martedì 23 agosto 2011

Manovra (parte 1): il contributo di solidarietà

Questa settimana vorrei provare a sviluppare una discussione attorno alla misura forse più contestata dell’intera manovra economica estiva: il cosiddetto “contributo di solidarietà”.
A molti, compresa una buona parte della stessa maggioranza,non piace il fatto che ad essere colpiti dall’imposta siano sempre i “soliti noti”: facili (e veloci) da individuare e tassare.
Lo stesso Bel Pietro, direttore di Libero, ha scritto e ribadito a più riprese in Tv, che con la tassa di solidarietà è stato tradito il patto sottoscritto da Berlusconi con gli elettori. 
Il suo governo infatti, pur col cuore grondante di sangue, mette “le mani in tasca agli italiani” o meglio, a quel ceto medio*, che in teoria dovrebbe essere l’elettorato di riferimento del suo partito.
Al momento la misura prevede che alle retribuzioni superiori ai 90.000 euro venga prelevata, per i prossimi 3 anni, una somma pari al 5% della quota eccedente i 90.000 euro. Sopra ai 150.000 euro il contributo di solidarietà passerà al 10% della quota eccedente i 150.000 euro.
Il sole24ore lo ha definito un SUPERIRPEF e trattandosi di un contributo e non una tassa, sarà deducibile dalle imposte. Per questo la prima soglia dal 5 per cento verrà effettivamente ridotta al 3-3,5 per cento, mentre la soglia del 10 per cento oscillerà concretamente tra il 6 e il 7 per cento. Per i redditi più alti ci sarà una soglia di sbarramento, così che il prelievo fiscale non possa in alcun modo superare il 48 per cento del reddito.
Secondo i dati del Corriere della Sera a versare il contributo di solidarietà, a conti fatti, saranno appena 511 mila contribuenti e il gettito frutto del superprelievo sarà di 726 milioni di euro nel 2012, di 1,6 miliardi nel 2013 e nel 2014.
Certo, se i 49,8 miliardi di euro per il pareggio di bilancio nel 2013 fossero stati recuperati attraverso un rastrellamento sulle maxi evasioni e i traffici illeciti tutti sarebbero stati più contenti.
Ma l’Europa ha chiesto rapidità e certezze e per il Ministero dell’Economia i conti possono tornare solo se si va a bussare alla porta di chi siamo sicuri di trovare in casa. E quindi eccoci a casa dai “soliti noti”.
Partiamo da un presupposto: la tassazione in Italia è già molto alta, quindi è assolutamente comprensibile che una nuova imposta non venga accolta a braccia aperte.
Meglio tassare chi “possiede di più” (patrimoniale – tassa sul lusso) o “chi guadagna di più” (contributo di solidarietà)? Meglio posticipare da subito l’età della pensione o arrivarci gradualmente? Meglio tagliare i comuni piccoli o gli enti inutili? Meglio abolire tutte le province o stilare una piccola lista nera con parametri interpretabili?
Sicuramente ci sarebbe da discutere. Molte misure alternative sono state ipotizzate da tutte le forze politiche e sociali e ne parleremo in maniera più specifica con un post dedicato la prossima settimana.
Vorrei adesso rimanere sulla questione specifica del contributo di solidarietà e invitarvi a fare due conti per “pesare” realmente l’impatto potenziale di questo superprelievo sulle tasche di chi sarà chiamato a pagarlo.
 Non condivido infatti la posizione di alcuni detrattori della misura che si dicono scandalizzati e sembrano manifestare una certa preoccupazione per le difficoltà che i “soliti noti” potrebbero trovare nell’arrivare a fine mese dovendo sostenere il peso della “solidarietà” imposta dal Governo.
Prendiamo il caso di un dirigente che percepisce annualmente 92.000 euro lordi ( che, diviso 13 mensilità, sono circa 4.000 euro netti al mese).
Bene, il nostro dirigente sarà uno di quelli chiamati a versare il contributo di solidarietà, che si calcola prelevando il 5% della parte eccedente i 90.000 euro  (92.000 - 90.000 = 2.000)
5% di 2.000 = 100 euro.
Il contributo di solidarietà per l'anno 2012 del nostro dirigente è di 100 euro all’anno. Senza considerare la deducibilità dell’imposta che quasi dimezzerebbe l’ammontare dello stesso.
Forse, messa così, fa meno paura.

Anche se nessuno ne parla e se ne interessa c’è un altro intervento all’interno della stessa manovra che potenzialmente toglie più soldi ai lavoratori: quello sullo slittamento alla domenica delle festività laiche.  E' un intervento pensato per aumentare la produttività ma che, messo così com’è, avrà un effetto penalizzante anche a livello economico.
Non sono pochi i lavoratori che in Italia lavoravano durante le festività ricevendo, per le ore prestate durante un giorno di festa nazionale, una retribuzione maggiorata dal 30 al 50%. Oggi, che quelle feste sono accorpate alle domeniche, lavoreranno lo stesso ma non percepiranno quei 30-40 euro in più al giorno. E se le feste laiche abolite saranno tre il contributo del commesso o della guardia giurata (che al mese non prende  da 4.000 euro al mese in sù ma al massimo mette insieme mille euro) è proporzionalmente ben più alto di quello pagato dal dirigente dell’esempio riportato sopra.
Esistono poi, da ormai diversi anni, milioni di lavoratori che guadagnano tra i 10.000 e i 15.000 euro all’anno e che pagano mensilmente i loro “contributi di solidarietà” alle agenzie interinali che, per soddisfare le esigenze del mercato flessibile, fanno da tramite tra il datore e il lavoratore.
Ci sono migliaia di persone che non hanno diritto alla malattia, alla maternità e alle ferie (rimettendoci quindi anche parecchi soldi) perché lavorano come gli altri (e a volte anche di più), ma sono di serie B perché in tasca hanno solo un contratto a progetto.
 Nessuno però si è mai scandalizzato così tanto per il “contributo di solidarietà” pagato dai precari.
Un mercato del lavoro che crea a monte disparità incolmabili non è più ingiusto e odioso di qualsiasi tassa sui redditi (alti)?
Se il contributo di solidarietà è ingiusto ed iniquo non è sicuramente più ingiusto ed iniquo di altre situazioni che milioni di lavoratori (silenziosi) vivono da anni non essendo, evidentemente, elettorato di riferimento di nessun partito.

Francesco N.

 * E’ curioso come in politichese si parli di “ceto-medio” riferendosi a chi percepisce un reddito superiore ai 90.000 euro annui (meno dell’ 1% della popolazione) quando la retribuzione media in Italia(che, a rigor di logica, dovrebbe individuare il ceto-medio) è sotto ai 20.000 euro annui.

20 commenti:

  1. Tutte le questioni, Francesco, a mio modesto parere, stanno come le descrivi e quali aspetti di queste poni in evidenza. Così come l’hai declinata nell’articolo, peraltro corretto da un punto di vista finanziario e contabile, parrebbe far apparire come una condizione pretestuosa la sottolineatura dell’eventuale iniquità di un ulteriore prelievo fiscale sui redditi alti. Insomma lavoratori dipendenti e/o pensionati (perché in realtà di questi si tratta) ma di che cosa si lamentano se devono contribuire con poche centinaia di euro in una situazione così difficile. Il quadro va invece visto nel suo complesso e se, come proponi, si va a vedere singola misura per singola misura si perde il senso globale. Ciò che invece veramente emerge come impressione generale dagli interventi prospettati dal Governo centrale, è una grandissima approssimazione, un senso di improvvisazione che sta sconcertando tutti. Ricordiamo intanto che redditi di questo genere stanno già intervenendo sulla collettività per ben oltre 33.000 Euro annui per ciascun contribuente. Inoltre che non è ancora chiaro se nella determinazione dell’imponibile ci sia anche il reddito derivanti dalla casa. Ricordiamo che sono stati richiesti sacrifici a tutti mentre le grandi e le grandissime ricchezze non vengono adeguatamente interessate. Ricordiamo, per esempio, che lo ”scudo fiscale” reiterato a suo tempo con Dl 194/2009 dall’allora Governo Berlusconi abbuiò ogni illecito fiscale e quindi anche i reati relativi nonché quelli derivanti da eventuale riciclaggio di denaro sporco. Ricordiamo che il regime di riservatezza (anonimato) derivante dallo scudo si estende ai capitali investiti in forme azionarie favorendo così una sorta di perversa leva finanziaria alimentata dai capitali scudati che accresce tali rendite a suo tempo illegali. Si potrebbe andare avanti così, se poniamo allora in confronto il senso di frustrazione di chi già contribuisce per la collettività in maniera consistente con provvedimenti che tendono a rintracciare la “certezza” della fonte di reddito, si può comprendere appieno l’ingiustizia di tale norma. Se invece ci fosse una prospettiva di equa, vera distribuzione dei sacrifici il contributo anche dei redditi alti sarebbe vissuto con vera solidarietà e ci sarebbe molta meno insofferenza. Sul resto della manovra avremo, penso, occasione di intervenire in quanto il gravame sui redditi bassi e medi sarà in percentuale gravissimo se si pensa ai servizi ed agli oneri che tali cittadini si troveranno ad affrontare per i previsti tagli agli enti locali.
    Un saluto
    Nedo

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  2. Faccio un discorso generazionale: questo governo e questo parlamento è composto da uomini e donne di 60 anni circa. La stessa generazione che ha scippato il futuro all’Italia, le stesse persone che, nate nel dopoguerra e trovandosi, per situazioni contingenti, nel baby-boom economico, si sono “mandate in pensione” a 39 anni, si sono calcolate la pensione con il sistema retributivo, si sono fatte le case al mare non facendo gli scontrini, si sono dati premi, livelli, promozioni con l’ausilio del partito giusto. Le stesse persone che sono cresciute e hanno fatto carriera all’ombra di un sindacato sempre più distante dai lavoratori. Le stesse persone che hanno creato delle comunità montane lungo i litorali marittimi, che hanno creato un sistema di assunzioni basate sulle raccomandazioni e hanno costretto gli altri ad arrangiarsi o scappare. Gli stessi padri e madri che si sono viste costrette a ri-dare ai propri figli ciò che avevano ottenuto indegnamente durante la propria vita (casa, soldi, amicizie ecc.) per rendere meno grama la vita a quest’ultimi. Il contributo di solidarietà? Una pisciata nell’oceano (giusta, però!). Era meglio colpire la proprità anziche' le rendite? Forse.
    Pedanciano ’74

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  3. La tua analisi, anonimo “pedanciano 74”, consentimi e non te ne avere a male, è perlomeno ingenerosa se non offensiva nei confronti di una generazione della quale io 55enne mi sento parte. Per primo è singolare che tu te la prende con la gente comune che subisce, semmai, gli strali di decisioni altrui. Quanto sostieni mi assomiglia tanto a chi accusa che una donna che ha subito un stupro, se l’è cercata perché aveva la minigonna e delle belle gambe. Io non posso certo essere lo specchio di una generazione però ti posso assicurare che ho iniziato a lavorare a 14 anni come imbianchino, poi ho portato mobili e fatto altri lavoretti precari. La mia famiglia, molto povera, e numerosa mi ha consentito comunque di studiare di farmi una cultura e una formazione che mi ha introdotto nel mondo del lavoro a tempo indeterminato. Non sono andato in pensione a 39 anni, tuttora lavoro con quasi 40 anni di contributi. Ho fatto vari gradini di carriera fino a quelli più alti della dirigenza grazie all’impegno, allo studio e all’esperienza fatta sacrificando la famiglia lasciata sola per decenni per il mio lavoro fuori paese. Non sono iscritto a nessun sindacato ma ho avuto modo di rapportarmi con chi lo rappresenta conoscendo fra l’altro chi ha sacrificato la propria vita per la dignità di un diritto giusto dei lavoratori. Del sindacato ho conosciuto i limiti e i molti meriti. Sono iscritto ad un partito solo da quattro anni e non mi risulta nessun vantaggio o svantaggio da questa condizione. Sento che quello che ho ottenuto dalla vita e che riesco a redistribuire ai miei figli sia onesto e molto degno. Pago le tasse, tutte e completamente secondo le norme e se qualcuno pensa di aggiungermene altre solo perché non è capace di reperirle prendendole da chi più di me ha la possibilità o il dovere di elargirle, lo ritengo una cosa ingiusta e non solidale. Di persone come e molto migliori di me ne conosco a iosa quindi ti prego di non confondere coloro che hanno gestito il potere con chi ha esercitato con onestà, dignità, operosità il proprio ruolo di cittadino, accomunando tutti in una unica generica e generalizzata indegna generazione.
    Un saluto
    Nedo

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  4. Anche io, come te Nedo, ritengo l’intera manovra economica l’opera pasticciata e miope di un governo in stato confusionale.
    Credo che per recuperare quei 5 milioni di euro che si prevede recupererà il contributo di solidarietà ci siano centinaia di misure possibili di gran lunga più eque, intelligenti e lungimiranti (compresa, come giustamente ci ricordavi, l’ipostesi caldeggiata in questi giorni dal PD di una tassazione dei capitali anonimi scudati nel 2009 - parziale toppa ad una legge pro-banditi).
    Detto questo però, se oggi c’è qualche famiglia messa in ginocchio dalla crisi, forse, non è quella di chi percepisce un reddito superiore ai 90.000 euro. E, se mi voglio indignare sulle ingiustizie sociali che esistono in Italia ho talmente tanto pane per i miei denti che un contributo di solidarietà all’interno di una manovra economica anticrisi mi passa in secondo piano. Tutto qui.

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  5. Ovvio che non si possa fare un botta e risposta, Francesco, e comprendo di essere intervenuto anche troppe volte. Di sicuro non mi sono spiegato e cerco brevissimamente di concludere. Io non mi lamento se cì fosse da erogare dei soldi da parte di chi guadagna 90.000 e più euro, basterebbe che nel complesso le misure prevedessero analoghi, certi, adeguati e coraggiosi interventi sulle ricchezze più grandi, le grandi rendite finanziarie, i cumuli immobiliari, ad esempio imposte sulle società occulte oppure su quelle a cui sono aperte le speculazioni (es: hedge fund). Inoltre Francesco lo stato di indigenza in cui sono cadute molte famiglie non si risolve con misure straordinarie di intervento fiscale bensì con una politica di sostegno al reddito familiare, sui bassi e medi stipendi, assicurando continuità al lavoro e misure minime e dignitose di salario ad iniziare da quello precario e giovanile. Una politica previdenziale che non miri solo allo “spostamento” in avanti, ma al ricambio generazionale. Per esempio l’aumento di 1 o due punti dell’IVA chi si crede vada a colpire? L’IVA è un’imposta che grava sull’utilizzatore finale e che spesse (troppe volte) viene trattenuta ed evasa nella fase intermedia dai liberi professionisti, imprenditori ecc. Quindi che si paghi tutti, ma proprio tutti, meno o niente chi ha meno e sempre di più andando in alto. Se facciamo così avremo una vera solidarietà e meno lamentele altrimenti si attiveranno comunque provvedimenti iniqui accettati ob torto collo. Tutto qui come vedi siamo completamente d’accordo.
    Ciao
    Nedo

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  6. Sulle misure vorrei intervenire quando sarà chiaro quali saranno quelle definitive. Ma alcune cose possono intanto essere dette.
    La situazione è straordinaria, certo B. ci ha messo di suo, ma ha perfettamente ragione il Presidente Napolitano quando dice "Piantatela!" (a proposito, eccezionale la vecchiaia, lui ha conservato la lucidità e correttezza di analisi ma trovato oggi il coraggio che non ha mai avuto in passatato). Allora piantiamola.
    Allora vogliamo discutere a partire da noi?
    Avete letto il fondo di Galli della Loggia domenica? La democrazia della spesa. Ha ragione, amministrare bene non significa spendere il più possibile, tanto meno adesso. Significa scegliere, non tra un'opera o un'altra ma tra un modo e un'altro, tra una politica o un'altra. Ci vogliamo mettere le mani? Significa nel nostro piccolo ripensare le priorità, e almeno rivedere non alcune scelte ma il modo di realizzarle. Possiamo parlare di macro-economia oppure di patrimonio del comune, di scuola delle Ville, di viabilità e trasporti pubblici, di partecipazioni azionarie comunali, di struttura comunale. e naturalmente di Provincie.
    Proviamoci.

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  7. Concordo sul fatto che sia meglio aspettare il responso finale della manovra visto che non passa giorno che subentrano nuove indicazioni alimentando un caos generale, certamente però quello che abbiamo visto fino adesso non è di buon auspicio. Se pur vero che il governo ha dovuto varare in fretta una manovra bis che desse un segnale ai mercati, consentendo alla BCE di intervenire sull'acquisto dei buoni tesoro, era ragionevole avere le idee chiare dove poter intervenire in maniera ragionevole successivamente per definirne i contenuti. Non passa giorno che le scelte sembrano sempre più confuse con diktat da una parte e dall'altra. Invece di cogliere l'occasione, oltretutto avvalorata dall'intervento della Comunità Europea, di ricorrere ad una riforma strutturale della quale il Paese ne ha una necessità impellente, siamo a difendere gli orticelli e la paura maggiore è che ne esca una mera operazione di lifting. E' ormai chiaro che il sistema se continua così implode ed è ormai chiaro che non si può ricorrere alle continue tassazioni a carico dei cittadini effettuata sia dal governo Prodi sia oggi dal Governo Berlusconi se non si mette mano alle riforme strutturali (liberalizzazioni, riforma pensionistica, taglio dei costi della politica, lotta alla evasione fiscale che finora nessuno ha fatto seriamente (vedasi accordo Germania-Svizzera per il rientro dei capitali). Quello che ho letto fino adesso sono solo quisquiglie in confronto alle eisgenze del Paese e mi sembra che da ambo le parti politiche si eviti di entrare nelle argomentazioni vere, quelle che probabilmente creano non pochi problemi ai gestori della politica. La mia sensazione è ancora oggi si perda un'altra occasione e si continui con il tirare a campare, con il fatto che superato l'ostacolo momentaneo si ritorni alla noramle routine. Servono scelte forti e se la politica non è in grado di trovare accordi bipartizan che garantiscano la stabilità sociale del Paese è bene che si dia mandato a chi è in grado di farle. Ultime due osservazioni anche se scollegate: sull'aumento dell'1% dell'IVA bisogna tener conto di tutta la catena che arriva al consumatore perchè ogni passaggio intermedio avrà l'aumento; trovo aberrante nonchè un grave errore che il sindacato CGIL proclami lo sciopero in questa situazione senza ancora avere il testo definitivo.. anche i Sindacati hanno bisogno di una riforma strutturale!
    Luca Trabucco

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  8. ... se la politica non è in grado... Ma perché Trabucco non fa parte della politica? Ne fa parte eccome, anzi è un esempio di quella politica dove si fanno giravolte, si saltano i fossi, si dice tutto e il contrario di tutto, si prendono i voti da una parte e poi si va da un'altra (mica c'è solo Scilipoti che fa così), si critica senza mai fare una piccola proposta, etc., etc...

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  9. Ecco appunto, il taglio dei costi della politica ben venga ma certamente non è una riforma strutturale (o forse qualcuno pensa che i conti dello stato si sitemano con qualche parlamentare in meno...). Ma certamente, fra le altre cose, questo paese ha bisogno di una politica fatta da donne e uomini di qualità: preparati, competenti, onesti e magari coerenti. Non se ne può più dei sermoni fatti da uomini buoni per tutte le stagioni che sono lì, ti distrai un attimo, e te li ritrovi di là. A Roma come a Terranuova.

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  10. Dall'intervento di Luca Trabucco apprendo che adesso tifa per Montezemolo.
    Luca scusami se sbaglio e comunque lasciati "utilizzare", non servono altre tifoserie o altri leader personalistici, con contraddizioni enormi come il suo gruppo che ha sede in Lussemburgo (e ricordiamoci che Montezemolo è stato cacciato dall'ufficio stampa Fiat perchè vendeva le interviste dell'Avvocato, come ricorda spesso Romiti).
    Serve avere coraggio e onestà intellettuale. E sarà una mia fissa, ma, come dice in altro e più elegante modo anche Gesù, a me di Roma non me ne può fregare di meno, a me interessa il contado.

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  11. Caro anonimo certo che faccio parte del sistema politico locale, ma far politica non vuol dire accettare tutto e tapparsi il naso, io penso che se ci fosse un pò più di libera coscienza e coraggio d'azione nel prendere le decisioni tutto il sistema ne guadagnerebbe..per quanto mi riguarda faccio presente che sono e rimango persona di centrodestra e soprattutto rimango fermo nell'oppormi alla gestione Amerighi visto che non condivido quasi niente dell'operato svolto fino adesso ne' la sua politica in prospettiva futura. Se poi vuoi parlare di proposte del futuro di Terranuova, visto che non frequentando il Consiglio Comunale non ne sei a conoscenza, io sono disponibile ad un incontro e parlarne civilmente..sempre che mettere la faccia fuori non sia un problema per te...comunque ti ringrazio dell'attenzione con il quale segui i miei post... (per quanto riguardo i costi della politica, mi sono forse espresso male ma era ricompreso tutto l'apparato amministrativo ,province, prefetture etc).
    un saluto e attento al caldo che fa male...
    Luca Trabucco

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  12. Riforma strutturale numero uno: politici (e cittadini tutti) che pagano le tasse fino in fondo, fanno e chiedono scontrini e ricevuti, se hanno una professione fatturano tutto, o magari se hanno la fortuna di riscuotere un affitto, o molti affitti, lo fanno dichiarando tutto. Insomma politici e cittadini che danno l’esempio a parole ma anche nella vita di tutti i giorni.

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  13. Ciao Ettore, vedo che vai oltre il problema, non è una questione di Montezemolo, Monti, Draghi,è una questione di sistema, si vuole mettere mano o no alle riforme, si vuole intervenire una volta per tutte o meno, perchè altrimenti è inutile disquisire... io da una parte ammiro il tuo senso ottimista e fiducia nella politica attuale, non vedo gli obiettivi, vedo solo una ricerca nell'affossare l'altro senza preoccuparsi che chi affossa sono i cittadini.. o meglio il contado!! basta è l'ora di finirla... ma è mai possibile avere un prelivevo fiscale del 52% e l'unica cosa che si pensa dove andare ancora a prendere...oggi non ci possiamo nascondere, la politca deve dare risposte o altrimenti facciamo altro...sempre che ci sia da fare altro...
    Luca Trabucco

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  14. Io credo che la manovra di Tremonti sia una manovra improvvisata. Capisco che è stata fatta con la pistola puntata alla tempia, ma a tutto c’è un limite. Accanto a delle misure di pura emergenza (contributo di solidarietà, Robin Hood Tax, le ritenute al 20 % sugli interessi e sui redditi da capitale, la liberalizzazione dei servizi pubblici, la riduzione dei costi della politica ecc.), ci sono alcune misure che con il reperimento di moneta sonante non c’entrano un fico secco. Mi riferisco al reato di caporalato (reato giusto ma che “c’azzecca” con una manovra di stabilizzazione finanziaria), alla liberalizzazione delle professioni , alla consacrazione della libertà dell’iniziativa economica (come se fino ad oggi non fossero state libere). Un minestrone!!! Accanto ad un ridimensionamento della casta (sacrosanto!) e della politica (ma le provincie vanno tolte tutte!) non si vede in questa manovra una vera e propria lotta all’evasione. Se l’Italia non può diventare ne liberista come l’Inghilterra (il popolo continuerebbe a preferire un posto sicuro, magari in comune, all’idea di avventurarsi nel mondo delle partite iva anche se fosse, a differenza di ora, meglio remunerata) ne diventare efficientista come la Germania (La Dolce Vita è un film italiano girato a Roma non a caso!), allora quale sarà la nostra strada?
    Io un punto per la manovra lo propongo: cominciamo a tassare le cooperative secondo come una qualsiasi altra impresa che opera nel mercato!

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  15. All’inizio del mese di luglio mi sorprendono (personalmente) due eventi: il primo, l’agenzia delle entrate recapita a Lucia (mia moglie) e a me due belle cartelle con le quali ci richiedono delle tasse non pagate sul contratto della casa (352 euro), ci dicono un errore nel contratto. La seconda, sempre l’A.E. comunica a me e ai miei condomini che un rimborso atteso e supportato da interpretazioni e applicazioni della stessa A.E. sull’Iva da noi pagata e non dovuta sulla bolletta del metano non ci sarebbe stato reso (circa 250 euro arretrati e circa 120 euro l’anno d’ora in poi). Entrambi i provvedimenti sono stati presi a seguito dello stesso decreto del Ministero delle Finanze che ha interpretato in maniera diversa due leggi che venivano applicate allo stesso modo da svariati anni…è chiaro, si dà una interpretazione differente alla norma e si richiedono i soldi anche per gli anni addietro con una legge nuova non si sarebbe potuto fare, mica può essere retroattiva la legge nuova. A seguito di una mia visita presso il notaio che mi aveva redatto il contratto della casa (e che mi fa notare che l’atto non è errato anche perché la cartella dell’AE non ha interessi di mora e sanzioni, ma richiede la sola imposta che al tempo, secondo la prassi, non era dovuta ed inoltre se l’atto fosse stato sbagliato la stessa AE avrebbe dovuto chiedere al notaio stesso la eventuale sanzione entro trenta giorni dalla registrazione) apprendo che di queste trappole (chiamiamole col loro nome) ne sono state messe a decine…un altro esempio… (la procura che i rappresentanti legali della aziende fanno per redigere particolari atti dell’azienda stessa, lo stesso decreto interpreta la norma in modo differente e si vanno a richiedere i soldi anche 5 anni indietro, si tratta di poche centinaia di euro e qual è l’azienda che per qualche centinaia di euro fa ricorso alla commissione tributaria ?).
    Quindi nel giro di pochi giorni sommando i due provvedimenti ad una famiglia di 4 persone, due adulti (che hanno la fortuna di lavorare), con il reddito mensile che possono avere due impiegati di due aziende private, un mutuo da pagare, un finanziamento da restituire per l’acquisto della macchina, spese legate alla attività scolastica e extrascolastica dei figli (mensa, centri estivi, una attività sportiva) si sono visti togliere 600 euro dalla propria disponibilità in un batter di ciglio.
    Non si scomodino allora politici e centri studi per capire quanto questa crisi pesa e se le manovre dei “nostri” peseranno sulle tasche di cittadini e famiglie ….. sta pesando eccome. Il problema è che a differenza di quanto avvenne al tempo dell’EuroTassa stavolta non si capisce a dove portino gli sforzi della vera classe media.
    Scusate lo sfogo espresso in un intervento sconclusionato e di pancia. Paolo Bizzarri

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  16. e io pagoooooo......

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  17. All'anonimo che attacca Luca dico che uno dei motivi x cui mi sn impegnato in politica è per combattere , impedire e rimediare gli ENORMI SPRECHI che la maggioranza di cx ha approvato su delibera delle 2 giunte Amerighi. Sprechi di centinaia di migliaia di euro! Sprechi, e qui mi collego al tema del post, hanno contribuito a creare quell'oceano di debito pubblico che ci sta ora affossando.
    Leonardo Lucacci

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  18. ha ragione Paolo Bizzarri, di balzelli ce ne sono a centinaia e di iniqui, siamo alla frutta, rinnovare la classe politica è una esigenza..rottamiamoli, grilliamoli, pensioniamoli....ma leviamoceli di torno.

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  19. Risposta posticcia a Nedo…..
    Come scriveva Pasolini (nei suoi Scritti Corsari) oggi la società, indissolubilmente protesa al consumo, ha annientato la differenza (culturale) tra le classi sociali, ha reso omogenee il centro e periferia , ha reso la differenza tra destra e sinistra una cosa puramente di facciata, ha omogeneizzato gli individui molto di più di quanto abbia fatto il ventennio fascista. L’adesione al regime fascista da parte delle classi (allora, per fortuna, esistevano le classi sociali) operaie, contadine, borghesi è stata un’adesione puramente di formale e non di sostanza, conservando quest’ultime la propria cultura (o sottocultura). Quando dico che quella dei sessantenni di oggi è una generazione di farabutti, mi riferisco a quel degrado “umano” da loro creati e di cui sia te (Nedo) sia io facciamo parte. Mi riferisco a quell’edonismo, individualismo, nichilismo che permea le nostre vite. Tu dici di aver “resistito” alle tentazioni dei privilegi (pensione a 39 anni, vitalizi, case al mare grazie all’evasione ecc.) che i tuoi tempi consentivano. Ma sei veramente sicuro di aver fatto tutto il possibile? Sei veramente sicuro di aver una moralità così alta da poterti definire intransigente ad ogni forma di furbizia o ingiustizia? Quando parliamo di vitalizio tutti (a parole) siamo contrari. Ma se per caso qualcuno di noi fosse candidato (ed eletto) in parlamento, siamo sicuri di poter resistere alla tentazione di usufruirne? Sabato intanto io ho avuto bisogno di una visita specialistica. Ho dovuto pagare già il Ticket aggiuntivo di 5 euro, in quanto la parte della manovra Tremonti che la prevede è già entrata in vigore….e del contributo di solidarietà stiamo ancora parlandone……
    Pedanciano ‘74

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  20. Non dimenticare di ringraziare anche Rossi per il Ticket su visiste e farmaci.

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