mercoledì 15 febbraio 2012

IL MANIFESTO SALVA CICLISTI

Il Manifesto salva ciclisti diffuso da associazioni e blog italiani è stato mutuato dal The Times che ha lanciato una massiccia campagna in difesa dell’incolumità dei ciclisti sulle strade.

Ecco quali sono i suoi punti:

1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.

2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.

3. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.

4. Il 2% del budget dell’ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.

5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.

6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.

7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays

8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.

e VOI COSA NE PENSATE?

                                                                                                                 La Redazione

2 commenti:

  1. Io penso che siano tutti punti più o meno azzeccati, ma credo anche che troppo spesso manca la disciplina e il buon senso proprio da quei ciclisti che si schierano a coppie o peggio ancora in gruppo occupando tutta la corsia e che se gli suoni per farli spostare ti mandano anche a quel paese. Che inizino a mettersi sulla destra in fila indiana...

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  2. il nostro errore, degli italiani, è concepire la bicicletta come il mezzo per fare la passeggiata la domenica piuttosto che quello per muoversi in maniera alternativa all'auto!

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