martedì 8 settembre 2009

I cattolici e la politica


I veri amici sanno offrirti consigli quando meno te lo aspetti. Da una breve ma intensa chiacchierata mi è stato rivolto l'invito a porre al centro delle discussioni di questo blog la questione riguardante l'impegno dei cattolici in politica. Grandi amici per grandi temi mi verrebbe da scrivere, tuttavia l'argomento, seppur annoso, è sempre ricorrente. Al di là dei ciarpami di cronaca, il tema è ricco di fascino perché straordinariamente complesso e coinvolgente, eppure troppo spesso non viene affrontato con quella serietà e quel distacco che esso si meriterebbe. Per capirci, in più di una circostanza invece di guardare la luna ci si sofferma solo sul dito. Il suggerimento che mi è stato proposto l'ho trovato decisamente calzante con le grandi falcate dei tempi che corrono e penso di non stravolgere questo prezioso consiglio se ponessi in queste brevi righe l'obiettivo di racchiudere all'interno di un'ipotetica cornice teorica i concetti di testimonianza cristiana e politica locale. Facendo leva su quella bella esortazione di Don Tonino Bello: "E se la politica non serve all'uomo, all'inferno la politica", sarebbe opportuno mettere in rilievo non tanto la storia politica dei partiti con il loro limaccioso riallineamento di questi ultimi anni, bensì l'esigenza di un agire morale che sappia mettere al centro delle scelte i contenuti invece dei contenitori. Dopotutto la cassetta degli arnesi è ricca di tanti strumenti. Per esempio, il punto 573 del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: "il cristiano non può trovare un partito pienamente rispondente alle esigenze etiche che nascono dalla fede e dall'appartenenza alla Chiesa: la sua adesione a uno schieramento politico non sarà mai ideologica ma sempre critica". Insistendo con i documenti, si potrebbe richiamare la "Nota dottrinale riguardante l'impegno e il comportamento dei cattolici in politica". Eppure, nonostante le innumerevoli coordinate geografiche, lo spaesamento persiste e si fa sempre più preoccupante perché annebbia la vista e fa gonfiare i muscoli, annienta il dibattito e fomenta la confusione. Allora mi chiedo se un impegno cristianamente ispirato ha ancora senso nelle vigenti logiche di amministrazione della cosa pubblica? E sopratutto quali forme per la testimonianza?

"Nessuno può sfuggire alla responsabilità, ossia al dovere di operare invece di qualcun altro. Persino l'individuo isolato vive icariamente, e lo fa in modo particolarissimo, poiché vive la sua vita in rappresentanza di ogni uomo dell'intera umanità". D. Bonhoeffer, Etica.


Tommaso Cioncolini


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