E’sempre molto difficile fare raffronti tra i vari risultati elettorali. I politologi suggerirebbero di paragonare i risultati con altri precedenti e di egual natura, quindi bisognerebbe comparare le elezioni amministrative con le amministrative, le politiche con le politiche, le europee con le europee. Dalle nostre parti però in cinque anni, tempo che dovrebbe trascorrere tra una elezione e l’altra, cambiano gli scenari, le alleanze e le persone…. (le persone? no, queste proprio no), cambiano le cose talmente in fretta che in soli due anni il capolista del PD alle politiche in una circoscrizione del Nord Italia (un applauso a chi l’ha scelto pensando pure che fosse di centrosinistra) diventa, autonominandosi responsabile, consigliere del commercio estero del capo della parte avversaria (o avversata)…pensiamo quindi a cosa potrebbe succedere in cinque anni.
Così a urne chiuse comincia la carrellata di politici che, tirando fuori dal cilindro i risultati elettorali che più aggradano, snocciolano le proprie ragioni a sostegno del buon risultato ottenuto e solo nella migliore delle ipotesi riconoscono una mezza sconfitta, ma naturalmente con molte attenuanti. Per non parlare del dato sull’affluenza alle urne, buono per riempire la mezz’ora che va dalla chiusura dei seggi ai primi exit poll. In quella mezz’ora tutti in maniera responsabile prendono atto del fatto che sempre meno italiani vanno a votare e tutti si indignano dichiarandosi in dovere di riflettere sul dato, ma poi …..chissenefrega si vince o si perde con quelli che vanno a votare mica con quelli rimasti a casa.
Diamo velocemente uno sguardo a quello che è successo su e giù per lo stivale. Spicca il risultato di Pisapia a Milano, dove ancora a poche ore dal voto si aveva il dubbio se la sindaca Moratti sarebbe andata al ballottaggio o avrebbe vinto al primo turno, ed invece il candidato di SEL, PD e alleati ha sfiorato la vittoria al primo turno, con il PD che in città ha lo stesso peso del PDL e con la Lega che non raggiunge i risultati sperati, creando malumori nella base. Sbagliata la strategia del centrodestra? fine del Berlusconismo? La discesa in campo del Premier in un momento in cui non gode del massimo della popolarità, avrà giovato o no al PDL? Si riconferma il centrosinistra a Torino con Fassino, segno che il mito del buongoverno di Chiamparino poi tanto un mito non è, come non è più scontato che al Nord il centrodestra con la Lega abbiano vita facile. Questo scenario è confermato dalle turbolenze in maggioranza di questi giorni: la Lega sembra aspettare l’esito dei ballottaggi e, se questo fosse negativo, potrebbe veramente “scoperchiare la pentola”, convinta che alla lunga l’alleanza di governo nuoccia al proprio consenso. Spicca anche il risultato di Napoli, dove va al ballottaggio il candidato del centrodestra e dove il centrosinistra, dopo aver guidato per decenni il comune, prima con Bassolino e poi con Iervolino, non riesce a raggiungere (meritatamente) il ballottaggio col PDL, al quale va invece Luigi De Magistris candidato dell’IDV.
Arriviamo nella nostra Provincia. Ad Arezzo c’era un interessante “duello” tra due candidati autorevoli e forti quali il sindaco uscente G. Fanfani e la senatrice G. Sestini, insieme ad altri candidati molti dei quali di area centrodestra (tra cui l’ex sindaco Lucherini), della quale avevano fatto parte fino a qualche mese prima delle elezioni (una situazione molto simile a quella che si è verificata a Montevarchi). Il risultato è stata la vittoria al primo turno del Sindaco uscente (pur subendo una emorragia di consensi) e un risultato deludente del PDL, che nel capoluogo è sceso ai minimi da diversi anni.
A Sansepolcro, una delle maggiori città della provincia, sono al ballottaggio, divisi da una manciata di voti, la candidata del PD e quello del PDL; quest’ ultimo –il PDL-, al governo della città negli ultimi cinque anni, non è andato oltre il 32%. Qui il centrosinistra ha provato pure a perdere presentandosi con due candidati, di primo piano, divisi da subito, ma non ce l’ha fatta. Ha comunque buttato al vento la possibilità di riprendersi la città al primo turno, dato che i due candidati di centrosinistra hanno raggiunto oltre il 60% dei consensi e sarà costretto a misurarsi in una battaglia all’ultimo voto per un ballottaggio serrato.
Veniamo al Valdarno, dove (vedi Terranuova e Sangiovanni) le coalizioni di centrosinistra non stanno attraversando momenti esaltanti. Il caso Montevarchi spicca, a mio avviso, per tre motivi in particolare. Il primo: a Montevarchi si sono presentati 6 candidati a sindaco sostenuti da 15 liste con 234 candidati al consiglio comunale. Nel momento in cui si parla di crisi della politica e di scarsa partecipazione mi sembra che da Montevarchi sia arrivato un bel messaggio, visto, inoltre, che gran parte dei candidati erano alla prima esperienza e di età molto giovane. Il secondo: un ballottaggio “monocolore”. Andranno al ballottaggio Vincenzo Caciulli (candidato esperto, esponente dei socialisti già amministratore e consigliere regionale) e Francesco Grasso (del PD, già membro dell’esecutivo montevarchino nelle scorse legislature, la cui candidatura è uscita dalle primarie di coalizione); entrambi esponenti di quella coalizione che ha governato Montevarchi fino a qualche settimana fa, quindi di centrosinistra, hanno attirato i 2/3 dei consensi dei montevarchini. Il terzo motivo: il PDL esce da queste elezioni con le “ossa rotte”, non arriva al 12% il suo candidato a Sindaco e scende sotto al 10% nei voti di lista pur presentandosi insieme a UDC e Destra. Anche a Montevarchi, come ad Arezzo, alcuni esponenti “storici” del centrodestra si sono presentati sotto un proprio simbolo sostenuti da liste civiche (tra l’altro con un buon risultato elettorale), ma un partito con ambizioni di governo sul territorio ha l’obbligo di non farsi trovare impreparato come invece ha dato l’impressione di essere il PDL.
Concludo con due ultime considerazioni. Non sfonda il cosiddetto terzo polo, in alcuni casi la coalizione ha preso meno di quanto era il valore della sola UDC. Bocciatura del progetto oppure è ancora troppo giovane l’ esperienza terzopolista? le elezioni amministrative non erano il banco di prova più adatto visto che si tratta di un progetto che ha più connotati politici? Altro il discorso sulle liste del Movimento 5 Stelle, i grillini, che in molte città si sono presentate con candidati giovani che hanno attirato simpatia e voti. A Bologna ad esempio dopo il successo delle scorse regionali dove hanno conquistato due seggi in Consiglio Regionale, raggiungono un significativo 10%, a Milano sono andati al 3,50%, nel nostro capoluogo siederanno in consiglio avendo ottenuto quasi il 6% dei consensi e in molte altre città superano il 10%. Voto di protesta? E se la protesta diventasse cronica?
Paolo Bizzarri
Grandi....grande film, mitico Totò. Vota Antonio La Trippa....ar sugo!
RispondiEliminaIo penso che i due partiti maggioriatari è cioè PDL e PD non siano più in grado (almeno da soli) di sintetizzare, di anticipare e di raggruppare i pensieri che passano nelle teste degli italiani. Un pò perchè il mondo che viviamo oggi è un mondo complesso e un pò perchè alla guida dei partiti ci sono persone anziane, ma che in pensione non ci vogliono andar....contornati da giovane comparse a volte anche ben retribuiti. Il terzo Polo non può seriamente cavalcare l'onda dell'antipolitca in quanto pieno zeppo di vecchie mummie. C'è bisonogno di un profondo ripensemento. Possibile che anche a Terranuova non si capisca questo? Vogliamo andare avanti con questa classe dirigente? Siete soddisfatti? Io no!
RispondiEliminaA Montevarchi, c'è stato un suicidio (politico) di massa, tra PDL, civici, socialisti, pd, idv etc...
RispondiEliminaAmerighi dimettiti!
RispondiEliminaOggi il PD di Terranuova crede di aver svoltato, crede che ci sia finalmente stato il day-after le dimissioni di Alessio. Prima ha "aggredito" i quotidiani locali rassicurando tutti che la maggioranza è salda che i Vendoliani, i Dipietristi sono ancora con lui. Poi ha convocato, per la seconda volta in una settimana esatta, la riunione degli iscritti del pd con lo stesso ordine del giorno della settimana scorsa: le dimissioni di Alessio Magini. Crede, l'Amerighi, di aver risolto tutto. Invece, purtroppo per noi non è stato risolto niente. L'esame di coscenza che il Pd sta facendo porterà al seguente risultato: le stesse persone agli stessi posti. Tutto come prima. Lo scacchiere valdarnese non deve essere toccato nemmeno dalle dimissioni di Alessio Magini!
RispondiEliminaVai Nedo ora tocca a te!
anonimo delle 22.23 perché non ti firmi? sai tutto di tutti e non sai il tuo nome?
RispondiEliminaIl terzo polo esiste, c'è, ma non è quello di Casini, bensì quello di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Il PDL e il PD sono autoreferenziali.
RispondiEliminaGS
Su alcune cose non mi trovo d’accordo con Paolo.
RispondiElimina1// non è detto che l’esplosione di liste e di candidati (per esempio a Montevarchi) sia indice di partecipazione. Non dico che non lo sia, dico solo che potrebbe non esserlo. Perché poi, inutile non vederlo, ci sono liste civetta, messe lì in un gioco di convenienze. Certamente a mio avviso il fiorire di queste liste dimostra (semmai ce ne fosse ancora bisogno) la non capacità dei contenitori tradizionali o della loro classe dirigente a rappresentare una società fortemente frammentata e atomizzata. Si continua a guardare con occhi vecchi un mondo nuovo.
2// non ha sfondato il terzo polo, però forse conviene aspettare ancora qualche altro giro di giostra a considerare sconfitto quel progetto.
3// non mi affretterei ad assegnare al Movimento 5 Stelle il bollino di antipolitica; nel senso che leggendo le cose che scrivono, che dicono (anche il modo), gli strumenti che usano, la capacità di far rete anche al di fuori della rete, le parole d’ordine ecc, potrebbe diventare – davvero – qualcosa di importante per il paese.
Speriamo. Di novità abbiamo bisogno.
http://www.youtube.com/watch?v=Up7wkXld83A&feature=related
RispondiEliminamemorabile....
Beh le mie posizioni non sono tanto differenti da quelle di Gabriele. Provo a dare risposta alle domande che io stesso faccio nel post.
RispondiEliminaMi auguro che l’esperienza terzo polo non sia conclusa, nemmeno in Inghilterra, paese con il sistema maggioritario tra i più collaudati esiste un duopolio secco. A questa tornata ha preso “ un’usciata”, ma ha dalla sua parte qualche attenuante. I tempi: non si costruisce un partito (o una coalizione) in una campagna elettorale, inoltre le elezioni amministrative non erano un test probante per un progetto dai connotati politici. Gli stessi Fini e Casini, che forse avevano in mano sondaggi poco rassicuranti, si sforzavano di non dare un significato politico a questo voto.
Sul Movimento 5 Stelle, ho le stesse sensazioni di Gabriele. Non mi trova d’accordo chi vuol far apparire quelli del movimento degli incursori. Trovo molte delle loro battaglie condivisibili e se si persiste nel farli passare come figli del voto di protesta c’è da sperare che questo voto, di protesta, diventi cronico.
Su Montevarchi ci saranno pure liste che hanno finalità specifiche, ma aspirare ad avere un ruolo politico nell’interesse della comunità in cui si vive ritengo che sia il massimo livello della partecipazione politica. Il mio ragionamento sta in questo. Io personalmente ho il massimo rispetto di chi fa questa scelta e per come l’ho vissuta capisco poco chi si mette in gioco “perché glielo hanno chiesto”.
PB
le peggiori campagne elettorali della storia repubblicana
RispondiEliminaFaleppi Chienni Di Ponte Fratini
RispondiEliminaDimettetevi
Amerighi Dimettiti
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Ero presente al primo incontro nazionale delle Liste 5 Stelle a Firenze l’ 8 marzo 2009. È stata una giornata che, per intensità e ricchezza di contenuti, ha oscurato perfino i migliori congressi del partito radicale. Alla mattina relazioni di esperti sui temi della giustizia, dell’ energia, del digital divide, dei rifiuti, ecc., quindi una pausa di 15 minuti (cronometrati) e per tutto il pomeriggio interventi dei rappresentanti delle liste locali. Molte proposte e idee di Grillo le condivido, altre no. Mi sembrano comunque robuste e trovo che parlarne in termini di antipolitica sia frutto di mala informazione o di malafede. Laddove eletti i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle si stanno distinguendo per impegno e buone pratiche: hanno innescato un circuito virtuoso e sono diventati il catalizzatore dei loro stessi successi. Così è avvenuto in Emilia, dove in un solo anno l’ operosità dei due consiglieri regionali ha generato un consenso che a questa tornata elettorale si è tradotto in più di 44.000 voti nei 14 comuni in cui la lista si è presentata. La rinuncia ai contributi elettorali, l’ autoriduzione dello stipendio, la remissione del proprio mandato al giudizio degli elettori con cadenza semestrale: sono comportamenti che marcano una profonda separazione dal consueto agire politico. Dire che ora arriva il difficile è ovvio (e me ne scuso): le polpette avvelenate si moltiplicheranno sul cammino del MoVimento e l’ eventuale errore di uno getterà discredito su tutti.
RispondiEliminaSilvio Cazzante
a me Pisapia mi piace poco, ma se serve per mandare a casa Silvio e i suoi ben venga anche lui!
RispondiEliminaComplimenti all'Avv. Grasso. Non lo conosco di persona ma devo dire che è stato coerente non cercando apparentamenti con altre liste, pur di non snaturare il suo progetto politico.
RispondiEliminaComplimenti anche a Vincenzo Caciulli, che conosco. Peccato che non è riuscito a far comprendere ad una parte dei suoi che era vitale un accordo con Prima Montevarchi. Meglio se al primo turno, magari al ballottaggio... avrebbe stravinto!
Un grande "successo" per Prima Montevarchi di Luciano, che fedele ai suoi ideali, soprattutto il bene di Montevarchi, è riuscito a convincere più di 2000 voti, senza una struttura di partito non è facile ... è impossibile.
Complimenti anche a Elisabetta Benini che anch'essa è rimasta coerente con quanto a detto e fatto e ha preso quasi il 5%.
Ma i dirigenti del PDL dove sono? Stasera a TV1 il partito era rappresentato dalla vittima sacrificale Mauro Bindi, che è stato addirittura oggetto di "burle" bonarie da parte dell'On. Nannicini! Peccato che lo stesso Bindi ha confessato che non è del PDL e non è mai stato di centrodestra!
Leonardo Lucacci