martedì 31 agosto 2010

Power-One: allargamento senza assunzioni


Lunedì scorso è stato approvato in Consiglio comunale l’allargamento degli stabilimenti della Power-One.
La multinazionale americana ha infatti brillantemente superato la crisi internazionale e sembra proiettata ad una crescita esponenziale del proprio fatturato e della propria produzione. Ha bisogno di spazio. Due nuove palazzine in progetto e tanto lavoro.
Energie rinnovabili, tecnologie all’avanguardia e ricerca la sua formula vincente.
Bene, benissimo. Tutti contenti. Sinistra, destra e sindacati. E ci mancherebbe. Torna il lavoro a Terranuova! Scacciamo la crisi!
Peccato però che se si vanno a vedere le politiche di assunzione della Power-One emerge un misterioso arcano.
Questi si allargano, hanno tantissimo lavoro (oggi e per i prossimi anni) ma non assumono nessuno se non una manciata di ingegneri pescati in mezza Italia.

Ma come? Ma se ora lo sanno anche i muri che la Power-One assume tutti?
Non è proprio così: i 300-400-500 giovani e meno giovani operai mandati in produzione non sono assunti dalla Power-One ma da alcune società interinali che prestano questi lavoratori alla multinazionale dalle uova d’oro.
Precari dunque, con contratti a termine. Senza garanzie: con meno diritti, poche tutele e nessuna certezza. Tutti contenti. Sinistra, destra e sindacati.
La Power-One, di fatto, non ha assunto praticamente nessuno.

In realtà poche settimane fa è nato un consorzio (Terra Nuova) dove è stato catalizzato l’indotto power-one e dove sono stati assunti a tempo indeterminato una parte dei precari interinali.
A tempo indeterminato quindi? Sì, a tempo indeterminato. Anche se comunque non sono assunti direttamente da Power-one sebbene lavorino esclusivamente per Power-One.
La multinazionale li avrebbe potuti assumere, ma evidentemente è convenuto di più fare così. Forse perché chiudere il consorzio, se un giorno ce ne sarà bisogno, sarà più semplice? Flessibilità, flessibilità e flessibilità. Tutta a vantaggio dell’azienda però.
Intanto la Power-One che ha passato i suoi interinali al consorzio si appresta a prendere in prestito dalle agenzie per il lavoro altri precari. Bene, benissimo. Nuovo lavoro (precario).
Tutti contenti. Sinistra, destra e sindacati.
E ripeto: la Power-One, di fatto, non ha assunto praticamente nessuno.

Ma c’è lavoro! Di cosa ci dobbiamo lamentare?
Forse qualcuno non si rende conto cosa significhi davvero precariato.
Un precario è privato del diritto di progettare la propria vita con tranquillità perché oggi lavori e domani chissà. Un precario non può accedere ad un mutuo. Perché oggi lavori e domani chissà. Scade il contratto (ogni 3 o 6 mesi) e il precario vola a casa senza sussidi. Ma chi lo tutela? Nessuno. Ma sono tutti contenti. Sinistra, destra e sindacati.

Il fatto è uno: la Power-One costruisce due nuove palazzine e avrà tanto lavoro per diversi anni ma ancora non ha assunto nessuno e nessuno gli chiede di farlo.

Non voglio giudicare la politica della Power-One che si muove all’interno di quello che la legge, purtroppo, le consente.
Ma la domanda è:
Se non lo fa neanche la Power-One, chi è che oggi può assumere un operaio con un contratto vero?
Perché un’Azienda che ha lavoro sicuro per 5 anni non assume nessuno?
E soprattutto: perché nessuno lo fa presente? Partiti politici e sindacati non hanno niente da dire?
Perché un giovane dovrebbe avvicinarsi, fidarsi o sentirsi coinvolto da coloro (partiti politici e sindacati) che quello che si limitano a fare è dire “Siamo sensibili al tema del precariato” se poi questa sensibilità nessuno capisce cosa sia e di fatto nessuno muove mai un dito?

 Francesco N.

martedì 24 agosto 2010

Anonimi e contrari

Dopo i vari botta e risposta letti tra i commenti al post “Presidenza (della Camera) senza conFini” abbiamo deciso di riprendere il nostro appuntamento settimanale dopo la pausa estiva piantando un po’ di paletti per far sì che questo blog continui ad essere quello che è stato nell’ultimo anno: uno spazio virtuale dove possano essere sviluppate analisi tecniche di carattere politologico e un luogo aperto di riflessione e confronto leale, corretto e costruttivo.
Sale di questo confronto costruttivo sono i commenti alle riflessioni settimanali proposte dalla redazione.
E la serietà e la correttezza che ha sempre contraddistinto tutti coloro che hanno espresso le proprie opinioni su questo blog sono la chiave del successo che queste stesse pagine stanno riscuotendo.
MAI la redazione ha censurato un commento di un utente e MAI vorrebbe trovarsi obbligata a farlo.
Ad essere sinceri la censura proprio non ci piace. Abbiamo però a volte sentito il dovere di richiamare ad un uso corretto ed appropriato di questo strumento quando la discussione sembrava aver preso una piega che poco aveva di costruttivo.
Esiste, naturalmente, la possibilità di impostare il blog affinché i commenti vengano controllati e vagliati; ad esempio accettare esclusivamente i commenti degli utenti registrati, non permettendo ad un “anonimo” di esprimersi su una questione in cui non vuole far apparire il suo nome.
Sinceramente però, non ci sembra una strada corretta. Un commento intelligente di un anonimo è sempre preferibile leggerlo piuttosto che non leggerlo.
Se qualcuno non vuole far sapere il suo nome ma esprime una sua opinione o pone una domanda legittima che c’è di male? Perché dovremmo avere la necessità di conoscere il suo nome o obbligarlo ad inventarsene uno?
Infondo la garanzia dell’anonimato sta anche alla base della democrazia. L’articolo 48 della Costituzione prevede, come tutti sanno, un voto personale, libero e segreto.
Chiaro che un pensiero firmato ha un peso ben diverso agli occhi di chi legge. Ed è sempre preferibile sapere con chi ci si sta confrontando.
L'auspicio è che tutti abbiano la volontà di firmarsi, per questioni di trasparenza e correttezza, ma la possibilità di lasciare commenti anonimi rimane. A patto che siano costruttivi e non ciarpame di bassa lega, altrimenti il discorso cambia.
Francesco

venerdì 13 agosto 2010

BUONE VACANZE E BUON FERRAGOSTO

La Redazione del Blog augura a tutti i più sinceri auguri di buone vacanze e buon Ferragosto. Ci vediamo il 24 agosto. Ovviamente di martedì.

martedì 3 agosto 2010

Presidenza (della Camera) senza conFini?



Quando la frittata è fatta le uova non si possono più rimettere insieme. La rottura tra Berlusconi e Fini non è soltanto un cedimento degli equilibri interni al Popolo delle libertà, bensì la lacerazione tra la Terza più alta carica dello Stato e il Presidente del Consiglio dei Ministri. Eppure la vicenda, che ha dello straordinario, non si arresta al solo campo del centrodestra, ma coinvolge l’intero emiciclo poiché il Gruppo parlamentare numericamente più consistente della Camera dei Deputati chiede a gran voce le dimissioni del Presidente, quel Presidente che appena due anni fa aveva acclamato ed eletto a suon di applausi e voti. E Fini che dovrebbe fare? Dovrebbe dimettersi o conservare lo scranno più alto di Montecitorio? Innanzitutto vediamo come cambiano i numeri. Alla Camera dei Deputati la somma tra Pdl e Lega Nord si ferma a 297 deputati perché, ad oggi, Futuro e Libertà per l’Italia ha strappato 33 ex iscritti al gruppo del Popolo della Libertà. Al Senato la partita è ancora tutta da scriversi ma non è da escludersi che la nuova compagine di Fini riesca a formare un suo gruppo autonomo anche alla Camera Alta. Sono queste le ragioni che spingono gli ex amici di Fini a chiedere le sue dimissioni? Le ragioni sono solamente di pura cosmesi oppure dietro c’è della sostanza? A mio avviso il nodo della questione sta proprio nei poteri e nel ruolo che sono propri del Presidente della Camera. Il Presidente non è solamente colui che rappresenta la Camera ma nei fatti è davvero colui che governa i lavori della Camera Bassa. Questo, a mio modesto parere, è il punto di caduta. Adesso Fini ha in mano due carte che diventano ancor più pesanti di prima: la Presidenza della Giunta per il Regolamento e quindi la sua ampia discrezionalità sull’interpretazione degli interna acta corporis, ma soprattutto i suoi poteri sulla programmazione e calendarizzazione dei lavori (Articoli 23 e 24 del Regolamento della Camera dei Deputati). Si badi bene, poteri molto più ampi del Presidente del Senato della Repubblica (cfr. Articoli 53 e 54 del Regolamento del Senato della Repubblica). Per concludere, numeri più risicati e maggioranza ancor più frastagliata sono due esaltatori di sapore per chi si augura un indebolimento dell’azione di governo, tuttavia anche gli altri possono stare allegri; siamo in estate, inizia la campagna acquisti!

Tommaso