martedì 25 giugno 2013

Questa settimana vogliamo proporre ai lettori de La Voce del Martedì la penna di Massimo Gramellini dalla rubrica Buongiorno de La Stampa di stamani. Ci sembra un approccio diverso di vedere i due fatti della cronaca politico giudiziaria di ieri. Gli italiani hanno davvero perso la Speranza?


Io Ruby, tu Idem


massimo gramellini

La ministra Idem si è dimessa: non sopportava di restare in un governo sostenuto da Berlusconi. A parte gli scherzi, fino a pochi anni fa una doppia mazzata come quella di ieri avrebbe creato sconquassi umorali nel Paese. Il politico italiano più conosciuto nel mondo condannato a sette anni e interdetto dai pubblici uffici per reati odiosissimi.

Una ministra della Repubblica costretta ad andarsene a casa (pardon, in palestra) per avere evaso le imposte sugli immobili. E invece, se si escludono i giornalisti, i politici e le tifoserie strette, l’impressione è che ormai questi eventi scivolino addosso agli italiani senza lasciare altra impronta che un sospiro di fastidio misto ad assuefazione. L’assillo economico ha scompaginato le priorità, persino quelle dell’ira. Chi non dorme la notte per un mutuo da pagare o un figlio da occupare non riesce a eccitarsi per delle partite di giustizia e potere che si dipanano in un altrove da cui non pensa di poter trarre benefici concreti.

Le crisi economiche spolpano la democrazia perché riducono drasticamente l’interesse dei cittadini per la cosa pubblica. Il vero confine, oggi, non è più fra chi sta con i magistrati e chi no, ma fra chi crede ancora nel futuro e chi no. Per rimanere in ambito femminile, Ruby e Idem turbano i sonni degli italiani molto meno di Iva. Esiste solo una donna che potrebbe svegliarci da questo incubo e si chiama Speranza. Ma per ora rimane lì, muta. In attesa che la politica posi i codici dei penalisti e le calcolatrici degli economisti per darle finalmente la parola

martedì 11 giugno 2013

Sconfitta M5S

Hanno dato prova di fantasia i chierici delle larghe intese commentando i risultati del Movimento 5 Stelle alle amministrative. Dal De profundis alla taranta, non ci hanno fatto mancare niente. Eppure sanno che non poteva darsi circostanza migliore per un bagno di realismo e una correzione di rotta. E dimenticano quanto fin qui accaduto in Parlamento, dove i pentasiderei (copyright Franco Cordero) possono aver mancato di stile ma non di coerenza: come annunciato prima delle elezioni, non hanno accettato alleanze con chi non condivideva i punti forti del loro programma. Così le classi dirigenti del Pd e del Pdl sono state costrette a gettare la maschera e a fare quello cui già da tempo erano pronte: infilarsi, con gli ormoni galoppanti, nello stesso letto, lasciando intendere agli italiani che dall’ unione di due minotauri possa nascere un adone. Alla richiesta di cambiamento venuta dalle urne la casta ha risposto serrando le fila e ritirandosi in una enclave metà Bisanzio e metà Paese dei balocchi. Una manna per Grillo e i suoi, che potranno accreditarsi i meriti della futura opposizione.
Sarebbe però un errore perseverare nella strategia del soli contro tutti. Perché la scadenza elettorale del prossimo anno riguarderà anche moltissimi Comuni medio-piccoli, borghi e cittadine in cui la politica si misura sulle persone prima che sui partiti, sull’ amministrazione del quotidiano prima che sulle dispute ideologiche. Grillo e Casaleggio dovranno alfine prendere atto che, laddove ancora ci si incontra in piazza, il dialogo è più facile e, in un certo senso, obbligato. Che cittadini intelligenti e onesti, liberi e forti, si trovano pure in altri schieramenti. Che con il sistema elettorale vigente molti Comuni non sono amministrati da una maggioranza premiata alle urne ma da una minoranza che ha beneficiato della dispersione dei voti fra le altre liste. Se non lo faranno, vi saranno costretti dalla base, da coloro che parlano con la gente nei mercati, raccolgono firme, mettono in rete le informazioni.
Non è difficile immaginare la risposta che i cinquestelle sono per il momento costretti a dare a chi ha vedute politiche diverse e tuttavia cerca di interloquire sui temi condivisi: “sì, siamo d’ accordo, ma non possiamo metterci insieme perché verremmo espulsi dal movimento”. Di qua o di là, con noi o contro di noi, draconianamente, perché così vogliono Grillo e Casaleggio. I medesimi, però, che nel recente passato non hanno disdegnato digressioni verso la Realpolitik, per esempio accettando (o proponendo?) fra i papabili al Quirinale due ospiti del Bilderberg come Prodi e la Bonino. Con identica concretezza potrebbero allora acconsentire anche a un cammino comune con altre liste, un cammino che, senza snaturare l’ identità del loro non-partito, lo porti però a confrontarsi con le categorie della complessità e della mediazione. Sanno bene i due dioscuri che in tal modo potrebbero aprirsi orizzonti rimasti finora preclusi. E altrettanto bene sanno che la situazione non consente di rimanere seduti ad aspettare il prossimo turno.

Silvio Cazzante

martedì 4 giugno 2013

Raccolta non troppo differenziata





Come si vede dalle foto mi occupo delle “Isole ecologiche” dove gli abitanti del centro storico, ritenuto non idoneo al “porta a porta”, (e solo loro!!), dovrebbero conferire i rifiuti differenziati. Il risultato è documentato dalle foto.
Abbiamo “abbellito” le tre torri di Arnolfo con una serie di cassonetti; la quarta torre non c'è più ed i cassonetti sono stati spostati sotto il controllo della statua di Poggio!!. Se sono le posizioni più comode per gli abitanti del centro storico non lo so, ma sono certamente molto comode per tutti i valdarnesi. Posso testimoniare la processione di auto, furgoni, apine, motocarri, camioncini aziendali, che si fermano ( spesso contromano) stracolmi di sacchetti. Il problema diventa drammatico la domenica, quando i camion per la svuotatura dei cassonetti non passano (la domenica i rifiuti ce li dovremmo mangiare?). Gli operatori ecologici ormai  sono costretti a fare il giro più volte al giorno (anche di domenica) per raccogliere i sacchetti a terra: non si può certo pensare che possano fare una cernita e tutto finisce nell'indifferenziato.
In certi giorni la raccolta differenziata del centro storico raggiungerà forse il 20%.
Anche se è vietato vengono depositati, quale omaggio ad Arnolfo e a Poggio, materiali di ogni genere (mobili, televisori, frigoriferi, materassi, pneumatici, batterie, pure WC e bidet).

Il mese scorso, dovendo buttare un vecchio televisore ed altri materiali, da ligio cittadino, li ho caricati in macchina e mi sono avviato verso il centro di raccolta CSA ai vecchi macelli, ma al mattino ho trovato tutto chiuso;  al pomeriggio, sono stato accolto come uno scocciatore ed invitato a depositare il vecchio e pesante televisore dentro un cassone con le sponde alte due metri. 
E' il colmo, ma ho quasi giustificato chi abbandona  il materiale accanto ai cassonetti !!

Cosa dovrebbe andare in ciascun cassonetto?   Non è assolutamente chiaro.
Le indicazioni riportate dalle scritte sui cassonetti divergono (es. piatti e bicchieri di plastica e anche i gusci d'uovo !!!) con la “Bibbia del rifiuto”, il Dizionario dei rifiuti del sito CSA che comprende 460  voci e per ciscuna voce individua la destinazione con pallini colorati (Se uno è daltonico fa come gli pare!!).
Nelle destinazioni prevede il “Multimateriale”, comprendente anche il vetro mentre ci sono i cassonetti appositi.
Nella “Bibbia” c'è previsto di tutto, dagli spilli  alla carta delle caramelle, dall'involucro dei wurstel alle stringhe da scarpe, anche i preservativi che sono addirittura inseriti due volte (anche alla voce profilattici!!). Il guaio è che per alcune voci (v.stoviglie di plastica, pellicole fotografiche), citate più volte, sono indicate destinazioni diverse e/o non aggiornate con l'accordo con CONAI del maggio 2012 riportato nella home-page del sito.           

Le foto non rendono l'idea dei “profumi”.
E' prevista la sanificazione dei soli cassonetti dell'organico e dell'indifferenziato che lo scorso anno è stata effettuata (e documentata con bollini adesivi) in giugno, luglio, agosto e settembre, come se  negli altri mesi i batteri fossero in letargo.
La sanificazione consiste nello spruzzare una polvere nel cassonetto come si trova al momento e quindi non necessariamente vuoto.
Quest'anno sta andando meglio perchè la prima sanificazione è stata effettuata in maggio, ma una volta al mese mi sembra comunque un po' poco, almeno “a naso”!!!
Il cassonetto dell'organico, quello che puzza di più, viene vuotato al pomeriggio in modo che possa prendere più sole e caldo e fermentare meglio! Alla mattina si svuota la plastica.

C'è infine il problema dei rumori.
In una Terranuova dove si canta e si suona fino a mezzanotte e dove si continua a “discutere animatamente” per le vie fino a tardi, questo è l'ultimo dei problemi.
Confesso però che in estate, con le finestre aperte, alle tre di notte, chi arriva con una carrettata di bottiglie (penso sia un bar che ha chiuso), e le butta una per una (la bocca del cassonetto è piccola) per un quarto d'ora, riceve tutti i nostri complimenti. Soprattutto perchè alle sette del mattino arriva il primo camion a vuotare i cassonetti, mette tutti i motori al massimo per azionare il compattatore ed occorrono 10 minuti per fare spazio a tutto il contenuto. Il dramma è quando l'operatore arriva lungo e deve ingranare la retromarcia con il bip di sicurezza (ultimamente non l'ho più sentito,  o ci hanno fatto l'occhio o hanno disinserito la sicurezza)
Per fortuna a settembre c'è la festa del Perdono ed al posto dei cassonetti c'è il “Tagadà” e il suo amplificatore da 2000 Watt con i bassi che smuovono l'intestino, ma la mattina si dorme!!
Paolo Dinelli