11 aprile 2011
Signor Presidente,
lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta.
Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benchè nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.
Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste ( cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.
In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.
Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.
Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.
Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.
Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti
Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani, Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini
Breve scheda biografica di don Lorenzo Milani
Don Lorenzo Milani, morto nel giugno 1967, è salito alla ribalta della scena italiana per essersi dedicato, corpo e anima, all'elevazione culturale di operai e contadini affinché potessero affrancarsi dall'oppressione e dall'ingiustizia.
Persona tutta d'un pezzo, appena nominato cappellano a Calenzano (Firernze), scosse l'Italia per la sua costante denuncia di tutte le situazioni che provocano ingiustizia e violazione dei diritti, indipendentemente da chi le provocasse o avallasse. Ciò gli procurò molti nemici anche all'interno della sua stessa Chiesa, che per neutralizzarlo lo confinò a Barbiana, un villaggio sperduto sugli Appenini toscani. Ma la sua notorietà crebbe ulteriormente perché creò una scuola del tutto innovativa, per contenuti, finalità e metodi. L'atto finale fu la stesura di Lettera a una professoressa, un testo collettivo scritto assieme agli allievi per denunciare il carattere classista e discriminatorio della scuola italiana.
Don Milani è famoso anche per la Lettera ai Giudici, nella quale sostiene il primato della coscienza sulle leggi dell'uomo proponendo la disobbedienza come via estrema per evitare all'umanità il ripetersi delle atrocità che ha conosciuto.
Non fa una piega, grazie per averla condivisa.
RispondiEliminaSB
Non sappiamo piu' a chi santo votarsi. Berlusconi ha fatto il vuoto. A destra come a sinistra. Come salvatori delle patria, dopo Vendola, Renzi (che vorrebbe tutti fuori tranne Enzo Brogi, che vive di politica da una vita....mah!), non c'e' rimasto che appellarsi a qualche padre nobile come Don Milani. Ma non era piu' suggestiva qualche frase di Pasolini o del Che?
RispondiEliminaQuesto blog è di una faziosità imbarazzante...
RispondiEliminaPino Pom.
Pino Pom in realtà è Emilio Fede.
RispondiEliminaFaziosità imbarazzante???? L'imbarazzo va provato per ben altro, caro Pino Pom
RispondiEliminaIntanto ancora almeno per questo post non si sono affacciati ne il Pulcinelli - che chiama Kossiga uomo di stato - ne il Picchi - che poveraccio è del PDL senza nemmeno tirare su uno straccio di Bunga Bunga - . Basta solo l'aura di Don Milani a fare certi miracoli.
RispondiEliminaNeanche i Lucacci e Trabucco che se gli manca l'Amerighi su cui sparare non sanno che dire , del resto anche lui è del PDL , non di quello terranovese ma di quello nazionale SI è..... e ci tiene anche a ribadirlo ..... mah ... cari signori della destra avete fallito !!! e ora vergognatevi !!!!
RispondiEliminaOnore a questi ragazzi che hanno coraggio da vendere, alle cui parole non c'è nulla da aggiungere
Elettore di sinistra
Neanche i Lucacci e Trabucco che se gli manca l'Amerighi su cui sparare non sanno che dire , del resto anche loro sono del PDL , non di quello terranovese ma di quello nazionale SI è..... e ci tengono anche a ribadirlo ..... mah ... cari signori della destra avete fallito !!! e ora vergognatevi !!!!
RispondiEliminaOnore a questi ragazzi che hanno coraggio da vendere, alle cui parole non c'è nulla da aggiungere
Elettore di sinistra
Caro elettore di sinistra, se la tua capacità di scegliere chi votare è la stessa con la quale capisci le letture...non mi stupisco che tu voti a sinistra!
RispondiEliminaQuesti firmatari non sono ragazzi, lo erano, ma al tempo di Don Milani!
The coi Latte
Caro elettore di sinistra, (se veramente sei di sinistra), mi farebbe poterti incontrare personalmente e scambiare le nostre opinioni direttamente a quattr'occhi come è mia consuetudine, ma probabilmente visto che ti celi dietro l'anonimato non avresti cotanto coraggio da metterci la faccia, cosa che in in politica a differenza di altri ho sempre fatto, ma si vede che non tutti apprezzano e la democrazia è bella anche per questo. Permettimi, visto che mi hai tirato in ballo, di farti notare che già in passato su questo blog avevo espresso le mie considerazioni in merito, considerazioni che erano critiche nei confronti del partito, sia per la gestione, sia per chi oggi lo rappresenta. Non ho vergogna, perchè lo penso e non mi devo nascondere nell'anonimato, di ribadire che per il sottoscritto, come dissi tempo fa, l'era berlusconiana era giunta al capolinea e che il centrodestra aveva ed ha la necessità di cambiare e ritrovare certi principi e valori oggi messi da parte, e per far questo era ed è obbligatorio svoltare pagina sulla figura del leader, cosa che comporterebbe probabilmente un ricompattamento delle varie anime che lo rappresentano. io sono orgogliosamente di centrodestra, ma un centrodestra liberale, riformatore, che affonda le radici nella matrice sociale, nell'identità di valori, e nello stesso tempo produce ricchezza e posti di lavoro... questo è il mio centrodestra e per questo mi impegno e per questo prendo le mie decisioni anche in discordanza con quelli che sono gli ordini di partito, perchè se la mia coscienza mi dice questo, non c'è partito che tenga nel farmi cambiare idea... mi piacerebbe che questo fosse condiviso da tutte le parti politiche, se veramente vogliamo dare una svolta, invece di accettare abbassando la testa e scaricandosi la coscienza sullo spirito di partito... poi permettimi una piccola nota finale, ma se Berlusconi ha governato negli ultimi 15 anni, mi dici che cavolo di politica ha fatto il centrosinistra in questo periodo, dove non si è vista una minima vera alternativa, e dove invece di provare a creare una coalizione seria su un programma siete stati dietro all'antiberlusconismo... allora forse il tempo di voltare pagina da ambo le parti,il centrodestra non avrà più berlusconi, il centrosinistra non avrà più l'antiberlusconismo ed allora si tornerà a parlare dei problemi... anche perchè il tempo di fare le belle verginelle è finito...
RispondiEliminaLuca Trabucco
Poveraccio il Picchi...
RispondiEliminaSi...sono un poveraccio perchè non riesco a capire questo passaggio della lettera: "Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità". Ma...scusate...di quali riforme si tratta???
Basta questo macroscopico errore per capire come questa lettera sia scritta per partito preso, per far capire a chi legge come chi ha scritto questa lettere non sembra altro che aver bisogno di un po' di visibilità su qualche angolo recondito del web, perchè oltre credo che non possano andare.
Dello spirito milaniano, in questa missiva mi pare ci sia ben poco!
Buona Pasqua a tutti.
gp
A proposito io non mi vergogno perchè come vedi per quello che dico metto nome e cognome, a differenza di chi probabilmente si vergogna veramente tanto da aver paura di se stesso e non sottoscrivere un proprio pensiero.. e questo sarebbe il cambiamento che si vorrebbe portare.....
RispondiEliminaLuca Trabucco
Giacomo, non sarei d’accordo sul finale del tuo post. A me sembra che nella lettera dei “ragazzi di Barbiana” ci sia molto di Don Milani. Prima di tutto è bene un po’ di rispetto per questi “ragazzi” molti dei quali ormai settantenni o come Adele Corradi insegnante della scuola di Barbiana ormai ultraottantenne.
RispondiEliminaNelle righe riportate rivedo i contenuti che mi ha raccontato per esempio Fabio Fabbiani, quando rievocava il sistema di scrittura collettiva che Don Milani amava e che ha permesso a molti di imparare a scrivere. Don Milani che basava molto del suo insegnamento sulla lettura critica dei giornali, come confronto di idee e posizioni. Si intravede bene quanto contasse per queste persone un maestro che credeva sia alla sua vocazione di prete, cioè di uomo di Dio, che alla sua funzione di insegnante. La scuola di Barbiana sfida ora come allora la coscienza cattolica e la sfida sul terreno concreto dell’insegnamento.
Io penso che la lezione di Don Milani sia oggi, di estrema attualità. Se i ragazzi di oggi, che sono i miei figli ma che saranno i tuoi figli Giacomo, come quelli Luca, e di tutti i giovani che oggi si impegnano in politica, non saranno messi nella condizione di avere quella necessaria analisi critica da acquisire con la consapevolezza di essere realmente “liberi”, cioè capaci di fare scelte non condizionate, non si avrà mai una Democrazia compiuta. Per questo è fondamentale, a mio parere, fornire le basi culturali pubbliche perché tutti comprendano la realtà che ci circonda. Solo così si può pensare con la propria testa, senza farsi influenzare da nessuna condizione di parte o ideologica, nel tentativo di distinguere la verità e scegliere secondo un giustizia credibile e non inquinata da sciagurati tentativi di asservirla al necessità del potere politico.
Luca, io credo veramente alla buona fede delle intenzioni e di quando asserisci in risposta al pungolo provocatorio di chi ti attacca. Allora mi domando: è possibile uscire dagli infingimenti e fare atti concreti che ti allontanino definitivamente da quel nome che ti ha accompagnato nella fase delle elezioni e che ti lega in qualche modo anche alle contraddizioni che altrimenti ti porterai sempre dietro?
Un saluto ed un augurio di Buona Pasqua a tutti
Nedo
Nedo come vedi penso molto con la mia testa, perchè riesco a "tenere botta" anche facendo politica in un partito che, in questa parte d'Italia riceve aspre critiche. Fare politica e essere di centro-destra qui è molto difficile. Ritengo di non essere facilmente influenzabile. E la coerenza, quella vera, la lealtà, cercherò di insegnarla ai miei futuri figli!
RispondiEliminaA volte serve più coraggio a portare avanti una scelta, a difenderla, ci vuole molto, ma molto più coraggio e pazienza a crederci in un progetto piuttosto che fare scelte diverse.
Giacomo, se ritieni difficile (!!???) essere di destra nei nostri territori, pensa come sia veramente arduo ed anche coraggioso esprimere un parere diverso (chiamiamolo pure di sinistra o centro sinistra) in un paese intero retto dalla tua coalizione che non lascia nessun spazio al confronto democratico, che va avanti a decreti legge, che mette il voto di fiducia su tutto, che quando si profilo solo la lontana possibilità che la volontà del popolo possa volgere al contrario (parlo dei referendum) cambia le carte in tavola??
RispondiEliminaNon ho dubbi sulla tua coerenza e la lealtà. Le controversie (che considerate le nostre posizioni di pensiero saranno difficilmente mai conciliabili) sono semmai sui contenuti dell’azione civica, sociale e culturale che si propone alle future generazioni. Se essa viene svuotata dai temi della libertà, se vengono meno gli strumenti di rappresentanza democratica di tutti i cittadini, se si cambiano (solo per volontà di parte e non per esigenze comuni) i dispositivi basilari su cui si fonda l’equilibrio del libero pensiero del nostro paese –che sono la carta Costituzionale, i Libri di testo, la Scuola Pubblica, la Cultura – allora temo che la visione sarà monodirezionale. In questo senso vorrei ricordare che coerenti e leali furono anche i gerarchi nazi/fascisti nel aderire, perpetrare e infine immolarsi per i valori del nazifascismo, dell’odio verso altre razze e nella affermare la necessità di una condotta assolutista, illiberale e dittatoriale della politica e del governo.
Ciao
Nedo
Picchi, ma il tuo capo ti invita ai festini per fare bunga bunga? A giudicare dalla faccia mi sa di no.
RispondiEliminaNedo, non credo sia paragonabile essere di destra in Toscana con l'essere di centro-sinistra in Italia. Il Governo Berlusconi usa gli strumenti che la Costituzione gli offre per portare avanti la sua azione di governo, nè più, nè meno. Spiegami dove sono stati cambiati i dispositivi da te citati, prima di tutto la Carta Costituzionale. Anche l'esempio che fai con il quale di fatto paragoni un Presidente del Consiglio e un Governo che agisce democraticamente (dimostratemi il contrario) al nazi-fascismo ha poco senso. Qui altro non si sta parlando che avere (passatemi il termine) "le palle" per fare politica e saper far scudo anche nei confronti di qualche critica.
RispondiEliminaAnonimo delle 17.00 sei veramente scontato, e se oltretutto sei abituato a giudicare le persone dalla propria faccia, ho già capito il perchè non riesci ad avere il coraggio di firmare i tuoi post. Ridicolo.
Giacomo a volte difendere il proprio partito anche davanti a quello che sta succedendo diventa problematico- ma a te non sembra spaventare. Se hai 4/5 giorni di tempo ti faccio un elenco delle problematiche che ha il tuo governo verso la democrazia in generale. Magari dopo pasqua... sennò rovino la festa a troppe persone. Tanti auguri a tutti.
RispondiEliminainiziamo a fare l'elenco dei problemi creati dalla sinistra e dal centro sinistra in toscana e a terranuova, dove con i ns politici abbiamo un contatto diretto. è troppo facile sparare sempre sul governo nazionale per non assumersi le responsabilità dei danni cagionati dai governi locali: vogliamo parlare di publiacqua, dell'unicne dei ocmuni del ocnsorzio di bonfica, dell'inefficienza degli enti pubblici e delle pubbliche amministrazioni? sono responsabilità del governo nazionale o degli ammministratori locali? quello che permea in questa discussino è un ping-pong tra destra e sinistra, tra responsabilità del governo nazionale o delle amministrtazioni locali... con l'unico risultato di non esssere capaci di risolvere i veri problemi che riguardano il cittadino... E'solo una gara di parole, spesso prive di contenuti, mentre politici presidenti amministratori consiglieri consulenti esperti campano con i nostri soldi senza produrre niente! M.A.
RispondiEliminaRifletto su quanto scritto da Giacomo che, se non ho letto male tra le righe, rinfaccia a Luca di aver “abbandonato la nave” mentre lui, pur in mezzo a tante difficoltà, continua a credere in “un progetto”.
RispondiEliminaPoi, casualmente, leggo un’interessante inchiesta su Repubblica dove viene fatto notare come a questa tornata amministrativa molti candidati sindaci preferiscono prendere le distanze dai partiti, compresi quelli che li appoggiano non affiancando il proprio faccione al simbolo del partito di riferimento. Quasi come se si vergognassero.
Ma allora: cosa sono i partiti moderni? Vincoli, opportunità o mezzi?
Io penso che i partiti italiani negli ultimi anni abbiano giocato molto male le loro carte.
La Casta, i privilegi, le mazzette, le raccomandazioni, le lobby, le ambiguità legate alla selezione della classe dirigente... a forza di tirare la corda alla fine si rompe.
Chissà se oggi i partiti politici meritano il credito che hanno avuto in passato?
Ci mancavano i tirapiedi locali del puttaniere a farci la morale! E Picchi se la tira anche da dissidente,a essere del PDL in Toscana! O Picchi, non c'è più la Banda Bob a fare la buccia alla gente, fai poco l'eroe.
RispondiEliminaNon sono né un eroe né un dissidente. E storicamente me la tiro di molto poco. Sono un "pensante" chiaramente a differenza di te, caro Anonimo.
RispondiEliminaAndrea, quando vuoi! :)
Francesco, non rinfaccio niente a nessuno...e non ho grossi problemi, se meritano o no il credito questo non lo so, ma vedo per esperienza diretta che i partiti continuano ad andare avanti, anche senza i personalismi. E' una fase politica delicata di messa in discussione, però per catalizzare il consenso qualche strumento verrà sempre usato, io credo...basarsi su una "faccia" associata a un simbolo è un conto...ma solo su una "faccia" per me diventa dura.
M.A. io penso che la Voce del Martedì solleciti ha intervenire sui temi proposti. In questo caso lo spunto era una lettera dei “ragazzi di Barbiana” afferente un chiaro problema connesso ad una visione del governo nazionale e dell’esercizio del potere di quest’ultimo. Se sei una persona che legge i vari interventi anche del passato troverai variegate opinioni, pensieri e posizioni su questioni “locali”. Non c’era quindi nei contribuiti fatti nessun “facile” voglia di non parlare di problemi territorialmente più vicini a noi. Si tratta solo di essere in tema o fuori tema. Semplicemente tutto qui.
RispondiEliminaPRIMA PARTE
RispondiEliminaUna buona Pasqua a tutti.
Negli stessi giorni in cui Asor Rosa propone un golpe per difendere la democrazia, con meno clamore e più realismo gli allievi di Don Milani invitano il Presidente della Repubblica all’ obiezione di coscienza contro le “leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione”. Un invito a mio avviso da condividere, di fronte a un Parlamento asservito e spogliato di ogni dignità, disposto nella sua maggioranza a credere oggi alla balla della nipote di Mubarak, domani probabilmente alla divinità di Berlusconi e alle facoltà taumaturgiche di una certa parte del suo corpo, attestate omeopaticamente da Scilipoti.
Napolitano sa bene che la linea del Piave passa ormai per il Quirinale e che tutto si giocherà nei prossimi due anni. Una vittoria del Pdl alle politiche del 2013 vedrebbe poi l’ elezione del Cavaliere (o del Medvedev di turno) a capo dello Stato e l’ inizio di una nuova e più nera notte della Repubblica.
Io non sono però tra coloro che commentano sbigottiti come la nostra democrazia non fosse sufficientemente munita di fronte a un attacco così duro e avvolgente. Bastava tirare su il ponte levatoio nel 1994, applicando il DPR 361/1957 e non ammettendo alla competizione elettorale chi era proprietario di tre reti televisive. Oppure ci si poteva rimboccare le maniche durante uno dei governi di centrosinistra, redigendo una efficace normativa sul conflitto di interessi. O ancora si poteva evitare nella nostra Toscana di promulgare la legge elettorale che, benedetta da un gongolante Verdini, ha fatto da modello alla riforma ‘porcata’ di Calderoli, con la quale le liste elettorali prima, il Parlamento poi, sono stati inzeppati di lacchè obbedienti.
SECONDA PARTE
RispondiEliminaUna domanda a Giacomo. A te pare che nella lettera degli allievi di Don Milani ci sia ben poco dello spirito del loro maestro. Mi puoi per favore citare dei passi del priore di Barbiana che confermino il tuo giudizio? Te lo chiedo non per pedanteria, ma perché, avendo letto credo tutti i suoi scritti pubblicati e avendo avuto occasione di parlare con uno dei suoi ragazzi, trovo che le tue parole non stiano né in cielo né in terra. Di più: credo che siano uno dei tanti, sciagurati esempi di riscrittura della storia a vostro uso e consumo.
Una domanda a Nedo. Condivido, ovviamente, quanto hai detto sui “contenuti dell’ azione civica, sociale e culturale che si propone alle future generazioni”. Ma per la miseria, dove vanno a finire questi contenuti quando Fassino e il Pd candidano a Torino Giusi La Ganga e Giancarlo Quagliotti? Nello scarico del cesso come le mazzette di Mario Chiesa?
Infine una considerazione generale, che a scanso di fraintendimenti preciso non essere riferita a nessuno dei frequentatori del blog. Credo che, il più delle volte, non ci voglia alcun coraggio particolare a fare politica in uno degli schieramenti che siedono alla grande mensa imbandita. Se sei sufficientemente fedele, prima o poi il piatto te lo riempiono comunque. La Regione Toscana è un esempio particolarmente significativo di questo sistema spartitorio, con una legge elettorale che premia maggioranza e opposizione, una amabile coabitazione fra i gruppi ‘del fare’ e nessun sostanziale conflitto fra Riccardo Conti, per dieci anni assessore regionale all’ urbanistica e alle infrastrutture, e Altero Matteoli, ministro delle infrastrutture e sindaco di Orbetello.
Silvio Cazzante
P.S.: segnalo nella copertina dell’ edizione tedesca di Play Boy il seguente titolo: “Ritratto di Silvio Berlusconi. Il sultano della pianura del Po. Funziona così il sistema di potere del premier più penoso di tutti i tempi”. Considerato che il giudizio non viene dalla stampa politica ma dal periodico arbitro dell’ erotismo, il Priapo di Arcore non ci starà dormendo.
Silvio (Cazzante) SINDACO!
RispondiEliminaBuona Pasqua a tutti, specialmente al Picchi, il Solženicyn de noantri, che sta per pubblicare il resoconto della sua eroica resistenza al ferocissimo regime comunista toscano e terranuovese: Arcipelago Bunga Bunga.
RispondiEliminaSilvio, è vero quello che dici e sono d’accordo con te. Io sono indignato per le scelte che il Pd ha fatto a Torino. Consentimi però di rimanere su quei valori che avevo enunciato e mi sento, con serenità e franchezza, di chiederti di non mettere in conseguenza le “virtù” che avevo enunciato con i comportamenti di una dirigenza politica che non sento assolutamente miei. Io penso (e spero ardentemente) nella forza di una “classe” dirigente (si dice così…) nuova che sappia con una dialettica vera, modificare questo scellerato modo di fare politica che non rappresenta più la gente. Ne è un ampio esempio il numero sempre maggiore delle personee che non vanno più a votare. Occorre il coraggio, (quello si) di una critica interna alle organizzazione politiche, ad iniziare dal centro sinistra. Non bisogna avere paura di porre sotto valutazione le scelte e le posizioni. Io credo che scopo precipuo della politica è proprio quello di comporre i conflitti in forma non violenta e duratura quindi il conflitto e addirittura l’ostilità sono elementi centrali per una corretta comprensione della dimensione politica. Insomma una sana e costruttiva disobbedienza (Don Milani docet).
RispondiElimina(p.s. nel mio piccolo, a livello personale, ho scritto un documento di critica e delusione per le scelte di Torino e l’ho spedito alla segreteria nazionale del PD…)
Ciao
Nedo
Grazie Nedo per la tua risposta. Hai tutto il mio apprezzamento per ciò che hai scritto e fatto. Mi auguro veramente che le voci della base e dei dirigenti locali riescano a dare una scossa al Politburo. Anche se non mi è di conforto ricordare come nel 2009, alle primarie per la segreteria nazionale, il candidato che avrebbe potuto recuperare il rapporto con la società civile, Ignazio Marino, abbia ricevuto poco più del 10% dei consensi. Ci devono essere dei signori delle tessere nel Pd...
RispondiEliminaA Torino il Pd candida
RispondiEliminai pregiudicati
Sgombriamo il campo da possibili malintesi. O astuzie. Io non ho mai chiesto ne chiederò alcuna candidatura. Scrivo per raccontare tre casi emblematici di come in Italia il costume politico abbia rovesciato i valori; anche a sinistra.
Giusi La Ganga è un politico craxiano che negli anni ’90 ha patteggiato 20 mesi e 500 milioni di lire di multa confessando grosse tangenti per finanziamenti illeciti ai partiti. Oggi è dirigente del Pd e ora lo candidano alle elezioni comunali.
Giancarlo Quagliotti, dirigente del Pci riuscì a farsi coinvolgere nello scandalo tangenti sia nell’83 che nel ’93 quando fu condannato per le tangenti che la Fiat pagava al Pds. Oggi è “coordinatore politico” della campagna elettorale di Fassino.
Io, da vicepresidente Amiat, feci risparmiare 4,2 milioni alla città bloccando un acquisto inutile. Per superare questa mia contrarietà, mi fu offerta dal presidente Amiat una tangente da 50mila euro che poi crebbe fino a 125mila. Ho denunciato e aiutato gli inquirenti. Dopo gli arresti siamo al processo e già alla prima condanna. Il comune di Torino (gestito dal Pd), nonostante un impegno solenne, non si è costituito parte civile e non mi ha aiutato con le ingenti spese legali. Al processo debbo sentire gli avvocati della difesa dire che io sono stato “sguinzagliato dalla Procura”. Oggi io ho perso il lavoro mentre i dirigenti che volevano quel macchinario sono ancora al loro posto (a continuare ad occuparsi di appalti) oppure sono stati promossi (a direttore generale).
Sono convinto che La Ganga abbia pagato il proprio debito con la giustizia, il problema non è lui ma quello che il Pd torinese vuole comunicare. E’un messaggio forte e chiaro: l’onesta non è un valore, è un intralcio. La corruzione, il falso, lo sperpero di denaro pubblico non sono cosa grave, anzi sono prove di affidabilità politica.
Comunque, al di fuori della casta siamo in molti: a partire dalla vicenda di corruzione che mi è capitata è nato un movimento di moltissime persone, I Signori Rossi, che vogliono promuovere la cultura etica. Corretti e non corrotti.
Raphael Rossi
pure mazziato...!
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