"Le strategie comunicative in campagna elettorale" è il tema di cui vorremmo discutere questa settimana e lo facciamo proponendo ai lettori un articolo di Marco Venturini che analizza, da esperto di comunicazione personale e politica, le ultime scelte fatte dal candidato forte alla segreteria del PD. Un Renzi che vuole cambiare verso all'Italia e, attraverso le uscite pubbliche degli ultimi mesi, sembrava volesse"cambiare verso" anche alla sua comunicazione; Meno giubbotti di pelle e più cravatte, meno battute e più citazioni colte. Ma con la Leopolda sembra esser tornato al suo vecchio stile: maniche di camicia e semplicità.
L'articolo è ripreso da L'HUFFINGTON POST del 28.10.2013. Ringraziamo Marco Venturini che ci ha autorizzato a pubblicarlo anche sul nostro blog.
Buona lettura.
La redazione
Renzi con Leopolda13 ritorna alla (troppa) semplicità.
Grazie a Gianni Cuperlo improvvisamente tutti si rendono conto che Renzi non usa loghi del Pd. Qui all'Huffington Post ne parlavamo da mesi riferendoci non solo ai convegni di Renzi ma anche ai social network e ai suoi siti.
La giustificazione del sindaco di Firenze è "non è un'iniziativa del Pd, è un'iniziativa che parla anche ad altri mondi" riferendosi alla Leopolda 2013. Abbiamo visto che questa è in realtà un'abitudine di Renzi che non riguarda solo la Leopolda e che il messaggio che vuole mandare è un altro ed è più forte: non sono del Pd.
A Bari in occasione del lancio della campagna per la segreteria al Pd di Renzi dal titolo "cambia verso" avevo scritto che ad aver cambiato verso era anche la sua comunicazione. "Addio alle praline dell'ovvio" dicevo ravvisando meno banalità, citazioni più colte, temi politici trattati in maniera più approfondita. Questo cambiamento serviva a dare fiducia agli elettori che preferirono Bersani alle scorse primarie. Un compromesso per la classe più avanti negli anni abituata al vecchio modo di fare politica.
Ma Matteo non ha resistito a lungo e con la Leopolda 2013 ha deciso con convinzione di tornare al vecchio modo di comunicare: semplicità.
Tornano le maniche di camicia e lo scusarsi se si spiega una legge in termini giuridici, definiti "politichese"; l'attenzione all'emozione più che al contenuto "ma come? ci dovevi elettrizzare" si rimprovera ad alta voce quando in un passaggio è stato costretto ad andare sul tecnico; cancellate le citazioni dal passato per tornare a citazioni generazionali come la Coppa America di vela: "occhio alla sindrome New Zealand che stava avanti 8-1 e ha perso 9-8" riferendosi a chi si sente la vittoria in tasca. Citazioni persino futuristiche come quando rispondendo alla domanda "qual è l'ultimo libro che hai letto?" dice "ti dico quale sarà il prossimo: The Circle di Dave Eggers" che ancora non è stato tradotto in italiano.
Renzi sa che molti, compresi "gli operatori della comunicazione" che chiama direttamente in causa nel finale, avrebbero notato questo ritorno al vecchio stile e prende precauzioni.
La strategia che Renzi attua per zittire le critiche sul suo modo di comunicare considerato troppo semplicistico è quella di fare di questa semplicità un valore da portare avanti persino con una "rivoluzione". "Ci accusano di eccesso di semplicità" dice, "io rispondo che oggi la semplicità è la via giusta. Questo è ciò che serve oggi: una rivoluzione della semplicità".
Rivolgendosi ai ragazzi in parlamento aggiunge "non perdete la semplicità", poi spiega che vince solo chi si mantiene semplice e invita genuinamente "non prendiamoci troppo sul serio".
Quando il confine tra semplicità e banalità si assottiglia pericolosamente Renzi scherza dicendo a se stesso "Matteo, che hai visto Crozza?" come se imitasse il comico che imita se stesso.
Nel finale ci tiene a rivendicare la paternità di questa sua decisione di tornare e mantenere uno stile comunicativo più semplice possibile:"credono io abbia un guru che mi suggerisce cosa dire. Dico agli operatori della comunicazione che noi non abbiamo guru ".
Questo è lo "spirito della Leopolda" che Matteo vuole mantenere. Uno stile che lo caratterizza e al quale, pur provandoci, non sa rinunciare. La questione è che non sono le critiche degli "operatori della comunicazione" quelle di cui deve tener conto, ma quelle degli elettori più "esperti" che proprio in questo suo modo di fare non si rispecchiano. Renzi resta a mio avviso un grande comunicatore che a differenza di quanto successo a Bari si sta però allontanando dal suo obiettivo di rivolgersi a tutti.
Marco Venturini