Quasi come una telenovella, la crisi dentro alla Pdl si consuma a puntate giornaliere. Fini rilascia dichiarazioni e compie determinate mosse, lo stesso fa Berlusconi. Sembrano lontani i tempi in cui quest'ultimo dichiarava apertamente il suo amore per l'ex missino al ballottaggio per essere eletto sindaco di Roma. Sono lontani anche i tempi in cui i due andavano d'amore e d'accordo sui programmi. Perchè non sbagliamoci, ci sono stati! Oggi che sta succedendo? Quali sono state le ragioni della separazione? (non del divorzio che sacrificherebbe l'ex An sull'altare mediatico del Cavaliere). Pian pianino si delineano, e sembra che Fini non diverga tanto sui contenuti, quanto sugli assetti di potere del governo. Insomma su molte questioni è lontano quanto Berlusconi da posizioni che potrebbero essere concilianti con quelle del centro sinistra e quindi utili per fare riforme condivise. E allora ecco che il maggiore peso della "questione nordista", rinvigoritasi dopo le elezioni regionali, è il vero motivo d'allerta per il Presidente della Camera e i suoi seguaci. Il pericolo di perdere pezzi di elettorato al Sud ha allarmato i dissidenti della Pdl. Di fatti il dibattito di questi giorni non offre spunti interessanti di alta politica, proposte per innovare il paese, per rilanciarlo in senso democratico. Piuttosto continua la rissa iniziata la scorsa settimana alla direzione del partito, del Popolo, tra Berluscones e Finiani. Uno spettacolo squallido in cui tutti interrompevano tutti senza il minimo rispetto per l'opinione dell'altro. Ma giustamente gli stessi dichiarano di essere un Popolo ed in quanto tale sposano comportamenti da mercato e non da partito! Ebbene la vicenda alla fine potrebbe avere diversi epiloghi e su questi giornalisti e politologi improvvisati si divertono a montare e smontare schieramenti e allenze. La questioni invece potrebbe essere decisiva se solo Fini riuscisse a trovare la strada giusta. Quella che nei contenuti rappresenti una novità, una destra europea: democratica e moderna, e che nello stesso tempo nei metodi condivida le riforme necessarie per il paese con la maggior parte delle forze politiche. Una destra che contribuisca a rendere normale anche l'Italia cacciando il populismo e i toni eccessivi della seconda Repubblica.
Vorrei provare ad essere costruttivo. Abbiamo già proposto qualche settimana fa la questione viabilità a Terranuova; oggi scendo più sul pratico, sullo spicciolo.. aiutandomi con un video realizzato con una digitale e messo su youtube.
Abito a Paperina e passo molto spesso da quello che è diventato uno degli incroci più pericolosi del paese. Parlo dell’incrocio tra via Rossini e Via Dante, davanti al nuovo centro commerciale.
Via Dante è una strada molto trafficata: porta direttamente al centro del paese (per chi arriva da Montevarchi) e vi confluiscono le macchine che dal Paese e dalle Ville vanno verso l'autostrada. Via Dante è attraversata non solo da chi intende fermarsi in paese ma anche da chi vuole attraversarlo completamente. E spesso quelli che vogliono attraversare il paese e andare verso Pernina sembrano avere una certa fretta. Insomma: in Via Dante si va forte. Perché a differenza di Viale Europa è privo di semafori, rilevatori di velocità e dossi artificiali. C’è poco da fare: a passare da via Dante si fa prima!
Non è raro vedere, soprattutto nel tratto in cui la strada si allarga (da Piazza Unità Italiana alla rotonda) aprire la terza e sentire una sparata, nonostante sia ormai una zona da considerarsi pieno centro con molti pedoni “a spasso”– nei pressi ci sono il Centro Commerciale, la Farmarcia e la fermata dei pulman (lì, su Viale Europa, davanti al ponte dove salgono e scendono tutti i ragazzini che abitano a Paperina e quindi attraversano via Dante all’altezza della Sidis). Paradossalmente si va più piano per poggi lupi (perché c’è l’autovelox e si rischia la multa) che su via Dante.
Inoltre, come si vede chiaramente dal filmato, chi è fermo allo stop di via Rossini ha la visuale completamente oscurata dai veicoli parcheggiati lungo via Dante e per immettersi sulla strada rischia il cosiddetto “tonfo”. Quell’incrocio, e i vigili lo sanno, è già stato teatro di qualche incidente. Cosa si potrebbe fare?
Dossi artificiali per ridurre la velocità? Lo specchio convesso per dare visibilità all’incrocio? Togliere le macchine parcheggiate lungo la strada? Mettere un semaforo? Via Rossini a senso unico? Autovelox?
Non è certo il problema più grave del momento e ci saranno senza dubbio altre priorità ma la questione sarebbe risolvibile con un investimento di poche migliaia di euro.
Voi che dite? Nel frattempo passo dalla rotonda... giusto per non rischiare "il tonfo".
I numeri sono numeri. Questo è certo. Ma per analizzare correttamente i risultati di una tornata elettorale non basta leggere i numeri i maniera asettica; è necessaria un’analisi completa del voto, prendendo in considerazione i flussi elettorali nel breve e nel lungo periodo, e soprattutto è importante saper incastonare i risultati all’interno del periodo storico-politico in cui sono stati espressi.
Come fare a leggere il risultato elettorale di un comune medio-piccolo come quello di Terranuova e capire come sono cresciute o calate le preferenze per i partiti presenti nella competizione?
I voti espressi alle elezioni Regionali sono essenzialmente voti puri, dove la propensione al cosiddetto “voto utile” è ridotta al minimo ma che risentono, più che delle questioni legate al livello regionale, del clima politico nazionale e locale. Stesso ragionamento che, più o meno, si è soliti fare per le elezioni europee. Ed è per questo ritengo sostanzialmente corretto, anche se non sufficiente, prendere come riferimento nella lettura comparata del voto per le Regionali 2010 il voto espresso alle Europee 2009.
Non credo sia sufficiente prima di tutto perché le Europee del 2009, a Terranuova,sono state fortemente condizionate dalla accesa competizione locale per il voto delle amministrative e perché la lettura di un flusso elettorale non può non prendere in considerazione un arco temporale che comprenda l’intera legislatura per cui si vota. Come vedremo, infatti, il voto del 28 e 29 marzo ha sostanzialmente riportato le due aree di centro-sinistra e centro-destra ai livelli di cinque anni fa (in realtà qualche voto in più al centro destra e qualcuno in meno al centrosinistra) che erano stati “sfalzati” dalle elezioni del 2009 (dove si votava contemporaneamente per europee, provinciali ed amministrative).
Analizziamo tre elezioni quindi: Regionali 2005, Europee 2009, Regionali 2010.
Le prime chesi sviluppano in un periodo storico in cui non esistevano ne PDL ne PD ma dove si presentavano due forze del Centro destra (Forza Italia e Alleanza Nazionale) e una forza unitaria del centro sinistra (L’Ulivo). Eravamo agli sgoccioli del governo Berlusconi, con l’Ulivo in grande ascesa e dove pochi mesi dopo sarebbe stato eletto leader Prodi con le partecipatissime primarie, prima di vincere le elezioni nel 2006.
Mentre le Europee del 2009 erano contemporanee alle amministrative e il risultato delle urne Terranuovese è stato fortemente condizionato dal clima per la conquista della poltrona di sindaco.
Proviamo a dare una lettura dei flussi elettorali analizzando i risultati dei vari partiti:
PD
Nel 2005, come detto, il PD non esisteva ancora. Il suo corrispettivo, l’Ulivo (composto da DS e Margherita che per l’occasione decisero di correre uniti) ottenne, nel comune di Terranuova, il 51,5%. Mentre nel 2009, alle Europee, il PD conquistò solo il 36,2% dei voti. La dimostrazione che questa defezione era condizionata dalla competizione per le elezioni del sindaco e non da un distaccamento del popolo di centro sinistra nei confronti del maggior partito di quest’area l’abbiamo avuta con queste regionali dove il PD è risalito fino al 41,8% dei voti. Certo, è senz’altro vero che passare dal 36,2% del 2009al 41,8% del 2010 è un risultato molto positivo, non tanto per dimostrare che si è guadagnato ma perché si è capito che quei voti non erano persi definitivamente ma solo “temporaneamente”, ma qualcuno osserverà che comunque il 41,8% di quest’anno non è il 51,5% di 5 anni prima. Dove sono quei voti? Il dato più rilevante che in parte spiega la differenza tra Ulivo 2005 e PD 2010 sta nell’ascesa dell’IDV che a Terranuova passa dallo 0,9% del 2005 al 9,4% del 2010.
PDL
L’andamento nelle tre elezioni del Popolo delle Libertà ci conferma ancora una volta quanto erano evidentemente condizionate dalle vicende locali i risultati delle europee dell’anno scorso.
Forza Italia + AN nel 2005 avevano ottenuto a Terranuova il 26,8% (18,1 + 8,7) passando ad un sorprendente 34,2% alle europee del 2009 sotto il simbolo del PDL, per poi tornare con le Regionali del 2010 al 26,8%, esattamente lo stesso risultato di 5 anni prima.
Il fatto che PDL alle europee 2009 abbia ottenuto a Terranuova il risultato più alto rispetto a tutti gli altri comuni la dice lunga sull’influenza che può aver avuto la contemporaneità con le elezioni amministrative.
La brutta notizia per il PDL, casomai, è che quei voti che aveva conquistato nel 2009 e che probabilmente sperava di mantenere almeno in parte, li ha ripersi tutti alle Regionali di un anno dopo. E questo nonostante schierasse come capolista un Terranuovese.
Anche nel caso del Centro destra comunque è da registrare la forte ascesa della Lega che passa dall’ 1,7% del 2005 al 3,6% del 2009 e arriva addirittura al 6,3% nel 2010. Se nel 2005 erano stati 101 i terranuovesi a votare Lega oggi sono 348. Un dato importante che necessità un approfondimento al quale ci dedicheremo nelle prossime settimane.
In realtà il dato politologicamente più interessante è ancora quello legato al forte astensionismo. Anche a Terranuova si è passati da un’affluenza alle Regionali del 2005 del 75,2% ad un misero 65,3% in linea con il dato di tutta la Toscana. 5.493 voti validi su 9.717 aventi diritto al voto: ben 4.224 voti non espressi (incluso bianche e nulle). Considerando fisiologico un 10-15% di astensionisti cronici rimangono lo stesso almeno 2.500 (duemilacinquecento) Terranuovesi che hanno preferito non votare. Sicuramente un numero su cui riflettere.
Attraverso questi dati si possono fare alcune riflessioni su come escono i partiti del nostro paese da queste elezioni:
1)Il PD terranuovese ha saputo cancellare la brutta performance dell’anno scorso e riconquistare una parte dei suoi elettori. Insomma, quei voti persi l’anno scorso non erano persi definitivamente, era stata una scelta di campo condizionata dal livello locale che, di rimbalzo, aveva spostato voti anche sulla scheda delle europee. Nonostante questo resta comunque il fatto che una parte importante di chi cinque anni fa votava ULIVO si è probabilmente spostata verso l’Italia dei Valori. Come Centrosinistra il risultato è leggermente inferiore ma forse non si è riusciti ad eguagliare il risultato di 5 anni fa a causa del diverso momento politico a livello nazionale.
2)Il PDL terranuovese si è riattestato sui livelli delle regionali di cinque anni fa, senza riuscire a dare seguito al risultato clamoroso dell’anno scorso. La fidelizzazione di chi gli ha dato fiducia nel 2009 non c’è stata. Tradurre i buoni risultati ottenuti alle amministrative, dove si vota le persone, in voti alle regionali, dove si vota il partito, non è affatto automatico, nemmeno quando è presente un candidato locale come capolista. Il centro-destra guadagna comunque qualcosa ma grazie ai voti ottenuti dalla Lega.
3)La Lega e l’IDVstanno prendendo sempre più campo a livello locale e rappresenteranno nel prossimo futuro forze sempre più importanti anche a Terranuova, soprattutto se riusciranno a radicalizzarsi sul territorio.
4)L’UDC ottiene un buon risultato: il 7,7% sfruttando in questo caso a proprio vantaggio la presenza di un terranuovese in lista e migliorando il voto degli anni precedenti: 4,2% nel 2005 e 5,2% nel 2009.
Non so chi possa permettersi di esultare di più dopo queste elezioni,.Forse La Lega (che però a Terranuova non c'è, chi esulta per loro?) e l'Italia dei Valori (ma quanto si è giovata del fatto che non era presente la lista di Beppe Grillo?). Quello che è certo è che nessun partito è riuscito ad attirare quei 2500 terranuovesi che hanno preferito non votare. E questa è una sconfitta di tutta la politica. O no?