Diciotto anni dall’ inizio di tangentopoli, un tempo a cavallo fra cronaca e storia. Certamente un tempo che non è stato tenero verso la Democrazia Cristiana di allora. La chiamavano ‘balena bianca’: occupava il centro della vita politica, accoglieva, mediava, distribuiva potere ed era financo capace di conservare a sé quei pochi che si provavano veramente a dare quotidiana testimonianza di vita evangelica. Con la sua scomparsa i cattolici hanno perso il riferimento unitario in politica. Non necessariamente questo era un male, ricordando quanto Paolo VI aveva scritto nella lettera apostolica Octogesima adveniens: “nelle situazioni concrete e tenendo conto delle solidarietà vissute da ciascuno, bisogna riconoscere una legittima varietà di opzioni possibili. Una medesima fede cristiana può condurre a impegni diversi”. Alla perdita di unità è però seguita una perdita di identità. Da soli o in piccoli gruppi i politici cattolici hanno chiesto ospitalità a tutti i partiti che potessero assicurare, se non il potere, almeno un minimo di visibilità, toccando nel loro esodo registri comici, tragici e grotteschi.
Come definire, se non comico, il matrimonio d’ interesse con gli ex comunisti consumato nel Partito Democratico? Davvero qualcuno confidava di amalgamare due visioni del mondo che si sono sempre poste come alternative l’ una all’ altra e che ancora nel 2005 si sono asperrimamente scontrate sul tema della fecondazione artificiale? Davvero qualcuno credeva che i D’Alema, i Fassino, i Veltroni riconoscessero pari dignità ai cattolici nella nuova compagine? L’ esito è stato paradossale: il partito sconfitto dalla caduta del muro e della dittatura sovietica, grazie al parziale imbellettamento della Bolognina, ha fagocitato chi lo aveva vinto. Per di più senza soverchia fatica, vista la prontezza con cui gli eredi di De Gasperi, timorosi di rimanere esclusi da un sistema diventato nel frattempo bipolare, si sono svenduti agli epigoni di Togliatti.
Tragica invece, senza mezzi termini, è la condizione dei cattolici nel Pdl. Prostràti, volenti o nolenti, in adorazione di un vitello d’ oro, sedicente unto del Signore, impegnato a smantellare giorno dopo giorno i fondamenti dello stato di diritto e della democrazia. Nessun segno di disagio nel condividere l’ inginocchiatoio con la crema dei piduisti. Non un gesto, né una parola, in difesa dei valori di solidarietà e di accoglienza proclamati da Nostro Signore.
Grottesca infine è la condizione del terzo polo, rappresentato dall’ Udc. Un partito che, per meglio accreditarsi presso l’ altra sponda del Tevere, si è affrancato dalla tutela di Mr. B. e ha provato a porsi nuovamente al centro, rivendicando una peculiare consonanza con i valori cristiani. Salvo poi riproporre senza vergogna alcuna la politica dei due forni, secondo il vecchio costume del “o Franza, o Spagna, purché se magna”. Una politica che, già ai tempi di Craxi che la praticò con ancora maggiore spregiudicatezza, mi riportava a quanto Procopio di Cesarea scriveva dell’ imperatrice Teodora, la quale, non paga di godere con tre orifizi, “rimproverava alla natura di non avere provveduto il suo seno di un’ apertura più ampia, così da poter escogitare anche in tale sede un’ altra forma di copula”.
Chi legge mi chiederà a questo punto: “Ma cosa avrebbero potuto o dovuto fare i cattolici?”. Molte cose, rispondo, e ne cito tre.
1) Avrebbero potuto seguire l’ invito rivolto loro da Don Dossetti nel 1994 in occasione della commemorazione di Giuseppe Lazzati. L’ invito cioè a “perseguire lealmente - in tanto baccanale dell’ esteriore - l’assoluto primato della interiorità, dell’ uomo interiore”, a “mirare non a una presenza dei cristiani nelle realtà temporali e alla loro consistenza numerica e al loro peso politico, ma a una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore, che potrà poi, per intima coerenza e adeguato sviluppo creativo, esprimersi con un peso culturale e finalmente sociale e politico”.
2) Certamente avrebbero dovuto rispondere all’ esortazione che il Cardinale Martini lanciò un anno dopo, nel 1995, in occasione del discorso di Sant’ Ambrogio, quando indicò alcuni dei pericoli di fronte ai quali “la Chiesa non deve tacere perché è in gioco la sopravvivenza dell’ ethos politico”. Tra questi: “un atteggiamento che contesta la funzione dello Stato nella tutela dei più deboli e alla fine mette a rischio lo stesso patto sociale che sottostà alla Costituzione, a vantaggio di assetti contrattuali più facili a piegarsi alle convenienze e alle maggioranze del momento”; “una logica decisionistica che non rispetta le esigenze di una paziente maturazione del consenso o che cerca di estorcerlo con il plebiscito generalizzato o si illude di operare col sondaggio dei desideri”; “un liberismo utilitaristico [...] che eleva il profitto e l’ efficienza o la competitività a fine, subordinando ad essa le ragioni della solidarietà”.
3) Se poi qualcuno fosse stato animato in tutto se stesso dalla vocazione a una testimonianza militante, avrebbe potuto eleggere a luogo del suo impegno la realtà comunale. Quella realtà cioè in cui maggiori sono le possibilità di rendere il proprio servizio e ascoltare i cittadini, e per contro minori sono le opportunità di gratificazione economica e di esercizio del potere. Quella realtà in cui vi è ancora spazio per liste civiche non legate ai partiti del palazzo, che altrimenti finirebbero per teleguidare e richiamare alla discpilina i propri soldatini.
Niente di tutto questo è avvenuto. “E compatta ancora sale sul mondo la Notte” (D.M. Turoldo).
Silvio Cazzante
Grazie Silvio!! Contributo bellissimo che condivido pienamente.
RispondiEliminaUn'analisi corretta. Anche se l'identità stessa dei cristiani mi sembra sia sia persa, prima ancora che in politica, in tutte le dimensioni della vita.
RispondiEliminaDevo ammettere che Cazzante ha espresso una difficile analisi in poco spazio e credo che abbia come scopo quello di stimolare il cattolico che segue e si impegna in politica.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, io sono cresciuto "politicamente" nell'ambiente dei cd "cattocomunisti" della Collegiata di Montevarchi (con il Rossi, ora vice-sindaco di Montevarchi, segretario della DC montevarchina) e nella fiorentina Opera Villaggio per la Gioventù Giorgio La Pira, scuola di pensiero per i vari Lapo Pistelli, Giovannoni, Vaccari e lo stesso Prodi. In quegli ambienti la contrapposizione tra democratici-cattolici e comunisti era chiara. Ma allo stesso tempo si vedeva lampante l'immobilismo che regnava nella DC, impegnata in Toscana ad assumere il ruolo di eterna seconda.
Con la disfatta dei partiti a seguito del ciclone di "tangentopoli", che ha eliminato tutti i partiti maggiori e di governo nazionale e locale, ad eccezione del PCI, i democratici cristiani si sono dileguati, si sono separati. Molti dei miei ex compagni, allora si diceva amici, sono addirittura passati nell'altro fronte, quello che fino a pochi giorni prima avversavano.
Questa "coerenza", che in Toscana si è pagata maggiormente con l'aumento del potere di chi già governava da anni, ha portato per l'appunto a questo stallo politico.
Da una parte gli ex cattolici democristiani confluiti a più livelli, fino alla fusione, nel PD. Essi si sono di fatto annientati e sono stati fagocitati dai loro ex avversari comunisti, che si sono ripresi il potere. L'esempio delle ultime elezioni comunali a Terranuova è evidente.
Dall'altra parte il baluardo e la protezione della democrazia è retta solo da una persona, proprio quel "vitello d'oro" nominato da Cazzante, che però milioni di persone, compreso il sottoscritto, lo hanno preferito ai vari Prodi, Rutelli, De Mita, etc.
Il sottoscritto ha scelto già da tempo di impegnarsi nella "politica amministrativa" del nostro Comune di Terranuova e lo sta facendo facendo ricorso ai valori del magistero e del Vangelo. Lo sta facendo assieme ad un gruppo di colleghi del PDL la maggior parte dei quali è cattolico. Ma nessuno di loro è telecomandato. Chi lo è apparteneva all'altra parte e a dirlo non sono io, ma è stato un insospettabile architetto: Casamonti!
Leonardo Lucacci
Ciao Silvio, è con vera gioia che torno ad avvicinarmi a te. Seppur con un commento "elettronico" in calce ad una tua apprezzabile riflessione... del resto, credo che lo ricorderai anche tu, siamo diventati "amici" in seguito ad uno scambio di idee pubblicato sul foglio parrocchiale. Anche allora, come oggi, il tema era il senso e le modalità della presenza dei cattolici in politica. Anche allora, come oggi, le nostre posizioni erano distanti. È una sorta di déjà vu, un po’ come se il tempo non fosse mai passato. Beh, non c'è nulla di male: evidentemente abbiamo entrambi delle solide convinzioni.
RispondiEliminaTanto per entrare subito nel merito ti dico che ti sto scrivendo dall'autobus con cui sto rientrando ad Arezzo dalla manifestazione di Roma: sì insomma, per dirla con le tue parole, sto rientrando dopo aver reso omaggio al "vitello d'oro" (ed io che pensavo di essere venuto a Roma per difendere dei principi che mi stanno a cuore…). Inoltre ti anticipo che domani, a quanto mi hanno appena comunicato, lo incontrerò personalmente a Firenze, il “vitello d’oro”, Mr. B., intendo. E sono molto contento di avere questa opportunità. Anzi lo considero un onore.
Vedi Silvio (C.), ho la presunzione di essere un cattolico ed ho anche il sospetto di essere impegnato in politica, nel Popolo della Libertà in particolare. Ti sembrerà strano ma tutto ciò non mi dà alcuna sensazione di prostrazione. Sento di dover e poter portare i miei valori dentro una grande forza politica… e mi sembra che questi valori siano anche apprezzati ed abbastanza diffusi. Potrei a questo punto elencare i candidati PDL alle elezioni regionali, anche in Toscana ed anche in Provincia di Arezzo, che come me si definiscono credenti impegnati in politica. Tutta gente fra l’altro che ha iniziato a fare politica nei Consigli Comunali (rimandando al punto 3 della tua riflessione). Ma non è questo il punto, né il mio intento.
Lo sai Silvio (C.), lo sai da molti anni che proprio non riesco a concepire il “va tutto male, il più pulito c’ha la rogna, non ne vale la pena”. E paradossalmente è lo Stefano cattolico, non quello secolare o sempre in bilico sulla lama del relativismo (sì, siamo creature complesse, complicate e talvolta contraddittorie!), che proprio non comprende questo tipo di approccio. Potrei ora tornare a citare la parabola evangelica dei talenti, ma è un argomento che ho già speso ai tempi del nostro primo scambio epistolare e quindi evito di farlo di nuovo.
Però, con tutta la stima che ho nei tuoi confronti, e sai che è tanta, Silvio perché non ti accorgi che anche quando scrivi di ciò che noi cattolici dovremmo fare (e tu ti definisci cattolico) usi la terza persona plurale? Perché non usi mai la prima persona, se non al singolare (che sarebbe più appropriato), almeno al plurale? Perché un’intelligenza come la tua preferisce stare alla finestra, con vivo interesse ed attenzione, ma non ha mai il desiderio di provare a misurarsi per cambiare, per migliorare, per contaminare? Come fa chiunque si impegni in politica in buona fede, a prescindere dallo schieramento nel quale milita.
E se poi avessi ragione tu, ed io non sono di questo avviso, ma se avessi ragione tu nell’affermare che è tutto da rifare, come fai allora a centrare un’analisi così drammatica e poi non far seguire un tuo impegno diretto, in prima fila, per dare una mano a rimettere le cose a posto. Come fai a non farlo? Come ci riesci?
Ti abbraccio con rinnovato affetto e spero di avere quanto prima la possibilità di tornare come molti anni fa a parlare (anche) di queste cose davanti ad una pizza.
Stefano Mugnai
http://www.youtube.com/watch?v=5g77AcTbjFo
RispondiEliminaIl PDL rappresenterà il 40 e rotti per cento degli italiani, ma non dite che dentro ci stanno i valori del cristianesimo perché mi pare ipocrita!
RispondiEliminaPer voi che fate politica nel PDL (e non siete imprenditori di successo pieni di quattrini, di processi, di condanne e di donne - quindi siete più semplicemente persone normali) tirare in mezzo Berlusconi, quando si comincia a parlaredi politica sul serio, un po' vi scoccia e vi mette sempre in difficoltà. Ma la sua figura è la vostra fortuna (quanti voti avreste senza SILVIO BERLUSCONI?).
Cosa intendo dire: non potete staccare la vostra politica e le vostre idee dal vostro leader. Primo perché l'agenda politica e le cose che fate al governo sono strettamente connesse con la SUA agenda personale e le cose che gli interessano per i suoi affari personali (colpa dei magistrati comunisti col tatuaggio di Che Guevara). Due perché il vostro, nonostante tutto l'impegno che ci mettete a livello locale, rimane un partito del tutto personalistico (altrimenti perché non togliete mai il suo cognome dal simbolo neanche quando vi candidate per le amministrative nelle frazioni montane?).
Il PDL, che lo vogliate o no, è SILVIO BERLUSCONI! E Silvio Berlusconi rappresenterà tutto quello che volete ma non le radici cristiane.
Quando non ci sarà più lui se ne potrà riparlare.
Dico a Tommaso – e con lui a Francesco – che con il vostro blog avete dato vita a una agorà in cui il globale e il locale, la scienza politica e la vita quotidiana si intrecciano in modo ammirevole. Per la ricchezza e il tono civile delle discussioni merita di diventare un luogo di informazione, incontro e dibattito sempre più frequentato. Accompagno il mio augurio ricordando a tutti noi l’ impegnativa affermazione del punto 73 della Caritas in veritate: “I media possono costituire un valido aiuto per far crescere la comunione della famiglia umana e l’ ethos delle società, quando diventano strumenti di promozione dell’ universale partecipazione nella comune ricerca di ciò che è giusto”.
RispondiEliminaLa considerazione di Anonimo che “l’ identità stessa dei cristiani [...] si sia persa, prima ancora che in politica, in tutte le dimensioni della vita” mi tocca particolarmente. Tiepidi nell’ impegno, siamo troppo spesso incapaci di rendere piena testimonianza con le nostre opere alla Parola di Cristo Salvatore. È però anche vero che le buone azioni trovano difficilmente spazio nelle notizie di cronaca, men che mai quando vivono la dimensione della quotidianità: le mense della Caritas sono aperte ogni giorno, ma se ne parla tutt’ al più a Natale nelle rubriche del tipo “La festa degli altri”, badando bene che per tutto il resto dell’ anno gli altri rimangano, appunto ‘altri’. Non è allora fuori luogo ricordare che un osservatore attento come Giuliano Amato ha più volte affermato negli ultimi anni che l’ amore cristiano dà una marcia in più e che i laici possono essere capaci nell’ impegno civile ma sono senz’ altro meno incisivi nell’ amore e nella capacità di coinvolgere gli altri. Lungi comunque l’ idea di fare classifiche fra più e meno bravi: la nostra società ha un tale bisogno di solidarietà da richiedere un impegno forte di ogni uomo di buona volontà. Luigi Pintor in Servabo ha detto meglio di me: “Non c’ è in un’ intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”.
Concordo, ovviamente, con l’ analisi della diaspora democristiana proposta da Leonardo Lucacci. Aggiungo che deve essere particolarmente doloroso vedere molti amici cercare strapuntini sul carro del vincitore – o forse solo semplicemente di chi comanda – rinunciando persino all’ identità del proprio partito.
Penso che in occasione delle ultime elezioni terranuovesi sia i cattolici che si sono presentati in lista con Amerighi, sia quelli che non si ricandidavano dopo averlo sostenuto per cinque anni, sia quelli che continuavano ad appoggiarlo dietro le quinte, avessero il dovere di dire chiaramente cosa pensavano non solo della vicenda Casamonti ma dell’ intero sistema che tale vicenda sottende.
Mi permetto, Leonardo, di contestarti l’ avere messo sullo stesso piano Prodi, Rutelli e De Mita: è un dato di fatto – non un mio giudizio – che fra i politici italiani Prodi (peraltro da me non particolarmente amato) è quello che di gran lunga gode del maggior credito sulla scena internazionale. Così come è un dato di fatto che per due volte su due gli italiani lo hanno preferito a Berlusconi, e non il contrario come nella tua nota lasci intendere.
Quanto poi a Mr. B. che si erge a baluardo e protettore della democrazia, vorrei che mi dicessi da dove e da chi, secondo voi, viene il pericolo. Perché a detta di una buona e autorevole parte della stampa estera – come vedi evito volutamente riferimenti interni –, verrebbe proprio dal vostro leader (una digressione: il luogo comune del “partito baluardo contro l’ elettorato rosso” ha trovato una esilarante rappresentazione in un episodio del film Signore e signori buonanotte, che si trova su Youtube digitando ‘signore e signori buonanotte – Napoli’).
RispondiEliminaRibadito poi che l’ essere stato eletto da milioni di persone, come tu ricordi, non legittima Berlusconi a porsi al di sopra della legge né contro di essa (giova ricordarlo, en passant), ti rivolgo una domanda e un invito. La domanda: dal momento che in passato sei stato rappresentante di una lista civica a Terranuova Bracciolini che non mi sembra avesse particolari affinità con Forza Italia, che cosa ti ha folgorato sulla strada di Arcore? L’ invito: perchè tu e i tuoi colleghi del Pdl in Consiglio Comunale, e anche Stefano Mugnai, non dite su questo blog, a futura memoria, cosa non vi piace come cattolici del pifferaio che così docilmente seguite? Rimanendo inteso – consentimi di scherzare un po’ – che quanto da voi non espressamente menzionato s’ intenderà da voi medesimi approvato e vi potrà essere contestato negli anni a venire, allorché, mi auguro, il centro-destra in Italia non avrà un leader che la propria moglie ritiene un uomo malato.
Ti saluto con l’ auspicio di condurre al meglio il tuo mandato di consigliere comunale in quel porto delle nebbie che è diventato il Comune di Terranuova Bracciolini. Avendo per bussola, come hai detto tu, i valori del Vangelo e del Magistero, sarà più facile trovare la rotta giusta.
RispondiEliminaA Stefano Mugnai rimprovero, più di tutto, non il considerare un onore l’ essere ammesso alla corte di Mr. B., ma l’ aver messo tra virgolette la parola “amici”. Caro Stefano, anche se le nostre cene risalgono a qualche anno fa – e nulla ci vieta di riprenderle –, rimane un’ amicizia cristiana che deriva da Gesù stesso, che ci ha chiamato amici (Gv 15, 15). Un’ amicizia che Sant’ Agostino ha bene descritto dicendo: “Tra le persone più care può avvenire che, nel discutere insieme le nostre opinioni su qualche argomento, si manifestino delle divergenze di vedute, ma non ne soffre la carità; la sincerità – uno dei requisiti dell’ amicizia – non genera mai odio”.
Tu mi contesti di rimanere alla finestra, di dire che non vale la pena impegnarsi perché tanto il più pulito c’ ha la rogna, di non mettere a frutto i miei talenti, di parlare dei cattolici in terza persona plurale. Quattro siluri niente male, che però nascono da una visione distorta della politica, ridotta a militanza partitica. Chi, come te, è ‘totus politicus’, compie spesso questo errore. Abbarbicati al vostro spicchio di potere e ai vostri privilegi, non volete rendervi conto che la politica è molto più della dialettica dei partiti. È, con parole che conosci bene, il sortire insieme dai problemi. Ma non mi fermo qui, ti porto più lontano: la politica, pure nella sua accezione più ampia, non esaurisce l’ orizzonte della solidarietà. Torno a citare la Octogesima adveniens, punto 46: “la politica è una maniera esigente – ma non è la sola di vivere l’ impegno cristiano al servizio degli altri”. In sintesi: la militanza partitica è un sottoinsieme della politica, la quale a sua volta è un sottoinsieme del servizio agli altri. Quando prenderai atto, caro Stefano, che il mondo è un po’ più vasto di come lo vivi nel tuo quotidiano, capirai che accusare gli altri di stare alla finestra senza conoscere come passano ogni momento della loro vita è solo un atto di superbia. Capirai pure che costringere gli altri a parlare di sè in prima persona è spesso una violenza al loro pudore, perché quel po’ di bene che indegnamente cercano di fare nella propria giornata non deve diventare oggetto di proclami. Mi consentirai perciò di darti la mia risposta limitandomi a parlare di tre aspetti che riguardano la mia professione, la mia dimensione pubblica, salvaguardando quella privata.
Caro Silvio, le virgolette intorno alla parola amici non avevano alcun significato negativo. Io ti considero tale e personalmente mi rammarico per essersi persi di vista.
RispondiEliminaNon me ne volere se sarò un po' frettoloso, ma so che capirai che per me sono giorni convulsi. Nonostante ciò non voglio perdere l'occasione di confrontarmi con te.
... forse da martedì, ma veramente pensi che per gli ultimi 15 anni il sottoscritto sia stato abbarbicato al proprio spicchio di potere e di privilegi? Veramente pensi ciò? Di quale potere e di quali privilegi stai parlando? So che è facile accostare alla politica le parole potere e privilegi, ma veramente credi che un consigliere di opposizione terranuovese o un militante di un partito alternativo a sistema di potere toscano abbia potere e privilegi?
Mi consideri un "totus politicus", beh ,evo dirti che mia moglie,i miei figli, i miei amici extra politica, i miei colleghi non mi considerano tale. Addirittura c’è chi si è stupito, letteralmente cascato dalle nuvole, alla notizia che ero candidato alle regionali. Io non mi considero tale. Io non sono tale. Il fatto che un nostro interesse comune, la politica, ci porti a confrontarsi su questo argomento, non significa che non ci sia dell'altro. E' solo che non vado nei blog, nelle sezioni di partito, sui giornali o nei comizi a parlare della mia vita privata,, spirituale, familiare o professionale, ma solo della mia attività politica. Che è una parte importante della mia vita, ma resta pur sempre solo una parte.
Un’ultima riflessione sul perché sono andato a Roma (è la più sintetica che ho da darti e devo fare in fretta...).
1994: mentre Berlusconi è a presiedere un importante summit internazionale gli viene recapitato (dalla prima pagina del Corsera…) un avviso di garanzia (che poi si concluderà in un nulla di fatto). Con quell'avviso, oltre a sputtanare il Paese tutto di fronte al mondo si ottiene il risultato di far cadere un Governo eletto democraticamente. Il magistrato che ha inviato quell'avviso qualche mese dopo fonda un partito.
2008: un avviso di garanzia al Ministro della Giustizia determina la caduta del Governo Prodi, democraticamente eletto. Il magistrato che ha inviato quell'avviso di garanzia dopo qualche mese si candida alle elezioni europee nello stesso partito del magistrato di cui sopra....
Questo Silvio è un paese strano. Ed in questa stranezza l'unica cosa che veramente dovrebbe interessare è che la volontà popolare venga rispettata. Anche se ciò che gli elettori hanno scelto non ci piace. Magari sforzandoci di non avere più complessi di superiorità verso i nostri concittadini che la pensano in maniera diversa da noi. Magari sforzandoci di capire che se così tanti nostri concittadini la pensano diversamente da noi è forse un po’ anche a causa del nostro, troppo spesso ostentato, complesso di superiorità. Perché il bello della democrazia è che l’opinione del più intelligente, colto e retto cittadino vale in termini elettorale quanto quella del più stupido, ignorante e scorretto connazionale. Non va bene? E’ sbagliato? Bene, allora iniziamo discutere per superare il concetto di democrazia così come lo abbiamo conosciuto sino ad oggi. Senza di me però!
Ti rinnovo un affettuoso saluto.
Stefano Mugnai
Mi sembrava poco educato lasciare senza risposta chi aveva commentato il mio contributo sui cattolici in politica. Così il 23 marzo scorso ho inviato alla redazione – prima in bozza e poi in versione definitiva – una nota, che però, per un disguido, è stata pubblicata nella versione ‘bozza’. Ecco di seguito e nei post successivi il testo completo e corretto.
RispondiEliminaLa proposta di Stefano di trovarsi a cena andrebbe estesa a tutti coloro che hanno mandato un commento, perché le questioni aperte sono veramente importanti.
Dico a Tommaso – e con lui a Francesco – che con il vostro blog avete dato vita a una agorà in cui il globale e il locale, la scienza politica e la vita quotidiana si intrecciano in modo ammirevole. Per la ricchezza e il tono civile delle discussioni merita di diventare un luogo di informazione, incontro e dibattito sempre più frequentato. Accompagno il mio augurio ricordando a tutti noi l’ impegnativa affermazione del punto 73 della Caritas in veritate: “I media possono costituire un valido aiuto per far crescere la comunione della famiglia umana e l’ ethos delle società, quando diventano strumenti di promozione dell’ universale partecipazione nella comune ricerca di ciò che è giusto”.
La considerazione di Anonimo che “l’ identità stessa dei cristiani [...] si sia persa, prima ancora che in politica, in tutte le dimensioni della vita” mi tocca particolarmente. Tiepidi nell’ impegno, siamo troppo spesso incapaci di rendere piena testimonianza con le nostre opere alla Parola di Cristo Salvatore. È però anche vero che le buone azioni trovano difficilmente spazio nelle notizie di cronaca, men che mai quando vivono la dimensione della quotidianità: le mense della Caritas sono aperte ogni giorno, ma se ne parla tutt’ al più a Natale nelle rubriche del tipo ‘La festa degli altri’, badando bene che per tutto il resto dell’ anno gli altri rimangano, appunto, ‘altri’. Non è allora fuori luogo ricordare che un osservatore attento come Giuliano Amato ha più volte affermato negli ultimi anni che l’ amore cristiano dà una marcia in più e che i laici possono essere capaci nell’ impegno civile ma sono senz’ altro meno incisivi nell’ amore e nella capacità di coinvolgere gli altri. Lungi comunque l’ idea di fare classifiche fra più e meno bravi: la nostra società ha un tale bisogno di solidarietà da richiedere un impegno forte di ogni uomo di buona volontà. Luigi Pintor in Servabo ha detto meglio di me: “Non c’ è in un’ intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”.
Concordo, ovviamente, con l’ analisi della diaspora democristiana proposta da Leonardo Lucacci. Aggiungo che deve essere particolarmente doloroso vedere molti amici cercare strapuntini sul carro del vincitore – o forse solo semplicemente di chi comanda – rinunciando persino all’ identità del proprio partito.
RispondiEliminaPenso che in occasione delle ultime elezioni terranuovesi sia i cattolici che si sono presentati in lista con Amerighi, sia quelli che non si ricandidavano dopo averlo sostenuto per cinque anni, sia quelli che continuavano ad appoggiarlo dietro le quinte, avessero il dovere di esprimersi con chiarezza in merito alla vicenda Casamonti e al sistema che la sottende.
Mi permetto, Leonardo, di contestarti l’ avere messo sullo stesso piano Prodi, Rutelli e De Mita: è un dato di fatto – non un mio giudizio – che fra i politici italiani Prodi (peraltro da me non particolarmente amato) è quello che di gran lunga gode del maggior credito sulla scena internazionale. Così come è un dato di fatto che per due volte su due gli italiani lo hanno preferito a Berlusconi, e non il contrario come nella tua nota lasci intendere.
Quanto poi a Mr. B. che si erge a baluardo e protettore della democrazia, vorrei che mi dicessi da dove e da chi, secondo voi, viene il pericolo. Perché secondo una buona e autorevole parte della stampa estera – come vedi evito riferimenti interni – verrebbe proprio dal vostro leader (una digressione: il luogo comune del “partito baluardo contro l’ elettorato rosso” ha trovato una esilarante rappresentazione in un episodio del film Signore e signori buonanotte, che si trova su Youtube digitando ‘signore e signori buonanotte – Napoli’).
Ribadito poi che l’ essere stato eletto da milioni di persone, come tu ricordi, non legittima Berlusconi a porsi al di sopra della legge né contro di essa (giova ricordarlo, en passant), ti rivolgo una domanda e un invito. La domanda: dal momento che negli anni scorsi sei stato rappresentante di una lista civica che non mi sembra avesse particolari affinità con Forza Italia, cosa ti ha folgorato sulla strada di Arcore? L’ invito: perchè tu e i tuoi colleghi del Pdl in Consiglio Comunale – e anche Stefano Mugnai – non dite su questo blog, a futura memoria, cosa non vi piace come cattolici del pifferaio che così docilmente seguite? Rimanendo inteso – consentimi di scherzare un po’ – che quanto da voi non espressamente menzionato s’ intenderà da voi medesimi approvato e vi potrà essere contestato negli anni a venire, allorché, mi auguro, il centro-destra in Italia non avrà un leader che la propria moglie ritiene un uomo malato.
Ti saluto con l’ auspicio di condurre al meglio il tuo mandato di consigliere comunale in quel porto delle nebbie che è diventato il Comune di Terranuova Bracciolini. Avendo per bussola, come hai detto tu, i valori del Vangelo e del Magistero, sarà più facile trovare la rotta giusta.
A Stefano Mugnai rimprovero, più di tutto, non il considerare un onore l’ essere ammesso alla corte di Mr. B., ma l’ aver messo tra virgolette la parola ‘amici’. Caro Stefano, anche se le nostre cene risalgono a qualche anno fa – e nulla ci vieta di riprenderle – rimane un’ amicizia cristiana che deriva da Gesù stesso, che ci ha chiamato amici (Gv 15, 15). Un’ amicizia che Sant’ Agostino ha bene descritto dicendo: “Tra le persone più care può avvenire che, nel discutere insieme le nostre opinioni su qualche argomento, si manifestino delle divergenze di vedute, ma non ne soffre la carità; la sincerità – uno dei requisiti dell’ amicizia – non genera mai odio”.
RispondiEliminaTu mi contesti di rimanere alla finestra, di dire che non vale la pena impegnarsi perché tanto il più pulito ha la rogna, di non mettere a frutto i miei talenti, di parlare dei cattolici in terza persona plurale. Quattro siluri niente male, che però nascono da una visione distorta della politica, ridotta a militanza partitica. Chi, come te, è ‘totus politicus’, compie spesso questo errore. Abbarbicati al vostro spicchio di potere e ai vostri privilegi, non volete rendervi conto che la politica è molto più della dialettica dei partiti. È, con parole che conosci bene, il sortire insieme dai problemi. E non esaurisce comunque l’ orizzonte della solidarietà. Torno a citare la Octogesima adveniens, punto 46: “la politica è una maniera esigente – ma non è la sola – di vivere l’ impegno cristiano al servizio degli altri”. In sintesi: la militanza partitica è un sottoinsieme della politica, la quale a sua volta è un sottoinsieme della solidarietà verso il prossimo. Quando riconoscerai, caro Stefano, che il mondo è un po’ più vasto di come lo vivi nel tuo quotidiano, capirai che accusare gli altri di stare alla finestra senza sapere come vivono è solo un atto di superbia. Capirai pure che costringere il prossimo a parlare di sè è spesso una violenza al suo pudore, perché quel po’ di bene che indegnamente cerca di fare nella propria giornata non deve diventare oggetto di proclami. Mi consentirai perciò di darti risposta limitandomi a quattro fatti che riguardano la mia professione di geologo, vale a dire la mia dimensione pubblica, salvaguardando quella privata.
Primo. Ho sempre lavorato in modo libero, senza legarmi a partiti o ad altri (e peggiori) centri di potere. Fin dall’ inizio, ventuno anni fa, ho voluto essere scelto dai clienti solo per i miei meriti e ho voluto offrire loro solo la mia competenza. Questo ha significato incontrare ostacoli di ogni sorta. Un geologo che dice che una frana è una frana, senza ingigantirla o cancellarla a seconda del colore che le si vuole dare, non è a tutti gradito. Ho dovuto sempre lavorare meglio dei colleghi che vantavano le proprie aderenze e la conseguente possibilità di ottenere autorizzazioni facili e rapide. Ho dovuto studiare di notte e far fruttare non una, ma cinque, dieci volte i talenti che il Signore mi ha donato. E tu pensavi che io li tenessi nascosti! Resta ovviamente inteso che mi rimangono preclusi i lavori dove corre ‘the big money’. Lì i meriti non bastano. A me però basta dimostrare ogni giorno che è possibile farcela senza vendersi ai vitellini d’ oro di turno.
Secondo. Fatturo ogni euro che incasso. Anche se le conseguenze sono oltremodo gravose, dal momento che il carico fiscale di un libero professionista che sceglie di non evadere è impressionante. E mi danno pure di bischero.
Corollario politico di quanto ti ho detto: ti immagini Stefano quale enorme risparmio per i conti pubblici se progetti e lavori fossero affidati in base ai meriti e venissero eseguiti a regola d’ arte? Ti immagini che qualità di servizi, quanta possibilità di assistenza ai più deboli, se in Italia tutti pagassero le tasse come faccio io? E dunque come si può non capire che la dimensione più piena della politica non è la militanza ma proprio il sortirne insieme di Don Milani?
Terzo. Scendo al livello che tu ritieni esaustivo: il confronto fra partiti sul governo delle cose. Tu sai che il corpus legislativo prevede anche forme di partecipazione della società civile ai processi decisionali. Bene, da semplice cittadino me ne sono avvalso più di una volta. Per rimanere a Terranuova, hai certo presente il progetto di lottizzazione che qualcuno, in modo spudorato, ha avuto il coraggio di chiamare ‘Città Giardino’. Ritenendo un dovere civile oppormi a una tale previsione, ho redatto e consegnato al sindaco, agli assessori e a tutti i consiglieri una corposa osservazione di carattere tecnico e politico, nella quale ho espresso la mia indignazione, le mie proteste e le mie proposte, estese anche a quello che sopra ho chiamato, per brevità, ‘sistema Casamonti’. Più e meglio di me ha battagliato una consigliera comunale di Rifondazione Comunista, Rosanna Marini, che ha organizzato anche un convegno sull’ argomento, dando vita al momento di informazione e partecipazione più significativo dello scorso mandato amministrativo. Come vedi nulla ha impedito a un cittadino di condurre le stesse battaglie di un consigliere comunale militante in un partito.
RispondiEliminaQuarto. Quello stesso Silvio che tu reputi agnostico nei confronti della cosa pubblica ha proposto un anno e mezzo fa al sindaco Amerighi l’ istituzione a Terranuova di una scuola permanente di educazione civica e di formazione politica, aperta a tutti, nella quale si potrebbero alternare lezioni, seminari, dibattiti e incontri ‘senza rete’ con esponenti del mondo politico, della società civile, della cultura, dell’ imprenditoria e del volontariato. Visto il disinteresse del sindaco in merito, colgo l’ opportunità per dire che sarebbe un segno forte se i tre candidati che lo hanno sfidato facessero propria la proposta o dessero comunque vita a strumenti atti a favorire lo sviluppo di una democrazia partecipativa.
Le azioni che ti ho così descritto sono per me il modo migliore di seguire le esortazioni di Don Dossetti e del Cardinale Martini che ho riportato ai punti 1 e 2 del mio contributo, esortazioni sulle quali sia tu che Leonardo Lucacci, chissà perché, avete glissato. L’ uso della terza persona plurale in luogo della prima, singolare o plurale che dir si voglia, è un falso problema. Con quale coerenza avrei potuto proporre un modello di comportamento senza averlo prima fatto mio? Come avrei potuto indicare una strada senza percorrerla io stesso?
Prendiamo atto, caro Stefano, che i nostri cammini si vanno allontanando sempre più. Come te dico: poco male. Io rimango a fianco della mia Italia. L’ Italia che, mentre tu ascoltavi un giuramento scimmiottatura di una liturgia, manifestava contro la privatizzazione dell’ acqua e si ritrovava per la quindicesima giornata contro le mafie organizzata da Libera di Don Ciotti. Lui sì una persona la cui conoscenza può essere considerata un onore.
Quanto detto non toglie nulla agli auguri che, con tutta sincerità, ti formulo per la futura attività in Consiglio Regionale. Le qualità che hai ti porranno sicuramente in un ruolo di preminenza e ti condurranno verso ulteriori successi. Nei prossimi giorni andrò in San Marco, che tu sai essere la chiesa di La Pira, e pregherò il Signore affinché ti doni il giusto discernimento e ti stia vicino. Ma tu, da parte tua, vedi di darGli una mano e cerca di non stare troppo vicino a Verdini.
Salgo su un panchetto per arrivare alla tua altezza e ti abbraccio.
Un grazie di cuore a Emmanuele. Il suo link è come quelle vignette che valgono più dell’ editoriale.
Piena consonanza con Simone, il cui contributo apre a due argomenti delicati:
- la capacità di futuro di un partito la cui agenda è dettata da un’ unica persona;
- il ruolo del leader nei processi di formazione del consenso.
Potrebbe la redazione del blog proporci degli specifici approfondimenti nelle prossime settimane?
Silvio Cazzante
Caro Stefano
RispondiEliminami auguro che tu abbia letto la mia precedente risposta nella versione completa e non solo in quella appena abbozzata. Sono di corsa anch’ io, ma la contentezza per l’ averti risentito è tale che davanti a me ho il computer a sinistra e i piatti del pranzo a destra. Solo due punti, che potremo poi approfondire di persona (a cena).
1)Nel fondo di oggi sul Fatto Travaglio ricorda – e tale è anche la mia memoria – che il primo governo Berlusconi non cadde per l’ invito a comparire sulle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza, ma perché venne a mancare il sostegno di Bossi; così come il secondo governo Prodi non è caduto a causa dell’ indagine di De Magistris su Mastella, perché in realtà Mastella lo ha rovesciato col pretesto dell’ indagine di Santa Maria Capua Vetere, poi convalidata dai giudici di Napoli.
2)Il dato che chi milita in un partito abbia ‘strutturalmente’ più potere e privilegi di chi pulisce i pavimenti alla mensa della Caritas è verificabile dai primi scalini del cursus honorum fino ai più alti.
Ti dicevo che vado di corsa. Fra un’ ora vorrei essere all’ Istituto Stensen di Firenze, dove Romano Prodi converserà sul tema “Il Cittadino e il senso dello Stato”. Sul medesimo argomento interverranno, nei prossimi due mesi, Gianfranco Fini e Rosi Bindi. Puoi immaginare che, alla luce delle recenti distonie con Mr. B., quello fra i tre che sono più curioso di sentire è Gianfranco Fini. Ci andiamo insieme?
Silvio Cazzante non lo conosco, anche se credo che abitiamo o viviamo entrambi Terranuova. Lo vedo molto informato e apprezzo che è stato lui a presentare quell'osservazione su Città Giardino, la cui petizione ho firmato anche io.
RispondiEliminaEgli mi lancia un guanto di sfida dicendo:
"...dal momento che in passato sei stato rappresentante di una lista civica a Terranuova Bracciolini che non mi sembra avesse particolari affinità con Forza Italia, che cosa ti ha folgorato sulla strada di Arcore? L’ invito: perchè tu e i tuoi colleghi del Pdl in Consiglio Comunale, e anche Stefano Mugnai, non dite su questo blog, a futura memoria, cosa non vi piace come cattolici del pifferaio che così docilmente seguite? "
La lista civica: io insieme ad altri amici che come me sono di centro destra siamo confluiti nella lista civica assieme ad altri amici di centro sinistra, appunto per impegno civico. Ma purtroppo, come hai visto non solo non abbiamo vinto, ma anzi Amerighi ha addirittura aumentato i consensi. Questo nel 2004.
Veniamo al perchè sono stato "folgorato sulla strada di Alcore": perchè secondo me occorre scegliere. Nelle elezioni comunali del 2009 o andavo con il PDL, che corrisponde alla mia aria politica, oppure non mi candidavo e quei talenti che credo di avere sulla politica amministrativa del Comune non li avrei potuti mettere a disposizione dei cittadini di Terranuova. Non solo. Ho deciso di candidarmi con il PDL perchè ho sentito di trovarmi in un gruppo coeso e con gli stessi ideali e la stessa onestà di fare le cose, a partire dal candidato a Sindaco Luca Trabucco fino ad arrivare al responsabile politico Stefano Mugnai.
Nella mia ignoranza filosofica (sai Silvio io sono un uomo di bilanci) ho sempre in mente l'idea che il cristiano si deve impegnare in Politica, con le dimensioni che egli sceglie. Io ho scelto l'impegno diretto e formale e per farlo non posso accostarmi ne al PD ne ad una lista civica espressamente di sinistra con i componenti tutti di sinistra, come era quella di Pasquini.
Perchè ho scelto Silvio ... Berlusconi? Perchè, appunto per scelta:
- non sopporto le lagne di Prodi e la sua ipocrisia (pur di vincere ha annullato l'identità dei cristiani nella politica in un guazzabuglio dimostratosi impossibile);
- men che mai sopporto l'ortodossia di Rosi Bindi che è proprio più bella che intelligiente! (lei finalmente ha trovato il suo partito perchè è a più a sinistra di Bersani);
- non sopporto le nuove teorie di Fini sul piano della bio-etica;
- non sopporto Casini che con la politica dei due forni, ne ha inaugurato un terzo: il suo!
Infine non sopporto Travaglio perchè non è un giornalista, è un mujaidin(spero di averlo scritto per bene) e per me ha sbagliato paese.
Infine Silvio, come cattolici cosa non ci piace di Berlusconi: nei prossimi giorni, anche a seguito di come si è svolta la campagna elettorale, il gruppo PDL di Terranuova comincerà una discussione anche pubblica per segnalare alla dirigenza, se possibile anche nazionale, ciò che non ci va bene e che dovrà essere migliorato.
Come vedi non c'è appiattimento e nessuno è stato "folgorato sulla strada di Alcore"!
Leonardo Lucacci
Grazie Leonardo per le risposte. Non condivido ma ritengo del tutto legittime le tue scelte nella vita politica terranuovese, tanto più che ti vedono in compagnia di altre persone di valore. Mi sembra però che stare sulla corazzata del più grande partito italiano invece che sul bragozzo di una lista civica non vi abbia fatto guadagnare incisività là dove veramente occorre, vale a dire sul tema della trasparenza della macchina comunale. Posso sbagliarmi, ma finora nessun consigliere a Terranuova si è impegnato per rendere consultabili su internet, oltre alle delibere, anche le determinazioni dirigenziali, gli atti cioè con i quali vengono effettivamente spesi i nostri soldi. Non mi dire che è impossibile, perché a Bologna il rappresentante del Movimento 5 Stelle ci è riuscito. Ha dovuto insistere per mesi, ma alla fine la sua proposta è stata approvata all’ unanimità. E parlo del Comune di Bologna, che ha un bilancio di 500 milioni di euro. Gira e rigira si torna a quello che io, da cittadino, proposi ad Amerighi nella circostanza in cui gli prospettai l’ opportunità di una scuola di formazione politica: ogni atto comunale dovrebbe essere consultabile in rete e le opposizioni dovrebbero avere accesso alle società partecipate.
RispondiEliminaLa tua infelice espressione su Rosi Bindi, ripresa pedissequamente dal ‘libretto rosso’ del premier, conferma, purtroppo, la vostra vocazione di topolini che seguono il pifferaio. Sarebbe stato sufficiente dire che la Bindi è “più bella che politicamente capace” e avreste avuto all’ attivo una battuta micidiale. Invece preferite crogiolarvi nel becero.
Di Travaglio so che è inutile parlare. È da sedici anni, dalla cosiddetta discesa in campo del cavaliere, che coprite di insulti e di calunnie i giornalisti che lo criticano. Cominciaste con Montanelli, arrivando ad accusarlo – lui conservatore e uomo di destra – di essere diventato comunista. Proseguiste con Biagi, imputandogli un “uso criminoso” della tv pubblica. E via di seguito fino ad oggi, con chiunque osi dissentire e mantenere la schiena diritta.
Mi sorprende l’ omissione finale. Ti avevo invitato a dire cosa non ti piacesse, come cattolico, di Berlusconi. Mi rispondi parlando di Prodi, della Bindi, di Fini, di Casini, di Travaglio e, arrivato al nostro, glissi. O meglio, mi rimandi a un approfondimento collettivo che condurrete all’ interno del Pdl di Terranuova. Ma il cristiano Leonardo Lucacci non ha una sua opinione in proposito? o forse ha il timore di esporla? Mi sembra – perdonami l’ analogia – di essere tornato ai tempi in cui i compagni trinariciuti aspettavano di sapere dal partito cosa dovevano pensare.
Una buona Pasquetta a tutti.
Silvio Cazzante
Silvio per quanto riguarda gli atti del comune li puoi trovare online, comprese le determine dirigenziali e le ordinanze. Per l'incisività di cui parli, purtroppo abbiamo perso le elezioni e quindi, come saprai, la maggioranza fa quello che gli pare e qui a Terranuova lo fa sempre!
RispondiEliminaPer quanto riguarda ciò che non mi piace di Silvio Berlusconi, moralmente parlando, ovvero anche da cristiano, è vero non ne ho parlato e allora te lo dico ora.
Di Berlusconi non condivido quasi tutta la sua vita privata: il rapporto con la famiglia, il rapporto con le donne. Condivido però il suo modo di condurre la vita politica, le sue scelte politiche.
Guarda caso potrei "forse" condividere la vita privata di Prodi o forse di Rosi Bindi, ma non condivido assolutamente quella politica, il loro pensiero politico.
E attenzione Silvio, stai parlando con un lettore de Il Giornale del grande Indro Montanelli. Con la discesa in campo di Berlusconi Indro fece la sua scelta, coraggiosa. Ma non mi paragonare Indro a quel tribuno di Travaglio.
Tra poco buon primo maggio!
PS- magari qualche volta viene al consiglio comunale così vedi da vicino cosa fa l'opposizione a tb.
L.Lucacci