martedì 13 novembre 2012

E’ finita l’Italia dei Valori?


Dopo l’inchiesta di Report firmata Sabrina Giannini su alcune discutibili operazioni immobiliari effettuate dal leader Antonio Di Pietro, uno dei maggiori partiti italiani degli ultimi anni (alle elezioni europee del 2009 riuscì ad ottenere quasi 2 milioni e mezzo di voti, pari all’8%) sembra aver ricevuto un colpo davvero pesante, per alcuni addirittura letale.
Di Pietro stesso ha dichiarato: “L’Italia dei Valori è morta con Report. Ora risorgiamo. Ho commesso tanti errori, chiedo scusa e ricomincio. Ma su questi fatti sono un perseguitato ”
Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, si è dimesso pochi giorni fa per “divergenze politiche” con lo stesso Di Pietro.
Intanto viene arrestato Maruccio, ex capogruppo IdV alla regione Lazio, accusato di peculato. Pare abbia distratto 1 milioni di euro dalle casse del partito perdendoli ai videopoker. Alla faccia della spending review.
“Un ragazzo brillante. Un insospettabile” – ha commentato lo stesso Di Pietro. Insospettabile proprio come lo era il simpatico (si fa per dire) Scilipoti che da deputato IdV è passato a “Popolo e Territorio” (???). Oggi l’onorevole (si fa sempre per dire) Scilipoti è diventato persino il presidente del movimento “Associazione parlamentare di amicizia tra Italia e Brasile” (???).
Per vedere “chi” e “come” oggi ci rappresentano all’estero suggerisco il video “Scilipoti in Brasile” - http://www.youtube.com/watch?v=-MwBVkJlIpw

Insomma, per l'IdV è davvero un periodaccio.

Nel frattempo però leggo su www.toscana.italiadeivalori.it che da fine ottobre Fernando Poccetti è diventato  il nuovo referente politico di Italia dei Valori per la città di Terranuova Bracciolini.
Conoscendo Nando personalmente so che mi posso permettere di chiamarlo in causa chiedendogli di intervenire sul blog riguardo ad alcune semplici riflessioni che sto per fare.

Sebbene ne comprenda la necessità, perché diverse sono le problematiche, i contesti e le questioni politiche da affrontare quotidianamente, quando si parla di partiti e di rappresentanza ho sempre difficoltà a scindere il “livello nazionale” da quello “locale”.
Se si adotta un simbolo di un partito nazionale per portare avanti istanze locali si diventa automaticamente referenti di quel partito. Anche per le “stupidaggini” che fa il leader nazionale! Questo è quello che penso. Altrimenti si fa una lista civica! Sbaglio?
Si adotta quel simbolo prendendo il buono (visibilità, collocamento ideologico, piccoli finanziamenti) ed eventualmente il cattivo. I "crediti" ed i "debiti".
 Così come mi veniva naturale chiedere ai rappresentanti del Popolo delle Libertà di Terranuova di prendere posizione sugli “imbarazzi” a cui, a mio avviso, li esponeva il loro leader nazionale con le sue quotidiane uscite, oggi chiedo a Nando Poccetti: che fa l’IdV di Terranuova? Che posizione prende in merito alle novità degli ultimi giorni? Che dice ai suoi elettori?
ITALIA-DEI-VALORI. Ok, ma quali sono questi VALORI? 
Francesco N.

4 commenti:

  1. 1_
    Ciao Francesco, ma con questi maledetti telefonini di ultima generazione alla fine si diventa pigri e si guarda il minimo indispensabile.
    Ho appreso stasera da Francesca che mi hai invitato a partecipare al dibattito sulle ultime e drammatiche novità dell'Italia dei Valori.
    A questo punto, anche per una questione di tempo, preferisco girarti un documento "di rete" a livello regionale toscano che ho sottoscritto, che sarà certamente utile per la discussione.
    Cordiali saluti
    Nando Poccetti

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  2. 2_

    REAGIRE SUBITO

    L’Italia dei Valori ha indubbiamente, in questi anni, fatto una seria politica in Parlamento e fuori, intransigente ed attenta agli interessi della gente. In Parlamento ha fatto opposizione costringendo il PD ad archiviare le tentazioni dell’inciucio, negli enti locali, al governo insieme alla coalizione di centrosinistra, ha rappresentato un riferimento riformista rispetto alle sfide contemporanee. Nelle piazze migliaia di generosi militanti hanno raccolto in questi anni più di 3 milioni di firme.
    Oggi però il nostro Partito attraversa una crisi che non possiamo nascondere.
    Evidente, in Sicilia, a pochi mesi dal successo di Orlando che aveva trascinato il partito oltre il 10% a Palermo.
    I gravi fatti per i quali la magistratura sta indagando su alcuni (troppi) esponenti istituzionali del nostro partito nelle regioni, mettono in evidenza i limiti nella selezione dei rappresentanti, da un lato e l’inesistenza di strumenti efficaci di controllo dall’altro.
    La situazione non è migliore nelle Regioni, dove, alcuni gruppi dirigenti sono commissariati o in condizioni di essere commissariati,le divergenze di opinione e di sensibilità sono servite da strumento per il regolamento di conti interni. Le lacerazioni personali ed il rancore eccessivo che ne consegue dimostrano l’incapacità a mantenere una condotta realmente democratica ed inclusiva, mentre da parte di molti si preferisce troppo spesso curare rapporti di potere personalistico, piccoli orticelli,piuttosto che lavorare per la crescita e la formazione degli attivisti e con essi, del Partito.
    [...]

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  3. 3_
    Fatta questa premessa, a noi pare che la gestione organizzativa dell’intero Partito, a cominciare dalle singole situazioni regionali, nonché delle risorse economiche, deve essere rivista considerate le evidenti lacune nel caso Maruccio come dell’ Emilia, casi in cui è apparsa carente, nella migliore delle ipotesi, la funzione di controllo.
    A tale proposito riteniamo che si debba affrontare e rivedere aspetti fondamentali della struttura del Partito, sia a livello nazionale ( ad iniziare dalla scelta dei candidati e dei dirigenti di partito, passando a parlare di una seria struttura di garanzia, fino a discutere di una scelta di ruoli distinti tra funzionari di partito e ruoli istituzionali,oltre che di un controllo etico e funzionale della Tesoreria), sia dei livelli periferici i cui ruoli e controlli non possono essere riportati ad una vigilanza gerarchica che pecca talvolta di blandizie ed ipocrisie; al contrario devono basarsi su un rigoroso riscontro dell’impegno, della preparazione dell’onestà anche intellettuale degli attivisti, oltre che rivolti a promuovere la consapevolezza, ad ogni livello, dei singoli responsabili ( a cominciare da quella per cui fare politica non è un mestiere, ma un atto di volontariato).
    Allo stato attuale, ogni ripiegamento su se stessi, ogni chiusura ad un profondo rinnovamento anche nell’atteggiamento politico (che rischia di oscillare fra eccessiva aggressività e successiva sproporzionata docilità, nei confronti del PD) rischia di creare turbamento e sconcerto che finirebbe col mettere in forse la missione assegnata dal voto in questi anni ed ottimamente eseguita nel contrastare la deriva berlusconiana del Paese.
    Si può tornare alle origini? Ai valori come centro dell’azione? Forse, ma solo considerando che oggi il Partito è cresciuto ed ha altre responsabilità, ulteriori obbiettivi. Senza perdere un patrimonio di esperienze e di competenze che possiede e sarebbe sbagliato archiviare, non può essere gestito come ai suoi albori, 15 anni fa.
    Oggi la sfida è presentare proposte non solo credibili ma anche nuove.
    Sostenere i livelli di reddito,difendere l’indipendenza della magistratura, proporre un fisco più
    equo, certamente, ma anche discutere di quello che oggi significa sviluppo di un Paese, tenendo
    conto dell’apporto delle nuove politiche sviluppatesi attorno agli “Indignados” piuttosto che
    “Occupy Wall Street” ed in Italia al “Forum 10+10” che rifiutano l’equazione progresso/crescita, che ritengono che il PIL di uno Stato non possa prescindere da indicatori ambientali o legati alla Salute o magari al livello di partecipazione politica dei cittadini.
    Non facciamo l’errore di ignorare questi nuovi soggetti che sono i soggetti politici non dei prossimi anni, ma delle prossime settimane.
    [...]

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  4. 4_
    Infine, in vista dell’Assemblea Nazionale di dicembre opportunamente convocata dall’Ufficio di Presidenza proponiamo una operazione di trasparenza e di verità ed una evidente discontinuità con il passato, sia rispetto al sistema di gestione dei fondi (sono ancora in prevalenza soldi dei cittadini) sia riguardo alla selezione delle candidature.
    Riteniamo inoltre che l’Italia dei Valori debba stabilire regole di controllo effettivo, autorevole ed anche indipendente sui bilanci e sull’uso dei finanziamenti; debba rinunciare ai rimborsi elettorali (o quantomeno rendicontare ogni euro speso allo scopo) essere comunque coerente con i quesiti referendari.
    Ma riteniamo, soprattutto, che debba essere dato un segnale di forte discontinuità con le pratiche del passato sostituendo, con maggiore o minore cortesia, chi ha dimostrato incapacità o malafede e promuovendo una maggiore collegialità con energie nuove, fresche, provenienti dal partito o dall’esterno purché autorevoli e secondo un corretto rispetto del principio di genere che va promosso sia a livello dirigenziale, nel Partito, sia a livello istituzionale, promuovendo buone pratiche nella scelta delle candidature e nella corretta posizione all’interno della liste elettorali, dimostrando, in tal modo,che noi non necessitiamo di normative per realizzare una corretta parità.
    In conclusione, intendiamo sottoporre, all’assemblea nazionale che dovrà definire la linea politica del Partito, con riferimento principalmente ai problemi degli italiani, alcuni punti che di seguito elenchiamo:
    - la individuazione delle priorità del Paese, con proposte fattibili, anche di semplificazione burocratica, che offrano sostegno alle imprese oltre che ai lavoratori, alle famiglie ed alle persone oltre alla estensione della sfera dei diritti, all’ambiente, alla scuola, alla cultura oltre che all’approvvigionamento energetico;
    - Il concreto appoggio ad alcune delle proposte di Grillo quale quella di limitare l’indennità parlamentare (e quelle dei rappresentanti negli enti locali, proporzionalmente) a 5000,00 mensili,con restituzione del residuo allo Stato (senza quindi poi detrazioni per il Partito) con rendicontazione on-line di tutte le spese legate alla attività parlamentare.
    - il ritiro dai ruoli assegnati per tutti quei dirigenti e/o amministratori che hanno eventualmente messo in atto o comunque favorito condotte illegittime o gravemente inopportune anche di natura omissiva;
    - l’impegno a restituire alla regione Lazio (dopo le elezioni) con destinazione sociale ed in particolare al reintegro del fondo per la non autosufficienza, tagliato alle Regioni dal Governo Monti, una quota del finanziamento pubblico laziale eccedente la dotazione iniziale;
    - l’adozione di modifiche statutarie per realizzare l’anagrafe pubblica dei dirigenti e degli
    eletti; un regime di incompatibilità fra incarichi di partito ed incarichi di tesoreria; una totale trasparenza nella gestione delle risorse assegnate e dei contributi, una diversa e più trasparente modalità inerente la collegialità, con la costituzione di un organismo rappresentativo del territori ed eletto dalla base e di un organismo di garanzia indipendente dagli altri organi del partito, autorevole ed efficiente.
    - Il proseguimento nella strada della premialità all’eccellenza ed al merito abbandonando ogni forma di opacità e ponendo le condizioni per evitare la pratica familistica garantendo invece, concretamente, la rappresentanza di genere.
    Con l’auspicio di aver contribuito ad una discussione che possa concretizzarsi nella stesura di un patto che tenga conto delle richieste della base e delle esigenze del Paese inviamo i nostri saluti ed auguri di buon lavoro.

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