martedì 8 aprile 2014

Il digestore anaerobico di Podere Rota (seconda puntata)

A distanza di un mese torno sull'argomento, peraltro di estrema attualità, perchè sono fortunosamente riuscito ad avere un CD con il progetto del digestore di Podere Rota, documentazione “pubblica” che però non si riesce a scaricare dal sito della Provincia. 
Ho deciso di analizzarlo e di mettere la mia esperienza di ingegnere impiantista al servizio dei valdarnesi.   Ho esaminato solo una parte dell'imponente mole di documenti (13 pagine solo l'indice) ed ho prodotto una relazione sintetica con le osservazioni fino ad oggi, che ho inviato all'amministrazione comunale di Terranuova, ai consiglieri di opposizione, alla SEI Toscana, agli amici, compresa la VdM, e che invierò a chiunque me ne faccia richiesta.

Sulla base di documenti ufficiali si confermano, anzi si rafforzano, le posizioni espresse un mese fa e si può essere più precisi nei numeri, ma soprattutto si possono fare ulteriori clamorose considerazioni.
Rinviando per i dettagli alla relazione e limitandosi agli aspetti più rilevanti, emerge che:

  • L'impianto, progettato per smaltire 30.000 t/a di umido, produrrà a sua volta rifiuti solidi e liquidi per 26.000 t/a
  • Al netto dei consumi interni fornirà meno di 4.000 MWh/anno con un rendimento energetico utile di circa il 3,8% dell'energia dei rifuti in ingresso
  • Il piano finanziario riporta come unico ricavo il conferimento del FORSU a 120 euro/tonn
  • Nel caso di rottura accidentale del mantello del digestore (5800 metri cubi di massa batterica in fermentazione) si rischierebbe un grave inquinamento del bacino dell'Arno a valle di San Giovanni.
In conclusione:

  • Si tratta di un impianto che smaltisce solo il 14% dei rifiuti entranti e produce pochissima energia elettrica.
  • Oltre al pesante impatto paesaggistico ed odorigeno locale, l'impianto porterebbe anche un grave rischio ambientale per la Toscana.
  • Nei dati economici c'è la premessa per un sensibile aumento del costo di conferimento RSU da parte dei comuni interessati (più che doppio).  Altrimenti il costo dell'impianto non avrebbe adeguato ritorno economico. 
Ne conseguirebbe un analogo aumento del costo ai cittadini. Ne vale la pena?

Paolo Dinelli

6 commenti:

  1. Grazie a Paolo per la fatica e a La Voce del Martedì se mi invierà il testo completo.

    Sono andato a rileggere il dibattito seguito al post del 30 luglio 2013 sul biodigestore anaerobico di Rimini. Solo quattro interventi, forse a causa del periodo già vacanziero. Ora che un impianto analogo viene previsto a Terranuova Bracciolini, mi auguro un confronto più ricco e confido che pure gli amministratori comunali facciano sentire la propria voce.

    Di seguito la descrizione del biodigestore che SEI ha pubblicato su Greenreport.it il 13 febbraio scorso.
    “Il progetto proposto a Terranuova Bracciolini prevede la costruzione di un impianto di digestione anaerobica con recupero energetico di biogas nell’area tecnologica di Podere Rota. L’impianto potrà trattare circa 30.000 t/anno di rifiuto organico (FORSU) proveniente dalla raccolta differenziata porta a porta e da cassonetto stradale nell’area aretina. La tipologia d’impianto progettata a Podere Rota permette di trasformare la frazione organica presente nei rifiuti selezionati in due prodotti: un materiale organico (digestato) che sarà raffinato per ottenere compost di qualità da utilizzare come ammendante agricolo, e un biogas (principalmente composto da metano e anidride carbonica) che può essere utilizzato come combustibile per produrre calore ed energia elettrica, a tutti gli effetti rinnovabile.
    L’impianto lavora in condizioni di assenza di ossigeno e temperature maggiori di quelle ambiente (36÷38 °C), dove i batteri che vivono in queste condizioni (anaerobi e mesofili) degradano la sostanza organica; ciò che rimane dopo questa trasformazione ad opera dei batteri è il digestato e il biogas. Il biogas prodotto nella fase di digestione, dopo essere stato deumidificato e desolforato, potrà essere utilizzato per la produzione di energia termica (4.300.000 kWh/anno) ed energia elettrica (7.200.000 kWh/anno) capace di soddisfare il fabbisogno di 500 unità abitative. Il digestato, attraverso una tubazione interrata, sarà avviato all’impianto di compostaggio adiacente, e già operante, di TB SpA dove, dopo una serie di trattamenti, sarà trasformato in una frazione solida e una liquida. La frazione solida diventerà compost, mentre la frazione liquida, sempre tramite un sistema di tubazioni interrate, tornerà verso l’impianto per essere nuovamente riutilizzata nel processo. Quindi il biodigestore di Podere Rota permetterà il recupero di materiali sotto forme diverse che potranno essere destinati a diversi utilizzi ed è stato progettato per ridurre al massimo la possibilità di generare spiacevoli odori. L’intero processo, infatti, avverrà all’interno di aree confinate e anche le aree di lavorazione dei capannoni destinati al ricevimento e pretrattamento dei rifiuti saranno mantenute in depressione da un idoneo sistema di aspirazione, che convoglierà l’aria verso un biofiltro per evitare contaminazioni dell’aria esterna da sostanze odorigene e polveri”.

    Pongo infine due questioni.
    1) Mi pare di capire che il digestato, considerato da Paolo un rifiuto, sarà utilizzato per produrre compost di qualità. In questo caso, allora, non dovrebbe essere ritenuto un rifiuto ma un sottoprodotto. E chiarezza vorrebbe che il suo valore fosse indicato nel piano finanziario.
    2) Secondo SEI, dal biogas saranno ottenuti 4.300.000 kWh/anno di energia termica e 7.200.000 kWh/anno di energia elettrica, questi ultimi in grado “di soddisfare il fabbisogno di 500 unità abitative”. Le analisi di Paolo indicano invece una produzione, al netto dei consumi interni, minore di 4.000.000 kWh/anno. A leggere i numeri, sembra che si tratti addirittura di due progetti diversi.

    Silvio Cazzante

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  2. Non ho la tua mail e non riesco ad inviarti la relazione (9 schede di mezza pagina) neppure via facebook chiedo alla VdM di provvedere oppure a Silvio di inviarmi un messaggio via facebook.
    Dalla relazione si chiarisce perfettamente la apparente distonia di dati e puoi trovare anche qualche altra indicazione che, per brevità di sintesi ho trascurato nella nota.
    In generale i dati SEI sono dati lordi; i miei sono ricavati da quelli SEI (coincidono) ma sono calcolati al netto dei consumi (o rifiuti di impianto).
    Il pretrattamento consuma tantissima energia (3.300MWh/a in totale) e non una goccia di acqua calda uscirà dall'impianto. Penso che le 500 unità abitative devono contare sulla fornitura ENEL, anche perché il cogeneratore starà fermo per manutenzione oltre un mese all'anno.
    Il pretrattamento rifiuta la frazione non digeribile (nel progetto vengono citati anche i noccioli di pesca !) circa 8.000t/anno, da smaltire in discarica, e saranno inviati al depuratore Publiacqua di San Giovanni 16.567 t/anno di acque di processo (al prezzo di 5 €/mc che stanno anche sul piano economico) di cui circa 6000 torneranno in impianto come acque industriali.
    Il digestato disidratato nelle centrifughe (7.650t/a) è, per legge, un rifiuto. Verrà conferito ad una diversa società TB ( a quale costo/ricavo??) per mescolarlo con cippato e produrre compost. La destinazione finale e la valenza economica di questa operazione non è indicata e lascia almeno qualche dubbio.
    Il biogas in esubero e/o prodotto con il cogeneratore fermo, non essendo previsto alcun accumulo, sarà bruciato nella torcia (si spera, ma non sta scritto da nessuna parte) perché potente gas-serra e maleodorante.
    Sulla relazione trovi anche la scheda per l'impatto odorigeno, sulle emissioni in atmosfera, e sulla "approssimazione" della documentazione di progetto.
    Per il dettaglio del piano finanziario dovrei inviarti quello a progetto; si commenta da solo!
    Troverai che baso le mie considerazioni sui numeri del progetto, assunti per veri. In effetti dalle informazioni che ho avuto per questo tipo di digestori monostadio, cioè con tutte e tre le tipologie di fermentazione che avvengono contemporaneamente ci sono grossi problemi di stabilità e di gestione. Ma questi sono problemi da biologi, non da ingegneri.
    Un caro saluto
    Paolo Dinelli

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  3. ciao paolo mi puoi inviare il tuo studio massimo.cambi60@gmail.com
    da quello che dici ci dovremmo preoccupare per cui voglio approfondire con quante piu' fonti disponibili
    grazie
    max cambi

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  4. La crisi allora funziona meglio del digestore anaerobico... pare che negli ultimi 12 mesi si siano ridotti i consumi di rifiuti del 7% a causa della crisi economica...

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  5. Difficile inserirsi tra Dinelli e Cazzante e forse anche non utile.
    Partiamo dai dati:
    1) Come dice Sei i sindaci hanno approvato nell'assemblea AtoSud
    2) L'amministrazione di Terranuova attraverso la partecipazione in CSAI è socia di Sei
    3) il presidente di CSAi è nominato dal sindaco di Terranuova
    4) Terranuova con gli utili della discarica ha chiuso tanti bilanci e fatto tanti progetti faraonici alcuni realizzati molti altri no, ma la struttura amministrativa è stata appesantita lo stesso
    Continuiamo con l'evidenza:
    1) Nè il sindaco nè gli assessori hanno resa pubblica la loro opinione e il loro voto
    2) il PD partito del sindaco, del candidato Renzino Chienni oggi assessore di peso con delega alle varianti che interessano CSAi e Sei, dipendente di Sei, e di molti altri dirigenti e amministratori di queste società, non ha reso pubblica la propria posizione
    Chi tace acconsente.
    Possiamo trarre delle conclusioni?
    1) Da qualche parte la spazzatura va messa, ok rifiuti zero ma qualcosa comunque rimane. I ragionamenti di Dinelli sembrano ragionevoli.
    2) Poichè è sempre brutto sprecare i soldi, per i cittadini, ma è sempre bello investirli per chi prende poi le commesse per realizzare i progetti, andate a guardare di chi è la società progettista, a chi nell'area discarica sono stati assegnati i lavori di realizzazione. Istruttivo.
    Il candidato sindaco di Terranuova in Comune ha espresso la sua posizione, lo stesso il candidato del M5S, anche se il programma è più vago.
    E il candidato di centrosinistra può ogni tanto farci sapere la sua opinione?
    Sapete, si vota fra poco...

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    Risposte
    1. Dell'assegnazione dei lavori non ne so nulla. Voglio sperare che non siano già appaltati!!

      Su ogni documento del progetto, oltre al marchio "ATO rifiuti Toscana Sud" e il marchio "SEI" viene indicato:
      Responsabile del progetto:
      Ing G. Mazzoni UNIECO Soc. Coop - Via Ruini 10 - Reggio Emilia
      Coordinamento:
      Geom F. Del Branca La CASTELNUOVESE Soc. Coop. - Via Ponte alle forche 27 - San Giovanni Valdarno (AR)

      Ci sono poi vari professionisti esterni specialisti per specifici documenti

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