martedì 2 marzo 2010

Un polverone per la Polverini

La vicenda dell'esclusione della lista del Pdl nella circoscrizione provinciale di Roma per le prossime elezioni regionali sta suscitando inevitabili polemiche e gli strascichi non si stanno limitando a coinvolgere solamente i dirigenti locali di partito, ma i richiami ad una corretta prassi democratica si sono spinti fino a toccare il Presidente della Repubblica. Indubbiamente la dinamica si è fatta ingarbugliata e senza una precisa e completa ricostruzione dei fatti appare pressoché impossibile intravedere quali saranno gli scenari futuri, tuttavia il presente dibattito ci ripropone ancora una volta il valore delle regole del gioco e quale sia il vero significato della democrazia. Difatti, ci si chiede con enfasi e coinvolgimento, se possano essere democratiche quelle consultazioni che non permettano alla maggiore minoranza di una popolazione elettorale di poter scegliere il proprio partito? Alla stessa maniera si potrebbe obiettare su quali basi democratiche si sorreggerebbero quelle elezioni che nascono da un mancato rispetto della prassi procedurale?

Nonostante questa vicenda non ci tocchi direttamente, ci è sembrato opportuno non voltarsi dall'altra parte, ma proporre un tema che, seppur uscendo dai confini della nostra regione, ci interpella direttamente come cittadini. La burocrazia non uccida la democrazia – dicono da destra, Il rispetto della democrazia passa anche dalla burocrazia – dicono gli altri. Il tema è spinoso e pungente perchè, al di là degli interessi in gioco (che sono tanti), non è una sottigliezza morotea pensare che per garantire la democrazia si debba andare in deroga alla democrazia stessa. Fino a dove arriva la forma? Ma sopratutto, le regole sono sostanza? Indubbiamente le regole elettorali sono poste a garanzia delle “pari opportunità” e un aggiramento di queste rappresenterebbe una lesione non secondaria allo Stato di diritto, eppure una consultazione senza la presenza di una lista del calibro della Pdl sarebbe un vero “vulnus”democratico. Per sgombrare il campo da equivoci, il Capo dello Stato c'entra quanto il cavolo a merenda, perchè in materia elettorale non ha alcuna competenza e coinvolgerlo con l'auspicio che un suo intervento possa essere determinante per il rispetto dei principi costituzionali appare alquanto fuori luogo.

La vicenda è complessa e a mio modesto parere ci potrebbero essere gli estremi per una riammissione della lista solamente se chi di dovere dimostrasse l'esistenza di fatti accaduti al fine di impedire oggettivamente la presentazione della documentazione richiesta dal Tribunale competente. Altri spiragli francamente non li intravedo. Sarà il polverone...

Tommaso

19 commenti:

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  2. Purtroppo Tommaso non si tratta di prassi procedurale, ma di regole scritte che vanno rispettate.
    Mi hanno insegnato che la forma è sostanza, ma davvero per un vizio formale si deve mettere a rischio un'elezione democratica?
    Io sono per fare autocritica. Il mio partito deve imparare da questo episodio (anche se non è dappertutto così, si veda Arezzo) e fare in modo che non riaccada, anche perchè essendo il partito che ha meno difficoltà a raccogliere le firme dovremmo dare il buon esempio e seguire le regole meglio degli altri.
    Tuttavia un "errore umano" non può pregiudicare la democrazia, e sono convinto che non debba essere una regola formale a cambiare le sorti elettorali.

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  3. Chiedo scusa se vado un attimo fuori tema.
    Da molto tempo ormai il dibattito (in quanto approfondimento), in ogni campo, dal calcio alla religione, vive di vita propria e diventa esso stesso oggetto di polemiche e dibattiti. È possibile accendere la tv o leggere un intero blog trovando dibattiti interminabili senza più nessuno che riesce a ricordarne l'origine. Mi piacerebbe che questo blog fosse diverso e ogni volta che viene affrontato un argomento mi piacerebbe trovare dei riferimenti ai fatti di cronaca di cui si discute. Non si può avere un opinione senza conoscere i fatti.
    Quale è la causa della non ammissione della lista? Una volta evidenziato il perchè allora si può anche parlarne.

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  4. Caro Filippo, l'altro,
    come ho provato a spiegare nel mio intervento introduttivo la mancata ammissione della suddetta lista è dipesa dal fatto che gli incaricati della Pdl non hanno rispettato i termini perentori indicati dalla legge, ossia ore 12,00 presso il tribunale competente. In tal caso non è neppure propriamente corretto parlare di esclusione della lista dal momento che questi non si sono neppure presentati. Il punto è capire da che cosa sia dipeso questo impedimento. Una cosa è motivarlo sostenendo che un pugno di radicali ha OGGETTIVAMENTE ostacolato l'esercizio di tale funzione, una cosa è riconoscere che questi fino all'ultimo minuto sono stati a scannarsi sulle candidature sicure da inserire. Dopotutto la compilazione delle liste, ai giorni d'oggi, è diventata un affare davvero importante, ancor più delle elezioni stesse considerato che è in quella sede che si decidono gli eletti. Probabilmente si sono talmente calati nella parte che hanno confuso il termine ultimo con il 28 marzo...

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  5. Grazie Tommaso.
    È evidente a qualunque pendolare che perdere il treno significa dover prendere quello dopo. Uno si deve organizzare la mattina appena sveglio, sbrigarsi in casa, colazione veloce, eventuali tragitti alternativi in caso di traffico, ricerca rapida di un parcheggio.
    Se buchi una gomma, puoi anche telefonare all'amm.re delegato delle ferrovie, ma difficilmente il treno ti aspettera sul binario.
    Che i responsabili del PD si organizzino per essere presenti alle prossime elezioni.
    La lista dovrebbe essere già pronta...

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  6. Anche io sono d'accordo con filippo,
    quando si sbaglia si paga solitamente ( escluso la politica). Allora sapendo da mesi che c'e' una scadenza per presentare le firme e le candidature non si aspetta l'ultimo minuto dell'ultimo giorno. Questo stà a significare che queste persone sono degli incapaci e quindi è giusto che non si presentino alle elezioni. La democrazia è anche questa. saper rispettare le regole SEMPRE!! Andrea

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  8. Marco, che abita in Valdarno, oggi deve sostenere l'esame di diritto pubblico all' università di Firenze. L'esame inizia alle ore 9.00. Marco, per essere sicuro di arrivare in orario all'appello, decide di prendere il treno precedente (quello delle 7) anticipando la sveglia alle 6 di mattina. Il treno delle 7 però ha un ritardo di 50 minuti (poteva anche andare peggio..). Marco è combattuto: cosa fare? aspettare il treno in ritardo, prendere quello delle 8 o catapultarsi velocemente in macchina per raggiungere la sede universitaria in autostrada? Marco decide di affidarsi all'A1. Scelta sbagliata perché uscito dal San Donato si imbatte in una coda causata da un mini tamponamento (con tutti i lavori in corso che ci sono basta poco). Marco arriva all'università in inevitabile ritardo, prova a spiegare al professore di turno la vicenda, ma non c'è niente da fare: l'esame è andato, "signor Marco, si ripresenti al prossimo appello".. Marco è stato sfortunato, non sprovveduto, né pigro, né incosciente, solo sfortunato (posto che nessuno studente prende una stanza d'albergo nella città sede del suo corso universitario, la notte prima di un esame). Una "regola formale" (essere presente nel momento in cui viene fatto l'appello) ha impedito a Marco di sostenere l'esame per il quale si era preparato.. Questi signori vogliono il nostro rispetto, vogliono rappresentarci, vogliono che per i loro errori si debba creare un precedente "pericoloso", che potrebbe influenzare in maniera anomala scenari futuri. Che mettano indietro le lancette degli orologi e provino a controllare i giorni sul calendario, prima.. E se in questo modo dovesse avanzargli un po' di tempo, che facciano sostenere a Marco questo benedetto esame!

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  9. Al di là della giornata sfortunata del povero Marco e del fatto che se il tribunale chiude alle 12 , io non mi presenterei alle 11:30 , per giunta con la voglia di un panino , per svolgere una operazione delicata ed importante come la presentazione di una lista . Ma siete proprio del tutto sicuri che sia solo un problema di tempistica e non qualcosa di creato ad arte per problemi interni ?
    Ciao
    "anonimo"

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  10. credo che ci sia dietro tanta inettitudine (una scadenza importante la si gestisce in altro modo), una deformazione innata del sistema (con tutti gli interessi e i giochi di potere che sono in ballo, per arrivare a una lista condivisa solitamente si tende a lottare.. e molto), tanto fumo da soffiare negli occhi dei cittadini, giusto per distogliere lo sguardo da affari magari ben più importanti e poco chiari: vedi vicenda appalti e corruzione, Bertolaso, e chissà quali altre magagne.. ormai l'italia è andata.. non ci resta che aspettare la primavera..

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  11. personalmente penso che non sia una questione sul distogliere l'attenzione su altri fatti, ma piuttosto una "piccola" resa dei conti come è abitudine di ogni partito, non parlerei tanto di negligenza delle persone, i personaggi in questione lo fanno da anni questo servizo politicoe sanno benissimo come funziona. Purtroppo la politica è anche questo, e quando in un grande partito appena nato iniziano le corse a prendere i posizionamenti volano i colpi bassi e questo è sempre successo in politica vedi il PCI, il PSI, la DC, ed infine il PD (Prodi, Veltroni) ed il PDL. quando due grandi partiti si uniscono vedi An e Forza Italia con dei cirteri percentuali stabiliti a tavolino, è logico che le correnti interne cercano sempre di più di avere predominanza sulle altre.. ma questo signori è sempre successo, allora forse è il caso di fare un discorso più ampio sull'intero sistema politico che è da rivedere....
    per il resto, da elettore del PDL, dico che le regole sono per tutti e devono essere rispettate, quindi la lista se non è stata presentata deve rimanere fuori, insieme alle "teste" di chi ha causato il danno, perchè è giunto anche di dire chi sbaglia in politica la paga..ma non sempre è così....

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  12. Condivido pienamente l'analisi fatta dal mio omonimo Anonimo , e , per tornare sul locale , ma avete visto l'amarezza dell'Angiolini e di Macrì che non hanno vinto le "primarie" del PDL aretino e che da un minuto dopo hanno iniziato a vomitare sui loro colleghi di partito preannunciando rivoluzioni epocali dopo il voto regionale ? Come i primi nemici delle varie sigle sindacali non sono più i padroni , ma i cugini sindacalisti , veri nemici in quanto potenziali usurpatori di nostri tesserati , i primi nemici dei politici sono i colleghi di partito , poi quelli di dei partiti limitrofi potenziali usurpatori di voti . C'è più rancore tra ex DC che tra un missino ed un rifondarolo .
    "Anonimo"

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  13. Da Nedo
    Da questa vicenda occorre, prima di tutto come persone e cittadini, trarre esperienza.
    Tutte le considerazioni fatte precedentemente hanno, a mio parere, delle verità.
    Sono infatti convinto che la democrazia si basi prima di tutto sulla possibilità di far esprimere a tutti il proprio parere e spero che ciò sia reso possibile anche in questa tornata elettorale. Mi auguro (e lo dico ovviamente da persona di sinistra) che gli amici avversari della destra, abbiamo la possibilità, peraltro come partito di maggioranza relativa, di confrontarsi in queste elezioni in tutte le regioni ed in piena potenzialità.
    Sono altresì convinto che la democrazia sia alimentata sempre da questa imprescindibile necessità.
    Allora invito alla riflessione Giacomo sul fatto che la democrazia non è pregiudicata dalla rappresentazione di chi è preposto a far rispettare le regole ma da chi queste regole tenta di aggirare, infrangere o peggio di tutto, variarle per suo tornaconto.
    Gli errori sono sempre “umani”, con ciò intenderei fatti dall’uomo e non circondati da un’aureola di comprensione che li rende interpretabili e quindi giustificabili. Come potrà fare altrimenti in giudice del TAR a stabilire che il ritardo nella presentazione delle liste è meno grave del fatto che una lista in un’altra regione non è stata ammessa per misura (cioè base per altezza) incongruente del simbolo presentato? Che precedente verrebbe a crearsi?
    Spero quindi che la democrazia venga, proprio da questa vicenda, maggiormente compresa. Chi questa democrazia la governa capirà così che in essa gli uni hanno bisogno degli altri e le scelte devono essere rispettose delle varie visioni. Non bisogna sopprimere le voci che dissentono ma ascoltarle comunque ed operare per il bene di tutto. Occorre rispettare la legge, anche nei termini di presentazione delle cose che prescrive come formali e burocratiche. Occorre rispettarla nella sua interezza ed essere attraversati da essa quando le vicende della vita portano alla necessità di chiarire se l’abbiamo infranta o meno. Ed a questo nessuno si può sottrarre né io, né chi governa.
    Un caro saluto
    Nedo

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  14. C'è un aspetto della vicenda che rimane indigesto. Il fatto che si possa pensare che le regole sono buone e giuste finché non ci si accorge che non ci siamo rientrati a rispettarle. Tanto da diventare improvvisamente "mera burocrazia" e poi ancora "risolvibili con una deroga".
    Erano burocrazia anche prima? O prima quelle firme le consideravano "garanzia" di legalità e democrazia???
    Io spero davvero che in Lombardia e nel Lazio gli elettori possano avere la possibilità di votare PDL ma il continuo ricorso alla "scappatoia" rimane un'assurda anomalia tutta italiana.

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  15. Aver sentito il Ministro della difesa del mio paese (Ignazio La Russa) pronunciare la seguente frase: "SIAMO PRONTI A TUTTO!" riguardo alla vicenda mi fa rabbrividire. Ma a tutto cosa? Un Ministro può dire questo? Sono frasi da capoultras! Cosa significa siamo pronti a tutto detto da un ministro della difesa? Bisognerebbe piuttosto difendersi da mentalità e atteggiamenti di questo tipo.

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  16. A Nedo.

    Dura lex sed lex. E io sono d'accordissimo. Di considerazioni se ne possono fare fiumi, ma rimane il fatto che le responsabilità dei singoli sono tali. C'è chi se le dovrà assumere.

    Detto questo rimangono secondo me imprescindibili i precetti costituzionali contenuti nell'art. 3 comma 2, ovvero che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" e nell'art. 48 comma 4, ovvero che "il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge".

    È vero, ci sono state responsabilità di singoli, gravi e per quanto mi riguarda anche da stigmatizzare, ma non si può impedire a migliaia di cittadini di esercitare il loro sacrosanto diritto di votare PDL soltanto per un vizio di forma. Sono stato infatti d'accordissimo con l'appello di Schifani a far prevalere, in questo caso, la sostanza sulla forma. Permettere a migliaia (se non milioni se consideriamo anche la Lombardia) di italiani di votare il proprio partito e di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (art. 49 cost.)" forse è qualcosa di diverso e di più, come dire, importante che non poter dare un esame.

    Sono convinto, lo ammetto, che la raccolta delle firme sia burocrazia inutile, ma le regole, anche se pensiamo che siano sbagliate, devono essere rispettate finchè ci sono, poi magari si possono cambiare, ma finchè ci sono si rispettano. Ma non penso che quello che si sta facendo sia un aggirarle, ma piuttosto un andare in deroga ad esse per permettere il verificarsi del proposito costituzionale imprescindibile che è il diritto di voto.

    E permettetemi di dire che in Provincia di Arezzo anche gli "antipatici" radicali hanno dovuto cedere dinanzi alla correttezza e al buon lavoro di raccolta firme del PDL aretino. 1079 firme solo in Valdarno, 3000 firme in tutta la provincia. Un lavoro rispettoso delle regole ed esemplare.

    Cari saluti a tutti, Giacomo

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  17. L'altro Filipposabato, 06 marzo, 2010

    Giacomo, mi dispiace ma non è vero che arrivare in ritardo sia un "vizio di forma".
    Arrivare in mutande, è un vizio di forma.
    Il ritardo è sostanza ... e pesante anche.

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  18. grazie al decreto che permetterà a tutti di votare decine di migliaia di persone non potranno votare per il proprio partito, a causa di queste leggi: pensate ai militanti del PCL, dei radicali in tante regioni ecc ecc...è un bel sistema...che uno deve rispettare. certo in un partito come il PDL, che le firme le raccolgono in un giorno, c'era prorpio bisogno di andare a consegnarle alle 11,40 dell'ultimo giorno disponibile??
    la cosa triste è che ora io ho paura più che mai: il presdiente del consiglio è indagato? si fa una legge per non farlo processare, le liste consegnate sono fuori legge? si fa una legge per farle ammettere...mi chiedo quanto manchi a dichiarare fuori legge ogni partito che non sia il PDL.

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  19. Salve a tutti due brevi riflessioni (anche se arrivo dopo i fochi, come si dice a Terranuova):
    Un sistema democratico prevede una serie di requisiti, tra questi c’è il godimento dei diritti civili e politici attraverso il rispetto del sistema di regole che ci siamo, perlomeno in Italia, liberamente dati. Ho trovato curioso da parte di persone di stato il conio del motto “la burocrazia non uccida la democrazia”. Un conto è la burocrazia e una altro sono le regole del gioco.
    Il ritardo della presentazione della lista del PDL a Roma non è dovuto ne a problemi di salute dei presentatori (non si è avuta notizia di certificati medici) ne ad altro tipo di impedimenti (mi sembra di aver letto che nel verbale delle Forze dell’ordine non si parla di ostruzioni o blocchi per non far rientrare i presentatori in Corte di Appello). Si è trattato quindi di valutazioni dell’ultima ora ed ormai tardivi delle liste da presentare? Io sinceramente lo spero, perché la storia del presentatore uscito per un panino mi sembra degna della più classica delle commedie all'Italiana e non di una questione importante come la presentazione di una lista elettorale per permettere a milioni di elettori di scegliere il proprio partito.
    Il ritardo è un requisito grave, l’aver scritto in blu o nero il nome del presentatore era un mero errore di forma e sarebbe stato anche sanabile. Sul ritardo e su altre questioni legate alla forma chi è avvezzo a bandi pubblici per appalti e/o finanziamenti sa che ci si gioca gran parte del proprio lavoro (stipendio) e del lavoro (stipendio) dei propri colleghi.
    Trattandosi di un errore (grave), perché il PDL, con in testa il Presidente del Consiglio, non ha riconosciuto l’errore e su questo ha cercato di compattare maggioranza e opposizione per far si che si cercasse una soluzione a tale problema invece di scaldare le folle con proclami da Ultras in trasferta, arrivando addirittura un Ministro della Repubblica a dire “siamo pronti a tutto” (a proposito spero che qualcuno delle opposizioni si ricordi di chiedere al ministro, nelle dovute sedi, cosa intendesse con quel “tutto”)?
    Si tira fuori dal cilindro un bel Decreto Legge Intepretativo: mi auguro che da domani il nostro governo lavori a fare decreti interpretativi su tutta quella montagna di leggi e leggine che regolano la vita degli italiani e di cui imprenditori, studenti, liberi professionisti, operai, pensionati, artigiani, commercianti,insegnanti, cassintegrati etc ne sentirebbero davvero il bisogno…. un dubbio mi rimane: ma se fosse rimasta fuori una lista PD, UDC, SEL, RADICALI, IDV etc… il nostro governo (la titolarità del provvedimento è sua) avrebbe provveduto con altrettanta solerzia e decisione?
    Tutta la vicenda mi ricorda le mitiche partite di calcio al convento. Chi portava il pallone aveva un potere enorme e quindi dettava lui le regole del gioco e decideva chi poteva/doveva giocare, solo che se decideva di andarsene via con la palla perché le sue regole non erano condivise non accusava gli altri di non volere giocare con lui…se ne andava e basta.
    Oggi ho letto che milioni di iracheni, tra colpi di mortaio e attentati esplosivi che hanno fatto registrare 38 morti e centinaia di feriti, si sono recati alle urne per eleggere il proprio governo . A loro deve andare il nostro profondo rispetto per questa bella lezione di democrazia.
    Ciao Paolo Bizzarri

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