martedì 25 ottobre 2011

Debito pubblico: e se fosse congelato?


 La manifestazione degli indignati che si è tenuta un po’ di tempo fa a Roma non è riuscita – forse è meglio dire le è stato impedito – a portare al centro della discussione i temi e le questioni che gli organizzatori si erano preposti. Nel nostro piccolo, raccogliamo non le pietre e gli estintori da lanciare contro banche e uffici, ma alcuni spunti e riflessioni che provengono dal mondo dei movimenti e dell’associazionismo. Iersera, così racconta la cronaca, il Consiglio dei Ministri Straordinario si è interrotto dopo un’ora e mezzo perché Bossi, Berlusconi e Tremonti dovevano andare alla consueta cena di lavoro. Il contributo che vi offriamo questa settimana non potrà certo appassionare per un’intera cena, però riteniamo che davanti ad un più sobrio caffè possa essere un argomento dignitoso per provare a guardare alla crisi dei macrosistemi da una visuale diversa.


CAMPAGNA PER IL CONGELAMENTO DEL DEBITO 
Continuano a farci credere che per uscire dal debito dobbiamo accettare manovre lacrime e sangue che ci impoveriscono e demoliscono i nostri diritti. Non è vero. La politica delle manovre sulle spalle dei deboli è voluta dalle autorità monetarie europee come risultato della speculazione. Ma è intollerabile che lo Stato si adegui ai ricatti del mercato: la sovranità appartiene al popolo, non al mercato!

 Esiste un'altra via d'uscita dal debito. E' la via del congelamento e se la condividi ti invitiamo a firmare e a diffondere questo documento, affinché si crei una grande onda che dica basta alle continue manovre che distruggono il tessuto sociale. Il problema del debito va risolto alla radice riducendone la portata. Non è vero che tutto il debito va ripagato, il popolo ha l'obbligo di restituire solo quella parte che è stato utilizzata per il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse accettabili. Tutto il resto, dovuto a ruberie, sprechi, corruzione, è illegittimo e immorale, come hanno sempre sostenuto i popoli del Sud del mondo.

 Per questo chiediamo un'immediata sospensione del pagamento di interessi e capitale, con contemporanea creazione di un'autorevole commissione d'inchiesta che faccia luce sulla formazione del debito e sulla legittimità di tutte le sue componenti. Le operazioni che dovessero risultare illegittime, per modalità di decisione o per pagamento di tassi di interesse iniqui, saranno denunciate e ripudiate come già è avvenuto in altri paesi.

 La sospensione sarà relativa alla parte di debito posseduto dai grandi investitori istituzionali (banche, assicurazioni e fondi di investimento sia italiani che stranieri) che detengono oltre l’80% del suo valore. I piccoli risparmiatori vanno esclusi per non compromettere la loro sicurezza di vita.

 Contemporaneamente va aperto un serio e ampio dibattito pubblico sulle strade da intraprendere per garantire la stabilità finanziaria del paese secondo criteri di equità e giustizia.

 Almeno cinque proposte ci sembrano irrinunciabili:

·         riforma fiscale basata su criteri di tassazione marcatamente progressiva;

·         cancellazione dei privilegi fiscali e seria lotta a ogni forma di evasione fiscale;

·         eliminazione degli sprechi e dei privilegi di tutte le caste: politici, alti funzionari, dirigenti di società;

·         riduzione delle spese militari alle sole esigenze di difesa del paese e ritiro da tutte le missioni neocoloniali;

·         abbandono delle grandi opere faraoniche orientando gli investimenti al risanamento dei territori, al potenziamento delle infrastrutture e dell'economia locali, al miglioramento dei servizi sociali col coinvolgimento delle comunità.

Attorno a queste poche, ma concrete rivendicazioni, è importante avviare un dibattito quanto più ampio possibile, partecipando al forum appositamente costituito all'indirizzo www.cnms.it/forum


Se poi l'onda crescerà, come speriamo, decideremo tutti insieme come procedere per rafforzarci e ottenere che questa proposta si trasformi in realtà.


Francuccio Gesualdi , Aldo Zanchetta, Alex Zanotelli, Bruno Amoroso, Antonio Moscato, Alberto Zoratti, Claudia Navoni, Rodrigo A.Rivas, Giorgio Riolo, Roberto Bugliani, Luigi Piccioni, Michele Boato, Carlo Contestabile Ciaccio, Roberto Fondi, Roberto Mancini,

Gianni Novelli, Achille Rossi, Paolo Cacciari, Maurizio Fratta, Fabio Lucchesi, Lorenzo Guadagnucci, Nadia Ranieri, Paola Mazzone, Enrico Peyretti, Gaia Capogna, Francesco Amendola, Uberto Sapienza, Manuela Moschi, Mauro Casini, Roberto Viani, Michela Caniparoli, Franco Fantozzi, Franco Nolli.

martedì 18 ottobre 2011

Raccolta porta a porta: la VdM intervista Emanuele Rappa, Presidente della CSA

Tra poco a Terranuova comincerà la raccolta dei rifiuti “porta a porta”. Quali saranno le zone del paese interessate? Come sarà organizzata tecnicamente? Cosa cambierà in pratica per i cittadini e quali sono le cose più importanti da sapere?
In realtà la raccolta porta a porta è attiva a Terranuova già da diverso tempo, ma fino ad ora ha riguardato soltanto le frazioni collinari, le zone industriali ed i commercianti del centro. In estate il servizio è stato esteso a Le Ville ed ora si passa al capoluogo che, ad eccezione dell’area compresa nella cerchia delle mura, sarà interamente coinvolto dalla riorganizzazione del servizio.
L’organizzazione tecnica è piuttosto semplice. Ogni giorno i cittadini devono lasciare davanti a casa un determinato tipo di rifiuto (organico, carta, indifferenziato) entro le 8 del mattino ed il nostro personale passa a ritirarlo nelle ore immediatamente successive.
Per i cittadini cambiano alcune cose: non si deve più andare al cassonetto ma basta lasciare i propri rifiuti davanti a casa, naturalmente questo va fatto in giorni ed in orari prestabiliti. Quello che cambia davvero è che con questo metodo è possibile controllare la qualità dei rifiuti prodotti dai cittadini, per cui non sarà più possibile mettere i rifiuti organici insieme alla carta o gli indifferenziati con l’organico, come non di rado accade purtroppo nei cassonetti.
Gli unici contenitori stradali che rimarranno attivi sono le campane per il vetro (che saranno verdi) e per la plastica (azzurro). Ci si chiederà: perché non raccogliamo porta a porta a anche queste tipologie? Non lo facciamo perché lo scopo della raccolta differenziata è il riciclo dei rifiuti e la modalità che garantisce un miglior riciclo del vetro, ma anche della plastica, è la campana stradale con bocca di conferimento piccola. Se raccogliessimo il vetro porta a porta, insomma, otterremmo un minor riciclo rispetto alla campana stradale.

Secondo i dati ufficiali relativi all’anno 2010 comunicati dalla Regione Toscana la percentuale di raccolta differenziata nel Bacino servito da CSA è del 41,32%, percentuale in linea con la media Toscana 40,06%. A Terranuova la differenziata è al 50,98%. Quali sono i risultati che ci si aspetta dall’attivazione della raccolta porta a porta?
L’amministrazione comunale, e noi con loro, si aspetta di raggiungere nel più breve tempo possibile la percentuale del 65%, che è quella richiesta dalla legge per il 2012.
Visto che nei primi otto mesi del 2011 Terranuova è già vicino al 54%, direi che l’obiettivo per l’anno prossimo è decisamente a portata di mano.

Presupposto essenziale per un effettivo riciclo dei materiali non è solo la percentuale di rifiuti che si riesce a differenziare ma anche la loro “qualità”.
Nel rapporto della Regione, pur sottolineando la strategicità di questo aspetto, non c’è neanche un dato sulla “qualità” dei rifiuti. Esistono dati (confrontabili con altre realtà italiane e straniere) della qualità dei nostri rifiuti? Quanto è "buono" il nostro rifiuto? Che fine fa oggi la differenziata “poco buona”?

In realtà ha poco senso perfino confrontare i dati di raccolta differenziata tra una regione e l’altra perché, sembra incredibile, ogni regione usa metodi di calcolo diversi! Se non c’è chiarezza sulla quantità, figuriamoci sulla qualità….
Guardando in casa nostra dobbiamo dire che neanche a livello regionale esistono dati sulla qualità delle raccolte differenziate, e purtroppo così si finisce per fornire una visione solo parziale del ciclo dei rifiuti. E’ grazie a questa visione parziale che poi passa il messaggio che differenziare equivalga a riciclare: in realtà non è così!
La raccolta differenziata è il primo passo verso il riciclo, ma se poi la raccolta non è di qualità, oppure se non si fanno gli impianti, oppure se non si crea un vero mercato per i prodotti riciclati, la raccolta differenziata rimane un esercizio fine a se stesso.
Noi come azienda siamo impegnati a veicolare il messaggio che il ciclo dei rifiuti è un processo industriale e come tale prevede l’applicazione di logiche industriali (realizzazione di impianti, efficienza dei servizi, sbocchi di mercato per i prodotti riciclati, equilibrio economico del sistema). Se invece si vuol far passare il messaggio che il ciclo dei rifiuti è un processo “magico”, dove basta fare la raccolta differenziata e i rifiuti spariscono come per incanto, allora continuiamo pure a cullarci con le percentuali.
Sulla qualità delle nostre raccolte possiamo dire, a spanne, che rispetto al nord Italia siamo ancora indietro: del resto in quelle zone la raccolta differenziata hanno cominciato a farla molti anni prima di noi. Dobbiamo dire che, gradualmente, la qualità media nel nostro territorio sta comunque migliorando, anche grazie alla raccolta porta a porta, e noi stiamo potenziando la nostra comunicazione aziendale per informare sempre meglio i cittadini.
Quando è possibile le impurità presenti nelle raccolte (che per il nostro bacino sono mediamente intorno al 10-15%) vengono a loro volta recuperate, altrimenti vanno al selettore insieme ai rifiuti indifferenziati, per poi essere trasformate in frazione organica stabilizzata o finire in discarica.
Quando sarà realizzato il nuovo termovalorizzatore di Arezzo le impurità andranno invece a recupero  energetico, contribuendo quindi alla creazione di elettricità.

Quando si parla di raccolta differenziata spesso viene citata l’esperienza del Comune di Capannori che, da capofila del progetto Rifiuti Zero, ha raggiunto l’ 81,89% di raccolta differenziata ed ha codificato un percorso virtuoso in 10 punti volto a conseguire l’ obiettivo del 100% entro il 2020. Qual è la tua opinione su questa esperienza?
Ritengo che sia un’esperienza con luci ed ombre, dove le luci rimbalzano molto sui media mentre le ombre rimangono tutte sullo sfondo. Capannori fa molta raccolta differenziata e, cosa altrettanto importante, ha messo in atto ottime politiche per la riduzione dei rifiuti. Ha poi creato una rete di relazioni istituzionali e di comunicazione che indubbiamente ha veicolato con molta efficacia il lavoro svolto in quel comune. 
Detto questo, dopo la raccolta differenziata c’è ancora molto da fare e, come dicevo prima, a questo punto ci vogliono gli impianti per il riciclo. Faccio notare che a Capannori è da oltre dieci anni che devono realizzare un impianto di compostaggio e ancora non sono stati in grado neppure di decidere in che posto farlo. Quindi ogni giorno l’organico raccolto a Capannori va all’impianto di compostaggio di Montespertoli, che si trova in un’altra provincia e dista 60 chilometri. Non mi pare né molto ecologico né molto economico….
Non a caso Capannori per gestire il servizio per 46 mila abitanti ha speso nel 2010 8,1 milioni di euro (una media di 175 euro ad abitante), nel territorio servito da CSA si è speso 13,2 milioni per 111 mila abitanti (una media di 119 euro ad abitante).
Un altro aspetto che mi lascia perplesso è che, come dicevo prima, si veicoli in qualche modo l’equazione raccolta differenziata = rifiuti zero = problema risolto. In un dibattito al quale ho partecipato con l’assessore all’ambiente di Capannori ho fatto presente che una tonnellata di carta proveniente da raccolta differenziata si trasforma in mezza tonnellata di carta riciclata e in mezza tonnellata di nuovi rifiuti che in parte possono essere bruciati (non riciclati) ma che in parte devono essere smaltiti, quindi fare “rifiuti pochi” è possibile ma fare “rifiuti zero” no. A questa affermazione mi pare che l’assessore di Capannori non abbia ribattuto.
In definitiva, di Capannori apprezzo molto l’impegno che mettono nelle raccolte, nel coinvolgimento dei cittadini e nelle politiche di riduzione dei rifiuti. Mi pare invece che manchi un po’ la visione d’insieme: la raccolta differenziata è il primo passo di un processo industriale complesso che, come tutti i processi industriali, genera a sua volta scorie e materiali di scarto.
Dobbiamo fare molta raccolta differenziata ma soprattutto dobbiamo farla bene, poi però servono gli impianti per selezionare e riciclare i rifiuti e servono politiche che incentivino lo sviluppo di un mercato dei prodotti riciclati. Su questi aspetti, in Toscana come nel resto d’Italia, c’è ancora molto da lavorare.
La formuletta dei “rifiuti zero” ha molto di magico e poco di industriale: per un settore che ragiona in migliaia di tonnellate, più che gli slogan ben riusciti, ci vogliono politiche serie e lungimiranti.

E' POSSIBILE TROVARE ULTERIORI INFORMAZIONI SULL'ATTIVAZIONE DELLA RACCOLTA PORTA A PORTA A TERRANUOVA DIRETTAMENTE SUL SITO INTERNET DI CSA  www.csambiente.it

martedì 11 ottobre 2011

NUN TE REGGHE PIU': quando la rete entra nella vita politica

Questa settmana La Voce del Martedì intervista Mario Rigli, terranuovese DOC, promotore di un'iniziativa di legge popolare nata in rete tramite facebook. I moduli per la raccolta delle firme oggi sono presenti in quasi tutti i comuni d'Italia.


Come è nata l'iniziativa?

É nata per caso, conversando con un amico virtuale siciliano nel social network Facebook. Ci stavamo lamentando della palude etica e morale nella quale era sprofondata l'Italia e della impossibilità per un cittadino comune di fare qualcosa, quando ci venne in mente la possibilità di ricorrere ad una delle due forme di Democrazia diretta previste dalla Costituzione: l'iniziativa di legge popolare. Per la complessità del meccanismo, per la difficoltà di raccogliere quella gran mole di firme era fino ad ora quasi impossibile ricorrevi per un semplice cittadino di provincia come il sottoscritto, per chi non fosse collegato con organizzazioni forti come partiti e movimenti. Fino ad ora dicevo, perché internet, questo grande mezzo, ci viene incontro anche in questo. Attraverso di esso abbiamo potuto costruire tutta una rete di referenti territoriali a livello nazionale, abbiamo pubblicato la nostra iniziativa nella Gazzetta Ufficiale e i moduli della raccolta sono in questo momento in molti comuni d'Italia.

Qual'è il testo specifico?

Il testo della legge è semplicissimo, consta di un solo articolo, senza cavilli e commi vari. Abbiamo voluto appositamente evitare la eccessiva complessità delle leggi che sono state proposte con iniziativa popolare fino ad oggi affinché il legislatore avesse meno appigli e giustificazioni per mettere in calendario la legge e procedere alla discussione.
ART. 1
I PARLAMENTARI ITALIANI ELETTI AL SENATO DELLA REPUBBLICA, ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, I MINISTRI, I CONSIGLIERI E GLI ASSESSORI REGIONALI, PROVINCIALI E COMUNALI, I GOVERNATORI DELLE REGIONI, I PRESIDENTI DELLE PROVINCE, I SINDACI ELETTI DAI CITTADINI, I FUNZIONARI NOMINATI NELLE AZIENDE A PARTECIPAZIONE PUBBLICA, ED EQUIPARATI NON DEBBONO PERCEPIRE, A TITOLO DI EMOLUMENTI, STIPENDI, INDENNITÀ, TENUTO CONTO DEL COSTO DELLA VITA E DEL POTERE REALE DI ACQUISTO NELL’UNIONE EUROPEA, PIÙ DELLA MEDIA ARITMETICA EUROPEA DEGLI ELETTI NEGLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE PER INCARICHI EQUIVALENTI.”

Perchè su Facebook?

Facebook è il più popoloso network della rete. Contrariamente a quanto si pensa Facebook è uno strumento che ci permettere di raggiungere grandi obiettivi, non è solo un annuario scolastico dove scambiarci auguri e frivolezze. Io ne ho avuto la conferma durante la Primavera araba, ho avuto un'esperienza esaltante. Ero in collegamento con molti poeti ed amici tunisini ed egiziani al momento delle rivolte, ed ho fatto quello che ho potuto qui in Italia. Per esempio ho diffuso il suicidio di Buazizi almeno 17 giorni prima che la notizia fosse data in Italia e in Occidente. Poi il suo ruolo durante le amministrative ed i referendum, ho considerato che era così lo strumento adatto per la nostra legge di iniziativa popolare.


Cosa sperano i promotori?

Semplicemente di arrivare al traguardo delle cinquantamila firme. Un po' di visibilità nei media affinché la nostra legge venga messa in calendario e sia discussa alla camera. Se non succederà, ma ne dubitiamo in questa marea montante contro la casta politica, starà ai cittadini di farsi sentire davvero nelle piazze.


Perchè si chiama NUN TE REGGHE PIÙ, come la canzone di Gaetano?

Rino è un precursore, un anticasta ante litteram. Un genio dal punto di vista della musica e un poeta per i testi. La sua canzone il cui titolo è stato preso a prestito dal nostro gruppo parla già di certe insofferenze per i partiti, nella sua sequela di sigle dell'epoca e di certi privilegi come le auto blu. É dialetto in fondo, ma ormai il suo significato è universale, è una frase che è entrata di diritto nel modo di dire di tutta la penisola, e noi cittadini davvero non reggiamo più questo modo di intendere la politica, e i politici che invece di fare l'interesse della collettività fanno esclusivamente l'interesse proprio.

Rete e democrazia: quale rapporto?

La rete è uno strumento gratuito e facile di diffusione delle idee. Di tutti i tipi e specialmente idee politiche, io intendo con il termine politica l'accezione alta del termine, politica in senso Aristotelico come derivazione da Polis in alternativa a Pars, politica insomma come buon governo, gestione equa della città, della comunità. Con la rete si affacciano quindi alla politica vera anche coloro che pur avendo grandi doti vi sono normalmente preclusi da meccanismi obsoleti e nepotisti di appartenenze scontate e predeterminate. Le idee circolano oltre i ristretti luoghi in cui venivano racchiuse ad arte e la rete è il mezzo più diretto per raggiungere una democrazia veramente compiuta e non solo a parole. Questo discorso non riguarda soltanto la politica, ma la filosofia, la poesia, la letteratura, la musica, la pittura; la rete permette di bypassare editori, mercanti d'arte, critici ed “addetti ai lavori”. La rete è la vera liberalizzazione del pensiero e delle idee, il nocciolo cioè di una vera democrazia.

martedì 4 ottobre 2011

I punti di vista in Italia

1° Ottobre 2011 - Uno dei più importanti imprenditori del paese compra pagine di giornali per pubblicare un manifesto titolato ORA BASTA scritto per “bacchettare” i politici italiani. E' uno sfogo indignato o una discesa in campo? Dipende dai punti di vista…

dal 2009 - Migliaia di persone manifestano più o meno la stessa indignazione dell'imprenditore di cui sopra anche proponendo e sottoscrivendo leggi di iniziativa popolare. E' speranza o illusione? Dipende. Dai punti di vista...

2 Ottobre 2011 -  I politici bacchettati  si offendono e rinfacciano al ricco imprenditore le sue amicizie con altri politici (ormai fuori dal giro). Se il ricco imprenditore abbia colpito nel segno o pisciato fuori dal vaso è difficile dirlo. Dipende, anche qui, dai punti di vista…

2011 - La legge di iniziativa popolare che faciliterebbe un ricambio della classe politica riposa, da 24 mesi, nei cassetti polverosi del Senato. E’ una violazione dei principi democratici o un legittimo esercizio dell’attività istituzionale? Dipende dai punti di vista… 

1993 - Un ancor più ricco imprenditore aveva annunciato la sua discesa in campo promettendo una svolta epocale e dimostrando alla storia che con il potere economico e mediatico i sogni possono diventare realtà. Oppure incubi. Dipende, sempre, dai punti di vista…

Francesco N.