese si sveglia e sentenzia ... il NULLA!
    Perchè è così caro Nedo, che te la prendi con il mio onomimo del tuo colore (che non conosco). Nel consiglio comunale quando abbiamo discusso la votazione dell'Unione dei Comuni abbiamo proprio udito il capogruppo del PD Migliorini e il Sindaco della maggioranza (a questo punto ancor più minoranza nel paese di Terranuova) dire che l'Unione era una cosa positiva, etc
    Ma dopo ALCUNI MESI, i dirigenti del PD locale si sono resi conto che andare dietro ai miasmi del Sindaco li avrebbe portati al futuro collasso e allora retromarcia.
    Se non ci credete vi trovo i verbali ...
    Cmq i cittadini terranuovesi possono stare tranquilli che il PD, Testi, Viligiardi, etc non potranno facilmente passare sopra ad un sindaco politicamente inconsistente come il nostro, per mettersi a sedere e banchettare, non finirà qui, ciao!
    Leonardo Lucacci
    consigliere comunale di Terranuova per la Libertà

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  12. Caro Leonardo, bizzarra cosa è la politica. Nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni con gli altri, nella professione, nelle scelte più importanti, persino negli affetti più profondi, accade che si possano creare dei dubbi e delle perplessità. Le sicurezze di un momento, alla luce di valutazione, approfondimenti od anche in relazione ad un’attenzione maggiore su elementi che qualcuno si era sforzato di porre in evidenza, possono normalmente iniziare a screpolarsi. Si ricorre allora ad un confronto più profondo con se stessi e con gli altri, per giungere poi alla soluzione, alla scelta che uno ritiene più giusta, più corretta. Questo succede nella vita, tutti i giorni ed è sinonimo di umiltà e anche di intelligenza. Nella politica no, se si pratica una sana attività di discussione all’interno di un gruppo, anche fortemente dialettica, e ci si confronta apertamente su posizioni differenti, questo è da rifiutare. Permettimi di farti notare che tu qualche pesante dubbio e perplessità l’hai provato tanto da “virare” improvvisamente sulle scelte che avevi fatto, e che, comunque tu la pensi, ti avevano portato “tecnicamente” ad esser eletto.
    Non ergerti a “sentinella” stoica di provvedimenti, che peraltro, non sono stati ancora presi…per puro spirito di verità ti prego di ricordare ai cittadini, alla tua parte ed anche agli amici della Lista Pasquini, che alla votazione in Consiglio, il tuo gruppo, come il PDL, come Pasquini, non votaste contro (come ora vorreste far apparire), ma vi asteneste. Anzi Massimo Quaoschi propose una risoluzione che fu votata addirittura all’unanimità, eccone il contenuto: “Di non generare nuovi costi per la gestione politico-istituzionale degli organi di governo. Di perseguire la razionalizzazione e il contenimento dei costi di gestione dell’Ente attraverso l’obiettivo dell’utilizzo di risorse umane, organizzazione e strutture già in capo alle amministrazioni esterne”.
    Come vedi molto molto simile al “nulla” che dici del PD. Per puro spirito democratico, così vedi perché credo molto alla democrazia interna al mio gruppo e ciò che dice il Sig. Rossi (che non conosco neanch’io ma che saluto cordialmente) sono certo che non è vero, ti informo che io invece sono stato fortemente contro all’Unione fin da subito, su basi economiche, istituzionali, amministrative e politiche. Continuerò nella mie posizioni finché non mi sarà chiaramente dimostrato il contrario o finché non riuscirò a convincere gli altri della bontà delle mie tesi. Nel mezzo e ben sopra di me ci sta la collettività, i cittadini che, e lo già scritto nel mio primo intervento, è indispensabile che conoscano i termini esatti della collaborazione fra Comuni per poter dare il fondamentale contributo alla scelta migliore.
    Insomma Leonardo, riflettici, mi sembra che anche il tuo gruppo abbia fatto una virata da una votazione all’unanimità con la maggioranza ai gazebo della contrarietà…ed è assoltamente cosa legittima..permetti con serenità anche agli altri di avere dei dubbi…in fondo è normale umanità.
    Un saluto
    Nedo

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  13. I dubbi del PD terranuovese sulla questione Unione dei comuni li leggo positivamente. Il ruolo di un partito di maggioranza è quello di discutere, avere la sensibilità di comprendere gli umori della base e aiutare l'amministrazione a scegliere la strada migliore. Un partito che si prostra a qualsiasi decisione del suo capo senza porsi interrogativi che funzione avrebbe? Solo quello di procacciare voti e spartire poltrone!
    E allora ben vengano le correnti, almeno l'acqua si muove!!
    Simone

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  14. Gli ultimi interventi mi stimolano ma vorrei anche allargare anche un po' il ragionamento. Intanto non parlerei di correnti, partiti nei partiti, ma di opinioni e confronto veri. Sull' Unione dei comuni nel PD c'è stato e si è deciso correttamente di parlare con i cittadini. Ci sono voluti due anni! E forse questo è una spia delle difficoltà. Difficoltà di dibattito e posizionamento che vengono da lontano. Può un partito che esprime sindaco e maggioranza della coalizione di governo ragionare PRiMA o deve seguire quello che decidono sindaco e giunta? Nel secondo caso la dialettica politica si riduce a zero, tanto più che la dialettica nella Giunta, che c'è, è relativa e molto faticosa.
    Il problema allora è di decidere di aprirsi, di non aver paura di mettersi in gioco, di non farsi venire le crisi isteriche tutte le volte che si apre un confronto. È un problema di leadership, che si costruisce sull'autorevolezza e non sul ruolo, come purtroppo è stato nel passato. Il PD è un partito plurale o non è, il Partito era il PCI, ma quello è sotto le macerie del muro e dei sui silenzi.

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  15. Torniamo all'Unione dei Comuni. Lì non ci sono solo tre alternative, non farla - farla - estendere i servizi associati. Visti tempi previsti, come ricorda correttamente Sauro Testi nell'intervista iniziale, e visto che di mezzo c'è una tornata elettorale, io credo che ci sia anche la possibilità della fusione tra comuni. L'importante è che siano scelte chiare, precise, esplicitate, discusse con i cittadini che vengono chiamati, con il voto, a dare il loro apprezzamento. Non assemblee più o meno partecipate, non indefinite consultazioni ma il voto dei cittadini.
    I candidati a sindaco, le forze politiche che li sostengano, mettano nei loro programmi le soluzioni prospettate per risolvere un problema includi bile di razionalizzazione delle politiche del territorio e noi cittadini diremo nell'urna la nostra.

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  16. Una ultima cosa generale, anche se sconfina su temi trattati recentemente. Il ruolo delle opposizioni e del dibattito consiliare. Qui uno sforzo deve essere fatto. Occorre essere propositivi, emendare, integrare. Modificare anche parzialmente. Certo un bicchiere mezzo pieno è anche mezzo vuoto ma è necessario schiodare un non-confronto, una contrapposizione frontale. E mi auguro chemdall'altra parte ci sia l'intelligenza politica di ascoltare, di accettare le integrazioni, i suggerimenti. Lo richiede la difficile situazione in cui siamo. E poi, e chiudo, scusatemi per la lunghezza, la politica di Terranuova vede più partiti, alcuni che sono anche nella maggioranza di governo. Ma questi partiti hanno una voce, hanno opinioni?

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  17. Sel e PSI cosa pensano, cosa propongono, è una realtà curiosa. Alessio Magini è uscito da PD ed è andato in Sel e Sel approva le scelte per cui Magini è uscito? Vedremo il bilancio dove mi auguro ci siano un forte taglio alle spese, nessun ulteriore aumento delle tasse, un fortissimo impegno sul recupero dell'evasione fiscale, una revisione delle tariffe per i servizi al cittadino in senso progressivo. Questo mi aspetto da una amministrazione progressista attenta ai bisogni dei cittadini. Mi aspetto anche coerenza dal PD, da Sel e dal PSI. Spero, ancora per poco.

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  18. La posizione del PD terranuovese apparsa sugli organi di stampa potrebbe essere riassunta con un verso di una canzone di Battisti...."Io vorrei...non vorrei...ma se vuoi...". Terranuovesi l'Unione dei comuni è una bella opportunità.

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  19. il potere logora chi non ce l'ha....

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  20. In una politica in cui la parola d'ordine pare essere "fare insieme, per far meglio", non si riesce a comprendere la posizione del PD terranuovese che invece vuol far da solo e stare all'ombra del proprio campanile.
    Si ha paura di stare su tavoli più importanti perchè si ha la consapevolezza di non avere idee e quindi contar meno?
    Oppure meglio governare l'esistente perchè si ha paura del cambiamento?
    Se l'unione dei comuni, come dice il sindaco Testi, non è materia per aumentare le poltrone, ma per provare a trovare un'ottimizzazione delle risorse, sembra una cosa importante da fare. E subito.

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  21. P.D = partito diviso

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  22. Ritengo che sia molto più utile pensare non all'Unione dei Comuni, ma al Comune Unico. E' inutile fare sterili campanilismi, la strada deve essere quella.

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  23. Sono arrivato tardi a postare, ma in ogni caso rispondo.
    E' vero che nel LUGLIO 2010 il consiglio comunale ha approvato all'unanimità una risoluzione sull'Unione dei Comuni. Allora si parlava di atto di indirizzo ed il Sindaco si era impegnato a riparlarne PRIMA di portare avanti il progetto. Ma sono passati i mesi e nulla più si è saputo.
    I cittadini hanno potuto leggere le nostre opinioni sull'argomento sul nostro blog gi dall'ottobre 2011, quando "ufficialmente" l'Unione dei Comuni era cosa da definire, mentre invece nelle stanze "segrete" il Sindaco trattava per predisporre accordi al fine di far ritrovare la cosa già fatta: i cittadini ed il consiglio comunale si sarebbe ritrovato di fronte a cosa già fatta, prendere o lasciare!
    Ecco allora che il nostro gruppo consiliare assieme alla Lista Pasquini ha cominciato ad agitare le acque, fino ad arrivare al gazebo di dicembre dove molti cittadini sono stati da NOI informati.
    Addirittura, da come davamo noia al PD dando risalto ad un argomento che con arte era stato tenuto nascosto alla cittadinanza, un "esponente" del PD locale si era fermato a parlare con il sottoscritto (sotto il gazebo) cercando di convincermi che l'Unione dei Comuni era una cosa giusta da fare.
    Il PD si sarà riunito, ma in silenzio stampa, senza far trapelare fuori nulla (infatti niente manifesti, niente comunicati stampa, niente gazebo), se non il malumore di alcuni consiglieri per accettare la cosa imposta da San Giovanni e Montevarchi (e Bucine!). E infatti alla fine -FINALMENTE!- si è svegliato, ma senza decidere.
    E' vero che io assieme ai miei compagni di gruppo siamo usciti dal PDL perchè non ci ritrovavamo più in quel modo di fare politica (ed il tempo ce ne ha dato ragione) ma noi l'abbiamo comunicato subito e non abbiamo avuto paura di fare un'assemblea pubblica, aperta a tutti.
    I consiglieri del PD su questo argomento dell'Unione dei Comuni, come su altri, non ha fatto nulla di tutto ciò, se non ora all'ultimo tuffo! Cmq correggendomi rispetto a quello che ho scritto prima, il PD terranuovese sull'Unione dei Comuni non ha detto NULLA, ha detto QUASI NULLA!
    Ripeto in Consiglio Comunale la cosa proseguirà con gli strumenti giusti.
    Leonardo Lucacci
    consigliere comunale Terranuova per la Libertà
    ps- vorrei far osservare ai cittadini che le posizioni del CENTROSINISTRA PER TERRANUOVA (PD+SOCIALISTI+SEL) sono sempre difese in modo ammirevole da Nedo e non dai rispettivi consiglieri comunali e amministratori????? ... ma va bene così.

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