Questa settmana La Voce del Martedì intervista Mario Rigli, terranuovese DOC, promotore di un'iniziativa di legge popolare nata in rete tramite facebook. I moduli per la raccolta delle firme oggi sono presenti in quasi tutti i comuni d'Italia.
Come è nata l'iniziativa?
É nata per caso, conversando con un amico virtuale siciliano nel social network Facebook. Ci stavamo lamentando della palude etica e morale nella quale era sprofondata l'Italia e della impossibilità per un cittadino comune di fare qualcosa, quando ci venne in mente la possibilità di ricorrere ad una delle due forme di Democrazia diretta previste dalla Costituzione: l'iniziativa di legge popolare. Per la complessità del meccanismo, per la difficoltà di raccogliere quella gran mole di firme era fino ad ora quasi impossibile ricorrevi per un semplice cittadino di provincia come il sottoscritto, per chi non fosse collegato con organizzazioni forti come partiti e movimenti. Fino ad ora dicevo, perché internet, questo grande mezzo, ci viene incontro anche in questo. Attraverso di esso abbiamo potuto costruire tutta una rete di referenti territoriali a livello nazionale, abbiamo pubblicato la nostra iniziativa nella Gazzetta Ufficiale e i moduli della raccolta sono in questo momento in molti comuni d'Italia.
Qual'è il testo specifico?
Il testo della legge è semplicissimo, consta di un solo articolo, senza cavilli e commi vari. Abbiamo voluto appositamente evitare la eccessiva complessità delle leggi che sono state proposte con iniziativa popolare fino ad oggi affinché il legislatore avesse meno appigli e giustificazioni per mettere in calendario la legge e procedere alla discussione.
ART. 1
I PARLAMENTARI ITALIANI ELETTI AL SENATO DELLA REPUBBLICA, ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, I MINISTRI, I CONSIGLIERI E GLI ASSESSORI REGIONALI, PROVINCIALI E COMUNALI, I GOVERNATORI DELLE REGIONI, I PRESIDENTI DELLE PROVINCE, I SINDACI ELETTI DAI CITTADINI, I FUNZIONARI NOMINATI NELLE AZIENDE A PARTECIPAZIONE PUBBLICA, ED EQUIPARATI NON DEBBONO PERCEPIRE, A TITOLO DI EMOLUMENTI, STIPENDI, INDENNITÀ, TENUTO CONTO DEL COSTO DELLA VITA E DEL POTERE REALE DI ACQUISTO NELL’UNIONE EUROPEA, PIÙ DELLA MEDIA ARITMETICA EUROPEA DEGLI ELETTI NEGLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE PER INCARICHI EQUIVALENTI.”
Perchè su Facebook?
Facebook è il più popoloso network della rete. Contrariamente a quanto si pensa Facebook è uno strumento che ci permettere di raggiungere grandi obiettivi, non è solo un annuario scolastico dove scambiarci auguri e frivolezze. Io ne ho avuto la conferma durante la Primavera araba, ho avuto un'esperienza esaltante. Ero in collegamento con molti poeti ed amici tunisini ed egiziani al momento delle rivolte, ed ho fatto quello che ho potuto qui in Italia. Per esempio ho diffuso il suicidio di Buazizi almeno 17 giorni prima che la notizia fosse data in Italia e in Occidente. Poi il suo ruolo durante le amministrative ed i referendum, ho considerato che era così lo strumento adatto per la nostra legge di iniziativa popolare.
Cosa sperano i promotori?
Semplicemente di arrivare al traguardo delle cinquantamila firme. Un po' di visibilità nei media affinché la nostra legge venga messa in calendario e sia discussa alla camera. Se non succederà, ma ne dubitiamo in questa marea montante contro la casta politica, starà ai cittadini di farsi sentire davvero nelle piazze.
Perchè si chiama NUN TE REGGHE PIÙ, come la canzone di Gaetano?
Rino è un precursore, un anticasta ante litteram. Un genio dal punto di vista della musica e un poeta per i testi. La sua canzone il cui titolo è stato preso a prestito dal nostro gruppo parla già di certe insofferenze per i partiti, nella sua sequela di sigle dell'epoca e di certi privilegi come le auto blu. É dialetto in fondo, ma ormai il suo significato è universale, è una frase che è entrata di diritto nel modo di dire di tutta la penisola, e noi cittadini davvero non reggiamo più questo modo di intendere la politica, e i politici che invece di fare l'interesse della collettività fanno esclusivamente l'interesse proprio.
Rete e democrazia: quale rapporto?
La rete è uno strumento gratuito e facile di diffusione delle idee. Di tutti i tipi e specialmente idee politiche, io intendo con il termine politica l'accezione alta del termine, politica in senso Aristotelico come derivazione da Polis in alternativa a Pars, politica insomma come buon governo, gestione equa della città, della comunità. Con la rete si affacciano quindi alla politica vera anche coloro che pur avendo grandi doti vi sono normalmente preclusi da meccanismi obsoleti e nepotisti di appartenenze scontate e predeterminate. Le idee circolano oltre i ristretti luoghi in cui venivano racchiuse ad arte e la rete è il mezzo più diretto per raggiungere una democrazia veramente compiuta e non solo a parole. Questo discorso non riguarda soltanto la politica, ma la filosofia, la poesia, la letteratura, la musica, la pittura; la rete permette di bypassare editori, mercanti d'arte, critici ed “addetti ai lavori”. La rete è la vera liberalizzazione del pensiero e delle idee, il nocciolo cioè di una vera democrazia.
Come è nata l'iniziativa?
É nata per caso, conversando con un amico virtuale siciliano nel social network Facebook. Ci stavamo lamentando della palude etica e morale nella quale era sprofondata l'Italia e della impossibilità per un cittadino comune di fare qualcosa, quando ci venne in mente la possibilità di ricorrere ad una delle due forme di Democrazia diretta previste dalla Costituzione: l'iniziativa di legge popolare. Per la complessità del meccanismo, per la difficoltà di raccogliere quella gran mole di firme era fino ad ora quasi impossibile ricorrevi per un semplice cittadino di provincia come il sottoscritto, per chi non fosse collegato con organizzazioni forti come partiti e movimenti. Fino ad ora dicevo, perché internet, questo grande mezzo, ci viene incontro anche in questo. Attraverso di esso abbiamo potuto costruire tutta una rete di referenti territoriali a livello nazionale, abbiamo pubblicato la nostra iniziativa nella Gazzetta Ufficiale e i moduli della raccolta sono in questo momento in molti comuni d'Italia.
Qual'è il testo specifico?
Il testo della legge è semplicissimo, consta di un solo articolo, senza cavilli e commi vari. Abbiamo voluto appositamente evitare la eccessiva complessità delle leggi che sono state proposte con iniziativa popolare fino ad oggi affinché il legislatore avesse meno appigli e giustificazioni per mettere in calendario la legge e procedere alla discussione.
ART. 1
I PARLAMENTARI ITALIANI ELETTI AL SENATO DELLA REPUBBLICA, ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, I MINISTRI, I CONSIGLIERI E GLI ASSESSORI REGIONALI, PROVINCIALI E COMUNALI, I GOVERNATORI DELLE REGIONI, I PRESIDENTI DELLE PROVINCE, I SINDACI ELETTI DAI CITTADINI, I FUNZIONARI NOMINATI NELLE AZIENDE A PARTECIPAZIONE PUBBLICA, ED EQUIPARATI NON DEBBONO PERCEPIRE, A TITOLO DI EMOLUMENTI, STIPENDI, INDENNITÀ, TENUTO CONTO DEL COSTO DELLA VITA E DEL POTERE REALE DI ACQUISTO NELL’UNIONE EUROPEA, PIÙ DELLA MEDIA ARITMETICA EUROPEA DEGLI ELETTI NEGLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE PER INCARICHI EQUIVALENTI.”
Perchè su Facebook?
Facebook è il più popoloso network della rete. Contrariamente a quanto si pensa Facebook è uno strumento che ci permettere di raggiungere grandi obiettivi, non è solo un annuario scolastico dove scambiarci auguri e frivolezze. Io ne ho avuto la conferma durante la Primavera araba, ho avuto un'esperienza esaltante. Ero in collegamento con molti poeti ed amici tunisini ed egiziani al momento delle rivolte, ed ho fatto quello che ho potuto qui in Italia. Per esempio ho diffuso il suicidio di Buazizi almeno 17 giorni prima che la notizia fosse data in Italia e in Occidente. Poi il suo ruolo durante le amministrative ed i referendum, ho considerato che era così lo strumento adatto per la nostra legge di iniziativa popolare.
Cosa sperano i promotori?
Semplicemente di arrivare al traguardo delle cinquantamila firme. Un po' di visibilità nei media affinché la nostra legge venga messa in calendario e sia discussa alla camera. Se non succederà, ma ne dubitiamo in questa marea montante contro la casta politica, starà ai cittadini di farsi sentire davvero nelle piazze.
Perchè si chiama NUN TE REGGHE PIÙ, come la canzone di Gaetano?
Rino è un precursore, un anticasta ante litteram. Un genio dal punto di vista della musica e un poeta per i testi. La sua canzone il cui titolo è stato preso a prestito dal nostro gruppo parla già di certe insofferenze per i partiti, nella sua sequela di sigle dell'epoca e di certi privilegi come le auto blu. É dialetto in fondo, ma ormai il suo significato è universale, è una frase che è entrata di diritto nel modo di dire di tutta la penisola, e noi cittadini davvero non reggiamo più questo modo di intendere la politica, e i politici che invece di fare l'interesse della collettività fanno esclusivamente l'interesse proprio.
Rete e democrazia: quale rapporto?
La rete è uno strumento gratuito e facile di diffusione delle idee. Di tutti i tipi e specialmente idee politiche, io intendo con il termine politica l'accezione alta del termine, politica in senso Aristotelico come derivazione da Polis in alternativa a Pars, politica insomma come buon governo, gestione equa della città, della comunità. Con la rete si affacciano quindi alla politica vera anche coloro che pur avendo grandi doti vi sono normalmente preclusi da meccanismi obsoleti e nepotisti di appartenenze scontate e predeterminate. Le idee circolano oltre i ristretti luoghi in cui venivano racchiuse ad arte e la rete è il mezzo più diretto per raggiungere una democrazia veramente compiuta e non solo a parole. Questo discorso non riguarda soltanto la politica, ma la filosofia, la poesia, la letteratura, la musica, la pittura; la rete permette di bypassare editori, mercanti d'arte, critici ed “addetti ai lavori”. La rete è la vera liberalizzazione del pensiero e delle idee, il nocciolo cioè di una vera democrazia.
Non mi pare che il tema sollevato e la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sia ritenuto troppo interessante
RispondiEliminaSabato scorso sono andato in comune a Terranuova e ho messo la mia firma.
RispondiEliminaE voglio fare i miei complimenti a Mario Rigli per essersi fatto promotore di questa iniziativa.
Chi non può essere daccordo con quanto proposto dalla Legge scritta da Mario?
E il fatto che molti siano daccordo è la prova che abitiamo in un paese anormale.
In un paese normale non sarebbe mai servita una legge del genere!
La nostra classe politica è completamente distaccata dalla società.
E' Dissociata... sembra di parlare di un malato di mente... invece no: sono le nostre istituzioni!
Spero che si raggiungano velocemente le 50mila firme, ma vedo purtroppo tre problemi per questa iniziativa:
Il primo problema è che molti cittadini non sanno che esiste questa raccolta di firme, il secondo è che molti non sanno che esiste l'istituto stesso dell'iniziativa di legge popolare. Ma il terzo problema, e più preoccupante, è la completa sfiducia nel "sistema", è la sensazione di impotenza che si ha guardando quella casta che si riproduce e che sta portando il paese nel baratro.
E il fatto che si possa pensare: "Tanto fanno sempre come gli pare, non cambierà mai niente".
Grazie Francesco per il tuo commento preciso e puntuale. I problemi che accenni purtroppo sono reali
RispondiElimina1) Noi come gruppo non abbiamo assolutamente mezzi se non la rete per pubblicizzare l'iniziativa. Non siamo un movimento e tantomeno dei partiti alle spalle che ci appoggiano. Del resto non poteva che essere cosi per una iniziativa nata come apartitica, trasversale ai partiti, oltre i partiti. La rete comunque ci ha permesso di creare una rete di referenti un po' in tutta Italia, ci ha permesso di depositare la stessa in Cassazione. Pensa che ogni referente e ogni iscritto, si stampa per suo conto i moduli, li porta nel suo comune per la vidimazione, stampa i volantini i manifesti etc. Noi come amministratori abbiamo solamente pubblicato il link dei moduli, dei manifesti e dei volantini.
2) L'istituto dell'iniziativa di legge popolare è uno dei due strumenti che la Costituzione ci dà per la democrazia diretta. E' vero, pochi sanno che esiste questo istituto, anche perchè il "sistema" come dici tu non ha interesse a divulgarlo.
3) La sfiducia è il problema più serio è vero, ma dobbiamo ricordare a tutti il 1° articolo della Costituzione dove al secondo comma dice:"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Le forme ed il limiti sono da un lato la rappresentanza degli eletti che della volontà popolare devono tenere conto e dall'altra le due forme di democrazia diretta che sono il referendum e l'iniziativa legislativa del popolo.
Speriamo che le nostre firme siano quella voce dei cittadini che hanno voglia di cambiare, quella voce unita e compatta che deve farsi avanti con i politici che non possono più non ascoltare! Ora, siamo passati per il momento inosservati, vero Mario,hai ragione, ma quando le firme saranno migliaia vedremo se l'attenzione che merita una proposta di legge popolare, la voce dei cittadini abbia il riscontro che merita. Intanto contunuo ilmio lavoro per la regione Campania dove opero come referente, sono stati vidimati quasi 200 moduli e tra un paio di giorni saranno in tutte le municipalità di Napoli.
RispondiEliminaFrancesco faremo di tutto perchè questa iniziativa venga divulgata, dobbiamo essere i primi davvero a sensibilizzare le persone, credo che questa proposta di legge sia davvero un qualcosa che possa far i primi passi per far si che questo sistema possa cambiare, un inizio nuovo, che vede principalmente coinvolti noi cittadini... attiviamoci tutti per questa iniziativa.
RispondiEliminaQuesta sorta di immobilità che percepisco intorno mentre tutto gira freneticamente per poi tornare al punto di partenza ( se va bene), sono certa che è la stessa che frena tante, troppe persone che guardano sprofondare sempre piu' il proprio futuro nell'ncertezza e non vedono altra difesa che tornare a casa e chiudere la porta sui problemi... Purtroppo per quello che stiamo vivendo con l'attuale situazione politica, non funziona, non basta chiudere la porta e non guardare perchè leggiamo negli occhi dei nostri figli e dei nostri mariti la stessa angoscia che vediamo in mille altri occhi fuori, in strada, negli occhi di chi dopo una vita di lavoro vede la propria pensione diminuire sempre piu' in relazione alla fame insaziabile di chi crea e ha creato voragini ingigantendo un debito pubblico per il quale, mai, noi semplici cittadini abbiamo tratto giovamento; negli occhi di genitori che vedono i propri figli trattati da reietti perchè portatori di handicap e con la "colpa" di aver bisogno di un sostegno che si è deciso di tagliare perchè non ci sono soldi... gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, continuare l'elenco è inutile.
RispondiEliminaQuesto strumento che la democrazia ci permette di usare per fare ascoltare la nostra flebile voce, deve vederci tutti riuniti intorno all'obiettivo di raggiungere e superare la soglia minima delle firme che servono per presentare in parlamento questa proposta di legge popolare, che come dice Mario, il fondatore del gruppo "nun te regghe piu'" è semplice ed attuabile, con un solo articolo che non permette appigli di sorta, vogliamo un si o un no, ma questa volta la risposta non sarà seguita dal silenzio.Dovremo essere tanti, uscire dalle case che ormai non ci proteggono piu' e che qualcuno addirittura si è visto portar via e far sentire tutti insieme lo sdegno che ci abita. Le nostre firme parleranno per noi, per ora. Ringrazio il cielo che una persona come Mario, preso da tutt'altri interessi che quelli dei partiti, abbia avuto questa iniziativa e sia riuscito a coinvolgere cosi' tante persone, ora tocca anche a noi continuare ad informare piu' persone possibili e portarle a firmare, troppi non hanno un pc, ma sono quelli che prima di tutti, sapendo della possibilità di farlo, andrebbero a farlo.
Io sono ottimista, magari seguo un sogno e male che vada lo resta, la cosa fondamentale è far sapere a chi pensa di continuare ad ignorarci che non lo vogliamo piu' permettere e che la democrazia ce ne dà le armi. Noi abbiamo il dovere di dare l'esempio ai nostri figli, fargli vedere che non bisogna accettare passivamente i sorprusi e le vessazioni. Dicevo, sono ottimista, i tempi sono maturi perchè il nostro obettivo possa essere raggiunto.
La gente crede che il problema del carrozzone sia limitato a quei mille indegni del parlamento e gli altri quattromila eletti tra regionali e provine In. realtà la merda va ben oltre. Il cancro della politica e dei suoi tentacoli si espande in tutti i vertici di ogni ente pubblico o misto pubblico. Dove tutti i dirigentivsono nominati- spinti, raccomandati dalla politica. merito? Solo per logiche massoniche L Italia è governata da incompetenti. Non solo nelle istituzioni. Ma anche negli enti, nel pubblico impiego, nella sanità, nelle forze dell ordine, nella tv pubblica, nella protezione civile, nelle FS... dappertutto. E nessuno paga le incompetenze. Anzi più sei fava più sei in mano al partito per fare i suoi affari loschi e più fai carriera. Questo è il mio paese. Ed è il paese dal quale fuggo. Onore a chi ancora crede di poterlo cambiare. Io me ne vado.
RispondiEliminasabato mattina ho firmato anche io. grazie mario!
RispondiEliminaVisto che la democrazia rappresentativa fa pena (a tutti livelli) ben vengano gli istituti di democrazia diretta. In un paese normale non ci sarebe bisogno di un referendum per cancellare certe iniquità. Io proporrei un commissariamento del Paese Italia (e del Paese Terranuova). Altro che governo tecnico alla Don Diego della Valle! Cinque anni, solo cinque anni, dove il potere torna al popolo che lo eserciterebbe a colpi di referendum, petizioni, leggi di iniziativa popolare!
RispondiEliminaCon questi strumenti si potrebbe cancellare la Camara dei Deputati e tenere in vita solo il Senato(che è un istituo antichissimo e sono la metà), si potrebbero ridurre a 15 (10 della maggioranza e 5 dell'opposizione) i membri dei consigli regionali,
si potrebbero licenziare i 25 architetti assunti dall'Amerighi che hanno affossato il bilancio del comune e lo affosseranno per i prossimi 40 anni (grazie Mauro, che bell'eredità ci lasci!). Fatte le riforme si ritorna alla demoscrazia rappresentativa!
Marco B.
Personalmente credo in questa proposta popolare,credo che possa cambiare questa situazione di stallo della politica attuale,credo nel fatto che raggiungeremo il quorum di firme necessarie per farla discutere in quel luogo di perdizione chiamato parlamento,credo che tutto questo possa dare un futuro migliore ai miei due figli piccoli,credo che il gruppo sia quanto di più pulito e apartitico che ci sia in giro.
RispondiEliminaSi lotta contro tutto e tutti ma si và avanti consapevoli del nostro unico obiettivo.FORZA NTRP ...io ci stò..!!!
Posso permettermi di fare un po’ il polemico?
RispondiEliminaHo visto sotto il loggiato del Comune il manifesto del NUN TE REGGHE PIU’. Chiedo a Mario: è un obbligo da parte del comune affiggerlo per informare i cittadini di questa opportunità oppure lo hanno concesso a te solo perché sei un promotore terranuovese?
Se ci fosse un vincolo di pubblicità alle iniziative di leggi popolari perché non c’è traccia della possibilità di firmare l’iniziativa nel sito internet del comune? Se deve essere pubblicizzato perché solo sotto il loggiato? Eppure sul sito istituzionale del comune sarebbe gratis. No?
Se anche non ci fossero obblighi alla pubblicizzazione mi chiedo allora perché le istituzioni fanno tanto “puzzo” quando ci sono le elezioni politiche e amministrative (con frasi del tipo “votare è un dovere oltre che un diritto!”) e poi, quando il principio di fondo è il medesimo e cioè la “partecipazione alla vita democratica del paese”, la pubblicità è risicata al “minimo sindacale” con il manifesto accanto al corso di cucina e a quello per riconoscere i funghi porcini?
Passiamo ai partiti politici: che ruolo sociale hanno?
Perché i partiti hanno il brutto vizio di affibbiare così facilmente l’etichetta di “antipolitici” a chi non li va a votare e poi quando si tratta di altre forme di partecipazione che non distribuiscono poteri ma individuano posizioni e idee (referendum, leggi di iniziativa popolare) non sanno mai da che parte stare? Allora anche i partiti sono antipolitici?
Curiosità: dalle segreterie dei partiti è stata inviata nessuna newsletter informativa sulla questione della legge popolare Nun te regghe più? Anche solo informativa intendo…
E allora: I partiti politici devono avere o no anche quel ruolo sociale di educatori civici alla partecipazione democratica o hanno solo e soltanto altre finalità da perseguire?
Cerco la risposta su wikipedia prima che qualcuno decida chiuderlo…
Scelgo Max Weber (dev’essere uno famoso, c’è una paginona bella lunga su sto tipo con la barbetta)
«Per partiti si debbono intendere le associazioni costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi e/o per il perseguimento di vantaggi personali»
Ah, ho capito!
Francesco, non godo di privilegi, nemmeno di quello di essere terranuovese. I comuni per una legge di iniziativa popolare hanno l'bbligo di affiggere il manifesto che i promotori procurano loro. A Figline Valdarno è stata fatta la stessa cosa, negli altri comuni del Valdarno no, perche non abbiamo manifesti e soldi abbastanza, anzi a Loro abbiamo messo una locandina! Mi accontento di essere fra i funghi e il corso di cucina, è meglio che niente, anche se vorrei essere anche nel sito del comune, ma non dipende da me. Sapessi quanti ci hanno definiti populisti, fautori dell'antipolitica, qualunquisti! Ma ho cercato quasi sempre di spiegare loro cos'è veramente il populismo e l'antipolitica. Ti dirò un giorno dei dibattiti per esempio nelle radio del nord. Essendo un gruppo rigorosamente antipartitico, sopra e oltre i partiti, ma politico nel senso vero e aristotelico del termine, non abbiamo mandato informative ai partiti, ma solo ai gruppi consiliari, agli eletti, ai reppresentanti dei cittadini. Ancora nel mio paese non ho avuto risposta.
RispondiEliminaMax Weeber è famoso come economista e sociologo e la sua definizione di partito anche se non completa mette in risalto alcune delle sue caratteristiche.
http://www.facebook.com/profile.php?id=1850938268#!/note.php?note_id=10150294377053950
questo link è di una mia nota sulla politica, sulla differenza fra Polis e Pars.
Ho sempre salutato Mario Rigli come si fa con una persona che si conosce, con cordialità ed empatia. Poi una sera, durante un incontro politico, ho avuto modo di parlare con lui a lungo. E’ stato una bella esperienza umana e culturale. Una chiacchierata che mi ha arricchito e chi mi ha fatto conoscere una persona interessante, colta e soprattutto di grande esperienza civile ed umana.
RispondiEliminaL’iniziativa che ha intrapreso è degna di grande rilievo e si inserisce in quel filone le cui caratteristiche stanno nel successo dei referendum recenti, nella voglia di una nuova partecipazione della gente alla scelte pubbliche. Io ho firmato l’iniziativa, come ha firmato mia moglie e presto firmeranno i miei figli maggiorenni.
Mario, non vedo assolutamente nessun elemento qualunquista o populista, in un tentativo di risoluzione che va nell’ottica di una nuova rappresentanza parlamentare. Un rappresentanza parlamentare che si riappropri della vicinanza alla gente e che si nutra dei problemi, li faccia propri e tenti di risolverli con strumenti propri della democrazia rappresentativa. Ad oggi rimane veramente poco dell’istituto della rappresentatività. La politica si è allontanata sempre più dalla gente, pur partendo da essa e traendone l’impulso necessario alla propria vita. E’ come un satellite che si allontana sempre più dal pianeta madre fino a divenire esso stesso un piccolo pianeta, a se stante, con propria vita e caratteristiche, che orbita intorno alla massa da cui deriva ma se ne tiene ad una distanza che ne fa una elemento quasi estraneo. Fino a quando però, come é stato il recente esempio del satellite esaurito, finisce la propria esistenza e cade fragorosamente sulla superficie che lo ha generato rischiando però di fare dei danni. Così e lo stato della politica attuale; si vede che ha esaurito la sua modalità e dovrà inesorabilmente finire, ma i pezzi che rimarranno da questa fine rischiano di farci male. Questi pezzi sono le scelte che ci cadono addosso in questi giorni, la crisi economica e i modi di affrontarla. Sono i comportamenti scellerati di chi ci rappresenta. Sono il vuoto di quei valori che sentiamo ancora nostri e vivi, ma che ci vengono negati da chi potrebbe invece tramutarli in bene comune.
In questo piccolo ma al tempo stesso, enorme sforzo che ha intrapreso Mario mi piace leggere molti di questi valori ancora aleggiano fra noi.
Un saluto
Nedo
la proposta del gruppo e di Mario in primis, la ritengo legittima, corretta, ed anche moralmente ed eticamente indiscutibile. Vorrei analizzare la questione sotto due punti di vista: innanzitutto la partecipazione dei cittadini come diritto conquistato nel tempo ad incidere sulle scelte politiche perchè è triste constatare che negli ultimi anni c'è stato un notevole distacco da parte del cittadino nei confronti della politica, ed i motivi son ben noti e di diversa natura, quindi una proposta che viene dalla base della società (che poi sarebbe dall'alto visto che in Costituzione il popolo è sovrano) non può che essere accettata con favore e con forte attenzione, anche perchè questo vuol dire che l'interesse politico delle persone è scemato ma non sopito e questa spinta può far ripartire una più appropriata dimensione politca; in secondo il merito della questione è impensabile continuare a concepire la politca come fonte di reddito e non di principi, chi veramente ha a cuore la materia continuerà tranquillamente a svolgere il proprio ruolo, dimensionare l'indennità a quelle europee mi sembra giusto e adeguato a dare un segno di cambiamento nella concezione del ruolo politico. E' fuorviante sentire i nostri politici sostenenre che con l'abbassamento solo delle indennità saranno solo i benestanti a permettersi di andare in Parlamento,anche perchè l'indennità è sempre sostanziosa, non èuno stipendio da operaio di 800 euro. Oltre a questo, caro Mario, io proporrei una decurtazione a chi oggi in Parlamento riscuote l'indennità e magari lo stipendio da professione o dipendente, o l'una o l'altra, questo già accade a chi svolge il ruolo di assessore e non vedo perchè i nostri parlamentari non si devono adeguare. Detto questo Mario ti ringrazio della tua attività e del tuo impegno, credo che al prossimo consiglio comunale si debba aprire una discussione in merito alla tua sollecitazione.
RispondiEliminaLuca Trabucco
Stimo molto Mario, condivido il suo sentire e mi dispiace che non ci siano state in passato occasioni di frequentarci. Quanto ha scritto sulla rete come strumento di democrazia e lo scambio di vedute con Francesco che ne è seguito rappresentano a mio avviso uno dei momenti più forti del fare politica (appunto!) di questo blog. Non posso dire che mi auguro che i nostri amministratori terranuovesi ne facciano tesoro, perché so che non sarà così. Però posso augurarmi che la prossima volta i cittadini scelgano chi accetti di rispondere quotidianamente del proprio operato sul sito internet del Comune, trasformandolo dall’ attuale porto delle nebbie in una agorà di dialogo, trasparenza, informazione, rendicontazione e partecipazione. Se questo accadrà, ho fiducia che la buona amministrazione – a prescindere dal colore politico – possa venire di conseguenza.
RispondiEliminaSilvio Cazzante
Mi piacciono tre aspetti dell'iniziativa di Mario: Il primo il titolo. Tra l'altro a trent'anni dalla morte di Rino Gaetano.
RispondiEliminaIl secondo, è riuscito a sfruttare al meglio le potenzialità gratuite della Rete (con la R maiuscola).
Il terzo, lo strumento. Anche se condivido i problemi dai quali mette in guardia Francesco nel commento delle 16.43 dell'11 ottobre, ritengo che la proposta di legge d'iniziativa popolare sia quanto di più efficace per far comprendere quanto sia ampio il divario tra la gente e l'eletto. Una iniziativa pacifica ed essenziale.
Bravo Mario e tutti quelli del gruppo!
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RispondiEliminaGrazie Massimo, Nedo, Luca, Silvio e Paolo, per le vostre parole e il vostro sostegno. Grazie naturalmente ad Alba e Laura due colonne portanti del nostro gruppo.
RispondiEliminaEmanuele Macaluso ha scritto sul Riformista ed io, siccome lo condivido totalmente, vorrei che lo leggeste anche voi.
RispondiEliminaLa manifestazione degli “indignados” italiani, purtroppo inquinata dalla violenza, si è svolta in un quadro internazionale, contro il potere globale della finanza e delle banche.
Su questa protesta, dopo ciò che abbiamo visto in Spagna, si è scritto molto, anche negli Usa, dove è iniziata con la contestazione a Wall-Street. Ieri, in un’intervista a Repubblica, Danielle Mitterand (87 anni e presiede l’associazione France Libertés) dice che «indignarsi è giusto anzi: necessario». Io, che ho la sua età, condivido il suo giudizio, anche quando osserva che i giovani “di oggi”, per cambiare il mondo, dovranno «prima cambiare se stessi». Si riparla di cambiare il mondo e, come dice la Mitterand, di «promuovere un pensiero di vera rottura del capitalismo… mettendo al centro una sola cosa: il rispetto della vita».
Ma - ecco la domanda che dobbiamo farci - dopo questa e altre manifestazioni, quale sbocco politico prevedibile ha il movimento degli indignados?
Danielle Mitterand nota che nei giovani che manifestano non c’è una delusione per politica ma per come viene concepita e praticata. E osserva che i giovani non si riconoscono negli «attuali partiti che ormai sono diventati palestre per ambizioni e carriere di alcuni dirigenti». Questo è vero, solo in parte. Sappiamo anche che le manifestazioni hanno sempre un senso politico: ma qual è l’approdo?
L’anziana vedova di Mitterand, (ha però una sua storia politica), ritiene che «la morte dell’attuale modello economico porterà alla scomparsa dei vecchi partiti e la partecipazione democratica avverrà soprattutto attraverso le reti, sarà una politica più orizzontale».
Ho ripreso testualmente questa opinione perché è quella che anche in Italia, e in altri paesi, si fa avanti, è presente nel dibattito che si svolge non solo nelle reti.
Io, invece, temo che queste opinioni su un futuro della democrazia che ignora l’oggi allontanino i giovani dallo scontro politico che si sta svolgendo fra i partiti, e nei partiti, in tutto il mondo. Cioè, temo una separazione dei movimenti dal concreto svolgersi della lotta politica tutta a vantaggio della conservazione. La «morte dell’attuale modello economico», di cui parla la Mitterand, non è dietro l’angolo, ma ovunque si discute cosa fare per introdurre riforme incisive al «modello esistente», per impedire catastrofi sociali e tentare vie di sviluppo che mettano al centro il «rispetto della vita».
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2/2
RispondiEliminaIo non penso, come altri, che il capitalismo sia l’ultima categoria della storia dell’umanità. Ma come, e quando, potrà essere superato? Nella mia giovinezza pensavo di saperlo. La storia però, e non da ora, mi ha fatto capire che non ci sono scorciatoie e occorre lottare per il progresso, i diritti, tendere all’uguaglianza degli uomini e delle donne, e gradualmente modellare la società per dare risposte anche parziali a questo cammino. È quel che ha fatto nel secolo scorso il riformismo socialista. Ed è quello che, nelle mutate condizioni del mondo, potrà fare ancora il riformismo socialista con un partito fatto di uomini e donne in carne e ossa, che si incontrano, non solo in Rete, ma in tante sedi: a discutere, a manifestare, a lottare, ad opporsi, a decidere e a governare.
Ai giovani che manifestano, direi: «Senza questo percorso, dopo le manifestazioni, ci sarà solo la conservazione del «modello esistente». È stato sempre così. E oggi questo scenario è presente soprattutto in Italia, dove manca una grande forza riformista e il vecchio modello conservatore ha assunto connotati che deformano il volto della democrazia e sporcano la politica. Occorre reagire. E si può fare impegnandosi a rinnovare i partiti, senza negare la loro storia. In questo quadro ricordiamo agli smemorati che i partiti socialisti sono strumenti, costruiti su progetti politici per modificare i vecchi modelli. I partiti, tutti, vanno governati, modificati e rinnovati con la lotta politica e la partecipazione, anche con i movimenti. Se si vuole mantenere e alimentare un regime democratico, garante di ogni progresso, non ci sono altre strade.
Molto profondo Ettore il tuo ragionamento, ma sul tema specifico? La proposta di una legge di iniziativca popolare?
RispondiEliminaRiguardo all' iniziativa di legge popolare, che condivido, temo però che avremo scarsa efficacia in quanto tra non molto probabilmente questa legislatura non esisterà più e in secondo luogo qualsiasi cosa accada, ci saranno grossi problemi a farla calendarizzare, rischiando così di rimanere a marcire come tanti disparati disegni di legge di iniziativa parlamentare. Riguardo agli indignati e ai commenti di Macaluso ed Ettore Ciancico, sento il dovere di differenziarmi. Intanto credo che ci siano molti più indignati di quelli che si fregiano del titolo ufficiale (e tra questi potrei ben figurare anch'io); in secondo luogo non ci si può non indignare per quello che un gruppo di delinquenti (e forse di indignati conniventi) ha fatto a Roma; il Black Blok intervistato dai giornalisti della Repubblicva starebbe bene in carcere; dopo lo "sputtanamento" mondiale berlusconiano ci mancava solo questo.
RispondiEliminaCiao Alberto, condivido solo in parte le tue perplessità
RispondiElimina1) io ardentemente spero che questa proposta di legge per i tempi in cui può maturare venga presentata ad una Camera diversa da quella attuale, anche se sarà difficile che le elezioni avvengano prima del 29 di marzo quando dovremo presentarla.
2) E' vero che le poche leggi di iniziativa presentate abbiamo avuto una cattiva sorte, ma voglio farti notare le differenze ad esempio con l'ultima di Grillo che non è stata calendarizzata. La legge di Grillo è composta da tantissimi articoli, riguarda tantissimi aspetti e secondo me anche di dubbia costituzionalità, una legge insomma molto complessa che avrebbe impegnato il parlamento per sei mesi. La nostra è semplicissima, di un solo articolo e riguarda un aspetto preciso che vuole legiferare.
Il movimento 5 stelle è un movimento che riguarda una "pars" molto collocato, con una ideologia precisa (quasi), il nostro è trasversale, sopra i partiti, oltre i partiti con componenti "ascrivibili" (si fa per intenderci) dalla sinistra alla destra, nessun partito o movimento in prima persona appoggia la nostra iniziativa.
I tempi da quando Grillo ha presentato la legge in parlamento (circa 4 anni fa) sono completamente diversi, l'opinione pubblica è cambiata radicalmente nei confronti della Casta. Se la nostra legge avrà come spero una certa risonanza mediatica non sarà facile per il Parlamento ignorarla, e nel caso la mobilitazione dovrebbe eseere quanto più forte possibile. Ciao Doctor
Mario mi chiede ed è giusto rispondere. Io penso che l'iniziativa sia giusta ma parziale.
RispondiEliminaA mio parere occorre mettere le mani su tutta la materia principalmente per etica e poi per risparmiare. Troppe volte si dicono cose demagogiche solo per lanciarle contro gli avversari, adesso il tempo di giocare, delle anime pie, è finito, occorre assumersi delle responsabilità vere ( e a scanso di equivoci non parlo per te Mario).
Abolire davvero le provincie, senza farle risorgere come l'araba fenice.
Ridurre davvero il numero dei parlamentari e degli eletti, che è giusto abbiano uno stipendio a livello europeo, ma è molto più giusto che non abbiano cumuli, indennità, doppi lavori, doppi incarichi, spazi/uffici spesso vuoti, auto e autisti, commissioni in numero uguale al numero dei parlamentari.
Far eleggere davvero i parlamentari e gli eletti dai cittadini.
Smetterla davvero con la demagogia che copre ambizioni personali sul numero dei mandati. In nessun paese è previsto, ci sarà un motivo... E' il corpo politico che invece deve generare il ricambio e non accettare che chi ha fallito rimanga lì, sia pronto per un nuovo giro. Il vero ricambio deve avvenire sulla base dei risultati ottenuti. Poi a scrivere libri e fare conferenze.
Avete notato che ho spesso detto "davvero". Chi ritiene di rappresentare il progresso, il futuro, la mejo giuventù, con questo deve confrontarsi. Chi si imbroda si sbroda...Fatti non parole. Fatti non autolodi. Fatti non arroganza. Fatti e piedi per terra. Verità. Se ci sono le condizioni per crescere si cresce, se siamo obbligati a tagliare occorre tagliare.
Se si aumentano le tasse ai cittadini si chiama aumento delle tasse, non colpa di qualcun altro.
Mi rituffo nella discussione e mi scuso se procedo per enunciati, ma in questi giorni il tempo libero è poco.
RispondiEliminaA) Nel suo recente libro ‘Indignarsi non basta’ Pietro Ingrao rivendica la necessità di un’ adeguata pratica politica, affermando: “Che l’ indignazione possa supplire alla politica e, in primo luogo, alla creazione delle sue forme efficaci è illusorio”. Condivido.
B) La buona pratica politica può trovare corpo sia nei partiti che in altre tipologie di organizzazione e partecipazione. Ben venga chiunque sia disposto a rimboccarsi le maniche, la situazione è troppo grave per rivendicare vie privilegiate o, peggio, esclusive.
C) Ho letto bene, Ettore, secondo te manca in Italia una grande forza riformista? Io la penso proprio così. Che dire altrimenti di un Pd che in Molise ha scelto un candidato proveniente dalle fila del Pdl? Con il vicedisastro Franceschini (Renzi ci azzecca su certe definizioni) che ha la sfrontatezza di dichiarare: "Per un pugno di voti in Molise vince il candidato di destra, inquisito, grazie ai voti di Grillo, tolti al centrosinistra". Centrosinistra? Casomai centrodestra bis. E perché i molisani avrebbero dovuto scegliere la copia invece dell’ originale?
D) Sull’ eventualità prospettata da Mario di scendere in piazza nel caso le firme di Nun te regghe più venissero dimenticate in qualche scantinato: a prescindere dal giudizio sul comportamento delle forze dell’ ordine sabato scorso a Roma – l’ articolo di Massimo Martinelli sul Messaggero di ieri apre nuovi scenari –, va riconosciuto che al momento un soggetto non strutturato e non organizzato come il popolo della rete è ad alto rischio di infiltrazioni. Meglio forse allora astenersi dalla piazza e trovare altre modalità di protesta.
Silvio Cazzante
A differenza di ieri, oggi sono del tutto d'accordo con Ettore e anche con Silvio Cazzante (per non confonderlo con l'altro Silvio!!! Devo rettificare parzialmente anche il mio velato attacco agli indignati conniventi, oggi si è visto che almeno la maggior parte è stata forse un po' sprovveduta, ma non connivente; spero che "l'angelico biondino" che si adoperava a spegnere il fuoco lanciando l'estintore possa trascorrere un periodo in un centro di rieducazione per fargli capire come si usa!!! Passo, e termino, al miserando spettacolo che a destra come a sinistra sta dando di sé la politica, sognando ancora di poter tornare a Giorgio La Pira, alle "convergenze parallele", alla "primavera di Palermo", a personaggi onesti, capaci e coraggiosi, a progettualità forti, anche se come cantava Modugno "...temo che un sogno così non ritorni mai più..."
RispondiEliminaSono daccordo con mario per quello che ha messo in piedi e mi auguro che tutti i 50000 firmino e che questa legge venga applicata per il bene di tutti noi ciao a tutti Federico
RispondiEliminaMi auguro che tutti si vada a firmare per la giusta causa dobbiamo essere in 50000 persone si sta iniziando in tutta Italia arriveremo ovunque serve vedere il sito nun te regghe piu di Mario Rigli e seguire quello che vi dice si puo vedere in Facebook ciao Federico
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