martedì 28 dicembre 2010

Terranuova: Sono nuovi equilibri o sono sempre gli stessi?

Il mese di dicembre ha partorito talmente tante novità che risulta difficile scegliere un argomento su cui concentrarsi.
Avremmo potuto parlare di neve e disagi, di aumento del deposito cauzionale di Publiacqua per chi non paga tramite conto corrente, della cessione delle reti del gas di Terranuova a Intesa Spa o della quota del disagio ambientale di Terranuova che andrà a Sangiovanni. Ne parleremo nelle prossime settimane.
Oggi parliamo di equilibri…
Il ragionamento parte da due fatti compiuti:
  1.  le dimissioni del presidente della pluriservizi
  2.  la scissione del PDL di Terranuova con la conseguente nascita del gruppo “Terranuova per le libertà”
Due fatti molto diversi ma che vanno a toccare entrambi i rispettivi equilibri politici. Cambiandoli. O forse no.
Samuele Falsetti (IDV) si è dimesso dalla carica di presidente della Pluriservizi non solo per la questione “rotonde e pubblicità” ma per una serie di incomprensioni/incompatibilità con l’amministrazione e la maggioranza. Almeno così si è potuto capire dalla lettura dei giornali che riportavano stralci della lettera di dimissioni.
Domanda: Si sono rotti i rapporti fiduciari personali tra Falsetti e amministrazione o si è rotta anche l’alleanza tra PD, Socialisti e IDV?
Di fatto, sebbene la stessa Italia dei Valori faccia parte di quell’alleanza che ha vinto le elezioni amministrative del 2009, un’ eventuale rottura dei rapporti tra PD e IDV non avrebbe alcuna ricaduta in termini numerici sugli equilibri del consiglio comunale. Questo perché tra i consiglieri eletti per la maggioranza non ci sono rappresentanti in quota IDV.
E quindi l’IDV non conta niente nella maggioranza? E chiedere in che rapporti stanno adesso IDV PD e SOCIALISTI è completamente inutile?
Il fatto è che i tre partiti, accettando di presentarsi nel 2009 con un unico simbolo (Centrosinistra per Terranuova ) e accettando la lista dei candidati consiglieri, hanno accettato di essere un tutt’uno, rinunciando a “contarsi”.
Dire adesso quanto “pesa” in termini elettorali l’IDV a Terranuova è praticamente impossibile. Sarebbe sbagliato dire che il peso dell’IDV è rappresentato dai soli 8 voti di preferenza presi dallo stesso Falsetti nel 2009 ma è anche strumentale sostenere che l’IDV a Terranuova pesa l’8% o il 9% come ottiene nella nostra circoscrizione quando si vota alle politiche.
Dire invece quanto pesa l’IDV dentro al consiglio comunale è facile: nulla. Pertanto esplicitare i rapporti che ci sono adesso all’interno della maggioranza sarebbe senz’altro corretto e trasparente (oltre che curioso). Ma a livello numerico sostanzialmente inutile.
L’altra novità è quella della scissione del PDL di Terranuova. Divergenze interne hanno portato ben 3 consiglieri comunali (Trabucco, Francalanci e Lucacci) su 5 a costituire un nuovo gruppo “Terranuova per le libertà”. Di fatto in questo momento in consiglio comunale è più rappresentato questa costola di PDL che il PDL stesso. “Dovrebbero dimettersi perché hanno tradito il mandato degli elettori e perché sono stati eletti con un simbolo che non rappresentano più” è l’idea dei vertici del partito.
Sebbene la questione sia delicata non ne sono così convinto. O quantomeno c’è da discuterne. Non a caso le regole della democrazia non prevedono questa prassi automatica.
Altrimenti anziché candidati voteremmo i soli vertici di partito e anziché novecento e rotti parlamentari avremmo una decina di rappresentanti di partito che voterebbero con un’alzata di mano dal valore ponderato in base alla percentuale ottenuta alle elezioni.
In più, il caso di TpL (Terranuova per le libertà), e non me ne vogliano Lucia Leonardo e Luca, sebbene venga paragonato e accostato a Futuro e Liberta sembra più simile all’Api di Rutelli.  Non parlo di schieramento politico ma di conseguenti variazioni agli equilibri esistenti: Fli è infatti passata dalla maggioranza all’opposizione, API dall’opposizione all’opposizione: come ha fatto Terranuova per le Libertà: senza rompere gli equilibri tra vincitori e vinti. Ne Fini né Rutelli (né tantomeno Calearo o la Binetti) mi sembra si siano dimessi.
Quanto vale il PDL senza Trabucco, Francalanci e Lucacci? E quanto valgono i tra scissionisti senza PDL? Boh…
E gli equilibri? A livello numerico, anche qui non è cambiato granché… l’opposizione ha sempre i soliti numeri.
Le mie sono senz'altro riflessioni semplici e incomplete, lascio pertanto spazio ai commenti. per i necessari arricchimenti, augurando a tutti un felice 2011.
Francesco Nocentini

martedì 21 dicembre 2010

Caro Babbo Natale..


Caro Babbo Natale,
dato che in questi giorni sarai sommerso di lettere e impegnatissimo a selezionare regali da mettere nel sacco per la tua notte brava da corriere espresso con slitta (stavolta tra l'altro ti troverai benissimo, è caduta un bel po' di neve e le tue renne andranno alla grande) non voglio appesantirti ulteriormente il lavoro. Quindi, piuttosto che scriverti le cose chi mi piacerebbe ricevere, ho deciso di inviarti l'elenco di quello che non vorrei più..
A cominciare da questa strana moda di chiamare le cose con un nome diverso: uno che cambia idea perché riceve qualcosa in cambio non può definirsi responsabile (ma venduto), uno che picchia un poliziotto non è uno studente che manifesta (ma un violento), uno che versa una somma di denaro nelle tasche di una donna in cambio di prestazioni sessuali non è un affascinante conquistatore (ma un puttaniere, ops! scusa..) e la ragazza in questione non è di certo un' escort. 
Ma dai Babbo, ora che è di dominio pubblico il fatto che certi personaggi vanno a puttane (ops! scusa di nuovo..), abbiamo inventato un nome elegante di chiamarle. Ci manca di ribattezzare l'assassinio in "gentile invito a un'esistenza ultraterrena anticipata"..
Uno che si siede in parlamento senza essere scelto dal popolo non è un eletto (ma un nominato). Una cifra di denaro che paghi sistematicamente tutti gli anni senza avere la possibilità di scegliere se farlo o meno, non è un abbonamento (ma una tassa). Uno che risponde a un solo capo, obbedisce a un solo padrone, difende a prescindere le posizioni di una sola persona alla quale deve una casa, una macchina, uno stipendio o una carriera non è un giornalista, né un conduttore o un parlamentare, né un senatore o un amministratore pubblico (ma un lacché). Un gay non è una persona diversa (ma uguale a me, a te, pure a quella befana della Befana). Uno straniero non è un delinquente (ma un uomo nato in un altro Paese). 
Caro Babbo.. Non vorrei più sentire parlare di toghe rosse, di comunisti, di fascisti, di intercettazioni, di arresti preventivi, di notti al gelo sull'A1, di paralisi delle FS, di emergenze gestite male, di crolli di palazzine, di esplosioni e incidenti su lavoro, di immunità, di case a Montecarlo e di mignotte in Sardegna (ops! scusa.. e tre!). Ma di aiuti a chi oggi non riesce a vivere, di posti di lavoro, di fiducia nelle nuove generazioni, di mutui più agevoli per le famiglie, di assistenza agli anziani, d'impegno politico, di responsabilità civile, di senso dello stato. 
Caro Babbo.. Non vorrei sentire più parlare di arresti preventivi, al limite di dimissioni preventive dell'attuale classe politica, incapace di cogliere la natura delle reali esigenze del Paese. Non vorrei più vedere drammi personali sbattuti per mesi sulle prime pagine dei giornali, pronti poi a essere dimenticati alla successiva tragedia familiare.
Caro Babbo.. Ti ringrazio perché so quanto sei buono e qualsiasi dono metterai sotto il mio albero, mi andrà bene.
Però se stavi pensando a "Il cuore e la spada" ti prego almeno per quest'anno di rivedere i tuoi progetti.
O il cuore.. O la spada.. Perché tutti e due insieme proprio non riesco a mandarli giù!
Buona notte di Natale..
Emmanuele

martedì 14 dicembre 2010

Università e ricerca, quale futuro?


Si torna a parlare di università sui giornali, per strada, dentro le televisioni. Si parla, più o meno bene, di finanziamenti alla ricerca, di riforme universitarie, di ricercatori ‘indisponibili’.
Le informazioni che circolano soprattutto nei telegiornali e nelle trasmissioni cosiddette di approfondimento sono spesso faziose, inevitabilmente restano sulla superficie. Da un lato un ministro della Repubblica Italiana che parla come un disco rotto di merito e di lotta ai baroni (ma il suo cv, sia detto tra parentesi, lascia intendere che non è stato il merito, nell’accezione più alta, a guidarne il cursus honorum), dall’altro ci sono politici che hanno capito con estremo ritardo la rilevanza della questione in gioco (in passato l’università ha rappresentato quasi una zavorra più che l’elemento su cui puntare, per immaginare un futuro meno asfissiante di quello che si può intravedere ora).
I mali dell’università vengono da lontano: esiste una ricca pubblicistica in merito che il lettore curioso potrà ripercorrere (dai saggi di Raffaele Simone al recente ‘I ricercatori non crescono sugli alberi’ di Sylos Labini e Zapperi). In ogni caso, non dovrebbe essere ammissibile parlare di istruzione e di ricerca a suon di slogan. Non si tratta di vendere un detersivo, o un paio di scarpe, tanto care al Presidente del Consiglio. Qui siamo di fronte a un caso in cui il rimedio pare peggiore del male.
Quali sarebbero le conseguenze del DDL se approvato in via definitiva? Sintetizzando brutalmente:
  • riduzione dell’autonomia degli Atenei attraverso l’introduzione di sponsor esterni nei consigli di amministrazione;
  • tagli radicali al finanziamento pubblico delle università (che da anni è diminuito comunque);
  • riduzione del turn-over (non tutti coloro che vanno in pensione potranno essere rimpiazzati);
  • esasperazione del precariato.
In più, non viene risolta la questione annosa dello statuto giuridico dei ricercatori, la maggioranza dei quali si è dichiarata indisponibile alla didattica. Ma, si badi bene, non sarebbe corretto dire che i ricercatori sono in sciopero, o che sono privilegiati perché non hanno un contratto di lavoro nazionale. Il presunto privilegio lo si sconta poi quando si fa domanda per il nido comunale: non avendo un contratto definito, il ricercatore per i solerti impiegati comunali non lavora. Una categoria sciopera quando non adempie ai suoi doveri contrattuali: molti ricercatori italiani stanno semplicemente ritirando una disponibilità che per anni è stata gratuita, volontaria, fatta spesso per pura passione.
Chi fa ricerca non guarda se il giorno è rosso sul calendario, ‘ricercatore’ più che un mestiere è un abito mentale, una sfida continua a fare di più e meglio. I politici non amano troppo confrontarsi con questo universo: si preferisce lo slogan all’approfondimento, la serietà non paga né fa vincere le elezioni, addormentati come siamo da decenni di mediocre televisione.
Silvia Calamai - ricercatore

martedì 7 dicembre 2010

La Voce del Martedì intervista Mauro Amerighi

Dopo le 3 domande a Luca Trabucco (intervista pubblicata il 2 novembre su questo blog http://lavocedelmartedi.blogspot.com/2010/11/intervista-luca-trabucco.html) è la volta del Sindaco di Terranuova Mauro Amerighi.

Terranuova, tre questioni di primaria importanza da affrontare subito, tre priorità del centrosinistra per i prossimi mesi.. Quali sono secondo te?
CENTRO STORICO
Indubbiamente il nostro centro storico necessita di una serie di interventi di qualificazione. Uno di questi, ossia il rifacimento di alcune strade all’interno delle mura, è già in atto e verrà concluso nell’arco del prossimo anno.
Sempre nel 2011 prenderà l’avvio un progetto specifico che intende coinvolgere cittadini, scuole, associazioni di categoria in un percorso in cui tutti contribuiranno ad un ripensamento complessivo del centro. L’idea è quella di sviluppare un percorso che vada dalla riscoperta del passato ad un’analisi del presente fino alla proposta di idee per il futuro. I risultati di questo lavoro costituiranno il prodromo delle progettazioni delle nuove opere pubbliche e verranno declinati nelle norme del regolamento urbanistico che andrà in adozione nel 2012.
Bisogna “integrare” gli elementi di novità che hanno modificato positivamente il nostro tessuto urbano, penso alla Chiesa di Santa Maria Nuova e al Ponte alle Monache. Sono i due punti di riferimento che definiscono l’asse visuale di chi frequenta il centro. Vanno realizzate opere di raccordo che qualifichino le aree circostanti a questi interventi.
Oltre alla valorizzazione degli spazi pubblici sarà importante introdurre regole e misure incentivanti che stimolino anche la riqualificazione degli edifici privati.
In tal modo cittadini e commercianti avranno maggiori possibilità di apportare modifiche alle proprie abitazioni e agli esercizi commerciali.
SVILUPPO PRODUTTIVO DEL FONDOVALLE
Per merito delle imprese che insistono nel nostro territorio, Terranuova sta vivendo una “seconda giovinezza” di sviluppo economico ed occupazionale. L’Amministrazione sta accompagnando questa crescita con interventi tempestivi in materia urbanistica. Per fare un esempio concreto: Power One, che ha raggiunto nel corso di questo anno i 1200 addetti, ha ampliato il proprio stabilimento a seguito della variante approvata dal Consiglio Comunale in tempi estremamente ridotti, perché ricorrevano i presupposti per l’applicazione di una procedura particolare.
L’obiettivo successivo è quello di favorire lo sviluppo di Valvigna, sia portando celermente all’adozione i piani attuativi (che sono lo strumento con cui si concretizza la previsione urbanistica), sia modificando le norme al fine di semplificare gli interventi.
Nonostante la crisi economica, Terranuova resta un territorio appetibile per gli investimenti produttivi. Lo sviluppo del fondovalle, oltre ad avere un’importante ricaduta occupazionale, costituisce un’occasione per riqualificare le zone e addivenire alle opere di urbanizzazione necessarie a “raccordare” il nostro tessuto urbanistico.
Resta la questione legata alle aree limitrofe al Casello. I Comuni di Terranuova, Montevarchi e San Giovanni hanno preso l'impegno di addivenire ad una pianificazione concordata in modo da risolvere i nodi principali relativi alla viabilità e all'urbanizzazione di tali aree.
TANTI PICCOLI LAVORI RICHIESTI DA TEMPO DAI NOSTRI CITTADINI
Con il Consiglio Comunale del 29 novembre u.s. abbiamo certificato il rispetto del Patto di Stabilità per l’anno 2010. Nelle casse del comune sono arrivate nuove entrate non previste nel Bilancio di Previsione. Ciò ci permette nel prossimo anno di effettuare opere pubbliche di manutenzioni straordinarie per 1.800.000 (già previsti nel 2010)
Bene. Nuove piste ciclabili, la nuova passerella del “Ciardi” € 470.000. Ristrutturazioni, riqualificazione, completamento di piccole opere pubbliche del capoluogo e delle frazioni, la viabilità minore, verde pubblico e nuovi punti di illuminazione.

A livello nazionale il Partito democratico sembra soffrire soprattutto tre problemi: la ricerca di un’ identità, il ricambio generazionale – con Renzi e i rottamatori che hanno dato un segnale forte e chiaro – e i rapporti fa gli ex DS e gli ex Margherita. Cosa ne pensi?

Siamo in una fase di profonda trasformazione sociale ed economica (epocale), dunque difficoltà di adeguamento dei Partiti e del sistema politico nazionale e giudicare processi così complessi.
Il PDL è appena nato già si dissolve.
Il PD è un partito nazionale, pluralista che credo capace di recuperare un etica e responsabilità collettiva e dunque potrà essere pernio del rinnovamento istituzionale e politico insieme ad un polo di Centro Destra moderato( che superi il Berlusconismo) e una Sinistra Radicale ( non più ideologica) che dovranno affrontare e confrontarsi su un programma di governo.
CI sono differenze profonde di radicamento del PD nelle diverse regioni d’Italia.
Credo che il rinnovamento ed il radicamento sia più solido nelle regioni dove il Centro Sinistra governa, come in Toscana, nel Valdarno, a Terranuova.
In tali contesti è più facile superare la provenienza e la storia individuale ( Ex DS ex Margherita)
Vale piuttosto l’ adesione ai programmi e la coesione dei gruppi dirigenti sulle scelte amministrative di governo (come a Terranuova)
Diversamente nel Nord Italia dove il radicamento nella realtà urbana deve essere di nuovo riconquistato, sfidando La Lega sui temi della sicurezza, immigrazione, famiglia, sociale.
Nel Sud Italia abbiamo un profondo bisogno di rinnovamento dei quadri dirigenti regionali e provinciali che valorizzino veramente un rinnovamento generazionale mettendo al centro obiettivi come la lotta alla mafia, trasformazione ed efficienza amministrativa, produttività degli investimenti, sviluppo economico e valorizzazione del territorio.

Torniamo in ambito locale. Le opposizioni dicono che negli ultimi anni è stato fatto poco per Terranuova e quanto fatto è stato gestito male: su tutte, le vicende di Casamonti e della discarica. C’è qualcosa che, con il senno di poi, affronteresti in maniera diversa?
Credo che la strumentalizzazione di alcune vicende come quella di Casamonti e della discarica siano servite all’opposizione per coprire carenza di idee e di programmi alternativi all’azione di governo che continua da parte della maggioranza di Centro Sinistra. In questi due anni di profonda crisi nazionale, non solo economica ma anche politica e morale, Terranuova stà dimostrando con i fatti e i numeri di essere in controtendenza con uno sviluppo equilibrato e sostenibile, con una comunità coesa che partecipa alla gestione dei servizi pubblici, attenta al territorio responsabile del bene comune.
A Terranuova continua a crescere la popolazione passa da 11.400 abitanti del 2003 a 12.400 del 2010 nel biennio 2009/2010 sono aumentati gli occupati nell’industria e nei servizi di quasi 1.000 unità non solo Power One, Prada, Zucchetti, ma anche manifatturiera e commercio, nuove richieste di insediamenti industriali, ampliamenti di aziende già presenti, attenzione ad investimenti privati, progetti di sviluppo del territorio nel settore turistico ricettivo.
Grandi opere pubbliche in atto, molte mirate ad una profonda trasformazione del capoluogo, interventi strutturali su tutte le frazioni, estensione dei servizi (raccolta differenziata, verde, manutenzioni in tutte le frazioni), bassa tassazione, eccellenza nel sistema scolastico, nelle mense, nell’asilo nido, nei servizi sociali, culturali, nelle politiche giovanili. No! Non c’è qualcosa che, col senno di poi affronterei in maniera diversa. Ciò che ha ostacolato e rallentato l’azione amministrativa ed il programma del centro Sinistra sono fatti esterni e indipendenti dalla nostra volontà e dell’ impegno che abbiamo profuso: leggi finanziarie, Patto Stabilità, vicenda Casamonti, vicenda ampliamento della discarica.
Tutto bene? Certamente no! Autocritiche e assunzione di responsabilità da assumersi certamente, ma anche da parte dell’opposizione meno attacchi personali e più critiche puntuali e costruttive sarebbero stimoli forti e ben accetti a tutto vantaggio dei nostri cittadini.